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Autore: Ale_Niki    08/01/2014    0 recensioni
A vent'anni la vita vera è già iniziata eppure Jade deve ricominciare tutto da capo. Dopo un evento che la distruggerà decide di andarsene dalla sua Irlanda e lasciare le persone a cui tiene di più, tra cui c'è anche quel biondino con gli occhi azzurri che l'ha fatta sorridere quando meno aveva voglia di farlo. Ed è proprio in Italia che la sua vita si complicherà ancora di più.
Tra divieti violati, ricchezza e amore Jade troverà quello che cerca e riuscirà a costruire una vita con il ragazzo che mai avrebbe pensato di avere accanto.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primo Capitolo
 
“Vattene!”
 
“Jade apri questa cazzo di porta, subito!”
 
“Vattene Brad! Vattene!” urlai con tutto il fiato che mi era rimasto in corpo.
 
“Jade non te lo ripeto più, aprimi subito!” il suo tono era furente, più dell’ultima volta. Con le ultime forze che mi rimanevano cercavo di tenere chiusa la porta. 
Brad diede una forte spallata; in quel momento le forze mi abbandonarono, caddi a terra; strisciando cercai di allontanarmi il più possibile dall'uscio. La porta si aprì e un ombra si rifletté su di me.
 
“Ora vedrai!” un forte calcio mi arrivò appena sotto le costole, seguì un dolore lancinante che mi fece urlare. Un altro calcio mi arrivò più forte del primo nello stesso punto, mi portai una mano sul fianco ormai addolorato vidi il sangue uscire dal mio corpo. Feci qualche smorfia di dolore quando lui mi prese per le braccia e mi fece alzare , le mie gambe non ressero e caddi di nuovo a terra,come se il mio corpo fosse morto. Mi tirò su e mi afferrò gli avambracci sbattendomi contro il muro,non riuscivo e reagire, lui ne approfittò e mi tirò uno, due, tre schiaffi. La mia guancia iniziò a pulsare e diventò bollente, mi sarebbe rimasto un bel livido. Delle lacrime di dolore scesero sulle mie guance alleviando, leggermente, e momentaneamente il dolore, lui non si preoccupò e mi sferrò un pugno nello stomaco. Non avevo mai visto così tanta cattiveria nei sui occhi; era come se fosse un altra persona.
 
“Non fare la bambina, non piangere! Finiscila!”mi disse spostandomi i capelli davanti al viso. Mi
accasciai al suolo, distrutta dal dolore fisico e morale.
 
“Così impari a disubbidirmi”
 
“Ti odio Brad!” urlai con le ultime forze che avevo. Poco dopo il buio si fece largo nei miei occhi, così come il silenzio nelle mia testa e nella stanza.
 
***

Mi svegliai, i ricordi nella mia mente erano sfocati, il mio corpo dolorante era per terra sul pavimento gelido. Il fianco faceva parecchio male così come il viso e le braccia, dove c’erano parecchi lividi. Cercai di sollevarmi da terra, mi guardai il fianco e sobbalzai a ciò che vidi. La maglia era sporca di sangue così come il pavimento. Molto delicatamente sollevai la maglietta e un dolore mi percorse il corpo. Appoggiai le mani al muro e con molta fatica mi alzai da terra e mi avviai verso il corridoio per cercare il bagno, aprì qualche porta e una volta trovato mi misi alla ricerca di cotone e disinfettante, sempre se c’era! Guardai in qualche cassetto e una volta trovato  tutto l’occorrente iniziai a medicarmi il taglio come potevo, faceva talmente male che ogni tanto piccoli urli uscivano dalla mia bocca. Presi alcune bende che avevo trovato e iniziai a girarmele intorno all’addome. Una volta finito tornai in salotto e presi la felpa. La casa era molto grande e fredda, fuori il tempo non prometteva niente di buono e per di più non sapevo dove fossi.
La paura si impossessò di me, dovevo uscire da qui!! Andai verso la porta d’entrata e cercai di aprirla, ma come immaginavo era chiusa. Mi portai le mani nei capelli pensando a cosa potessi fare per uscire da lì. “Diamine!” urlai per il nervoso e per l’ansia, cercai di aprire la portafinestra che c’era ma anch’essa era bloccata. Percorsi il corridoio ed entrai in una delle porte che c’erano;  all’interno le pareti erano bianche con un letto e un armadio in legno, una lampada scendeva dal soffitto proprio al centro della stanza. Mi avvicinai alla finestra che era disposta di fianco all’armadio, la visuale era molto bella vista da li, un grande giardino non molto verde si estendeva su un ampio territorio , al centro c’era una grande albero, le sue foglie erano molto colorate, alcune erano rosse, altre gialle, altre ancora arancioni. Amavo l’autunno e i suoi colori, la pioggia, la prima cioccolata calda sotto le coperte… Scossi la testa, questo non era il momento adatto per pensare a queste cose! Cercai di aprire la finestra ma era bloccata, senza provarci più di tanto uscì da li e mi diressi verso un'altra stanza.  Una volta trovato l’interruttore della luce capì che li non c’era via di fuga dato che era un semplice sgabuzzino con qualche scaffale. Ripercorsi il corridoio e andai in cucina. era tutto proporzionato, era una piccola cucina con una piccola finestra da cui non sarei mai riuscita a passare. Mi rassegnai, cosa potevo fare? IL CELLULARE! Dove potevo averlo messo? Guardai nella borsa ma non lo trovai. Lo cercai in tutte le stanze ma non c’era da nessuna parte. Capì che Brad si era assicurato che non uscissi da li, magari doveva tornare e finire il suo lavoro! Spero tanto di no, non avrei le forze per respingerlo. Mi buttai a peso morto sul divano in pelle che c’era al centro del salotto. Portai le mani al viso e cominciai a piangere.
 
