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Autore: Djibril83    29/05/2008    4 recensioni
Sono passati venticinque anni dal giorno dell'annientamento del gruppo di Inuyasha per mano di Naraku, ma tutti hano giurato di tornare per vendicarsi... non sempre, però, le cose vanno come ci si potrebbe aspettare...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti, ecco qui il capitolo 24! Lo so, lo so, ci ho messo un mese per scriverlo, ma ogni volta che accendevo il pc ed aprivo la pagina del capitolo mi veniva una smorfia di disgusto e lo spegnevo. Crisi totale… chissà perché… bhè, non voglio ripetermi, ormai l’ho detto tante volte. Questo capitolo lo dedico a chi commenta sempre, ci sarà una mezza lemon, quindi siete avvisati! Ero decisa a non scriverne più, ma mi è venuta l’ispirazione improvvisa. Vabbhè, consideratelo un incentivo! Commentate in molti! Grazie a:
Sonya: Tesorooooooooo!! Stai cominciando a leggerla? Grazie ci! Gli errori... ^^; Lo so, è che raramente rileggo, quindi qualcuno ci scappa! ^^; Sono più che altro errori di battitura, perhé sono un fulmine alla tastiera ed ogni tanto inverto le lettere o spingo un tasto per un altro... (Grazie anche per il commento a VS!) Bhè, che dire! Ci vediamo in questi giorni, il grande giorno della partenza è domani! Bacione!
--Per la cronaca: domani parto per Bari!--
intery: Ritardo tu? Ma figurati! Ed io che dovrei dire?! Grazie, sono contenta che ti sia piaciuta l'uscita di scena di Inu. Sesshoumaru che vuole diventare umano? Sarebbe un'insulto nei suoi confronti! Ora si fa vero e viene ad ammazzarmi! :p Ci hai azzeccato in pieno sull'uso che vuole fare della sfera, in questo capitolo la rivelazione! Spero ti piaccia!
mel_nutella: Scusa, scusa! Ti ho fatto aspettare ancora molto! Comunque... *blush* Wow! Che complimenti! Grazie! Sono contenta che Yasha sia riuscito a spopolare! Riguardo Sesshino (ora torna ad ammazzarmi), se non avessi messo in questo capitolo la risposta alle tue domande, penso che saresti venuta ad ammazzarmi anche tu! :p Quindi, a te la lettura! Ps Riportare in vita Rin? Sarebbe impossibile, perché Rin è già tornata in vita, diventando l'attuale Ran. Ormai se n'è convinto persino Yasha! ^_-
Bchan: Grazie del commento! Sesshou umano? Ora viene ad ammazzare anche te! :pppp guarda che si offende, eh! Scherzi a parte, spero di averti sorpreso con la verità! :p (ps ricordati di farmi sapere che hai deciso per agosto!)
lilysol: Eh, già! La scelta di Inu era doverosa. Sesshou umano? Anche tu? Ma gli ho fatto dare quell'impressione? ?_? Eppure, come hai detto tu, lui è orgogliosissimo del suo sangue! vabbhè! Leggi e capirai! :p ricorda, come dice Sesshoumaru (o, meglio, come gli faccio dire io!): A Ran è concesso QUASI tutto! (Capirai leggendo! :P)
Che dire! Baci a tutti! Al prossimo capitolo! (Che se commenterete da bravi arriverà nei prossimi giorni!)

Cap. 24. Insieme ad ogni costo.

La porta d’ingresso si aprì sbattendo con violenza contro il muro, rivelando due giovani saldamente avvinghiati quasi fossero fusi in un solo corpo. Nell’ascensore era stato davvero improvviso: si erano guardati solo un attimo, Yasha le si era lanciato addosso senza pensarci due volte ed aveva unito le loro labbra in un vortice di passione repressa, trascinandola poi fino alla porta dell’appartamento e lottando col proprio buon senso per staccare una mano dal suo sedere e cercare le chiavi di casa nella tasca dei jeans. Spalancata la porta come due sposini che rientrano per la prima notte di nozze, avevano proseguito il loro gioco di lingue continuando a tastarsi sempre con maggior vigore, sfiorando punti al limite dell’osceno, senza curarsi minimamente del coinquilino che era giunto correndo dalla sua stanza non appena aveva sentito la porta aprirsi sbattendo; Kouji li squadrò per un attimo ammutolito, il volto pallido come se avesse visto un fantasma.

