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Autore: nuccetta    09/01/2014    8 recensioni
Dal capitolo 1:
“Ti voglio bene anche io, Lena. Però, adesso mi prometti che non piangerai più. Se lo farai, io ti prometto che non ti lascerò mai più sola”.
Elena entra in casa felice e sorridente. Le lacrime di oggi sono solo un vago ricordo. Adesso le importa solo della promessa del suo futuro fidanzato. Perchè lei lo sa che Damon è come i grandi: lui rispetta sempre la parola data.
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Elena sta passando un momento piuttosto delicato della sua vita. il suo fidanzato di sempre l'ha lasciata con una scusa poco valida e lei si ritrova ad affrontare da sola una vacanza che avrebbero dovuto condividere entrambi con i propri amici. solo la forza dell'amicizia potrà salvarla dal suo dolore e solo la presenza di Damon potrà farle godere a fondo questa vacanza. Miami, un gruppo di amici di vecchia data e il desiderio di lasciarsi il dolore alla spalle. Questi sono gli ingredienti principali per un'estate meravigliosa. ma non sempre è tutto semplice come sembra. Il passato spesso bussa alla porta e, a volte, fa più male che mai.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Si declama tanto contro le passioni, causa di tutti gli affanni umani, e si dimentica che sono anche la causa di tutte le nostre gioie”.

Denis Diderot

 

 

 

 

“Elena, oggi ho sentito Stefan”.

Alzo lo sguardo verso di lei, sono abbastanza arrabbiata, ma so di non averne diritto.

“Care, cosa gli hai detto?”.

Si morde il labbro nervosamente, esattamente come quando ha fatto un casino e non sa come rimediare e l'unica cosa a cui riesco a pensare è che, qualsiasi cosa sia, non m'importa e che niente potrà rovinare questa giornata perfetta, questa vita perfetta a cui non ho nessuna intenzione di rinunciare.

“Elena, io”.

“Tu cosa, Caroline?”.

La mia migliore amica mi guarda, increspando leggermente il labbro superiore, poi si lascia andare ad uno sbuffo irritato.

“Non gli ho detto niente, Elena. Gli ho solo chiesto come sta e gli ho raccontato di ciò che è successo con Matt. Ma avrei tanto voluto dirglielo e credo che, prima o poi, dovrebbe saperlo”.

“Lo penso anche io, ma credo anche che non ci sia tutta questa urgenza. E' stato lui a lasciarmi senza una spiegazione, non può colpevolizzarmi di essere andata avanti”.

“No, non può farlo, ma può comunque non apprezzare particolarmente l'idea di te con suo fratello”.

“Care...”.

“No, Lena, non fraintendermi. Voglio bene a Damon e sono davvero felice per voi. Non ti vedevo così da un sacco di tempo, vi amate e credo che non ci sia nulla di più bello al mondo, ma credo anche che tu debba parlargli. E anche Damon dovrebbe farlo”.

“Gli parlerò, te lo prometto”.

Sorride ed è bello vederglielo fare, non solo perchè si è tranquillizzata per tutta la storia di Stefan, ma anche perchè so quanto sia difficile per lei ritrovarsi senza Matt, dopo tutto questo tempo, dopo tutto questo amore.

La stringo in un abbraccio sincero, non sono più arrabbiata con lei, l'unica cosa che voglio è che possa tornare a star bene.

“Dai, andiamo. Gli altri si saranno chiesti che fine abbiamo fatto e Damon è ancora in attesa di salire per fare la doccia. Potrebbe essere alquanto minaccioso”.

Le prendo la mano, lei me la stringe con delicatezza, ma anche con determinazione, quasi come se non volesse lasciarmi, come se avesse paura di rimanere sola, ma la cosa che non sa è che non succederebbe mai: fino a quando io ci sarò, lei non sarà mai sola.

Ci incamminiamo verso la cucina, ma improvvisamente lei si ferma.

