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Autore: Nimel17    10/01/2014    9 recensioni
Un re fa un accordo con una potente creatura ma poi, disgustato dalla magia nera, esilia il mago, che giura di prendersi tutto quello cui il sovrano tiene. Molti anni più tardi, la principessa ed erede del regno non sa cosa l'attende sulla strada dentro la foresta per tornare a casa dopo la sua festa di fidanzamento e non sa che non tutto è quello che sembra. E che sarà lei a farne le spese.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nonostante quello che aveva detto a Belle, Rumpelstiltskin era dubbioso. È vero che talvolta qualcuno veniva di persona a fare un patto con lui, ma nella maggior parte dei casi lui veniva invocato.

Quando aprì la porta, si trovò davanti un giovane cavaliere dall’armatura scintillante, con un mantello di velluto purpureo, capelli e occhi scuri e un’aria molto, molto arrogante. Troppo, per i suoi gusti.

“Io sono il principe Gaston, bestia, e sono venuto a riprendermi la mia promessa…”

Rumpelstiltskin roteò gli occhi e schioccò le dita. Ora, al posto dello stolto, c’era una bellissima rosa rossa dal gambo lungo. 

“Credimi, dearie, sei molto più utile così. Persino tua madre concorderebbe con me.”

Senza contare che a Belle sarebbe piaciuto molto quel dono.

Ritornò da lei nascondendo la rosa dietro la schiena, poi gliela porse.

Ora la ragazza si era completamente ristabilita, e il sole le faceva brillare i riccioli intorno al viso. Pur sapendo che a lei dispiaceva, non potè trattenere un moto di orgoglio nel vedere l’anello al suo dito. Era vero che Belle non si era mossa d’un passo sulle sue intenzioni, ma confidava che, prima o poi, si sarebbe ammorbidita e avrebbe potuto essere felice.

Anche lo stelo tagliato della rosa gli diede un certo piacere e fu tentato per un istante di annullare il suo incantesimo, solo per verificare cosa la principessa gli avesse esattamente tagliato.

Ma non voleva essere troppo ottimista.

“Vi restituirò la vostra domanda, se mi date qualcosa per togliermi questo dolore dal cuore.”

La sua affermazione lo prese alla sprovvista. Gli era vicina.. troppo vicina. Lo aveva afferrato gentilmente per il braccio e lo stava fissando con i suoi occhi imploranti. 

“Di cosa stai parlando, dearie?”

Belle sospirò e lui quasi acconsentì. Non voleva udirlo mai più.

“Più ripenso a quello che ho visto in quello specchio, più non posso fare a meno di concludere che mio padre sarà presto, se non lo è già, un burattino di Regina. Presto non mi cercherà più…”

“Sono certo che non sia vero.”

“C’è un modo per verificarlo?”

Silenziosamente, lui le porse un altro specchio, simile a quello che lei aveva infranto, e anche questa volta lei tenne per sé la visione. 

Tuttavia, Rumpelstiltskin poteva leggerla come un libro aperto: gli occhi umidi, spenti, e le labbra tremanti, non indicavano nulla di buono.

“Come pensavo. Si è arreso. Sta discutendo con Regina un altro modo per unire i due regni.”

La ragazza gli si buttò tra le braccia, ma non pianse. Lui la strinse, sentendo il cuore di lei battere molto forte, oppure era il suo. Era come tenere in mano un piccolo, fragile uccellino.

“Ti prego, Rumpelstiltskin, fate passare il dolore.”

“Non posso, dearie.”

“Sì che potete. Non c’è una pozione… che mi faccia dimenticare?”

“No.”

Non era stato convincente, lo sapeva. Ma non poteva sopportare di vederle sottratta la sua bontà, la sua gentilezza.

“State  mentendo.”

“Non posso dartela, Belle. La magia ha sempre un prezzo e per voi è troppo alto.”

Lei gli si avvicinò di più.

“Vi prego.”

Rumpelstiltskin scosse la testa e cercò di resistere.

“Passerà, dearie. Farò il possibile… ma non in questo modo.”

