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Autore: xCyanide    08/01/2014    6 recensioni
La prima volta che l’avevo visto, però, la ricordavo.
Ve l’ho detto, era semplicemente apparso, non lo conoscevo. Non lo avevo mai visto prima di allora.
E quindi come ha fatto uno sconosciuto a sembrarmi così familiare, proprio come se fosse casa mia? [dal primo capitolo]
-Ti stai innamorando di me, Frank? – chiese, con così tanta tranquillità e naturalezza che mi sembrò quasi strano sentir uscire quelle parole dalla sua bocca. [dal sesto capitolo]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 10 - Di dolore, amore e altre dimensioni.

Quando la mattina dopo aprii gli occhi per via della sveglia già impostata sul mio cellulare, sentii ancora l’inquietudine della sera prima addosso, come se stesse incombendo intorno a me di nuovo. Non ce la facevo a reggere così, dov’era Geezie?
I miei polsi dolevano in modo innaturale, quasi non li sentivo più per via dei solchi profondi che presentavano e di tutto il sangue che avevo perso. Sicuramente non era niente di grave, non era la prima volta che lo facevo e sicuramente non sarebbe stata l’ultima.
In un lampo, poi, mi ricordai della scritta e pensai che non sarebbe andata via nemmeno con delle secchiate di acido, dato che il sangue era difficile da togliere dalla carta parati. Da una parte, ripensando a quel periodo, devo dire che quelle due parole donavano stile alla mia camera.
Mi spostai a guardarla ma la mia vista fu offuscata da qualcosa di meglio, che però era alterato da colori che sicuramente non gli appartenevano.
Geràrd era seduto accanto a me, sul letto dove sicuramente mi aveva portato mentre ero ancora in quella piccola specie di coma, e aveva gli occhi completamente arrossati e gonfi. Credo che non avesse dormito tutta la notte, come a vegliare su di me e mi sentii maledettamente in colpa.
Altre lacrime solcarono le mie guance già ruvide e rosse per via della sera prima e mi accucciai di più sul letto, come a proteggermi. Chiusi gli occhi lasciandomi andare a un pianto liberatorio che mi scosse il petto e le interiora e subito, sentii le braccia di Geràrd cingermi il corpo come se fossi stato un bambino piccolo.
Prese a cullarmi, lentamente, come se fossi fatto di cristallo e io presi a singhiozzare sul suo petto, davvero fortissimo.
Lo sentii prendere un lungo respiro come a rimanere calmo, e quando lo strinsi leggermente di più, la sua presa si sciolse dal mio corpo esile, come se non avesse più forza per mandare avanti quell’abbraccio disperato. I miei singhiozzi si interruppero appena, lasciando alla mia anima un vuoto profondo e incolmabile, e osservai negli occhi il ragazzo che amavo, per il quale mi ero creato tutti quei guai. Il suo sguardo, severo e quasi incattivito, era scuro e mi osservava come a cercare di leggere i miei occhi persi e quasi morti.
-T-tu…- sussurrò pianissimo, con quella voce nasale e dannatamente fastidiosa, che anche se leggera era alta. –Non… non dire mai più di essere sbagliato, tu non lo sei Frank, non lo sei.
Quelle parole, così veritiere, mormorate con quel tono così insicuro, fecero cedere di nuovo gli argini del fiume di lacrime che stavo versando, e lentamente mi trovai di nuovo accucciato a lui, in cerca di tutto, tranne che di disapprovazione. La sua sola presenza, mi faceva sentire meno sbagliato di quanto non mi sentivo già in quel periodo, e  tirai su col naso davvero in modo plateale per via delle lacrime.
Lui, lentamente, si accucciò contro di me sul letto e con mani delicatissime cominciò a massaggiarmi i polsi doloranti, facendomi quasi urlare dal dolore della pressione che stava esercitando su quella parte lesa e quasi sfilettata. Con pochissima voce, si scusò contro il mio cuoio capelluto, come se la colpa fosse la sua. Io strinsi i pugni tirando forte i tendini che lacerarono di nuovo le ferite delle mie povere braccia e lui mi strinse ancora di più, come a farmi sentire al quadrato la mia stessa sofferenza.
-Lo senti? – bisbigliò pianissimo contro il mio orecchio, in modo impercettibile. –Questo… questo non devi più sentirlo – la sua voce tremava ed era quasi inesistente nell’aria, non mi dava fastidio come al solito, come quando parlava sempre e continuamente. Era una delle poche volte il suo splendido sorriso non campeggiava sul suo viso di cristallo, ed era sicuramente per colpa mia. –Il dolore non è positivo nella vita, Frankie. A che cazzo… a che cazzo serve il dolore quando ci sono io qui pronto ad amarti eh? Perché l’hai fatto? – non l’avevo mai sentito così incazzato e la sua voce, da decisamente troppo leggera per essere reale, passò ad essere di nuovo altisonante e nasale.