“Elena?”.

Mi volto quasi immediatamente e la guardo interrogativa.

“Ero sincera poco fa. Tu e Damon meritate tanta felicità ed io non posso desiderare nient'altro per te”.

Sorrido grata alla mia amica, poi il mio pensiero va all'insolente ragazzo che mi sta aspettando in cucina e il mio sorriso diventa ancora più grande.

“Neanche io posso desiderare più di lui”.

 

 

Io amo i balli di fine anno. Io amo i balli di fine anno. Forza?! Ripetilo con me. Io amo i..”.

Care, ti scongiuro”.

Osservo sconcertata la mia migliore amica e mi rammarico del fatto che stia facendo seriamente.

Questa sera la mia scuola sarà nuovamente palcoscenico di una delle innumerevoli feste e la mia voglia di parteciparvi è davvero pari a zero.

Dai, Elena. Come fai a non amare i balli di primavera? I vestiti leggeri, la musica soave, il vento di Aprile che ti alza lievemente la gonna, un bel ragazzo da torturare... questo ballo è la perfezione”.

Sì, è la perfezione per le varie Sarah Potter e Melissa Gilmore che ci andranno accompagnate. Noi finiremo nel nostro solito angolo a bere un terribile analcolico e a sperare che il prossimo ballo sia migliore di questo”.

Caroline abbozza un accenno di sorriso mentre, con fare decisamente teatrale, ma ben coordinato, si lascia cadere a braccia aperte sul mio letto.

E' qui che ti sbagli, tesoro mio. Ho deciso che questo ballo cambierà le sorti della mia vita”.

Alzo gli occhi al cielo ed inizio a rimettere nell'armadio tutti i vestiti che Caroline mi ha costretto a tirare fuori.

Sentiamo. Cosa succederà di così incredibile questa volta?”.

Affronterò Matt. Gli dirò che sono innamorata di lui e ci metteremo finalmente insieme”.

Scuoto la testa sorridente e continuo a riordinare la mia camera.

Forse anche tu potresti cambiare le sorti della tua”.

E cosa dovrei fare, scusa?”.

Non rimanere appiccicata a Damon per tutta la sera e civettare un po' più con Stefan”.

Sai che non posso, Care”.

Non puoi o non vuoi, Elena?”.

C'è Lexi”.

E allora? Non vedo dove sia il problema. O forse un problema c'è, ma tu fai finta di non pensarci”.

Strabuzzo gli occhi cercando di entrare nella testa della mia migliore amica. Mi rendo conto, però, che non ne sono stata in grado per sedici anni, non inizierò di certo adesso a farlo, quindi, aspetto che sia lei a parlare, so che muore dalla voglia di dirmelo!

Il problema è Damon”.

Caroline! Quanti anni ancora dovrò sentire questa storia?”.

Fino a quando non vi metterete insieme”.

E' il mio migliore amico”.

Certo ed io sono Julia Roberts in “Pretty woman””.

Piego le labbra in una smorfia e arriccio leggermente il naso.

Non è proprio un bel paragone”.

Lascia perdere il paragone e pensa a voi”.

Care, davvero, non c'è nulla da dire. E' il mio migliore amico da quando sono nata”.

Caroline alza le mani in segno di resa, ma, se la conosco bene come penso, posso dire con certezza che non rinuncerà presto alla sua teoria. E infatti...

Ok, ok, vivetevi pure le vostre vite tranquilli, continuate pure a fingere di essere amici. Ma arriverà il giorno in cui tutto cambierà”.

Sentiamo, Caroline, cosa cambierà?”.

Tu e Damon capirete finalmente che non potete fare a meno l'uno dell'altra, vi metterete insieme e, per forza di cose qualcuno soffrirà, e sarete una coppietta talmente innamorata da far venire il voltastomaco anche agli animi più romantici”.

Pensavo che la sensitiva fosse Bonnie”.