Belle non potè fare a meno di annuire, sul viso un’espressione di sconfitta che gli strinse il cuore.

Voleva prometterle che le avrebbe fatto dimenticare il suo dolore rendendola felice, così felice che non le sarebbe più importato di quello che faceva quell’essere indegno d’esser chiamato padre, ma non avrebbe certo reagito bene. 

E lui… non poteva rinunciare alla sua vendetta, non ora che Maurice doveva pagare anche per aver fatto soffrire Belle. 

“Dearie… se volessi, posso portarti subito in quel mondo in bianco e nero. Saresti un bellissimo bagliore di luce in quell’oceano di oscurità.”

“No. No, grazie, non me la sento.”

La principessa tentò di sorridere e si lisciò qualche piega della gonna. 

“Forse sono troppo pessimista e mio padre non ha smesso di cercarmi. Probabilmente stava solo cercando un modo per tenere stabile il regno mentre sono qui.”
Rumpelstiltskin lo riteneva altamente improbabile, ma avrebbe fatto qualunque cosa per distoglierla da quell’idea.

“E perché mai il tuo regno sarebbe perso senza di te?”

“Mio padre non ha mai avuto abilità per il commercio o le finanze. Mi occupavo io con il Consiglio delle risorse del regno.”

“Non stento a crederlo, dearie, ma ti prego, soddisfa una mia curiosità: perché scegliere un’alleanza proprio con il regno di Regina? È piuttosto distante e non è poi così potente.”

“Non ne ho idea. In realtà, siamo comunque io e mio padre che guadagniamo da  questo accordo.”

“Allora cos’ha spinto la regina ad allearsi con voi? Non fa nulla senza motivo.”

“Ho sempre creduto che lei e mio padre avessero stabilito qualcosa…”

“Non ne sono del tutto certo.”

Belle si morse il labbro inferiore e lui stette immobile a fissare con occhi socchiusi la finestra. Regina non era il tipo che di solito accettasse condizioni svantaggiose, ma conosceva il castello di Maurice come le sue tasche, anche dopo vent’anni, ed era sicuro che non avesse nulla di magico che potesse apparire interessante a Sua Maestà. 

“Dimmi, dearie, tuo padre ti ha mai parlato di una donna di nome Cora?”

Silenziosamente, pregò che lei negasse. Se c’entrava Cora, Belle si trovava tra due fuochi incrociati estremamente pericolosi.

“No… non ho mai sentito questo nome. Chi è?”

“Nessuno che ti riguardi, al momento.”

La ragazza apparve meditabonda, poi si tormentò una ciocca di capelli, attorcigliandosela attorno al dito.

“Cioè… ho sentito questo nome, ma non da mio padre.”

Rumpelstiltskin s’irrigidì.

“E da chi? È una donna pericolosa, dearie.”

“Da un’altra principessa mia amica d’infanzia, che però è stata accusata di tradimento dalla matrigna e non ne ho più sentito parlare.”

Lui schioccò le dita, sorridendo. Era sollevato che non si trattasse della sua antica fiamma, ma l’ossessione di Regina rendeva comunque spinosa la situazione.

“Immagino che il suo nome fosse Biancaneve, vero?”

Belle annuì, sorpresa.

“Non c’è da meravigliarsi, mia cara, che il tuo regno sia stato preso di mira così sottilmente dalla regina… che era la matrigna della tua amica.”

La principessa aggrottò le sopracciglia.

“Ma non si dovrebbe sapere? Voglio dire, di solito i legami reali sono noti tra regnanti.”

“Probabilmente Regina ha messo le mani su qualche documento… o ha fatto un incantesimo.”

“Quindi, anche Biancaneve è in pericolo, ora che Regina ha completamente plagiato mio padre.”

Rumpelstiltskin si stiracchiò.

“Non è di lei che ti devi preoccupare ora, dearie. O hai dimenticato d’essere preda del Signore Oscuro?”

Belle gli lanciò un’occhiataccia.

“Mi è impossibile dimenticarlo, per colpa di questo anello.”

“Perché non lo togli allora?”

