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Autore: milano_me1997    08/01/2014    1 recensioni
Abbiamo sempre assistito ai crolli emotivi di Jane, e se per una volta fosse Lisbon a non farcela più?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14
 
Cammino lungo il corridoio senza neanche accendere le luci, rischiando di inciampare ad ogni passo, perché so che ne varrà la pena.
Quando mi trovo sulla soglia non posso fare a meno di sorridere. 
Lei è lì rivolta verso di me ad occhi chiusi.
 Respira piano e senza fare rumore.
È rintanata in posizione fetale e riesco a vederne solo il viso. Ha un'espressione tranquilla e felice.
 Rimango immobile rapito dalla sua bellezza. 
È come quando guardavo Charlotte dormire. Due animi tanto dolci e sensibili. 
Chissà che cosa sto sognando? Forse è davvero inutile che io stia qui.
 La metto solo in imbarazzo.
 All'improvviso l'espressione del suo viso cambia, sembra in preda al panico. 
Stringe gli occhi ed inizia ad agitarsi. Sta facendo un incubo. Mi avvicino lentamente preoccupato. 
" Papà...no...lascialo..Jane" sussura sudando.
 L'ultima parola mi spiazza. Sento che le mie stesse gambe non riescono a reggermi. Sta sognando suo padre. 
Ha paura e mi sta chiamando. Sta chiamando me. Lei ha bisogno di me. 
Le lacrime le rigano ormai il viso. Vederla piangere ancora è come ricevere un pugno nello stomaco.
 Le prendo la piccola mano con tutte e due le mie. I suoi muscoli si rilassano. 
"Patrick...resta" sussurra.
Per un attimo temo che si sia svegliata e mi abbia sentito. Invece non è così. Sta ancora dormendo . Sospiro. 
" Starò con te per sempre " le dico avvicinandomi. 
Sorride. 
 
