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Autore: AleAxelGold_    09/01/2014    0 recensioni
Drake Feares, un ragazzo come tanti. Be', lui è il nostro protagonista. La sua vita, verrà completamente stravolta, dovrà accettarlo, perchè ha scelto, ed è stato scelto. Poichè solo noi stessi siamo padroni delle nostre scelte.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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- Dai, firmalo.- Mi disse sorridente Nat porgendomi il modulo con cui avrei dovuto partecipare al torneo. - Sicura?-. Le dissi guardandola con la penna in mano, un po' di emozione dentro mi faceva fremere. - Devi essere tu quello sicuro.- Mi rispose sorridendo, ed io firmai sorridendo a mia volta. - Ora, possiamo andare a consegnarlo, dovresti cominciare un'ora dopo l'iscrizione.- Disse Erik appoggiato con le spalle al muro guardando in terra con le braccia incrociate. - Vedi di non farti ammazzare.- Disse infine. - Possono uccidermi?- Gli chiesi e lo guardai un po' preoccupato. - Non apposta, non è consentito dalle regole, ma incidenti con le creature succedono. I tuoi rivali amico mio, non hanno niente a che fare con .- Disse. - Quanto male?- Chiesi cominciando a preoccuparmi. - Un po'.- Disse Erik, ovviamente mentendo e poi senza preavviso, con quello che sembrava un pennarello, cominciò a tracciarmi un simbolo sul braccio, più o meno sul polso, quello che sembrava un ornamento, era bellissimo ma faceva davvero male. Non riuscii a trattenere un gemito di dolore facendo una smorfia e piegando un pochino il braccio, poi non appena il ragazzo finì, mi aggrappai all'arto dolorante con la mano guardandone il simbolo inciso sopra. Bruciava, nessuno dei nemici umani che hai pestato fin'ora.- Rispose ghignando. - Se sono clementi, ti faranno usare un'arma.- Si intromise Nat. - Ma io non ho armi.- Dissi guardandola e contraddicendola. - Penso che sia giunto il momento di fornirti l'arma da cacciatore di taglie.- Disse Erik guardandomi. - A patto, che la userai, come dice il nostro regolamento, solo per usi benefici e d'utilità, mai per scopi personali, pena la morte o la rimozione dell'arma.-. Aggiunse infine. - Che figata, mi darete un'arma?!- Esclamai guardandolo senza riuscire più a tenere dentro l'entusiasmo. Lui mi squadrò con un'occhiataccia. - Cioè, volevo dire, va bene, ho capito.- Dissi un po' imbarazzato. Nat rise aumentando il mio imbarazzo. - Prima dobbiamo marchiarlo Erik, altrimenti potrebbe bruciargli in mano...- Mormorò lei guardandolo. - Va bene... ma questo non fa di te un cacciatore Drake, ricordalo.- Io annuii per risparmiare figuracce intanto che i due mi si avvicinavano. - Dammi il braccio.- Disse Nat sorridendo intanto che io obbedendo protesi il braccio, questo venne accolto dalle mani calde e morbide della ragazza coi capelli rossi e gli occhi verdi intanto che mi fissava sorridendo. - Ti farà male tuttavia, ero uno che sopportava bene il dolore. - Quando hai finito di sbavare per quella specie di tatuaggio possiamo armarti. Altrimenti facciamo tardi.- Disse ridendo la mia amica. Alzai lo sguardo e la guardai ridendo sorpreso. - D'accordo.- Dissi. - Che arma mi date?- Sorrisi curioso domandando. - Ora viene il bello.- Disse Erik ghignando e avanzando di un passo verso di me. - Ogni cacciatore di taglie sceglie la propria arma, senza poterla cambiare. Se prende quella di un altro cacciatore senza accordo, comincerà a bruciare ustionandoti.- Disse Nat sorridendo. - Appena Nat pronuncerà le parole elfiche, ed il simbolo brillerà, devi immaginare la tua arma, esattamente come la vuoi, ricorda però, che sarà quella per sempre e non potrai cambiarla.- Disse Erik guardandomi. - Va bene, d'accordo.