“Sapete bene che non ci riesco!”

Lui rise, agitando le dita le une contro le altre.

“Che sbadato da parte mia dimenticarlo!”

“Perché non dimostrate la mia supposizione, che non siete un mostro, e me lo togliete voi?”

“Forse perché sono un mostro, a dispetto delle tue sciocche idee utopiche.”

“È per questo che coprite tutti gli specchi?”

Lo stava fissando con un’intensità allarmante, così Rumpelstiltskin le andò vicino e l’ammonì scherzosamente.

“Affatto! Ti raccomando di tenerli anche tu sempre coperti… regine inopportune potrebbero spiarti attraverso di essi.”

Belle si coprì la bocca con la mano.

“State dicendo che Regina può spiarmi?”

“Certamente.”

“Come?”

“Dimmi, dearie, conosci il caro Sidney?”

“Sì, ma…”

“La regina l’ha reputato troppo simpatizzante per la tua indipendenza, così l’ha intrappolato dentro uno specchio.”

Le ricaddero le spalle e la sua espressione era di orrore puro.

“Come potrebbe qualcuno fare una cosa simile?”

Lui osò sfiorarle la mano e trattenne il respiro quando lei la afferrò inconsapevolmente.

“Semplice. Sidney la ama, lei no.”

Stettero in silenzio per qualche minuto, poi Belle sembrò prendere coraggio.

“Vi è mai capitato?”

“D’essere intrappolato in uno specchio? No, non ancora, perlomeno.”

Lei arrossì.

“No, intendevo… siete mai stato innamorato e amato?”

Rumpelstiltskin strinse le labbra. Una volta, tempo addietro, lo aveva creduto… 

I brevi ricordi del tempo passato con Cora lo turbarono, così si alzò e arrivò dietro le spalle della principessa, cingendole la vita e appoggiando la guancia ai soffici riccioli.

“Sai, dearie… sono un uomo difficile da amare.”

La sentì tremare appena e, soddisfatto, indugiò ancora un istante nel respirare il suo profumo, per poi staccarsi a malincuore da lei.

Doveva riprendere il controllo. Per un attimo, considerò l’ipotesi di rinunciare alla vendetta e di lasciarla libera, per liberarsi dalla dipendenza dal suo tocco, dai suoi sorrisi. Sarebbe stato libero anche lui.

Poi la vide allontanarsi verso un libro lasciato sulla poltrona e seppe che ormai era troppo tardi.

I momenti trascorsi insieme l’avrebbero tormentato, facendogliela vedere in ogni stanza vuota, in modo assai peggiore rispetto al primo periodo di dolore dopo l’abbandono di Cora.

Se l’avesse lasciata libera, non l’avrebbe più vista accoccolarsi a leggere, i capelli davanti al viso, e non avrebbe più avuto con sé i suoi occhi, così chiari e luminosi quando era serena, o profondi e turbolenti come il mare agitati dai venti quando era in collera o triste.

 “Vi sentite bene?”

Lui si riscosse e fece un pallido sorriso.

“Naturale, dearie.”

La vide esitare e colse la palla al balzo.

“Qualcosa che vorresti, dearie?”

“Mi… mi portereste ancora ad Atlantica? È così bello laggiù… potrei fingere che le ultime ore non siano mai accadute.”

Rumpelstiltskin stava per dire che erano appena tornati da lì, ma vedere tremare il labbro inferiore e gli occhi inumidirsi fu troppo per lui.

“Perché no? Potrei…”

“Vorrei stare un po’ con Ariel, conoscerla meglio. Lei… lei può consigliarmi.”

Il Signore Oscuro riflettè, combattendo contro il suo primo istinto di rifiutarsi di separarsi da lei. La principessa sirena sapeva che era meglio non farlo arrabbiare, e sapeva che Belle era una persona piuttosto sensata.

La fanciulla sembrò capire i suoi dubbi.

“Non per molto, anche solo un’ora… vi prego.”

Lui si arrese.

“Molto bene, dearie. Un’ora, non un minuto di più, e ci sono delle regola cui ti dovrai attenere.”