-Ehm… ragazzi? Scusate un attimo…

Si schiarì la voce e li appellò timidamente; in un’altra occasione si sarebbe ritirato in tutta fretta, ma aveva estremo bisogno di parlare con Yasha. Il ragazzo in questione, però, levò debolmente lo sguardo verso di lui senza staccare le labbra da quelle di Kagome che, dal canto suo, era troppo presa dal suo trattamento per rendersi solamente conto di essere stata chiamata; senza dare importanza all’amico, Yasha rigirò Kagome nel suo abbraccio sorreggendola con una mano, mentre con l’altra chiudeva velocemente la porta d’ingresso prima di serrarla nuovamente intorno alla sua vita. Solo in quel momento la ragazza si rese conto dell’amico che li osservava smorto, ma non ebbe il tempo di aprire bocca che Yasha sparì con lei nella loro stanza, lasciando Kouji a boccheggiare all’esterno.

-Ma vaff…! Peggio per lui! Se poi prova a lamentarsi lo picchio a sangue!

Gli lanciò un gestaccio da dietro la porta e tornò nella sua stanza sbattendo i piedi stizzito. Yasha quando voleva sapeva essere davvero irritante.

§§§

I due demoni tornarono silenti verso il locale di Shippou, dove li aspettava una Ran seduta su una sedia con il capo buttato all’indietro; ci mancava solo che le uscisse l’anima dalla bocca sotto forma di nuvoletta come nei manga.
Non appena la vide, Shippou si schiaffeggiò la fronte con una mano maledicendosi mentalmente per essersi completamente dimenticato di lei.

-Oh cavolo! Scusa! Scusa! Scusa!

Le corse incontro con un sorriso mortificato sulle labbra, e la ragazza riaddrizzò la testa con lo sguardo spento.

-Non verrò mai più nel tuo locale.

Disse con tono rigido, surclassando persino il glaciale principe dei demoni.

-Dai! Dai! Ti ho già chiesto scusa! Non l’ho fatto apposta!

Ran socchiuse gli occhi, risultando ancora più minacciosa.

-Mi credi scema? Guarda che si capiva da lontano che non vedevi l’ora di squagliartela!

-Avete finito?

Chiese Sesshoumaru che li squadrava già da un po’ con le braccia conserte, al limite di una crisi di nervi. Chissà se anche ai demoni maggiori poteva venire il mal di testa…
Shippou e Ran sbiancarono di colpo ammutoliti.

-Andiamo.

Asserì senza nemmeno aspettare risposta e si voltò per andarsene, subito seguito saltellando da Ran che fece un breve cenno di saluto a Shippou e poi gli si avvinghiò al braccio tutta sorridente. In molti dei suoi modi di fare era rimasta una bambina. Non appena furono al sicuro da sguardi e orecchie indiscrete nella macchina di Ran, la ragazza si voltò verso Sesshoumaru con le labbra tese in una linea sottile, roteando il corpo verso destra dal posto di guida per fronteggiarlo, lo sguardo colmo di aspettativa.

-Allora?

-Allora cosa?

Rispose lui voltandosi a sua volta verso di lei, lo sguardo che non lasciava trapelare nulla.

-Dai! Non fare così!

-Così come?

Sesshoumaru alzò un sopracciglio, lasciandole intendere che era stranamente divertito e contento.

-Ecco! Era proprio quello che intendevo! Il tuo proposito di usare tra di noi più confidenza, parlare in maniera “moderna”, mi ha reso felicissima, e apprezzo davvero il tuo sforzo di rendermi più a mio agio… ma dobbiamo ancora fare qualcosa per quel tuo caratteraccio, sai?!

Il demone per la prima volta nella sua vita trattenne una risatina, prima di sporgersi in avanti e posare le proprie labbra sulle sue.