Le lacrime che scendevano sulle mie guance si triplicarono per il dolore che quelle parole mi facevano sentire, nonostante mi avesse detto che mi amava. Non volevo farlo arrabbiare così tanto, non volevo che si sentisse in dovere di amarmi, come obbligato ad accettarmi.
-I-io… - mugolai, nascondendo il viso nel suo petto, mentre lui leggermente più calmo, mi accoglieva nuovamente tra le sua braccia come a sorreggermi. –I miei sanno di te e… e mio padre voleva uccidermi, aveva preso un coltello! – esclamai sulla stoffa della sua camicia mentre continuavo a singhiozzare in modo davvero forte, con il petto sconquassato dai tremiti. –Mamma non… non ha reagito, non mi ha aiutato e credo che non v-vogliano più vedermi. S-scusa… V-volevo morire.
Lui lentamente annuì, non sorpreso come se già conoscesse la storia, oppure l’avesse immaginata, e prese a lasciarmi leggerissimi baci sulla tempia con delicatezza assoluta. Lasciò piano i miei polsi sanguinanti e li adagiò sul mio petto per stringermi completamente come se mi stesse cullando e con la punta del suo nasino alla francese percorse il perimetro della mia mascella fino alla tempia.
Strinsi la sua camicia nei pugni doloranti e cercai di calmare il tremito del mio corpo concentrandomi su quelle attenzioni dolci che mi stava donando Geràrd. Le sue labbra erano morbidissime a contatto con la mia pelle, fredde ma in qualche modo calmanti, come una buona dose di anestesia dai pensieri. Incastrai una gamba tra le sue sospirando mentre il mio respiro tornava normale e schiusi appena le labbra quando scese con la mano sul mio fianco lentamente. Afferrò la pelle tra le sue dita ossute come a rimarcare la sua proprietà e, con la bocca che ancora vagava sul mio viso, sussurrò l’ultima cosa che avrei mai pensato di sentir uscire dalle sue labbra.
-Je t’aime, Frankie – mormorò mentre con le labbra a forma di ali di farfalla scendeva verso il mio collo e cominciavano a baciarlo lentamente, sentendo piccolissimi brividi percorrere completamente il mio corpo. Sussultai appena schiudendo ancora di più le labbra dallo stupore, il viso morto che lentamente riprendeva colore a quelle parole così semplici quanto belle. Il mio cuore probabilmente prima o poi sarebbe volato via insieme al mio cervello, completamente in pappa. –Ti amo come tu nemmeno probabilmente immagini. E stai certo che non lascerò più che tu ti faccia del male volontariamente e non. Sei il regalo che la vita mi ha donato dopo tutte le sofferenze e non permetterò a nessuno di incrinarti e romperti – con assoluta leggerezza le sua labbra raggiunsero le mie passando per il mento e sospirò sulla mia pelle così sensibile, con i miei occhi che lo guardavano come se non fossi sicuro che volesse davvero dirmi quelle cose. –Ehi cucciolo bastonato, non ti sto prendendo in giro – disse come se volesse alleggerire la situazione abbastanza drammatica. –E voglio che tu non ascolti le opinioni di nessuno, che siano i tuoi genitori o io o chiunque altro. Tu devi ascoltare il tuo splendido cuore, Frank. Devi chiederti cosa vuoi tu, cosa desideri più di tutto in questo momento. E se nei tuoi piani di vita io non sono presente, se vuoi che sia tutto più semplice, io posso andarmene senza lasciare traccia, lasciarti volare com’è giusto che sia verso una vita che ti sta meglio addosso. Hai…
-Da dov’è che vieni eh? – mugolai contro la pelle delle sue labbra, così desideroso di farle incontrare per la prima volta in quel momento di confessioni così dolci. I suoi occhi ipnotici divennero interrogativi, come a chiedermi cosa intendessi davvero. –Mi… mi parli di libertà, di amore, di accettazione quando tutto quello che hanno sempre voluto da me è di farmi essere all’altezza delle loro aspettative – deglutii appena, sfiorando con la punta delle dita il suo mento, nemmeno il dolore ai polsi era rilevante. –Vieni da un altro mondo, non c’è altra risposta. Da un’altra fottutissima dimensione, non è possibile che tu sia così… perfetto per me – lo vidi visibilmente arrossire alle mie parole, mentre indugiava ancora a pochi centimetri dalla mia pelle desiderosa. –Sei l’unica fortuna che la vita mi abbia mai dato, e sinceramente credo che il posto dove io debba trovarmi in questo momento è proprio questo, Geràrd. Qui, con te, a combattere per me stesso e per il rispetto che mi è dovuto da tutti, senza distinzioni. Io.. voglio che la mia voce venga sentita e voglio che tu mi accompagni in questo cammino. Ma non so perché tu mi sei sempre sembrato un’illusione.