“Dimmi.”

“Non dovrai avvicinare la strega del mare, Ursula.”

“Benissimo.”

“Non devi metterti in pericolo.”

“Non ne ho intenzione.”

“Non provare a scappare.”

“Pensavo vi fidaste di me.”

“Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.”

Rumpelstiltskin aprì la sua teca piena di oggetti magici e le porse un bracciale.

“Questo gingillo ti trasformerà in sirena per un’ora. Quando si avvicina lo scadere del tempo, basta che pronunci il mio nome e non occorrerà nuotare in superficie, perché ti trasporterò qui con la magia. Chiamami anche se ti troverai in difficoltà.”

“Lo prometto.”

Grazie alla magia, si ritrovarono sulla spiaggia illuminata dalla luce della luna. Gli si strinse il cuore al vederla lì, con i capelli semi sciolti, pallida, sembrava una creatura di un’altra dimensione. 

“Belle…”

Prima che lui potesse dire altro, lei lo abbracciò, ma non come aveva fatto prima. Lo teneva stretto, le mani tra i capelli e la sua bocca sfiorava la sua guancia.

“Grazie, Rumpelstiltskin.”

La guardò camminare nell’acqua fino a scomparire, e quando la perse di vista si sentì in preda ad un’agitazione intensa. Perché all’improvviso gli sembrava che qualcosa di orrendo dovesse accadere? Se le fosse successo qualcosa…

Rumpelstiltskin…

Era una voce femminile che lo stava invocando, ma non Belle. 

Io ti invoco, Oscuro Signore.

Beh, doveva pur occupare l’ora in qualche modo.  Non era preparato, però, al luogo che lo accolse. Era circondato esclusivamente da neve e ghiaccio, senza contare il freddo penetrante che colpiva le ossa come pugnali acuminati. Fortunatamente, la magia gli impediva di soffrire troppo, ma.. l’ultima volta che aveva controllato, ad Arendelle non era piena estate?

“Chiedo scusa per la temperatura. Il freddo non mi ha mai disturbata molto.”

Una bella donna dai lunghi capelli biondo argentei, occhi verdi e vestita di bianco se ne stava ferma al centro del salone e giocherellava nervosamente con la treccia.

“Questo lo vedo, dearie. Come ti chiami?”

“Sono la regina Elsa.”

“Nessuno mi chiama senza avere un patto in mente, soprattutto…”

“Soprattutto?”

Lui non rispose e le girò intorno due volte, il mento tra le mani. Dentro di sé, era felice perché si sentiva come prima di conoscere Belle, il Signore Oscuro, l’amante degli accordi.

“So riconoscere a prima vista un’anima disperata.”

La regina rabbrividì, e non per il gelo. Rumpelstiltskin sorrise soddisfatto.

“Avete ragione… sono disperata. Vedete, sin da piccola, io ho un grande potere…”

L’interesse del Signore Oscuro si acuì e la guardò meglio, cercando di leggerle dentro. La fanciulla creò dei fiocchi di neve e delle statue di ghiaccio senza alcuno sforzo e lui capì subito quale fosse il suo potere. Si diede dello stupido per non averlo intuito prima.

“Quando io e mia sorella eravamo piccole, rischiai di ucciderla, colpendola per sbaglio con la mia magia. Fu fortunata a salvarsi… da allora, per non ferire qualcuno, sono stata chiusa nelle mie stanze…”

Rumpelstiltskin schioccò la lingua, scuotendo la testa.

“Questo non va affatto. Reprimere la magia è pericoloso, dearie… immagino che ci sia stata un’esplosione, in un particolare momento di tensione.”

Elsa annuì.

“Ora ho condannato Arendelle ad un ghiaccio eterno.”

Lui si guardò intorno, abbozzando un sorriso ironico.

“Oh, non saprei… il paesaggio è bello, certo avrete molti visitatori dalle zone calde…”

“Vi prego, dovete aiutarmi! So che lo farete, ditemi il prezzo che esigete!”

“Come posso dirvelo, se non so cosa volete esattamente da me?”

