Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: meduise    09/01/2014    4 recensioni
{FanFic sulla MuneTaku} {Per il MuneTaku Day} {One Shot} {Parole: 1272} {AU}
_____________________________________________________________________________________
Dal testo:
Lo conosceva solamente di vista e di nome. Munemasa Ibuki, un grande giocatore di basket. Ecco cosa Shindou sapeva di lui; nient’altro.
Però quel ragazzo lo incuriosiva, gli interessava.
Non frequentavano la stessa classe, ma lo vedeva spesso durante l’intervallo a scuola. Non si erano mai parlati, anche se il moro aveva cercato diverse volte di avvicinarsi all’albino per dirgli un “Ciao”. Tuttavia non ci era mai riuscito. Si bloccava ancor prima di passargli accanto e quindi ci rinunciava...
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ibuki Munemasa, Shindou Takuto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

«Chi ti dice che non ti riguarda?»

 

Lo conosceva solamente di vista e di nome. Munemasa Ibuki, un grande giocatore di basket. Ecco cosa Shindou sapeva di lui; nient’altro.

Però quel ragazzo lo incuriosiva, gli interessava.

Non frequentavano la stessa classe, ma lo vedeva spesso durante l’intervallo a scuola. Non si erano mai parlati, anche se il moro aveva cercato diverse volte di avvicinarsi all’albino per dirgli un “Ciao”. Tuttavia non ci era mai riuscito. Si bloccava ancor prima di passargli accanto e quindi ci rinunciava.

Rifletteva sovente sul perché gli capitasse ciò, a casa e a scuola, ma non ne comprendeva il motivo. In fondo, non gli era mai successa una cosa simile.

 

Quel giorno, Shindou sarebbe stato interrogato di Storia, una delle discipline in cui eccelleva di più e durante l’intervallo ripassò gli argomenti da ripetere, standosene da solo e in disparte.

 

«Ohi, secchione!» lo chiamò una voce che non riconobbe.

Il moro cercò di mantenere la calma, perché lo innervosiva sentirsi chiamato con quel soprannome. Sollevò lo sguardo dal libro per vedere chi cercasse la sua attenzione e gli venne un colpo: davanti a sé si trovava proprio lui.

«Tu devi essere Ibuki Munemasa, il bomber della pallacanestro» disse nascondendo la –presunta immotivata– agitazione.

«E tu invece sei Shindou Takuto, il musicista-prodigio» ribattè l’albino con lo stesso tono.

«Cosa vuoi da me?» chiese l’altro.

«Niente di particolare» rispose. «Solo fare due chiacchiere, ma se ti disturbo me ne vado…» finì, facendo per allontanarsi sul serio.

«No, aspetta!» esclamò Takuto senza pensarci. «Non… Non mi hai disturbato, tranquillo. Ho finito di ripassare»

Dentro di sé era felice: stava parlando con colui con cui non era mai riuscito ad aprire bocca per un qualche motivo che gli era ancora estraneo.

«Pfft- Tu studi?!»

«Do-dovevo… L’ora dopo sarò interrogato di…»

«Storia» finì la frase Ibuki.

«Già… Storia» confermò il moro che tirò un sorrisetto mentre fissava il suo libro.

 

“Buona fortuna per l’interrogazione, allora”.

Quelle parole risuonavano continuamente nella testa di Shindou. Munemasa si congedò dicendo così quando suonò la campanella.

“G-grazie” gli rispose lui aggiungendo un gesto con la mano, quando l’altro era già lontano per sentirlo.

 

≡≡≡

 

«Ohi, com’è andata all’interrogazione?»

Takuto sussultò. «I-Ibuki…»

Rimase immobile per qualche secondo, pensieroso.

«Ho preso 8-» rispose riprendendosi.

«Secchione!» gli ripeté Munemasa come il giorno prima.

«Smettila di chiamarmi così!» esclamò. La prima volta, Shindou fece finta di niente, in questa, invece, non ce l’ha fatta.

«Ma sei un secchione-» disse dando enfasi alle parole “sei” e “secchione”.

Il moro divenne rosso dalla rabbia.

«Piantala!» urlò, prendendo per la maglia il giocatore di pallacanestro.

«Ok, ok, tranquillo-» rispose l’altro togliendoselo malamente di dosso.

Shindou si pentì di averlo quasi aggredito. «S-scusa…»

«Pfft- E perché?»

«Per averti…»

«Chi se ne frega-»

 

«Continua a prendere bei voti» lo incitò Ibuki, mentre se ne stava andando. Dando la schiena, alzò il braccio destro per salutare il compagno.

Takuto sorrise.

 

≡≡≡

 

Passò qualche settimana da quella mattinata. Inizialmente, Shindou e Munemasa parlavano tutti i giorni, anche se solamente nel quarto d’ora d’intervallo. Si stuzzicavano spesso, ma solo per gioco.

Però, poi iniziarono a non parlarsi più, non si guardavano neanche più in faccia. Non che avessero litigato, anzi.

Eppure, adesso, il moro si sentiva come quando non si era mai avvicinato a lui: strano, come se gli mancasse qualcosa.

 

Decise di andare a cercarlo e scambiare due chiacchiere con lui. Fece il giro di tutto il corridoio della scuola, sperando di trovare quella chioma dai ciuffi un po’ sparati e la fascia nera. Non ottenne nessun risultato. Non lo trovò.

Iniziò a preoccuparsi; aveva un brutto presentimento –probabilmente insensato–.

Per scacciare quella sensazione pensò tra sé e sé che anche Ibuki stesse gironzolando un po’  insieme ai suoi compagni di squadra e che quindi non riuscisse a vederlo fra la folla di ragazzi della scuola.