Sì, certo, prendimi pure in giro, Elena. Come se non vedessi i tuoi occhi illuminarsi ogni volta che Damon entra nella tua stessa stanza”.

Buongiorno, splendide fanciulle”.

Come richiamato da qualche segno divino, il mio migliore amico entra in camera mia, brandendo in una mano una scatola di biscotti, pasta di meliga con gocce di cioccolato, i miei preferiti! Io sorrido, felice di rivederlo dopo due giorni di punizione, in realtà proprio per colpa sua, e gli getto divertita le braccia al collo.

Ecco, proprio quello che intendevo”. Lancio un'occhiataccia al mio grillo parlante che, proprio in questo momento, sta afferrando la sua borsa ed è pronta a tornare a casa.

Ci vediamo alla festa, ragazzi. Godetevi la vostra amicizia, potreste non avere molto tempo per farlo”.

Esce dalla camera con la stessa spensieratezza e determinazione di poco fa, procurandosi uno sguardo allibito da parte di Damon che si volte verso di me stringendo gli occhi in un'espressione confusa.

E' impazzita?”.

E' Caroline”.

Sorrido e lui non chiede più niente, per mia fortuna. Vagli a spiegare che la nostra amica svampita ha appena progettato per noi un futuro fatto di amori e passioni. E poi Damon non è influenzabile, lui non crede alle premonizioni . E tutto sommato neanche io.

 

 

Entro in cucina insieme alla mia poca voglia di fare, ma oggi è il mio turno, quindi non posso sottrarmi agli impegni che il rigidissimo foglietto delle mansioni di Caroline mi impone.

La casa oggi è particolarmente silenziosa, i due piccioncini sono fuori per festeggiare non so qualche giorniversario e Caroline è uscita poco fa per prendere una boccata d'aria.

Damon è seduto su uno sgabello alto del tavolo e pasticcia nervosamente con il suo Samsung.

“Che fai?”.

Tiro su i capelli in una coda molto alta e guardo il mio fidanzato che non alza gli occhi dallo schermo del cellulare.

“Damon?”.

“Ehi... niente, scusa stavo scrivendo un messaggio”.

Annuisco un po' distratta, mentre cerco negli stipetti qualche ingrediente per dare una lieve forma alla cena di stasera.

“Come è andata con Matt?”.

Questo pomeriggio Damon si è assentato parecchie ore, in casa nessuno sa ancora niente, ma lo strano luccichio che aveva negli occhi mentre guardava Caroline ed il leggero nervosismo che si presentava ogni volta in cui qualcuno alludeva agli impegni della sua giornata, mi hanno subito fatto pensare ad un, ormai inevitabile, appuntamento con Matt.

Damon sospira rumorosamente, poi mi afferra la mano e mi trascina verso il suo corpo. Sembra stanco, stanco e preoccupato.

“Nulla di buono, purtroppo”.

Mi bacia con delicatezza la spalla ed io appoggio la testa contro la sua fronte, so quanto tenga a Matt e so quanto il fatto di non avere il suo amico a casa possa dispiacergli.

“Ma si è capito cosa sta succedendo?”.

“No, è solo una fattore di incompatibilità. Lui e Caroline passano giornate intere a litigare, non è rimasto poi molto di tutto quell'amore che li legava l'uno all'altra”.

Assumo un'espressione ferita, odio vedere storie d'amore che finiscono e odio soprattutto quando si tratta di persone che conosco e amo.

“Tornerà a casa?”.

“Con tutti i sacrifici che ha fatto per affrontare le spese di questo viaggio?! No, ha chiesto un prestito a Tyler e ha affittato un monolocale in periferia, sta cadendo a pezzi, ma è il massimo che si possa permettere per adesso”.

“Quindi non tornerà”.

“Non credo”.

“Prima o poi dovrà parlarne con Care, non possono ignorarsi per sempre”

“No, non possono”.