                *************
" Jane" mi giro.
" Jane " sbatto le palpebre due o tre volte.
" Jane" sono sveglio del tutto. " Ciao" dico sorridendo. 
" Che ci fai qui? " indossa una camicia da notte ed è lievemente imbarazzata.
Mi accorgo di essere in camera sua, seduto su una poltroncina. Le immagini di ieri sera mi tornano in mente. " Oh... io.." dico alzandomi.
" Tu? " 
" Ieri hai avuto un incubo " rispondo.
" Un incubo? " mi guarda perplessa. 
" Sì " .
" Ma... tu come fai a saperlo? "
" Perché parlavi".
Ora stiamo camminano verso la cucina. 
" e che cos..?" Il telefono interrompe la sua innesima domanda. 
Bene, non avrei saputo spiegarle perché ero in camera sua quando ha iniziato a parlare.  
" Agente Teresa Lisbon" la vedo annuire. 
" Un attimo solo Grace ". Mette in vivavoce e mi fa segno di stare zitto.
 " Vai pure " 
" Abbiamo trovato un cadavere, uomo, sui 40 anni, un colpo a bruciapelo. " 
"Ma siete già tutti lì? " chiede perplessa.
" Sì" la vedo alzarsi e partire alla ricerca di una qualsiasi cosa che le possa indicare l'ora. Intanto mi guardo in giro cercando un bollitore. 
" Cazzo " farfuglia poi. 
" Allora ti aspettiamo qui? " domanda Van Pelt. 
" Sì arriviamo".
 Silenzio dall'altro capo del telefono. 
Lisbon si è tradita e ora si morde un labbro. Decido che è il mio momento. 
" Sì Grace ha detto arriviamo. Ci sono anch'io " Lisbon mi incenerisce con lo sguardo, cosa che mi fa ridere.
" Jane??"
" Sì Jane " conferma la mia partner.
"Ma..."
" Non voglio domande " Lisbon si prende la testa tra le mani.
 " Ok " risponde confusa. Chiude la conversazione e mi guarda storto. 
" Jane!" 
" Jane, Jane, Jane. Perché siete così ossessionati dal mio cognome oggi? " sorriso.
Sbuffa e si allontana.  
" E cosa ho detto? " Continua a parlare attraverso le pareti. 
" come?" Metto su un tè. 
" Durante l'incubo " dice.
" Ah quello." passo una mano tra i boccoli biondi " non fai colazione?"
" Prenderò un caffè al volo " dice " Mi rispondi? ".
Sospiro aspettando il mio adorato fischio. 
" Parlavi di una certa Jennifer " riesco quasi a immaginarla mentre cerca di ricordarsi qualcosa. 
 " Mai sentita " afferma. 
" Le dicevi di smetterla di importunarti altrimenti le avresti sparato. Molto da te in effetti ".
" Bah " dice raggiungendomi. 
È vestita come al solito, ma con un trucco un po ' più pesante. 
" Lisbon, non credo che il morto baderà al tuo trucco " abbassa gli occhi imbarazzata.
Apre il frigo. Guarda qua e là e poi lo richiudo a malincuore.
 " Guarda che non devi aver paura di ingrassare. Vai benissimo così. " 
Diventa rossa e mi tira un pugno su un braccio.
 " Ahi " dico ridendo.
 " Non ci credo ti stai preparando un tè! " 
" Sì, non pensavo che ne avessi in casa, lo detesti "
" Siamo in ritardo e tu ti metti a fare un tè!"
" Lisbon, tu la mattina ti alzi, ti lavi, ti vesti e ti trucchi. Io la mattina mi alzo e mi faccio un tè. Sono abitudini ". 
Sbuffa infastidita e mi prende una tazza. Rovescio il tè mentre lei mi fissa impaziente. 
Mentre riappoggio il bollitore, mi prende la tazza e scappa verso la porta.
 " Ehi " 
" Lo berrai in macchina " Sbuffo e la seguo.
                 * * * * * * *
POV LISBON
Tocco la catenina con un sospiro di sollievo. Non avrei sopportato l'idea di perderla, è praticamente l'ultima cosa che mi rimane di mia madre. Jane mi ha salvata. 
Non posso neanche credere di non aver notato di averla lasciata da Dave.
 Jennifer. Probabilmente si è inventato tutto di sana pianta Jane. In effetti preferirei così. È già abbastanza strano che abbia dormito da me, incubo a parte. Anche se non posso dire che non mi ha fatto piacere averlo in casa. 
" Ciao capo " mi viene incontro Van Pelt. 
Squadra per un attimo Jane con la mia tazza in mano prima che si allontani per esaminare il cadavere. Gli avevo detto di lasciarla in macchina. Sospiro, preparandomi a delle spiegazioni. 
" Non è come pensi ok? Jane mi ha raggiunto stamattina e abbiamo fatto colazione. " 
" Okay, comunque non sono affari miei " dice nascondendo l'imbarazzo dietro ad un sorriso. 
Ci avviciniamo al resto della squadra. Rigsby mi guarda strano, ma non riesco a capire perché. Cho è sempre il solito e Jane guarda tutti con un sorriso da ebete.
 Spiegato il caso decidiamo di fare uno strappo alle regole e di andare a mangiare una pizza. Ormai siamo tutti seduti quando Rigsby attacca a parlare. 
" Capo " alzo lo sguardo dalla mia pizza " stai bene? " 
" Certo, perché? "
"Nessun motivo".
" In realtà ti ha visto correre in bagno ieri " commenta Jane mentre addenta la sua margherita. 
Divento di colpo rossa, mentre Rigsby abbassa lo sguardo imbarazzato.
" Ah" riesco appena a pronunciare. 
Bene Jane, ben fatto. Ora lo sanno anche gli altri. 
" Ragazzi non abbiamo ordinato da bere"
Sento gli occhi di Jane puntati su di me.
Mi giro verso di lui irritata " Che vuoi ora?" 
" Niente" dice ordinando dell'acqua. 
Sbuffo " Vado in bagno scusate. "
Ho bisogno di stare un po' da sola.
Appoggio le mani sul lavandino con un senso di nausea fortissimo.
" Capo" la voce di Van Pelt mi fa sobbalzare.
Fortunatamente è rimasta fuori. 
" Stai bene?"
Perché tutti continuano a chiedermelo?
" Benissimo" dico " chiamami Jane".
Resto immobile finché non sento la sua voce. 
" Teresa? " è un po' preoccupato. 
" Jane devi farmi un favore" non risponde, così continuo
" chiama Minelli. Chiedi se mi può dare qualche giorno . Ho bisogno di una vacanza".
" Non c'è bisogno" 
" Come?"
" L'ho già fatto, mentre eri tutta concentrata sul morto"
" Ma..."
" Non puoi dirmi niente ora" sento che sta sorridendo. 
Esco dal bagno con tutta l'intenzione di prenderlo a pugni. Ma quando me lo ritrovo lì davanti, con il suo occhio nero scoppio a ridere di nuovo.
" Che cosa hai detto ai ragazzi?"
" Che ci prendiamo qualche giorno"
" Mi riferivo all'occhio" aspetta aspetta... noi?
" Si noi" lo colpisco.
" Esci dalla mia testa".
Ma in fondo vorrei chiederglielo veramente. Perché noi? E perché a chiesto a Minelli delle ferie per me senza consultarmi?
 
Raggiungiamo gli altri e riprendiamo a mangiare come se nulla fosse.
" Che hai fatto all'occhio?" chiede freddo Cho a Jane.
Mi strozzo quasi con la coca cola che sto bevendo. 
Tutti mi guardano.
" Beh Lisbon è una passionale" sgrano gli occhi.
Lui ride. " No scherzo, in realtà è stato un tizio"
" Che gli hai fatto?" chiede curioso Rigsby. 
" Gli ho detto di lasciare in pace una ragazza. Sai,aveva una cattiva influenza. Ed era nervoso".
Tutti ridono. Tranne me ovviamente. Davvero gli ha detto così ? Mi ha protetto a costo di un occhio nero.
Sorrido. Forse anch'io gli piaccio.
" Terra chiama Lisbon" dice Jane picchiettandomi sulla spalla. 
 
               *************
 
Sono sul divano con una tazza di tè fumante in mano. Ho deciso di provarlo. Non so neanche perché lo compro sempre. 
Sto per assaggiarlo quando il campanello mi fa sobbalzare e rovesciare metà dell' infuso sui pantaloni. Impreco e mi alzo furiosa con la tazza in mano.
 
Mio angolino :)
In realtà questo capitolo era stato concepito come due capitoli differenti, ma ho preferito unirli.
 
 
 
 
  
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