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Autore: LauraNellie    10/01/2014    0 recensioni
Vorrei raccontare la mia storia.
Alle superiori non ero nessuno, una ragazza qualunque, cordiale con tutti e gentile, ne troppo carina ma neanche brutta ma ero invisibile. Stavo sempre sulle mie soprattutto in classe, appena possibile ascoltavo musica con l'mp3 e leggevo, ma salutavo e chiacchieravo con tutti se la situazione lo richiedeva, perché di base sono una persona cordiale.
Questo fino alla quarta superiore, li la situazione cominciò a cambiare.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei raccontare la mia storia.
Alle superiori non ero nessuno, una ragazza qualunque, cordiale con tutti e gentile, ne troppo carina ma neanche brutta ma ero invisibile. Stavo sempre sulle mie soprattutto in classe, appena possibile ascoltavo musica con l'mp3 e leggevo ma salutavo e chiacchieravo con tutti se la situazione lo richiedeva, perché di base sono una persona cordiale.
Questo fino alla quarta superiore, li la situazione cominciò a cambiare.
In classe si è sempre scherzato tra di noi o con i prof più simpatici, ma con la quarta diversi ragazzi vennero bocciati e cambiammo molti professori e dopo pochi mesi cominciarono ad aumentare le pressioni per lo studio e le verifiche.
L'atmosfera scherzosa cominciava a farsi sempre più pesante, a volte prendevano di mira uno, a volte un altro, perciò alcuni casi toccava anche a me. Io non ho mai dato corda agli scherzi, sono sempre stata della politica "rispondi con qualcosa di banale così si stuferanno subito", e questo aveva sempre funzionato, però in quell'occasione evidentemente non bastava, passavano i mesi e le battutine scherzose crescevano sempre, supportate anche da alcuni insegnanti di simpatia piuttosto dubbia. Ed ecco arrivare la quinta, l'anno della maturità, tensione alle stelle per tutti.
Le battute e gli scherzi stavano incominciando a diventare insostenibili e la cosa peggiore era che erano approvate da alcuni dei nostri insegnanti: uno di loro, l'insegnate di economia, più di una volta ricordo che prese il mio astuccio, ci schiacciò dentro uno o più cimici (gli insetti, che ovviamente rilasciavano la puzza perché minacciati) per poi lanciarlo e fare canestro nel cestino della spazzatura, ovviamente questo comportamento era poi imitato anche da alcuni miei compagni.
La vittima di scherzi e battute non ero sempre io, questo è vero, però diventavo sempre più gettonata a causa forse di una mia mancanza di polso.
Mi sono sempre ritenuta una ragazza semplice e normale, nulla di che, fino al giorno in cui arrivai in ritardo a lezione di religione; un mio compagno che era sempre abituato a fare battutine su di me cominciò a deridermi, perché io arrivavo a scuola in bicicletta e sarei dovuta essere sempre puntuale e non potevo permettermi di arrivare in ritardo; in quel periodo grazie all'aiuto di persone fidate mi stavo rendendo conto che dovevo controllare di più la situazione, perciò di tanto in tanto rispondevo cercando di riguadagnare il rispetto che lentamente ero andata a perdere. Visto che le mie reazioni, molto ben calcolate e riflessive, non erano previste, i canzonamenti stavano diventando più frequenti e acidi, perché evidentemente gli altri vedevano in me una sfida, era come se volessero essere i più forti.
Perciò in quell'occasione risposi che non era suo compito dirmi se potevo o non potevo essere in ritardo ma aspettava all'insegnate, ricevetti ovviamente alcune rispostacce e varie prese in giro anche dalla classe e l'insegnate mi mandò a sedere dicendo che effettivamente non avevo diritto di arrivare tardi proprio perché abitavo a qualche km dalla scuola (corretto).
