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Autore: unmestessopiunudochemai    09/01/2014    0 recensioni
"Ti prego di perdonarmi con tutto me stesso. Muori tu, muoio io.
Ti amo,
Un me stesso più nudo che mai."
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi il tema è imposto dalla mia situazione: Le scelte giuste sono davvero sempre quelle più difficili?
 
Ho scritto il titolo ieri sera, ma non riuscivo a scrivere perché le uniche due cose che riuscivo a fare  erano mangiare e piangere. Cercherò di tralasciare i fatti personali, dicendo solo che avevo chiuso con una persona importante, credendo che fosse la cosa migliore in quel momento. Beh, per quanto riguarda il titolo: cazzate. Le scelte giuste non sono mai difficili, ma per chi sceglie la strada ardua o si sente in colpa dopo averlo fatto, si creano sempre detti o frasi fatte che riescano a consolare un po’. E’ così che giustificavo il mio pianto isterico e incessante: ‘hai fatto la cosa giusta, è solo che è normale sia difficile’, e invece no. Non è mai difficile. La vita non è difficile, siamo noi a complicarla, e in questo, io non ho rivali. Sapevo bene quale fosse la scelta giusta, e mi sembra quasi inutile dirla (o almeno a me sembra ovvio), ma semplicemente non avevo le forze di seguire ciò che volevo.
Ecco, un altro pensiero che ho avuto è stato ‘è ciò che vuoi, ma non ciò di cui hai bisogno’. Con tutto il rispetto per chi ha inventato questa adorabile e strappalacrime frasetta: cazzate. Ciò che si vuole è sempre ciò di cui si ha bisogno. La vita non illude, noi ci illudiamo, e anche in questo, modestia a parte, sono un campione.
L’unica cosa di cui bisogna davvero avere paura è il credere alle frasi fatte che ho nominato prima. Le frasi fatte, i detti, i copioni da telefilm strappalacrime sono un classico in cui cadere ogni volta che sentiamo il bisogno di piangere. E questo io lo devo ammettere, parlo attraverso citazioni da Ugly Betty e Diario di una nerd superstar.  E ora che avete più o meno inquadrato il mio tipo di vita, potrete anche solo lontanamente inquadrare nella mente il dolore che ho provato capendo che il mio “piangere sentendo Taylor Swift da solo”(cit. New Girl) non era nulla, in confronto al vedere la persona che amo piangere.
Sono morto. Lì, in un momento. Ne ho passate tante, ci sono state volte in cui avrei voluto uccidermi, ma quel momento, quello è stato il secondo momento (terzo, se consideriamo quando ho tagliato la frangetta) in cui mi sono davvero chiesto “che cazzo stai facendo?”.
Il dopo lo ricordo a tratti. Ricordo il correre da nonna a riprendere la borsa dicendo due parole e scappando via, ricordo lo scoppiare a piangere in mezzo alla strada e il senso di vomito che saliva a ogni passo, ricordo le mie migliori amiche che mi abbracciavano in pigiama in mezzo alla strada. Ricordo il senso di affogare, la sensazione che ogni mio tentativo per sentirmi quell’ “abbastanza” che avevo sempre inseguito con così tanta foga fosse stato vano.
Mi sono sentito morto. Anche se credo che cinque lettere non descriveranno mai appieno il me che era lì con lui, in quel momento.

Ti prego di perdonarmi con tutto me stesso. Muori tu, muoio io.
Ti amo,

Un me stesso più nudo che mai.
  
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