Damon mi stringe più forte a sé, sento il suo petto battere contro la mia schiena. Sembra bisognoso di attenzioni, di protezione ed io non riesco a capire cosa possa averlo ridotto così.

“Vedrai che risolveranno”.

Incrocio le mie dita alle sue.

“No, non è solo questo a preoccuparmi”.

Mi volto verso di lui, ha gli occhi stanchi, come se non dormisse da giorni, ed è triste, una tristezza che non riesco a riconoscere, quasi rimorso.

“Che ti succede?”.

La mia voce esce un po' allarmata. Mi sto preoccupando seriamente, mi accade spesso ultimamente.

“Non preoccuparti, amore”.

“No, mi preoccupo, eccome. Sei assente, quasi non ti riconosco. Cosa sta succedendo?”.

Mi alzo in piedi e mi metto di fronte a lui, le mani appoggiate sui fianchi ed un'espressione di malcelata agitazione sul viso.

“Non importa, veramente”.

“No, Damon. Siamo insieme, siamo finalmente una coppia e non mi importa quanto tu voglia essere autonomo o masochista, adesso io sono te e tu sei me. Qualsiasi cosa preoccupi te, preoccupa, di conseguenza, anche me”.

Raggiungo la sua altezza e affondo il mio sguardo dentro il suo, è ancora già di morale, ma è come se non potesse nascondere un moto di fierezza, forse la stessa che riempie il mio cuore ogni volta che lui mi sussurra: sei mia.

“Ti amo, Elena”.

“Ti amo anche io. Adesso però mi dici cosa ti succede?”.

Il mio tono torna ad essere delicato, quasi impercettibile in paragone al frastuono che c'è fuori.

“Ieri sera ha chiamato Stefan”.

Mi irrigidisco anche io, ma è solo un attimo, quell'attimo che però basta a fare emergere quel senso di colpa, no, non il senso di colpa per essermi innamorata di Damon, ma quella rabbia repressa per non averlo capito già tempo prima.

“Cosa gli hai detto?”.

Si morde nervosamente il labbro inferiore e, anche in questa situazione al culmine della tensione, non riesco a non pensare a quanto sia bello. Gli sfioro con leggerezza la guancia, invitandolo a parlare, a non temere il mio giudizio e lui si abbandona ad un leggero sospiro.

“Non ho risposto, Elena”.

Questa volta sono io a sospirare.

“Perchè no?”.

Damon si alza in piedi con velocità quasi disumana e si avvicina alla finestra, elencandomi, con voce graffiata dalla rabbia, tutti i motivi che gli hanno impedito di rispondere a quel telefono.

“Perchè non avrei saputo cosa dirgli, Elena. Non ho avuto il coraggio di rispondere a quel telefono, non ho avuto il coraggio di sentire la sua voce, non ho avuto il coraggio di schiacciare quel maledetto tasto e guardarmi allo specchio, scoprendo di non essere pentito. Perchè è così, io non mi pento di quello che ho fatto, non mi pento di averti desiderato per così tanto tempo e non mi pento neanche di essermi innamorato di te”.

Mi sfugge un lieve sorriso, dato forse dalla dolcezza che ha usato per pronunciare queste parole, o forse dalla improvvisa paura che tutto questo potesse compromettere qualcosa.

“Questa è l'unica cosa che conta”.

Mi avvicino a lui e gli appoggio entrambe le mani sulla spalla, ma il mio fidanzato non sembra pensarla al mio stesso modo e, per la seconda volta da quando è iniziato il discorso, si agita notevolmente.

“No, Elena, non è l'unica cosa che conta. Certo, io ti amo e ti posso assicurare che nessun uomo al mondo potrebbe essere più felice di quanto io lo sia in questo momento, ma questo non basta. Non mi basta trascorrere una vita felice con te, non se questo comprometterà per sempre il rapporto con mio fratello. Siamo cresciuti insieme, ci siamo sempre spalleggiati, siamo sempre stati io e lui contro il resto del mondo e non voglio che questo cambi proprio adesso, non ora che la mia vita è così magnificamente stupenda”.

