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Autore: Filippo1193    09/01/2014    1 recensioni
In questa seconda parte inizieranno le indagini sull'apparente suicidio, che, come sappiamo, in realtà è un omicidio architettato sin nei minimi dettagli. Nel susseguirsi delle vicende, molti personaggi cambieranno caratterialmente perché agiranno spinti da motivi strettamente personali. Si riuscirà a sbrogliare la matassa?
(Per coloro che vogliono rinfrescarsi un po la memoria oppure che vogliono iniziare a seguire la storia da questa seconda parte, nel post del primo capitolo, prima di postarlo, pubblicherò un riassunto della precedente)
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 28 (Regolamento di conti - Prima Parte)

L'inseguimento continuava in modo serrato; Taru Takagi non poteva permettersi di perdere di vista l'uomo e non si sentiva nemmeno di chiedere i rinforzi.
«Bastardo fermati!!»
Pernod continuava a correre e a non rispondergli.
I due uscirono dal parco e giunsero in un cantiere abbandonato.
«Adesso sei in trappola caro Pernod» disse l'agente entrando nel cantiere e puntando la pistola sempre davanti.
Pernod iniziò a ridere di gusto.
«Che ci trovi da ridere?» esclamò l'agente.
«Si dice che buon sangue non mente...dovrei aggiungere che anche il cattivo non mente...»
«Cosa stai cercando di dire?»
«Prima tua sorella, poi tua nipote e infine tu...siete voi che non andate»
«Quindi avevo sentito bene...sei stato tu ad ordinare l'uccisione di mia sorella...perché l'hai fatto?»
«Devi sapere che io e lei abbiamo avuto una figlia ma non ha accettato il padre...»
«Non è vero...Misa non era tua figlia»
«Ha fatto credere così ma non è vero...quella volta è stata fantastica...ci sapeva fare tua sorella»
«Bastardo dove ti trovi?» disse l'agente guardandosi attorno.
 
Intanto, dato che l’agente Takagi non rispondeva alle chiamate, all'agente Sato era stato ordinato di perlustrare anche la zona spettante al collega.
«Ma tu sei» disse l'agente Sato.
«Si esatto... Sono Kita Ishida»
«Chi ti ha ridotto così?» disse Sato avvicinandosi.
Kita a quel punto ripensò a quanto era successo e al fatto che lo zio l'aveva presa come scudo e disse.
«Si fa chiamare con il nome in codice di Pernod...c'è anche il tuo ragazzo con lui»
«Cosa? E dove sono andati?»
«Da quella direzione» disse segnando la zona e poi aggiunse «Conoscendolo sicuramente l'ha portato nel cantiere abbandonato»
«Cantiere abbandonato? Informo l'ispettore…»
L'ispettore, saputo dell’accaduto, le disse di aspettare il suo arrivo.
 
«Eccomi...andiamo in questo cantiere...Kita salirà in macchina con noi...»
La ragazza diede le giuste indicazioni agli uomini che, giunti sul posto, sentirono le urla dell'agente Takagi.
«Dove sei? Avanti fatti vedere!!»
«Interveniamo» disse l'ispettore ordinando a Kita di restare dentro la vettura.
 
Perlustrarono tutto il cantiere anche se, purtroppo, non trovarono alcuna traccia dell’uomo.
L’agente Sato, alla vista di un’uscita secondaria disse
«Deve essere scappato da questa uscita»
«Muoviamoci con la macchina!» ordinò l'ispettore.
Gli agenti si diressero quindi verso la macchina accorgendosi che la giovane Kita era sparita.

«Dov'è finita Kita?» disse l'agente Sato.
«Merda...è stata catturata da Pernod» disse l'agente Takagi.
«Oppure ci ha tradito...» intervenne l'ispettore, aggiungendo «cercatela!! Setacciate il parco…io chiamo rinforzi»
 
La giovane Kita Ishida vedendo suo zio, scese dalla macchina e lo seguì.
«Kita Ishida...lo so che sei dietro di me» disse Pernod.
«Astuto come sempre...avanti zio, voltati!» disse puntando una pistola contro di lui.
A quel punto il mal uomo si voltò verso la ragazza e rimase stupito dal vedere la nipote che le puntava la pistola contro.
«Non ci posso credere...dove l'hai presa?»
«Devo ricordarti che sono un'infiltrata nella Polizia?»
«E io devo ricordarti che sei mia nipote? Sangue del mio sangue?» disse Pernod avvicinandosi lentamente.
«Statti fermo...tu mi avresti uccisa...non te ne frega niente di me...prima mi hai usato come scudo!!»
Pernod udendo ciò scoppiò a ridere.
«Che ridi?»
«È semplice...io per te avrei fatto di tutto...ma mi hai tradito...o meglio...hai pensato male...e io non sopporto chi pensa male di me» detto ciò Pernod estrasse la sua pistola.

BANG

FINE 28° Capitolo
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Kita e Pernod; due familiari facenti parte di una banda di criminali spietata, si dà la caccia. I due si ritrovano e dopo un dialogo parte uno sparo; Chi avrà colpito chi? La situazione è grave?

 

Nel prossimo capitolo:

Mi dispiace ma questa volta non vi do alcuna anticipazione.
 

.Spero sia stato di vostro gradimento. Non perdete il prossimo appuntamento, giovedì 16 gennaio 2014 (Regolamento di conti - Seconda parte)

   
 
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