-Così va meglio?

Disse poi tornando al proprio posto. Ran gli sorrise.

-Seeeee… può andare…!

Sesshoumaru le diede una spinta amichevole che la fece scoppiare in una fragorosa risata.

-Tornando ai discorsi seri… che ha detto?

-Tutto a posto.

Le rispose col volto sereno ma senza sfoggiare alcun sorriso; aveva bisogno di tempo per mettere anche in pratica ciò che si era proposto di fare.

-E lui che ti ha detto? Come ha preso il fatto che vogliamo la sfera per me?

-Non ha avuto il coraggio di chiedere niente, ed io non avevo tempo da perdere nel spiegarglielo lo stesso. Non ti preoccupare, tanto prima o poi capiranno tutti.

Ran annuì.

-Ok… mi sta bene… e poi, mi piace sapere che ti apri solo con me! Mi rende felice!

Sesshoumaru stette lì a guardarla senza dire nulla, facendola arrossire oltre ogni misura.

-Si, insomma! Non mi da affatto fastidio vederti sempre così freddo e distaccato, perché so bene che nell’intimità sei focoso solo con me!

Il demone la squadrò con due occhioni sgranati da cucciolo spaurito.

‘Io… sono… freddo e distaccato…? E… focoso… nell’intimità…?’

Si chiese come se il pensiero non gli fosse mai passato per la mente, e Ran, che ormai lo conosceva come se stessa e capiva ogni sua sfumatura, scoppiò in una fragorosa e argentina risata.

-Dai, non fare quella faccia! Sei il bello e letale principe dei demoni, è naturale che tu assuma un comportamento degno della tua fama!

-Io sono così, non è un comportamento che assumo di proposito.

Replicò Sesshoumaru a metà tra l’incuriosito e l’adirato. In altre circostanze, avrebbe trucidato sul posto qualsiasi umano che avesse osato anche solo pensare tali cose in sua presenza, ma lei… lei era semplicemente lei. Aveva superato le barriere del tempo per ritrovarla e aveva chiesto la sfera dei quattro spiriti (di cui non gli era mai importato nulla) solo per farle ottenere l’immortalità che le avrebbe impedito di lasciarlo ancora. A lei ormai tutto era concesso.

-Questo lo so, ma ieri notte non mi sei sembrato tanto freddo e distaccato…

Ammiccò con aria civettuola. Stava forse cercando di farlo arrossire? Impresa impossibile; doveva però riconoscere che era riuscita ad imbarazzarlo, ma sarebbe morto piuttosto che ammetterlo.

-Vorrà dire che concederò solo a te questo onore. Ora, andiamo?

Ran ridacchiò poi mise in moto la macchina. A casa avrebbe usufruito molto volentieri del suo “onore”…

-Senti, posso chiamarti Sesshou-chan?

Disse non appena fu partita, facendo quasi strozzare il demone con qualcosa di inesistente.

-Ora non esagerare.

Replicò serio mentre lei rideva a crepapelle. Alla fine, QUASI tutto le era concesso…

§§§

Un raggio di sole colpì il corpo nudo dei due giovani che si scambiavano effusioni abbracciati nel loro letto.

-Yasha…

Mugolò Kagome con lo sguardo raddolcito dall’amore e dall’eccitazione che percorrevano ogni fibra del suo essere. Il ragazzo la baciò dolcemente, permeante anch’egli lo stesso sentimento della compagna.

-Che c’è?

Le sussurrò con voce roca nell’orecchio mordendone poi piano il lobo e lei emise un gemito di piacere.

-E… ecco… abbiamo fatto… lo sai… ma non abbiamo nemmeno chiarito… nemmeno parlato…

Yasha sorrise sornione, rigirandola con la schiena contro il suo petto e penetrandola in un unico movimento fluido. Kagome sussultò visibilmente, annaspando per riprendere fiato con il volto in fiamme.

-Ti ascolto, dimmi tutto quello che vuoi!