“E non cambierà, tesoro. Parleremo con Stefan e lui capirà, te lo assicuro. Stefan non mi ama più da tempo e questo lo sa anche tu”.

Annuisce senza troppa convinzione.

“E' vero, Stefan non ti ama più, ma è comunque mio fratello e tu resti sempre la donna che ha amato per tanto tempo. Ed io non so se sono ancora pronto a guardarlo in faccia e a dirgli che mi sono innamorato di te”.

“Ma lo farai, vero?! Troverai il coraggio di farlo?”.

Il mio sguardo è supplichevole e si rispecchia con arroganza e delicatezza dentro il suo. Damon mi osserva per una manciata di secondi che, però, a me sembrano ore ed io riesco a leggere nei suoi occhi tutto quello che mi ha detto e non detto fino ad ora. Ci leggo amore, paura, sconforto, rabbia, dolore, ma riesco a leggerci anche il desiderio corrisposto di non buttare all'aria tutto. Eppure ho paura, ho paura che la sua morale, la sua giustezza, il suo orgoglio lo portino a compromettere tutto quello che c'è tra di noi, tutto quello per cui abbiamo lottato in questi anni, tutto quello che solo adesso ha avuto il coraggio di venir fuori.

“Tu sei tutta la mia vita, Elena. Ed io lo troverò per te. Domani alzerò quel telefono e chiamerò mio fratello, gli dirò che non lo avevo previsto, che gli voglio bene e che non farei mai niente per fargli del male, ma gli dirò anche che non ho avuto altra scelta, che mi sono innamorato di te, senza averlo programmato, dopo averlo tanto represso. Lo farò per noi, amore mio, ogni cosa che farò da qui a quando vivrò sarà fatta per noi”.

E niente di più bello ho mai sentito, niente di più giusto o apprezzato. Damon è qui davanti a me, finalmente svestito da ogni maschera, sicuro e sincero in ogni suo sentimento. Ed io sorrido. Sì, sorrido perchè non è mai stato così bello, perchè non l'ho mai sentito così mio. Gli prendo il viso tra le mani, quasi affogo nel mare dei suoi e tutto mi appare concreto, reale, oggi per la prima volta nella mia vita. Perchè oggi che ho iniziato a vivere per davvero e l'ho fatto solo grazie a lui.

“Ti amo”.

E' quasi un sussurro detto a labbra strette, forse è la paura di vederlo scomparire per sempre, forse solo il desiderio di un momento che sia solo nostro per davvero. E lui mi bacia, con trasporto, passione, con il suo essere maledettamente Damon, con la dolcezza inaspettata e la passione irriverente, come se non volesse più lasciarmi andare via, come se non sapesse che senza di lui non potrei più esistere.

Sento la sua lingua divorare impudente la mia, quasi a solleticarmi il palato, a volermi divertire ed eccitare al tempo stesso. Ed io lascio fare, gli lascio percorrere quella strada rimasta a metà, senza più freni, senza più la paura di non sentirmi completamente sua, senza quella colpa che mi divora l'anima. Approfondisco il bacio con rabbia e desiderio, per sedermi poi, in una posa impertinente sulle sue gambe. Lo sento, sento quella voglia che mi perfora i vestiti, sento quel bisogno che diventa quasi dovere e non importa più niente, non esiste il mondo, non esiste l'afa di questo torrido mattino sulla East coast e non esistono gli altri che potrebbero tornare a casa da un momento all'altro. In questo momento siamo solo noi due e ci apparteniamo nel profondo e ci ritroviamo in questo bacio, in questo bacio che spinge le mani a cercarsi vogliose, oltre qualsiasi ostacolo, oltre qualsiasi limite. E sento le sue dita infilarsi con forza nelle mie mutandine, e forse fa male, o forse è semplicemente il piacere più intenso che abbia mai provato, ma non voglio che finisca, non voglio riaprire gli occhi e scoprire che questo non sia mai esistito, non voglio dover vivere con il ricordo di quanto bello sarebbe stato. Ed è per questo che spingo ancora di più, fino a divorargli le dita con il mio piacere, fino a sentirlo così talmente mio, da non poter stabilire per davvero chi sia lui e chi sia io. Ma Damon è maledettamente stronzo quando ci si mette, o forse sa solo come è giusto prendermi, fatto sta che il mio sguardo ora è rabbioso, ferito da questo sorriso beffardo che deride con ironia questa mia assenza.