-Io non vengo da nessun altro mondo, da nessun’altra galassia. Io sono semplicemente un ragazzo che voleva con tutto il cuore conoscerti, che voleva salvarti da te stesso. Sono reale, Frank, sono solo un’altra anima persa come te.
Semplicemente, guardandolo negli occhi, riconobbi me stesso. Così spaventato, ma deciso nelle mie idee, determinato a raggiungere degli obiettivi. Niente illusioni, niente mondi e galassie. Solo due ragazzi tenuti a galla da un sentimento appena nato eppure già così importante.
In quel momento, il mio corpo si mosse da solo, quasi in modo rallentato, mentre finalmente le mie labbra toccavano le sue in modo impercettibile, e i suoi occhi sparivano sotto la coltre delle lunghe ciglia scurissime. Inclinò leggermente il viso per lasciarle toccare meglio, lasciarle coccolare e massaggiare in quel modo così dolce e romantico e avvertii distintamente i piccoli scocchi che le nostre bocche a contatto creavano.
Mi decisi a chiudere gli occhi a mia volta, mentre mi rilassavo completamente in quello che era il mio primo bacio, e lo sentii stringere appena di più il mio fianco per spostarsi accostato a me, con il petto a contatto con il suo. Le mie braccia si posarono sul suo sterno, che sentivo alzarsi e abbassarsi a un ritmo rilassato e regolare e quella destra lentamente si stese dove sentivo il suo cuore battere.
Non avevo mai provato tutte quelle sensazioni insieme, tutte positive, mentre muovevo appena le labbra su quelle di zucchero di Geràrd, sperando di star compiendo per bene il mio lavoro nonostante non ne capissi niente. Lui lentamente scoccò l’ennesimo bacio e aprì gli occhi per osservare il mio volto mentre poggiavo la guancia sul cuscino ancora con le palpebre semi chiuse. Il mio respiro era leggermente irregolare mentre cercavo di riprendermi da quello scoppiettio di emozioni che era innescato nel mio petto.
-Com’è che si dice? – bisbiglia con la voce tremolante sulla pelle del suo mento. –Je t’aime?
Lui rise pianissimo lasciandomi un piccolo stampo di labbra sulla tempia annuendo pianissimo. –Già, piccoletto, proprio così. 



xCyanide's corner
Ooooh finalmente 'sti due si sono dichiarati e si son fatti la prima pomiciata.Credo che Geràrd sia riuscito a risolvere abbastanza bene la situazione interiore del piccolo e dolce Frankie o no? 
Questo capitolo mi è molto a cuore, ci ho messo tanto a scriverlo e ne sono abbastanza fiera perché finora è il mio preferito. E' tutto così struggente.
Spero che piaccia anche a voi e spero che vogliate continuare a recensire dato che siete dolcissime tutte quante! Vi ringrazio (:

LEGGETEMI
Allora, mio fratello Danesh studia batteria in modo professionale da più di dieci anni. Insieme ad altri suoi amici ha tirato su un gruppo (dopo svariatissime esperienze anche in televisione con Dolcenera e altri artisti importanti e molte master class con professionisti con i coglioni) di genere electro-alternative. E' praticamente dubstep con influenze classiche e rock (Danesh è laureato in studio rock e jazz). Mi ha chiesto di pubblicizzare la loro pagina il più possibile e di far visualizzare il video perché tante visualizzazioni li porteranno a suonare quest'estate qui a Roma davanti a più di diecimila persone e sarebbe una svolta. Me lo fate questo favorino? Il video è solo un trailer del cut finale che uscirà il primo febbraio! Guardate e mettete mi piace, grazie (:
Pagina: 
https://www.facebook.com/xaosproject?fref=ts
Video: http://www.youtube.com/watch?v=fAyFn0jkoLQ&feature=youtu.be
Il mio fratellone è quello con i dreadlocks e la maschera anti gas (:
 
  
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