La canzonò muovendosi lentamente all’interno del suo corpo, dando fondo a tutto il suo autocontrollo per non affondare nel suo calore con tutta la forza animalesca che premeva per esplodere. Kagome non poté far altro che compiacerlo con il suo ansimare, completamente in balia del suo impeto.

-Ti prego… smettila… sei ingiusto…

Cercò di biascicare tra i respiri affannosi, volendo sottrarsi al suo tocco ma non riuscendo ad agire secondo la sua volontà. Di tutta risposta, Yasha le mise una mano a coppa sul seno, carezzandole il capezzolo con l’indice e strappandole un gemito che sicuramente avrebbe sentito anche Kouji nell’altra stanza. Poco male, stavano per seguire rumori ancora più forti.

-Sarei ingiusto a smettere proprio adesso…

Sentenziò, anch’egli con il fiato corto. Quando vide che Kagome non riusciva nemmeno più a connettere, cessò un attimo la sua danza e continuò a parlare.

-Però una cosa posso dirtela: siamo rinati in questo periodo per vendicarci, ma mi piace pensare che sia accaduto anche per permetterci di continuare a stare insieme… perciò, ora, prima di ogni altra cosa, è l’unica cosa che voglio fare. Prima di tornare a parlare di cose tristi, di pensare a vendette e affini, voglio semplicemente stare qui con te come se nulla fosse accaduto. Ti amo e, per ora, è tutto ciò che mi basta.

Quasi con le lacrime agli occhi Kagome tornò a fronteggiarlo, gli gettò le braccia al collo e lo baciò con tutto il suo amore, comunicandogli ciò che nemmeno mille parole avrebbero mai potuto esprimere.

-Anch’io ti amo… facciamolo bastare per il momento…

Gli sorrise genuinamente e lui sprofondò il viso nell’incavo del suo collo, ricominciando a passarle la lingua sulle forme che tanto bramava, gettandosi temporaneamente tutto alle spalle. Per il momento, tutto ciò che contava era l’essere lì insieme e amarsi come se non vi fosse un domani.

§§§

Stirando le braccia sopra la testa con un sorriso beota da settimo cielo stampato in volto, Yasha si diresse verso il bagno in boxer e a piedi nudi, dimenticandosi completamente che l’appartamento non era diviso solo da lui e Kagome. Non fece in tempo a raggiungere la porta del bagno, che dall’angolo della cucina sbucò Kouji che lo aspettava pazientemente già da un po’ come un agente del fisco, facendolo sobbalzare quasi fino al soffitto per lo spavento.

-E allora, avete finito?

Chiese a braccia conserte con un non so che di sadico nello sguardo. Yasha, riacquistato il suo contegno (che era ben poco dato che era letteralmente in mutande), copiò la sua posizione con aria di aspettativa.

-Che c’è? Invidioso?

Lo derise facendogli dimenticare per un momento tutti i buoni propositi che si era prefisso.

-Chi, io? Macché! Ma poi? Il tuo rivale canino dov’è finito?

Anche lui sapeva essere infame quando voleva. Yasha lo squadrò torvo.

-Lascia perdere, te lo spiego domani, ora non mi va di rovinarmi la giornata…

-Bhè, mi dispiace per te, ma devo rovinartela prima per forza…

Di colpo tornò allo sguardo allucinato e smorto che aveva quando erano rientrati e li aveva sorpresi all’entrata. Ciò che stava per dirgli era stato un duro colpo anche per lui, ma doveva anche ammettere che gli dispiaceva per Yasha, dopo tutto era il suo migliore amico (anche se non sembrava).

-Che è successo?

Chiese infine quegli improvvisamente preoccupato.

-Hanno chiamato dall’università: hanno fissato la data per la consegna della tesi al primo lunedì del prossimo mese. Abbiamo solo quindici giorni di tempo e tu non hai scritto ancora nemmeno una pagina.

Sentenziò la frase tutto d’un fiato, e Yasha portò le mani al viso con la bocca aperta e lo sguardo stravolto alla urlo di Munch.

-Sono fottuto.

Declamò mogio.

-Si, sei davvero fottuto.

Insistette Kouji. Si prospettava una nuova rivoluzione all’orizzonte.

Continua…
  
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