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Autore: EmilyPlay    09/01/2014    1 recensioni
O forse qualcuno c’è, ma è come se non ci fosse…dopotutto che differenza fa? Tutto ciò che conta è dentro di te.
"Solitude is bliss" dei Tame Impala e due Roger tormentati.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Roger Waters, Syd Barrett
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cracks in the pavement underneath my shoe
I care less and less about and less about you
No one else around to look at me
So I can look at my shadow as much as I please
 
Tutto è sfumato, tutto è così colorato…e che differenza può fare se le piastrelle sono lisce, pulite, allineate o se sono crepate e se tutto è sporco, se ci sono tante cose qui in giro, senza alcun ordine. Quello è l’esterno, l’esterno che non tocca minimamente ciò che all’interno si tormenta e poi dorme e poi si risveglia e forse un po’ fa male, ma ti accetta. Però, forse, tutti quei colori non ci sono, in realtà qui dentro si agitano ombre, continuamente. Come l’ombra che lui proietta e che nessuno in questa stanza buia vede. Anche perché qui non c’è nessuno che la possa vedere. O forse qualcuno c’è, ma è come se non ci fosse…dopotutto che differenza fa? Tutto ciò che conta è dentro di te. Ma a volte fa paura.
 

Gli dicevano che stava diventando insopportabile, ma lui non se ne curava. Che differenza poteva fare se qualcuno glielo facevano notare o meno? Lui era fatto così. Non se ne curava più di quello che gli diceva la gente, perché odiava quelli che parlavano di lui, che davano pareri, consigli…che poi non erano altro che giudizi. Lui non li aveva mai richiesti: era abituato a fare tutto di testa sua e ad agire in modo impulsivo. Come quello sputo, a quel concerto. Era esploso, in quel momento, e avrebbe voluto distruggere tutto ciò che lo circondava, tutto ciò che anche lui aveva creato. E ritirarsi in se stesso.
Così se ne rimaneva lì, nella sua camera, con la schiena appoggiata al muro, un muro che sembrava abbastanza solido da sostenerlo. E, se il muro poteva sostenerlo, allora non doveva preoccuparsi se il terreno sotto i suoi piedi si fosse sgretolato. Lui poteva rimanere lì, immobile, a guardare con curiosità indifferente le ombre che si portava dietro da sempre, crogiolandosene, perchè, anche se fosse precipitato, il muro l’avrebbe protetto.
 

All the kicks that I can't compare to
Making friends like they're all supposed to
 
Amici. Sapeva di averne avuti molti, un tempo. C’era sempre gente che gli girava intorno. Frequentava posti che erano pieni di gente. E lui si impegnava a conoscerla tutta, quella gente. “Ciao, mi chiamo Syd, suono la chitarra, dipingo. Preferisci i Beatles o i Rolling Stones?” Era una sorta di leggenda a Cambridge, lo dicevano tutti. Aveva strimpellato con chiunque sapesse muovere le dita su uno strumento, a Cambridge. E poi anche a Londra, con tutti quei locali, con tutta quella musica ovunque ti voltassi. Una band vera, alla fine, in cui lui scriveva i pezzi e cantava e incideva un disco. O due? Perché poi erano spariti? Perchè lui non si accorgeva più della loro presenza, perchè lui adesso aveva l’acido e i suoi colori, le sue immagini, i suoi suoni, un mondo in cui era già tutto lì a disposizione, senza che tu dovessi andare a cercare e a presentarti.
 

Aveva sempre fatto fatica ad approcciarsi agli altri. Non che non avesse amici: conosceva moltissime persone, suonando in una band, c’era sempre qualcuno con cui fare due chiacchere, provare qualche giro di accordi o prendersi una birra. Ma non aveva mai avuto un amico vero, di quelli con cui ti confidi, di quelli che sanno sempre come prenderti per tirarti su il morale. Né lui era mai stato qualcuno del genere per nessun altro. Rapporti molto esteriori, perché nessuno poteva penetrare le sue barricate.
Anche ciò che aveva ritenuto amore non si era rivelato nient’altro che un rapporto di quel tipo. Con Judy era giovane. Con Carolyne aveva creduto di trovare davvero il rifugio che cercava. Ma si sbagliava: d’ora in poi tutti gli errori, le paure, le incomprensioni le avrebbe portate sulle proprie spalle, senza alcun aiuto dagli altri. Avrebbe guardato i maiali volanti da un bunker solitario.
 
 
You will never come close to how I feel

There's someone in my head...
Questo brano mi ha sempre fatto pensare ai Pink Floyd e in particolare, ovviamente, a Roger e a Syd. Era da un po' che il lunatic in my head mi suggeriva di scriverci su qualcosa e alla fine gli ho dato ascolto.
La storia sarà divisa in tre capitoli, uno per ogni strofa della canzone.
Al solito, recensite, se vi va! :) ciauuu
Emily
  
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