“Continua”.

Stringo i denti e punto il mio bacino contro il suo polso, ormai fermo da un po'.

“Continua”. Adesso quasi urlo, divisa tra il desiderio di amarlo e quello di odiarlo per la tortura che mi sta infliggendo. Lui avvicina le labbra al mio orecchio ed io sento ancora di più il bisogno di averlo dentro di me, di sentire quel soffio anche dentro di me.

“Vuoi che continui, Elena? E allora, spogliati, spogliati per me”.

Ed io non me lo lascio ripetere. Con un salto felino scendo dallo sgabello e mi privo della canotta blu, ma Damon mi ferma con la sua mano sulla mia.

“No, non così”.

Sento il calore del suo fiato sulla spalla, mi accarezza con il mento, con dolcezza, perversione, quasi come a voler sciogliere la stoffa di quei vestiti che, mai come oggi, mi sono stati più stretti. Ed io lascio fare, completamente persa dalla premura delle sue man su di me, dal calore della sua pelle che lascia scivolare la spallina del mio reggiseno. E continua così, con amore e dedizione, come se fossi una statua di cera tra le sue mani, e mi modella, mi massaggia, mi accarezza, mentre io penso che mai nessun contatto è stato più voluto, più desiderato, più giusto di così. Mi ritrovo a sospirare, lui incede sul mio corpo nudo ed io lascio scivolare la testa all'indietro, completamente schiava dei suoi gesti, dei suoi sospiri. Con mosse abili e quasi impercettibili mi spoglia dei miei vestiti ed io rimano lì, di fronte a lui, nuda ed eccitata, con la sola gonnellina di jeans a coprirmi sconcia le gambe. E' un attimo, le mani di Damon scorrono veloci sulle mie cosce, la gonna si alza e le sue dita tornano a solleticare la parte centrale di me. E sono già pronta, lo sento dalla facilità con cui le sue dita scivolano nel mio corpo, lo sento da quel bisogno di averlo mio in ogni caso, in ogni maniera. E lui mi accontenta, ormai troppo preso dal suo desiderio per sorridere ancora, tira contro di lui, costringendomi a sedere sulle sue gambe. E succede, il suo membro mi attraversa da dietro, facendomi trattenere il respiro, portandomi a desiderarlo sempre più dentro, fino a provare dolore, fino a sentire il suo corpo aderire completamente al mio. Mi muovo su di lui, con la perseveranza di una maliziosa ragazzina alle sue prime armi e sorrido, sorrido perchè o sento trattenere il respiro, per una volta è lui prigioniero delle mie perversioni. Aggancio con più forza le sue mani al mio seno, questo dolce contatto mi inebria, mi induce a perdere quella carica folle e potente che mi invade, mi conduce a lasciarmi trasportare ancora una volta in questo mondo fatto solo di lui. E il piacere esplode, vittima di mani incatenate, di respiri mescolati, di gambe che si sfregano sudate, di questo sgabello che cigola irrequieto sotto i nostri pesi, di questa luce che entra dalla finestra ed illumina ridente i nostri visi, già completamente ebbri d'amore.

