Aveva gli occhi gonfi di lacrime, non sapeva smettere, ogni cosa la riportava a quel giorno in cui tutto finì, in cui nessuno le era stato accanto e lei era sola, non poteva parlare con nessuno perché la persona con cui parlava di tutto se ne era andata, non poteva più parlare nemmeno con lei che l'aveva vista piangere. Vedeva tanta felicità intorno a sé ma non riusciva a farne parte. O per un motivo o per un altro lei era sempre distratta, depressa, con la mente era sempre alla ricerca di quella persona che l'avrebbe finalmente resa felice, che non l'avrebbe più fatta piangere ma anche ora, quando credeva di averla trovata questa ne era venuta meno. Ora non sapeva che fare, tutto le faceva credere che non poteva, anzi non riusciva, a trovare qualcuno che potesse essere migliore o almeno che potesse rendere lei migliore. Lei era una ragazza fantastica, non riusciva a trovarne di migliori. E il suo ultimo ciao le parve il massimo, non riuscì a sopportarlo. E allora crollò in ginocchio, senza fiato, le guance rigate dalle lacrime, senza alcun contegno, e pregò. Pregò Iddio che questo sia stato solo un incubo e che presto tutto sarebbe scomparso e che al risveglio la sua amica sarebbe stata ancora al suo fianco. Si erano fatte delle promesse, una in particolare: “Sempre!” Ma mantenere il “sempre” è molto difficile, e nemmeno loro ce la fecero. E così, la ragazza, tra singhiozzi e preghiere, realizzò che tutto accade per un motivo. La loro amicizia era finita, non poteva farci niente, tranne vivere e fare della vita un campo fiorito. E allora si rialzò, più forte di prima. Le lacrime l'avevano rinforzata, avevano fatto della sua debolezza una corazza che nessuno avrebbe mai più penetrato. Non avrebbe sofferto più.