“Toglietemi questo potere!”

“Impossibile, dearie, ce l’hai dalla nascita. Fa parte di te.”

“Riportate Arendelle com’era, allora!”

“Ne sei sicura? Il tuo… exploit potrebbe ripetersi.”

La giovane regina sospirò di frustrazione e iniziò a nevicare un po’ più velocemente. Rumpelstiltskin si sfregò le mani, deliziato da quell’imprevisto turno di eventi. 

“Voglio che mi insegnate come dominare il mio potere.”

“Ora ci siamo! Una richiesta molto sensata.”

“So che con voi non è niente per niente. Cosa volete?”

Lui riflettè attentamente. Non aveva bisogno di nulla, in verità. Non aveva mai avuto legami con le Isole del Nord, troppo al di fuori della Foresta Incantata e riteneva improbabile di doverci tornare.

Stava per proporre il solito favore futuro, quando gli venne in mente Belle. 

“Una rosa di ghiaccio che non si sciolga mai. Sei in grado di farla, dearie?”

“Penso di sì.”

“Abbiamo un accordo, allora.”

Elsa gli diede una magnifica rosa, che rifletteva alla luce bagliori rosati e celesti. Soddisfatto, Rumpelstiltskin le disse:

“Il segreto per dominare la magia è concentrarsi su emozioni come l’amore, l’affetto… devi  lasciare da parte la paura, o spingerla verso la protezione dei tuoi  cari.”

“Posso farlo.”

Lui s’inchinò, e con un gesto della mano fece comparire il contratto con la penna d’oca.

“Abbiamo un accordo, dearie.”

La regina lesse e firmò rapidamente, gli occhi accesi di speranza.

“A cosa vi serve la rosa?”

Rumpelstiltskin s’irrigidì.

“Non penso siano affari tuoi.”

“Chiedo scusa… spero che le piaccia, chiunque sia.”

“Questo non intaccherà il patto, dearie, non temere.”

Scomparve in una nuvola violastra per non essere ancora oggetto di domande. Per Zoso il suo predecessore, se si veniva a sapere in giro che il Signore Oscuro corteggiava la sua prigioniera come un principe azzurro innamorato, era la sua fine.

Controllò l’orologio. Non gli sembrava fosse ancora passata l’ora, ma con la magia non si poteva mai sapere. 

Mancava ancora una ventina di minuti.

“Rumpelstiltskin.”

Lui sobbalzò alla voce di Belle. Gli sembrava diversa rispetto al solito, più leggera e fredda.

“Come hai fatto a risalire in superficie senza di me, dearie?”

Temeva la risposta. Solo la magia avrebbe potuto aiutarla, e ce n’era solo una in fondo al mare che avrebbe osato usarla.

Si avvicinò tremante di rabbia e la trasportò con sé al castello, stringendole il braccio così forte che probabilmente le avrebbe lasciato dei segni.

“Ti avevo detto di non avvicinarti ad Ursula!”

“In realtà, è stata lei ad avvicinarsi a me. Ho rispettato il nostro patto.”

Lei sorrise fredda, e fu come se qualcuno gli avesse impedito di respirare… non in modo piacevole. Quello non era il suo sorriso dolce, caldo e confortante. 

“Cosa ti ha fatto? COSA TI HA FATTO?”

“Niente che non le avessi chiesto.”

Lui arretrò, in preda al panico. Belle avanzò seguendolo e lo afferrò per le spalle.

“Tu ti eri rifiutato di farmi dimenticare… lei mi ha dato una pozione che avrebbe posto fine alla mia sofferenza! Non ricordo nemmeno cosa mi avesse fatto mio padre per causarmi tanto dolore!”

Rumpelstiltskin si appoggiò al muro e lei appoggiò la testa sul suo petto.

“Qual era il prezzo?”

“Che ti dicessi tutto.”

Quella strega sapeva che avrebbe sofferto l’inferno a vedere Belle cambiata così.

“Lasciami.”

Lei sollevò un sopracciglio e sorrise.

“Se non sbaglio, volevi vendicarti di mio padre.”