Non un rumore, non uno sguardo, non una parola, solo la pace di due corpi scarichi che si godono la pace dei loro respiri, solo il contatto di due pelli che si nutrono complici l'uno dell'altro.

Mi volto verso Damon, osservo i suoi occhi splendidi specchiarsi lucidi nei miei e so che forse è troppo presto, so che forse un giorno me ne pentirò, ma riesco a leggerci dentro solo l'amore, quell'amore che solo una volta nella vita puoi sperare di incontrare.

 

 

 

 

Sbuffo risentita dalla posizione scomoda a cui il divano mi obbliga. Damon si è addormentato poco fa, forse stremato dall'amplesso di prima, o forse solo destabilizzato dall'afa irrequieta di questa giornata, ed io continuo a fare zapping annoiata, quasi indecisa sullo svegliare o meno questo dormiglione.

La fortuna, però, questa volta mi viene incontro. Dall'ingresso, mi raggiungono fresche e concitate le voci di Jeremy e Bonnie che discutono animatamente sull'interesse malcelato che mio fratello ha riservato ad una escort brasiliana che accompagnava un noto imprenditore californiano.

“Non le staccavi gli occhi di dosso”.

“Questo non è vero. Ero semplicemente incuriosito dalla differenza di età fra i due”.

“Sì, e dalla sesta di reggiseno di lei”.

“Non aveva la sesta di reggiseno”.

“Ah, le hai fatto una radiografia, allora”

Alzo gli occhi al cielo divertita. Anche Damon si risveglia finalmente dal suo sonnellino, ma non sembra esserne lieto quanto me.

“Bonnie, per favore, sto cercando di dormire”.

“La smetterei se solo lui ammettesse le sue colpe”.

“Ma amore...”.

Jeremy sembra quasi avvilito, devo decidere solo se è per la scarsa fiducia della sua fidanzata o per il senso di colpa per essersi fatto sorprendere in flagrante.

“Caroline dov'è?”.

mi accorgo solo ora che della mia amica bionda non c'è neanche l'ombra e questo è molto strano.

Bonnie mi osserva senza darmi molta importanza.

“E' in camera sua. Mi ha scritto un messaggio poco fa”.

Mi volto immediatamente verso di lui, quasi fossi rimasta scottata. Il mio fidanzato mi osserva con parecchio disinteresse, un po' perchè ancora assonnato, un po' perchè nel tempo ha imparato a non dare retta alle mie reazioni esagerate.

“E' stata tutto il giorno in camera sua?”.

“No, deve essere tornata un paio di ore fa. Perchè?”.

Questa volta anche Damon sembra essere più interessato alla questione, ma, al contrario mio sembra essere più divertito che scandalizzato.

“Che succede, ragazzi?”.

“No, niente. E' che...”.

“Non vergognatevi. Ho avvertito rumori strani provenire dalla cucina, però ho preferito non approfondire”.

Caroline entra in salotto con perfetta noncuranza, ancora troppo sofferente per aver recuperato il suo fastidioso sarcasmo, ma con un velo di ironia e malizia a colorarle il viso. Sento il viso andare in fiamme, non tanto per Bonnie e Caroline a cui sono solita raccontare episodi di questo tipo, quanto per mio fratello che mi osserva sconvolto e divertito dalla poltrona di fronte alla mia.

“In cucina? Seriamente?”.

Bonnie sembra essere quella più sconvolta, e la sua espressione sembra divertire enormemente Damon che mi abbraccia ancora più malizioso di quanto sia enormemente.

“Già, ed è stato anche particolarmente appagante. Tranquilla, abbiamo spostato la tua tazza preferita”.

“Damon!”. Gli tiro una sberla sulla spalla e assumo un espressione contrariata che fa sorridere tutti, compresa la mia amica mora che si è a malapena tolta dal viso l'espressione disgustata.

“Che c'è?! Le cose belle devono essere condivise con gli amici, lo dici sempre anche tu”.

