Eccoci
qui con l'ottavo capitolo. Scusate per il ritardo, ma in questo periodo
ho avuto due esami scritti e devo anche prepararmi gli orali. Ho deciso di fare capitoli più corti perché spesso non so cosa scrivere per allungare e non ho neanche l'ispirazione.
Come al solito, spero che vi piaccia, e ringrazio tutte le persone che seguono questa storia.
Mi scuso per eventuali errori grammaticali. Detto questo, enjoy!
la neve cadeva candida
dal cielo e la guardai, con la bocca aperta e con espressione stupita.
In
lontananza, una figura mi chiamò. Tentai di raggiungerla, ma
continuava a
scappare, fino a rifugiarsi in un locale, chiudendo la porta dietro di
se.
Quando l'aprii, mi trovai davanti uno spettacolo orribile. Il sangue
era
ovunque, così come i corpi delle persone a me care. Ero
arrivata in tempo per
vedere una persona incappucciata passare un coltello sulla sua gola.
Gridai a
squarciagola, cercando di raggiungerla, invano.
Mi alzai a sedere, sconvolta e sudata a causa di quell'incubo. Tremavo ancora e mi guardai attorno, cercando la bottiglia d'acqua ma trovando qualcos'altro.
"Buondì piccola principessa dei succubi. Come va?" Seduta sulla sedia della scrivania c'era Rosaline -o Rose per gli amici - un incubus superiore. "tu, piccola..." feci per alzarmi ma un capogiro mi fece sedere di nuovo. La guardai nei suoi occhi verde scuro, arrabbiata con lei. "Non volevo che avessi un incubo del genere, supponevo che i tuoi poteri lo addolcissero" sbuffai, pensando che aveva ragione. Le mie facoltà da succubo di norma mi proteggeva da quelli degli altri demoni, ma non ero al massimo della mia forma in quel momento. "Da quando sai muoverti tra gli incubi, Rose?"
"Beh, se ti facevi sentire non sarei stata costretta a questo" in quel momento mi reputai fortunata a non aver dormito con Syriene. Non volevo rispondere a troppe domande la domenica mattina. "Diamine, sono le sette. Sai cosa vuol dire 'dormire'? È una bella cosa e molto rilassante" rise e la guardai. Pur avendo un aspetto comune, pensavo sempre che fosse figlia di un incubus e un succubo. I suoi capelli castani erano lunghi abbastanza da far risaltare il suo viso. Le sue labbra rosse sembravano perfette da baciare, mentre il suo sguardo tradiva la sua malizia. "Se vuoi, la prossima volta vengo quando gli altri sono svegli." Mossi una mano, per dirle di lasciar perdere, mentre lei si alzava per sedersi sul letto al mio fianco. "allora, come va con la tua cara coinquilina?" il suo sorriso era eloquente ed arrossii.
"Non abbiamo fatto nulla - dissi, evitando il suo sguardo. - Lei è..." mi zittii, non sapendo che aggettivo usare per descriverla. "Capito, capito, è la classica santarellina. E che dice sul fatto che... ti fai qualcun altro?" scossi la testa, chiedendomi come avrebbe reagito alla notizia.
"Non mi faccio nessun altro, Rose" la sua espressione stupita normalmente mi avrebbe fatto ridere, ma non questa volta. "Sei impazzita?! Lo sai che ti stai facendo solo del male così? IDIOTA!" stava gridando e io la guardai, fredda. "Abbassa la voce, incosciente. Stanno dormendo nelle altre stanze." Si mise una mano tra i capelli, sbuffando e guardandomi.
"Quando smetterai di giocare a fare l'angelo, Adrienne?" Mi chiese, la sua voce che tradiva la rabbia che provava.
"Non sto giocando..."
"Si invece! Stai giocando a fare la dannatissima ragazza pura e fedele quando sei un fottuto succubo!"
"Non capisci che la amo?!"