- Sorrisi. - Per evocarla, basta pensare di volerla far apparire, e questa obbedisce. Puoi dargli comandi, vocali o mentali, ovviamente entro certi limiti. Ma capirai più avanti, forza, diamoci una mossa.- Aggiunse lui guardando Nat che annuì e mi guardò. La mia amica alzò le braccia tendendole verso di me ma la interruppi. - Aspetta, farà male anche questo?- Sorrisi guardandola. - Dai bambino, anche se fosse dovresti sopportare, altrimenti non potresti entrare a far parte della nostra gilda.- Sbuffò Erick mentre Nat rise ed io sospirai. Una luce intensa e colorata di azzurro assunse il dominio sul mio simbolo marchiato poco prima. Non sentii dolore stavolta, anzi, faceva il solletico. Mi scappò un sorriso e poi chiusi gli occhi, Cominciando a pensare intanto che l'arma da me immaginata, si creava piano piano partendo dalla mano da cui la impugnavo fino alla punta finale. Quando li riaprii non potevo crederci, non era possibile, andiamo! Guardai a lungo quella che tenevo stretta in mano. Una spada bellissima,la sua elsa era coperta da una fascia nera con i contorni d'oro e leggermente curva perchè si potesse tenere meglio. La lama, era la parte migliore, Blu come uno zaffiro e leggera come una piuma pur sembrando indistruttibile e con la punta ricurva alla fine verso il basso. - Hai davvero immaginato quella specie di taglia carte?- Disse Erik guardandola e ridendo. - Se vuoi te lo faccio ingoiare il taglia carte!- Dissi io un po' irritato. - E' carina.- Disse Nat sorridendomi. - E' banale.- Disse Erik contraddicendola. - E' perfetta.- Dissi io ghignando. - Vedrete cosa sa fare, sbrighiamoci prima che sia troppo tardi.- Sorrisi uscendo dalla porta di casa con gran carriera e dirigendomi alla macchina del ragazzo che la fece aprire con la chiave andando a sedersi al posto del guidatore. - Il viaggio durerà mezz'ora. Se avete fame o sete, ha tutto Nat.- Disse girandosi a guardarmi, poi accese la vettura e partimmo. Ero ansiosissimo e pieno di tensione, chissà contro chi o che cosa sarei andato incontro. - Hai paura?- Disse Nat senza voltarsi a guardarmi poichè ero seduto sul sedile posteriore. - No, sono solo un po' preoccupato.- Sorrisi. - E fai bene.- Rispose lei girandosi a guardarmi. - Così non mi aiuti, ingozza patatine.- Le feci la linguaccia e lei ricambiò mettendosi poi a ridere. - Secondo me se la sta facendo sotto dalla paura.- Disse Erik ridendo. - Lo dici solo perchè è successo a te la prima volta.- Ribattei io ghignando dopo averlo zittito. Una volta arrivati guardai la zona, mai vista prima. Era in un punto troppo in là per la mia conoscenza della città in cui abitavo. Scesi dalla macchina prendendo un enorme boccata d'aria e sgranchiendomi le gambe e le braccia stirandomi. I miei amici mi guardarono. Mi guardai intorno e non vedendo nessuno guardai la mia mano, pensando di voler la spada stretta in pungo. Questa apparì ed mi scappò un sorriso enorme d'entusiasmo. La feci riscomparire e Nat sorrise mentre Erik alzò gli occhi al cielo. Io sbuffai guardandolo e poi mi girai verso un enorme portone dove entrammo. Attraversato un fresco corridoio in pietra c'erano diverse porte dinanzi a noi, tra cui una venne aperta da Nat ed io la seguii mentre Erik andò a dare il foglio con la mia iscrizione. Davanti a noi si estendeva una fila bella lunga di creature che... Oddio, non saprei come descriverle, era una cosa stranissima e inquietante. C'erano quelli che sembravano umani ma sicuramente non lo erano, troll, credo, poi anche goblin, orchi e tantissime altre creature. Anche donne, alcune molto belle. Ero più curioso che spaventato. - Ora aspetta in fila il tuo turno, io vado a prendere dei posti a sedere per me per Erik.- Sorrise e poi sparì andando in cima alla fila allontanandosi, mollai un sospiro come per rilassarmi e mi guardai dietro. C'era un ragazzo biondo, coi capelli legati dal gel e corti, pettinati tutti verso l'alto, occhi castani e scuri. Non appena si accorse che lo guardavo mi vide e si sorprese un po', dopodichè sorrise e allora capii. Aveva dei canini lunghi e affilatissimi. ''Vampiri...?''