Scuoto la testa rassegnata.

“Beh, in effetti è utile scambiarsi informazioni. Sempre meno ordinario dello squallido divano su cui siete seduti ora voi”.

Faccio un mezzo saltello sul posto.

“Qui?”.

“Cosa ti salta in testa, Jer? Con tutti i posti che ci sono in casa, il divano è davvero il più scontato”.

“Damon”.

“Che c'è? E' la verità. Ricordi l'altra sera, in piscina, come...”.

“Damon!”.

“Ok, ok, calmiamoci. Damon, per favore, Elena rimane pur sempre mia sorella e scoprire le sue abitudini sessuali forse un pochino mi sconvolge. Però, domani tutti fuori dalla cucina. E' nostra”.

“Jeremy!”.

Questa volta è Bonnie a strillare e strilla così forte da coprire quasi il suono del campanello.

Corro ad aprire la porta, mentre Bonnie tira uno scappellotto a mio fratello. Damon osserva entrambi divertito ed io quasi rischio di prendermi la porta in faccia per questa insana abitudine di non staccargli gli occhi di dosso. Apro la porta e allargo un po' gli occhi dalla sorpresa.

“E tu cosa ci fai qui?”.

Lo dico con un tono quasi irritato, ma forse è dato solo dal fatto che la sua presenza qui, oggi, in questa casa mi disturba. Davanti a me la persona che sopporto meno in questo mondo, la mia antagonista dai tempi delle elementari, la più disinibita di ogni compagnia di cui abbia fatto parte, la mangiatrice di uomini, la manipolatrice, l'insaziabile, la scorretta, l'odiosa prima donna di Damon. Vicky Donovan.

“Sto cercando mio fratello. E' qui? Mi ha chiesto di raggiungerlo”.

Mi impongo un sorriso di circostanza, vorrei congedarla con un in bocca al lupo per la ricerca di suo fratello e chiuderle la porta in faccia, ma so che non sarebbe né carino, né maturo. Così la invito ad entrare, mentre una parte di me teme il ricordo di quella notte di tanti anni fa.

“Non è qui, ma entra pure”.

 

 

 

 

Ciao ragazze!!! qualcuna si ricorda ancora di me?? scusate l'enorme ritardo, ma ho avuto un po' di problemini di tempo in questo periodo.

In questo capitolo ci troviamo di fronte ad un dibattito tra Elena e Damon circa l'avvisare Stefan della situazione che si è venuta a creare, ma sembra che la relazione tra i due sia abbastanza salda per superare anche questa. Ci tengo a precisare che tra la conversazione tra Elena e Caroline e quello che è successo dopo c'è un salto temporale di qualche giorno, dunque tutto quello che succede in cucina avviene a qualche giorno dalla prima volta di Damon ed Elena, quando i due hanno già un po' consolidato la propria intesa sessuale.

L'arrivo di Vicky ha un suo perchè che, ovviamente, non vi anticipo adesso, ma vi dico che porterà un po' di scompiglio in casa, oltre che ricordi con cui Elena dovrà vedersela.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che mi abbiate perdonata per l'immenso ritardo.

Un bacione, anna

 

p.s nei prossimi giorni cercherò di rispondere alle vostre vecchie recensioni. Scusatemi ma sono davvero nelle curve.

 

 

Anticipazione...

 

...l'unica cosa che riesco davvero a realizzare è di essere davvero troppo ubriaco. L'alcol sta facendo i suoi effetti e Jeremy e Matt che continuano a riempirmi il bicchiere, di certo non aiutano. Vicky continua a ballare sul tavolo, so che mi sta provocando, lo vedo dal suo sedere che troppe volte si avvicina a me e dal seno che mette sempre più in evidenza quando guarda nella mia direzione. E' bella, questo è innegabile. E' bella esattamente come quella notte di qualche anno fa....

  
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