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Autore: M a r t    09/01/2014    6 recensioni
[raccolta HiroMido] [nonsense] [shonen-ai]
Non so, questa coppia è shippabile(?) e mi ispira tante cose sceme, quindi, sopportatemi.
Sono qui con questa raccolta dove Hiroto si diverterà a rompere le scatole al suo amato Midorikawa, interpretando le pubblicità più sceme e divertenti.
Enjoy c:
Genere: Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jordan/Ryuuji, Xavier/Hiroto
Note: Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Un sorriso enorme e contento faceva bella mostra di sé sul volto candido del rosso, mentre si preparava una tazza di caffè.
Ryuuji si trascinò a forza, seguito da Kariya, verso la cucina chiedendosi quale strano problema avesse suo marito ad alzarsi così di buon umore alle sei di mattina. 
Sbadigliarono all'unisono mentre Hiroto fischiettava cominciando a parlare di una macchina nuova e altre cose che il verde non riuscì a comprendere troppo concentrato a intingere un biscotto al cacao nel caffè-latte che si ritrovava davanti agli occhi troppo stanchi per essere del tutto aperti.
Quella notte non aveva chiuso occhio, preso da una strana e inspiegabile insonnia.
Kiyama continuò il suo discorso contorto e pieno di qualsivoglia particolare, senza essere realmente ascoltato dal verde e dal figlioccio.

Quando quel pomeriggio tornò a casa, si poteva dire che fosse stremato per le interminabili ore di lavoro che aveva dovuto subire. In più, Nagumo aveva fatto confusione e aveva inviato una fattura per un'altra provocando altri danni generali per cercare di rimediare all'errore.
Dannato piromane, ne combinava una più del diavolo, anche involontariamente.

Infilò pacatamente la chiave nella serratura, aprendo la porta solo dopo aver sentito un leggero "click". 
Entrò, la schiena curva e gli occhi socchiusi, e intanto che chiudeva la porta, portò la mano libera davanti alla bocca coprendo uno sbadiglio privo di eleganza.
Sentendo delle voci in salone pensò che forse Hiroto fosse tornato a casa prima di lui, e che probabilmente avesse già preparato la cena.

- Non immagini quanto sia felice! Non mi sono mai sentito così pieno di vita! - la voce entusiasta del rosso lo fece bloccare dopo il primo passo.

- Sono andato lì, all'indirizzo che mi avevano dato ed è stato come trovare il paradiso! - continuò la voce, sempre più eccitata, facendogli corrugare la fronte.
Decise di avvicinarsi al salone, da dove si sentivano le urla euforiche del marito.

- È stata in assoluto la cosa più bella che mi sia mai capitata! Adam è così simile a me! - disse ridendo Kiyama, gli occhi acqua marina brillavano e un sorriso smagliante compariva sul suo volto, mentre la cornetta di colore scuro creava un contrasto con la sua pelle pallida.
Chi era Adam? E cosa intendeva dire per "la cosa più bella che mi sia mai capitata!" ?! 

Per un secondo Midorikawa si sentì svenire, pensando a qualcosa che si rifiutava persino lui di ammettere.
No, non poteva essere come credeva lui.
Ti prego, fa che non sia così.

- Cosa? No, non posso dirlo a Mido-chan. Deve rimanere un segreto, almeno fino ad ora... - continuò l'altro, ignaro della presenza nascosta poco lontano da lui.
Cosa non poteva dirgli? Cosa doveva rimanere segreto?! 
E se... Se veramente Hiroto lo stesse tradendo? 
Il pistacchietto sentiva gli occhi pizzicare, mentre si mordeva freneticamente il labbro.

Entrò nel salone a grandi falcate, spinto da un'innata rabbia e presunzione, facendo voltare il maggiore.
Gli prese il telefono dalle mani, attaccando bruscamente e scagliandolo lontano da loro.
- C-che... Che cosa significa?! Chi è Adam e che significa che non me lo puoi dire e che è un segreto?! - chiese stringendo i pugni.

Prese il rosso per il colletto della camicia azzurra, facendo avvicinare i loro volti.
- Dimmi che vuol dire?! - urlò, per poi scoppiare in lacrime coprendosi gli occhi con le mani, togliendo la presa sulla camicia.
L'altro lo guardò triste, abbracciandolo di slancio, posandogli qualche bacio sulla testa.
Midorikawa non si mosse, troppo debole per potersi dimenare dalla sua stretta, continuando a piangere ininterrottamente sul petto del rosso.

- Adam è una macchina Mido-chan, è quella della Opel di cui ti ho parlato stamattina... - bisbigliò Kiyama, come se ci fosse qualcuno, oltre loro, qualcuno che potesse sentire quel discorso troppo confuso e frettoloso.
- Come hai potuto pensare che ti tradissi..? - chiese dolcemente, sorridendo.
L'altro pianse ancora più forte, stringendosi maggiormente al corpo del maggiore. 

Rimasero ancora un po' così, finché il verde non smise di piangere del tutto.
- Promettimi... P-promettimi che mi amerai sempre. Che non mi lascerai mai da solo... - sussurrò Ryuuji, la voce ancora incrinata per il precedente sfogo, gli occhi rossi e gonfi dalle lacrime.
- Te lo giuro. - rispose convinto l'altro, carezzandogli la schiena.
- Non si giura, Hiroto - lo corresse il minore, sorridendo.



 - E io te lo giuro comunque. - affermò convinto il rosso, cullando ancora un po' Midorikawa, che sorrise ancora di più.














.:Perché le castagne sono buone.

Ok, uccidetemi per il ritardo. *si protegge con scudi e robe varie*Sappiate che mi sono attrezzata, anche perché questo capitolo è un pochino triste -si, un po'-
All'inizio lo volevo fare spiritoso... Ma poi la stanchezza e la mia voglia di depressione momentanea a fatto il suo dovere ed ecco qui il risultato.

Povero Mido-chan, mi spiace c.c
Questo era il penultimo, il prossimo sarà l'ultimo e poi basta. È brutto da dire così, ma sinceramente la mia povera ispirazione se ne sta andando e la storia sarebbe comunque finita al quindicesimo capitolo ngé
Vabbé, io vado perché ho troppo sono ewe



Penso che se avrò vicino ancora il mio caro compagno di banco, diventerò rincoglionita.
   
 
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