 
*Pove Niall*
 
Dovevo farmi trovare al locale alle 18:00 ma come al solito ero in ritardo! Tutta colpa del mio capo che mi faceva fare sempre gli straordinari. Iniziai a correre e in pochi minuti ero davanti al locale, fortunatamente non era molto distante da dove lavoravo. Spinsi la porta del Druit’s Chair, locale in cui ci trovavamo io e gli altri tutti i venerdì alla solita ora da quando avevamo 15 anni, e mi avvicinai al tavolo dove erano seduti.
“Ciao ragazzi” dissi un po’ affannato dalla corsa
“Ciao Niall” risposero loro, quasi in coro. Mi sedetti e chiamai Sue che come al solito arrivò con un bellissimo sorriso. Sue è una persona meravigliosa, avrà sui 40 anni, la conosco da quando frequento il locale e, molte volte, ci ha aiutato a toglierci dai guai con i nostri genitori e anche a rimorchiare qualche ragazza, è un po’ come una seconda mamma.
“Ciao Niall, cosa prendi?”
“Una birra media grazie” sorrisi, stava per andarsene quando Brad la fermò
“Portamene una anche a me!”
“Brad è già la terza che ti bevi, non starai esagerando?” chiese lei preoccupata. Spostai gli occhi su Brad e poi li riportai su Sue
“Vai Sue, con lui ci penso io” lei scosse la testa in segno di approvazione.
“Che ti prende?” dissi rivolgendomi a lui che però non rispose.
“é da quando siamo arrivati che fa così, non vuole dirci perché è arrabbiato e continua a bere” intervenne Pablo,un nostro amico. 
“Allora? Mi vuoi spiegare?”
“Ho litigato con Jade!! Contento adesso?” disse lui, quasi urlando verso di me.
“Perché?”
“Perché mi ha disubbidito!”
“Ti ha disubbidito? Cosa ha fatto?” chiesi curioso della sua risposta.
“Non è importante, non ti interessa.. mi ha disubbidito e basta!” in quel momento arrivò Sue con la mia birra e con un sorriso gentile, la ringraziai prima di prendere un sorso e riprendere il discorso con Brad.
“E adesso dov’è?” chiesi con aria preoccupata. Era un po’ di tempo che Brad litigava con Jade e non sapenvo il motivo. Brad in questo periodo era sempre sulle sue e sembrava molto aggressivo, ma non sapevo il perchè; lui mi diceva sempre tutto ma questa volta no.  
“è a casa mia!! L’ho chiusa dentro almeno non mi disubbidirà ancora!” il suo tono stava aumentando il volume e io mi stavo preoccupando seriamente. Non sono mai riuscito a carpire cosa si celasse nella testa di Brad, specialmente in situazioni come questa.
“Ma sei pazzo? L’hai chiusa dentro? Stai scherzando vero?” speravo vivamente fosse così.
“No, non sto scherzando Niall! È la mia ragazza e faccio ciò che voglio!! Ora non rompermi e finisci di bere quella birra!!” scossi la testa, stava cambiando... e in peggio, era sempre stato un tipo un po’ strano, ma non pensavo arrivasse a fare una cosa del genere. Bevvi l’ultimo sorso di birra e rimasi ad ascoltare per un po’ i discorsi di Pablo e Caleb. Guardai l’orologio e notai che si erano fatte già le 19:00 decisi così di andare a cercare Jade e vedere se stava bene.
“Ragazzi io vado, ci sentiamo.” guardai Brad, prima di uscire, il suo viso era assente forse stava pensando a cosa aveva fatto.
“Ciao Niall” mi diressi poi verso l’uscita, ma prima di aprire la porta guardai verso il bancone incredulo di quello che avevo appena sentito.



Spazio Autrici

Questo è il primo capitolo della nostra storia, è un pò corto ma vi promettiamo che i prossimi saranno più lunghi! Speriamo vi sia piaciuto e recensite così ci  fate sapere cosa ne pensate, anche critiche. Vi ringraziamo e al prossimo capitolo! 
 
Ale e Niki
  
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