Sì, di sicuro è per quel motivo.

 

Infatti, dopo l’ennesima camminata per tutto il corridoio, Shindou lo trovò. Non era in compagnia e se ne stava davanti ad uno dei finestroni. Portava, come sempre, tuta e scarpe da ginnastica. Quello che era curioso era che in mano il giocatore avesse un libro. E che fosse aperto. E soprattutto, che stesse studiando.

 

«Ehi, hai deciso di metterti a studiare?» domandò Takuto sorridendo e avvicinandosi all’amico. Non sapeva neanche lui come fosse riuscito a superare quel blocco che aveva, però era riuscito a parlargli.

L’albino rivolse lo sguardo all’altro e fece una piccola risata. «Per una volta, voglio impegnarmi e prendere un voto alto» esclamò facendo una specie di gesto eroico, per scherzare un po’.

Il moro si mise a ridere.

«Mi dispiace, ma io ti vedo di più con i bigliettini attaccati alla suola delle scarpe-»

«Nulla m’impedisce di metterli» ribatté; e scoppiarono a ridere entrambi.

 

Di nuovo il blocco. E stavolta valeva per tutti e due i ragazzi. Non sapevano più cosa dirsi e si poteva sentire la tensione nell’aria. Erano entrambi imbarazzati. Ibuki riprese il suo libro di testo e ricominciò a ripassare, il musicista invece si limitò ad appoggiarsi al finestrone vicino all’albino e a tenere lo sguardo puntato in basso, in un punto indefinito, con un’espressione vuota.

Rifletteva ancora sul perché gli succedesse tutto ciò. Prova anche lui queste sensazioni? Le hai mai provate? Che significato hanno? Perché penso di continuo a lui? Perché mi preoccupo per lui?

Riuscì a trovare solo una spiegazione. E non riusciva a crederci.

Il suo cuore iniziò a battere fortissimo, quasi gli stesse per esplodere, e gli venne un forte mal di testa. Cercava di mantenere lo stesso sguardo assente che aveva assunto e credette di esserci riuscito, quando l’altro ragazzo si accorse che qualcosa non andava.

 

«Ohi, ti senti bene?» gli chiese infatti.

Shindou era ancora stralunato, ma cercò di riprendersi. «S-sì, tranquillo»

Poi se ne andò in bagno.

 

≡≡≡

 

Non è possibile. Non PUÒ essere possibile. Io non… non sono innamorato di lui.

 

Proprio mentre Takuto pensava, qualcuno bussò. E chi poteva essere se non…

«Ibuki..» disse una volta aperta la porta. Sì agitò ancora di più nel vederlo e di nuovo il suo cuore prese a pulsare più velocemente. E ovviamente cercò di non dare a vedere ciò che provava.

«Vieni, entra» lo invitò quando riuscì a riportarsi con i piedi per terra.

 

«Ti senti meglio?»

«Come?»

«Oggi, a scuola, sembrava che stessi per svenire-»

Bhe, non ero molto lontano da un mancamento.

«… Ora invece come va?»

«Oh, ehm… ora sto bene, grazie» rispose. «Prima ero solo molto… stanco, ecco»

Ibuki lo fissò per qualche minuto. «Sicuro?»

«S-sì, certo. Perché?»

«Così»

 

Dopo un po’ di silenzio da parte di entrambi, Takuto decise di parlare.

«Ti sei mai innamorato di qualcuno?» buttò lì. E solo dopo qualche istante si rese conto di quello che aveva appena chiesto. Si tappò la bocca con una mano e abbassò lo sguardo. «Scusa. Questi sono… affari tuoi»

«Perché questa domanda?» chiese Munemasa ignorando l’ultima frase dell’amico. Se ne stava seduto sul letto di Shindou con la testa appoggiata alle mani incrociate fra loro.

«Niente. Dimenticatela!» esclamò il moro quasi urlando, continuando a guardare la scrivania.

«Se ti dicessi di sì cosa faresti?» continuò il bomber della pallacanestro alzandosi in piedi e avvicinandosi al musicista-prodigio.

«Nulla, perché sono cose che non mi riguardano-» rispose. Kuso--

 

«Chi ti dice che non ti riguarda?»

 

Shindou lo guardò negli occhi. Ce l’aveva a pochi centimetri di distanza. Arrossì, ma mantenne il suo sguardo incrociato con quello di Ibuki. In quel momento capì che si era davvero innamorato di lui.

 

«In… in che senso?»

«In questo senso»

 

Dopo aver detto quella frase, Munemasa prese con entrambe le mani il viso di Takuto e lo baciò.

 

 

 

 

 

 

 

 


{ Angolo della Macchan }

Oh, sì, d’ora in poi inizierò così tutte le note d’autrice. (?)

 

YeeH,  felice MuneTaku Day a tutti, minnaH. *w* *Lancia coriandoli* (?)

Li shippo troppo, non c’è niente da fare- efhekf-

 

Però… Mi chiedo cosa sia questa schifezza di fic. Non so. Alcune cose non mi piacciono. :C

Poi finisco sempre con un bacio. -Fantasia no limits, neH, Macchan?- = ="

Da notare il titolo caccoso che ho messo-

Ho paura di aver fatto i due ragazzi un po' OOC... Se è così per favore ditemelo. *Supplica* (?)

 

Tipo che volevo scrivere anche qualcosa per la EnGou, dato che domani sarà il loro giorno, fhrfghro- *^*  ma avevo paura di fare un’altra bella merda like this.

 

Spero che vi piaccia, anche se qualcosa mi dice che non sarà proprio così. (?)

Vabbé, non ho più nulla da dire (?), quindi… fuggoH.

Bye~

 

M a c c h a n _

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: meduise