. Pensai e deglutii rigirandomi con gli occhi sgranati. Mi accorsi che dinanzi a me vi era un altro ragazzo ma strano, aveva la pelle tutta rossa, come il sangue. SI igrò a guardarmi sorridendo. Era pelato, i suoi zigomi molto marcati e due piccole corna giallognole gli spuntavano dalla testa. ''Fantastico, ci manca solo la donna barbuta...''. Pensai ironizzando tra me e me intanto che la fila avanzava ed io con lei. Arrivò il mio turno dove dovetti firmare un'altro foglio, solo allora mi accorsi che la mano mi tremava. Guardai l'uomo, o qualunque cosa quell'individuo fosse, seduto davanti a me che mi fissava, poi firmai e avanzai arrivando in una stanza altissima e molto larga, piena di persone sedute su degli spalti ed un buco quadrato al centro dove c'era una specie di arena all'interno, mentre in cima ai bordi del quadrato, probabilmente per non far uscire le creature, c'erano delle recinzioni in filo spinato molto alte. Un tabellone si ergeva su entrambi i lati, uno dietro di me ed uno all'opposto, solo dopo un po' che li osservai capii che erano megaschermi per le notifiche. Apparirono due immagini. Quella a destra ero io, mentre in mezzo un ''vs'' divideva l'immagine tra me e quella a sinistra che mostrava un orco. ''Evvai...'' Pensai sarcastico guardandomi intorno. Vidi Nat ed Erik che mi fissavano, una sorridente, l'altro impaziente. Qualcuno o qualcosa mi spinse verso un pezzo di bordo che sporgeva probabilmente per permette ai mostri di scendere. Mi spinsero così forte che caddi di sotto. Con una capriola in aria mi rimisi in piedi atterrando e poggiandomi su un ginocchio, alzando lo sguardo per guardare il mio avversario che era già dentro il ring. Magnifico, un orco puzzolente ed alto due metri e mezzo con una mazza chiodata grossa quanto la mia testa e lunga quanto quasi come lui mi aspettava per massacrarmi di legnate. Mi alzai in piedi e lo guardai cominciando a farmela sotto. C'era un casino tale in quel posto che a malapena sentivo i miei pensieri. A quanto sembra, scommetevano anche lì. - Lo ammazzano.- Disse Erik guardando dagli spalti. - Dici...?- Mormorò preoccupata Nat e lui si girò a guardarla con uno sguardo che diceva ''mi prendi in giro?'' aprendo le braccia. - Natasha, lo hai visto quel coso? E' un orco. Ed è immenso. Con una mazza che è il triplo di Drake. Come minimo muore.- Disse sbuffando lui. - E se vince?- Si girò a guardarlo con la testa portandosi le mani vicino alle labbra preoccupata. - Allora può continuare il torneo e se lo vince, è dei nostri, lo sai.- Disse lui fissano me e l'orco. - Si ma, voglio dire, quell'orco non sarebbe una passeggiata nemmeno per te, non possiamo farlo ritirare dopo aver vinto?-. Disse lei guardandolo. - No, non vorrebbe. E' troppo orgoglioso e testardo.- Rispose lui tutto pacato accavallando le gambe e allargando le braccia sui sedili vicini per mettersi comodo. Una sirena somigliante a quelle da stadio diede il via all'incontro e in quel momento seppi davvero cos'era la vera paura. Sgranai gli occhi e quel colosso cominciò ad avanzare verso di me. Minaccioso ed imponente, sembrava fatto di roccia, roccia verde però. Aveva i canini inferiori che gli uscivano dalla bocca tant’erano grandi e terminavano quasi sotto gli occhi. –Ei amico, possiamo parlarne.