Quella volta mi sentii male, ricordo di aver risposto particolarmente in malomodo, soprattutto nei confronti dell'insegnate, perché anche se non rivolto a lei, avevo alzato troppo la voce (cosa che non faccio mai), perciò finita la lezione andai a scusarmi con questa professoressa, dicendo che non ne potevo più di questi atteggiamenti da parte dei miei compagni di classe e che con calma andavano fermati. Ero commossa e ricordo bene che mi disse:
«Accade sempre in una classe con ragazzi adolescenti che se la prendano con un individuo "diverso" da come sono loro, perché ciò che non è convenzionale è difficile da accettare e da controllare.»
Ricordo di esserci rimasta stupita e pensierosa per un po' di tempo, credevo di essere uguale a tutti, una ragazza invisibile ma come le altre, poi mi resi conto che mi trovavano diversa perché ero l'unica persona a non portare un etichetta: non avevo ancora mai avuto un ragazzo, ero studiosa ma se si presentava l'occasione per una marina non dicevo di no, ascoltavo gli ABBA e la disco music, ma appena si presentava l'opportunità di ballare qualsiasi genere di musica scendevo in pista, non ero una frequentatrice abituale di locali, ma se mi trovavo in giro ero con una compagnia di ragazzi di 25/30 anni, ero troppo appassionata di informatica e marinavo la scuola pur di andare alle fiere dell'elettronica, ed ero una delle poche persone che davvero comprendeva la logica della programmazione informatica.
In classe non stavo da nessuna parte e in nessun gruppetto, non ero ne nerd, ne fighetta, ne secchiona, ne scontrosa, ne timida, ne sfigata, ne bella ne brutta. Era tutto un insieme, io ero me stessa, ma in quella situazione avrei dovuto possedere un etichetta.
Allorché mi sono detta:
«Visto che sono etichettata come quella "strana", allora non ho motivo di non fare cosa sento mi piace e mi appassiona di più.»
Così ho scoperto e dato sfogo ad un sacco di belle e nuove passioni, ho cominciato a vedere cosa d'avvero c'era di bello nel mondo e mi sono letteralmente lasciata andare. Da allora sono alla ricerca di fare cose particolari, voglio davvero provare tutto ciò che di anti conformista riesco a trovare, ho pure composto una lista delle 100 cose più strane che ho fatto o mi sono capitate fino ad ora; probabilmente non sarò così diversa, ho tante passioni molto comuni, quello che forse mi rende differente è che sono conglobate tutte insieme. Il 31 dicembre, per esempio, per festeggiare capodanno sono stata a ben 2 concerti, il pomeriggio sono andata da sola a teatro per ascoltare un magnifico concerto di musica classica, ero il lacrime quando nel finale hanno inserito uno dei miei brani preferiti che non si trovava in scaletta, l'ho apprezzato come nessun altra cosa. La sera per festeggiare il nuovo anno, sono andata in un locale dove si ballava e si ascoltava house e commerciale e successivamente ha suonato una band, mi sono divertita moltissimo a scatenarmi in pista. Il giorno dopo ero emozionantissima perché in tv avrebbero trasmesso il concerto di capodanno in diretta dalla Fenice di Venezia (che ho visto pure in replica la sera) e il mio amatissimo concerto di Vienna.
Giuro, me lo sono chiesta, se esiste davvero qualcuno che apprezza come me questi due generi così differenti tra loro.
Con questo non voglio dire che voglio a tutti i costi sentirmi diversa dagli altri, per sentirmi migliore di tutti, ma è una "scusa" che mi ha aiutato tanto, per raggiungere le mie passioni. E' come dare un'esistenza alla mia identità come persona.
Devo molto alla mia adolescenza, mi ha insegnato tante cose e trovo che se una persona preferisce sentirsi diversa allora questo è ciò che è meglio, può rincorrere le sue passioni senza temere il giudizio altrui; magari è la persona più comune di questa terra, ma questa "giustificazione" può davvero aiutare a crescere e a essere te stesso.
  
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