Belle alzò il capo e lo baciò, buttandogli le braccia dietro la nuca per tenerlo vicino a sé. Lui sgranò gli occhi, ma li richiuse subito, disprezzandosi per circondarle la schiena con le braccia e aprirle piano la bocca,  perdendo quasi il controllo quando lei gli morse il labbro inferiore.

Era da troppo tempo che desiderava sapere se quelle labbra erano soffici come sembravano, se la sua pelle sapeva di vaniglia e primavera come profumava. 

Ma quella non era Belle… era una misera sosia, vuota di tutte le qualità che lo avevano attratto verso di lei, ad eccezione della bellezza e probabilmente della sua mente arguta.

Si staccò.

Doveva pensare, e restare vicino a lei non avrebbe semplificato il processo.

Il discreto bussare alla porta lo salvò dallo scegliere tra le facoltà razionali o fare qualcosa di orribile alla sua Belle. 

Sorrise malizioso e le baciò le mani.

“Torno subito, tesoro mio.”

Lei rispecchiò il suo sorriso.

“Ti aspetterò qui.. padrone.”

Rumpelstiltskin si prese la testa tra le mani, tentando di recuperare la sua lucidità. La rosa tenuta ancora nella tasca del mantello sembrava pesare come un troll.

Come aveva potuto essere così idiota da non capire le sue intenzioni?

E poi diceva di essere un maestro nel riconoscere un’anima disperata! Aveva rovinato tutto.

Aprì il portone, ma fuori non c’era nessuno.

Corrugò le sopracciglia e richiuse la porta, percependo qualcosa di strano nell’aria. 

Si voltò per tornare nel salone, ma si bloccò subito. 

“Buonasera, maestro.”

Per mille Fate Turchine fastidiose, qualcuno ce l’aveva con lui quella sera, dall’Inferno o dal Cielo.

“Cora.”

La sua antica allieva e amante avanzò sorridendo e raggiunse un punto più luminoso della stanza.

Gli anni erano stati clementi con lei: aveva poche rughe, i capelli castani erano acconciati in boccoli sottili fermati da una tiara di zaffiri, gli occhi scuri brillanti come tanto tempo prima.

Tuttavia, Rumpelstiltskin notò che non provava assolutamente niente nel rivederla.

“Ho paura di aver bisogno del tuo aiuto, Rumpel. T’interesserebbe stringere un patto?”

“Se vuoi un paio di catene per legarti e buttarti in fondo al mare e un aiuto per rimanere giù, sarò lieto di farlo senza prezzi da pagare, dearie.”

Cora gettò la testa all’indietro e rise di cuore.

“E così il coccodrillo minaccia il suo uccellino.”

“Cosa vuoi, Cora? Pensavo fossi soddisfatta del Paese delle Meraviglie. Hai già esaurito i cuori da collezionare?”

“Si tratta di Regina.”

Lui roteò gli occhi. Ovviamente.

“Lasciami indovinare, non ti ha ancora perdonata per avere ucciso il suo Vero Amore e vuole il tuo cuore su un vassoio d’argento?”

La donna strinse le labbra.

“Le ho fatto un favore. L’amore è debolezza, e quel Daniel.. non era niente. Ad ogni modo, non è tanto questo che mi dà pensiero. Sono abituata a gestire mia figlia.”

“Chi ti preoccupa, allora?”

“L’uomo che ha assunto per eliminarmi. Particolarmente legato a re Maurice, così mi dicono.”

Rumpelstiltskin strinse gli occhi.

“Frollo. Quel clerico da strapazzo..”

Cora gli coprì la mano con la sua, e per la prima volta da anni rivide la donna seria che gli aveva chiesto di insegnarle la magia.

“Voglio assicurarmi che tu sia al mio fianco quando ci sarà da combattere. Regina ha scelto con chi allearsi. Io ho scelto. Tu?”

Per quanto un’alleanza con Cora lo riempisse di diffidenza e sospetto, l’alternativa era Regina, che probabilmente avrebbe fatto uccidere Belle, visto che il matrimonio non era più possibile.