- Dissi sarcastico intanto che camminavo a lato verso una parete. Lui come pieno di rabbia, emise un verso bestiale e alzò la mazza gigante in aria facendola roteare una volta sopra la testa per poi provare a colpirmi in orizzontale. Sorpreso saltai rimanendo girato verso di lui, contro la parete al mio fianco e poi una volta poggiatoci sopra il piede spiccai un nuovo balzo roteando ed eseguendo un tunnel- flip per poi atterrare in piedi flettendo le gambe e sentire l’enorme botto della mazza contro il muro che venne bucato pesantemente. Sgranai gli occhi guardando la voragine nel muro intanto che il mostro aveva rimesso la mazza sulla propria spalla pronto a colpirmi di nuovo. Feci la stessa azione di prima ma col muro dalla parte opposta e stavolta qualche chiodo impedì al mio nemico di tirare subito fuori la mazza così da farmi guadagnare tempo. Mentre provava a estrarre la sua arma, io cercavo di far comparire la mia senza risultato. – Andiamo!- Esclamai tirando uno strattone col braccio per farla comparire impugnandola. Niente. – Dai!- Provai di nuovo, niente anche stavolta. L’orco ormai stava per liberare la mazza chiodata. –Avanti compari stupida spada!- Urlai facendola apparire impugnandola saldamente e intanto che l’avversario estrasse la mazza provando a colpirmi con un fendente nello stesso istante io mi abbassai schivandolo e sfrecciando gli squarciai lo stomaco. Il pubblico intero mollò un urletto di stupore ed i miei amici sgranarono gli occhi come feci io. - L’ha ucciso…- Mormorò Nat mentre il gigante senza emettere suono faceva due passi indietro. – No.. non è morto se lo portano via in tempo…- Disse Erik mormorando e molto stupito anche lui. Guardai la lama della spada, insanguinata e colante per poi tornare a fissare il mio avversario con la voce strozzata e gli occhi sgranati. Cadde a terra finendomi ai piedi e in quel momento tutto il pubblico si alzò in piedi e urlò, felice, entusiasta di aver avuto un combattimento come lo volevano loro. Qualcuno scese a portare via l’orco disteso a terra e a pulire il sangue rimasto mentre io entrai in un cancello alle mie spalle che mi fece finire in una stanza apparentemente come una sala d’attesa. Mi sedetti su uno dei divani verdi facendo scomparire la spada, molto scosso dopo quel combattimento. – Drake, come stai?- Mi chiese con preoccupazione una voce femminile alla mia destra. Alzai così lo sguardo vedendo Nat sedutami vicino e Erik in piedi davanti a me. – Ho vinto…?- Mormorai incredulo buttando lo sguardo a terra. – Si, questo significa che a quanto sembra mi sbagliavo sul tuo conto. Lo hai abbattuto in un colpo. Pur essendo creature stupide, gli orchi di solito sono resistenti.- Disse lui. – Quindi, posso diventare uno di voi?- Chiesi col fiato corto cercando di riprenderne. – Devi prima finire il torneo.- Si intromise Nat. Annuendo poi esortai con un'altra domanda. – Quand’è il prossimo incontro?-. –Domani, alla stessa ora.- Mi disse Erik. –Possiamo anche andare a casa.- Aggiunse infine imboccando l’uscita. Mi alzai seguendolo e Natasha fece lo stesso, poi salimmo in macchina e ci fermammo davanti casa. – Dai campione, ci si vede domani alla stessa ora.- Disse Nat sorridendo. – Niente ritardi.- Aggiunse Erik infine col suo tono solito senza distogliere lo sguardo dal volante anche se il veicolo era fermo. – Non preoccupatevi, a domani.- Dissi sorridendo e poi scesi mentre loro ripartirono. Guardai l’orologio sul polso. Le sette e mezza. “ Non male.” Pensai entrando in casa. Mio padre stava già dormendo, sfinito dal lavoro. Andai in cucina cominciando a lavare i suoi piatti, dopo quel combattimento mi era passata la fame, così andai in camera una volta finito, decidendo di non cenare per quella sera. Mi misi al pc e cercai di fare più ricerche possibili su ogni creatura che potesse esserci nel torneo. Avevo paura dello sfidante del giorno dopo. Se fosse stato un licantropo? O un vampiro? No, non osavo immaginare. Dopo aver stampato pili di fogli pieni di ricerche e informazioni sulle diverse creature, filai a letto che erano le 2 e mi addormentai subito.
  
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