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(attendere
il verdetto della giuria)
“Ciao.”
“Ciao… Harm.”
Credevo d’essere preparato ad
incontrarti. Invece sento la tua gola che si chiude per l’emozione nel
saperti
lì, dentro di me… oppure è il tuo corpo che reagisce così, in questo
modo, al
mio?
Me lo domando, poiché sento anche
un languore al basso ventre, un’indefinibile sensazione di eccitazione
che
parte dal centro del tuo essere e si propaga ovunque…
Più o meno quello che ricordo
accadere a me quando ti sono vicino… e ultimamente queste sensazioni
erano
aumentate a dismisura… non riuscivo più neppure a guardarti da lontano,
né
pensare a te, senza sentire un languido desiderio invadermi
completamente.
Avevo imparato a convivere con certe sensazioni, che mi regalavano ogni
giorno
un sottile e struggente rimpianto per quello che sarebbe potuto essere.
Scoprire dentro di te sensazioni
simili alle mie mi lascia confuso.
Oh, se solo fosse vero! Se fossi
davvero tu a desiderarmi allo stesso modo in cui io desidero te.
Come faccio a capirlo?
E’ il mio io a trasmettere al tuo
corpo queste sensazioni, oppure viceversa?
“Come stai? Come hai viaggiato?”
La tua voce è emozionata, bassa, roca, mentre ti domando come ti senti.
E’ strano vedere me stesso e
sapere che dentro ci sei tu.
Credo che lo stesso valga per te.
I miei occhi scrutano la tua
immagine e poi li osservo inumidirsi di lacrime…
anche per te l’emozione deve essere intensa.
Realizzo d’aver istintivamente
sollevato la tua mano verso il mio volto e, col pollice, asciugato una
lacrima
che scivolava sul mio stesso viso… se una telecamera riprendesse questa
scena e
la proiettasse in contemporanea a diverse altre, idealmente girate nel
corso degli anni,
quando ho compiuto lo stesso gesto istintivo non appena vedevo i tuoi
occhi
riempirsi di lacrime, si vedrebbe una scena con gli stessi personaggi,
con le
stesse emozioni, ma svolgersi all’esatto contrario.
Eppure noi due sappiamo perfettamente
che non è così.
“Sto bene, Harm.”
Cerchi di rassicurarmi, ma è
stranissimo sentire la mia voce incerta, emozionata.
Provo a portare il discorso su
qualcosa di più neutro.
“Com’è andata con la Parker?”
“Voleva venire a letto con te.”
Dev’esserti sfuggito, perché immediatamente
fai un mezzo sorriso e poi distogli lo sguardo, allo stesso modo in cui
lo
faccio sempre io. O almeno credo.
“Non mi dire… e da cosa lo hai
capito?” Cerco di buttarla sullo scherzo.
“Ti ha baciato.”
“E…?”
“E, a quanto pareva, tu gradivi.”
Ho davvero quest’aria ridicola quando
sono geloso?
“Cosa te lo ha fatto pensare?” ti
domando con un sorriso. Mi piace saperti gelosa.
“Ricordi ancora cosa succede al tuo
corpo quando baci una donna?”
“Dipende dalla donna…”
“Melinda Parker è molto bella”.
“Mai quanto te”.
Ti guardo negli occhi,
intensamente, mentre te lo dico. Sto guardando me stesso, ma è solo
l’involucro
esterno. Io, in questo momento, sto parlando a te, alla tua anima e la
raggiungo guardando attraverso i tuoi occhi fin dentro ai miei.
Per alcuni istanti restiamo in
silenzio, gli sguardi incatenati. Poi spezzo l’incantesimo, perché mi
accorgo
che sei troppo turbata. Voglio procedere con calma.
“Anche tu, comunque, gradisci
parecchio i baci di Webb…” butto lì, per saggiare la tua reazione.
“Ti ha baciato?”
“No… come hai detto tu stessa, lui
baciava te. E a te piaceva”.
“Da cosa lo hai capito?”
“Ricordi ancora cosa succede al
tuo corpo quando baci un uomo?” ti provoco con la tua stessa domanda.
“Dipende dall’uomo…”
A quanto pare vuoi stare al gioco.
“Non ti dirò mai che Webb è bello,
se è questo che vuoi sentirmi dire! Anzi, continuo a non capire cosa
trovi in
lui. Ma il tuo corpo rispondeva entusiasta”.
“Mai come quando mi baciasti tu…”
Mi stai provocando, vero?
I miei occhi guardano attraverso i
tuoi e giungono a me, fino a toccare la mia anima…
Cosa vuoi, Mac? Cosa desideri?
“Davvero?”
Non riesco ad evitare di
chiedertelo.
La tua risposta mi tenta molto…
***
La mia mente
interagisce ancora
con il tuo corpo e, a quanto sembra, lo influenza ancora parecchio:
sento il
tuo cuore esplodere nel petto, quando mi dici che la Parker, senza che
tu
l’abbia vista, non potrebbe essere più bella di me.
Il mio sguardo, che trapassa il
tuo, arriva fin dentro, a raggiungere la mia coscienza e in esso riesco
a
vedere te, il tuo animo.
In questo breve scambio di
sguardi, sono le nostre menti a comunicare, attraverso i nostri occhi.
Come
sempre. Anche se in questo momento in maniera diametralmente opposta.
Poi mi parli di Webb…
E io non resisto.
Non resisto all’idea di poterti
dire, in un modo o nell’altro, ciò che provo per te.
Sto sperando l’inverosimile.
E tu lo domandi: “Davvero?”.
Ho solo un attimo d’esitazione.
Con questa risposta mi sto giocando, di nuovo, il tutto e per tutto.
Ma ciò che ci sta accadendo deve
avere un motivo. Un senso. Non può restare tutto così assurdo. Dovrà
pure portare
a qualcosa.
E se per caso non tornassimo più
ognuno nel proprio corpo? Non potrei vivere senza di te…
Io ti amo. Ovunque tu sia.
Provo a comunicare alla tua mente
queste emozioni e, per farlo, passo attraverso i tuoi occhi, penetrando
i miei,
per cercare la tua anima.
E la trovo.
“Davvero”.
Non dici più nulla. Allora gioco
d’azzardo. Ancora una volta.
“Non mi credi?”
Te ne darò la prova.
Mi avvicino, lentamente.
Osservo il mio volto che sta
guardando il tuo, come ipnotizzato. Come accade a me ogni volta che mi
guardi
negli occhi.
Ora ti sono vicinissima…
Le tue mani sembrano muoversi da
sole… non attendono neppure il mio input.
Sollevano leggermente il mio volto
e poi tutto accade in un attimo… sento che il tuo viso si piega verso
il mio e
le tue labbra toccano le mie…
E’ un attimo… poi tutto avviene in
maniera rapida, quasi convulsa. E non so più dire cosa ho deciso io,
cosa tu e
cosa ancora i nostri corpi, indipendentemente dalle nostre rispettive
volontà.
So soltanto che ci stiamo
baciando…