Come se gli avesse letto nel pensiero, la donna gli strinse la mano con forza.

“So della tua vendetta. So che hai la figlia del re… e che devi esserti affezionato in qualche modo a lei, o l’avresti già usata da tempo. Sappi che se mia figlia e quell’essere vinceranno, la ragazza verrà purificata con frustate e fuoco per essere stata contaminata dal Signore Oscuro, e poi bruciata viva.”

Al solo pensiero Rumpelstiltskin vide rosso. Piuttosto che lasciare avvicinare qualcuno alla sua Belle avrebbe ridotto tutti in polvere.

Cora sorrise.

“Ora ti riconosco. Hai sempre avuto un debole per le damigelle in difficoltà, vero?”

“Abbiamo un accordo.”

L’altra si strinse le spalle, allargando ancora di più il suo sorriso.

“Immagino di non doverti nemmeno chiedere di suggellare il patto come eravamo soliti fare, visto che sei così preso dalla principessina.”

Le porte si aprirono al suo passaggio per lasciarla passare.

“Cora!”

Lei si voltò sorpresa.

“Ci hai ripensato?”

“Avresti… un controincantesimo per chi ha preso la pozione per dimenticare qualcuno di caro?”

Cora scosse la testa.

“So solo quello che tu mi hai insegnato, maestro. Immagino che c’entri la tua prigioniera, ma non voglio sapere la confusione che possa essere successa. C’è solo una cosa che possa spezzare ogni maledizione, lo sai anche tu.”

“Il bacio del Vero Amore.”

“Tuttavia, che prima provasse qualcosa per te o no, come farà a ricordare come amare se non si ricorda di se stessa?”

Gli occhi di Rumpelstiltskin si accesero.

Non sentì nemmeno la donna che se ne andava, preso com’era dal pianificare le sue prossime mosse.

Era vero, Belle non ricordava… ma poteva, doveva farla innamorare di sé.

E quando fosse successo, l’avrebbe fatta tornare come prima.

Gemette dentro di sé.

Devi solo farla innamorare. Una cosa da niente, Rumpelstiltskin, vero?

Era l’unico modo… un tentativo non avrebbe fatto male a nessuno.

Tornò nel salone, le mani dietro la schiena.

Belle era seduta sulla tavola e lo guardava di sbieco.

“Chi era quella? Cercava il manico di scopa per tornare a casa?”

Lui fece una risatina acuta.

“Gelosa, dearie? E io che ti ho portato un regalo.”

Le porse la rosa di cristallo.

“Un’altra rosa?”

“Questa è speciale. Non si scioglierà mai. E poi… ho pensato fosse appropriata.”

“Per cosa?”

“Per la nuova te, ovviamente. Hai fatto un grande cambiamento, anche se forse non ne sei del tutto consapevole.”

Lei sorrise, gli occhi calcolatori. Prese la rosa e l’appoggiò sul tavolo accanto a sé.

“Vieni?”

Rumpelstiltskin sciolse il nastro che le teneva legati i capelli e affondò le dita nei suoi riccioli, poi avvicinò la bocca a quella di lei, per poi deviare all’ultimo momento verso l’orecchio.

“Se non sbaglio, stavamo parlando di vendetta, mia Belle…”

Percepì un brivido e sorrise soddisfatto.

Era sulla strada giusta.

“Ti aiuterò a vendicarti di mio padre, Rumpelstiltskin… e poi staremo insieme per sempre.”

“Per sempre, Belle.”

Lei gli sfiorò il collo con le dita, mordendosi le labbra.

“Sai, stavo pensando… Belle non mi appartiene più, come nome.”

Segretamente, ne fu sollevato. Era più facile considerarle due persone separate se avevano nomi diversi.

“Che ne dici, dearie, di… Odile?”

 

 

Angolo dell’autrice: ta daaaaa! Sono viva! Forse per poco se a qualcuno non piacerà la nuova Belle - Odile, ma vi prego di ricordare che io tifo per il Twuee Luv, per il fluff, e tutto si risolverà!

  

 

 

 

  
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