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Autore: Marra Superwholocked    10/01/2014    2 recensioni
Il Dottore non dimenticherà mai Anna.. Una compagna di viaggio totalmente fuori dagli schemi, così simile a lui.
"Si mise più comodo, accavallò una gamba per creare un supporto su cui scrivere e cominciò descrivendo la tempesta di quella notte."
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Doctor - 11, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non è domenica


“Davvero incredibile!” esclamò Anna appena messo piede sul suolo lunare bianco come lei stessa. “Semplicemente favoloso.”
Staccò la mano dal Tardis e si lasciò cullare nel vuoto, senza sentire ai piedi tutto quel peso del suo corpo a cui si era appena abituata, mentre il Dottore la teneva per una mano.
“Potassio.. Magnesio.. Ferro e titanio.. Ah, silicio!” esclamò il Dottore con occhi sognanti e la lingua penzoloni come un cucciolo di cane per assaggiare l'aria che, col vento appena percettibile, sollevava le polveri sottili delle sostanze che componevano la crosta lunare.
“Come, scusa?” chiese Anna ridendo.
“Ah, niente.. Non avevo mai fatto caso a che sapore avesse la Luna!” esclamò lui.
Anna si guardò attorno: la crosta lunare rifletteva la luce calda del Sole, alla loro sinistra, e creava un effetto magico con lo sfondo nero dell'universo, bucherellato qua e là da milioni di stelle, alle loro spalle e la bellezza, estremamente semplice e perfetta, della Terra davanti ai loro occhi. In fin dei conti, ciò che aveva difronte non era molto diverso dal mare.
“Dottore?”
“Sì, Anna?”
“Ora basta.. Voglio vedere un umano in carne ed ossa!” disse volteggiando a una spanna da terra.
Il Dottore la tirò verso di sé, le cinse i fianchi con le mani lunghe e sottili e lei poté nuovamente mettere piede nel Tardis.
Da qualche parte, era domenica e, come già il Dottore sapeva, di domenica non succedeva nulla di speciale. Quindi, perché no: una meta diversa dalle solite.
“Anna, ora voglio portarti in un posto colorato e pieno di vita!” le disse mentre chiudeva le porte del Tardis con cautela. “Si tratta di una città di sognatori, artisti e.. Oh, lo vedrai tu stessa!”
Anna era in trepidazione; le sudavano le mani e le gote le erano diventate calde e rosse come un pomodoro. Non smetteva di sorridere e non faceva altro che guardare il Dottore per imprimere bene quell'immagine nella sua testa.
“Solo che non ci andremo in questo periodo storico. Bensì, visiteremo quella del Diciannovesimo secolo!” affermò lui spingendo con calma una leva bianca e rossa.
Un attimo dopo si sentì come un respiro metallico, ripetuto tre volte. Ed erano arrivati.
Il Dottore andò di fretta a cambiarsi e a prendere un abito diverso anche per Anna, adatto a quell'epoca; quando tornò, la trovò col naso appiccicato alla consolle, affascinata da tutte quelle luci.
“Anna, lo sai che cos'è uno spettacolo teatrale?”
“Ehm.. No.” Si voltò così velocemente che il Dottore non poté non notare che le mancava qualcosa.
“È un po' come vedere un film, solo che gli attori recitano dal vivo!” le disse mentre prendeva una parrucca da una botola sotto la consolle.
“Vedere un..cosa? ..Chi? Com.. Cosa?!”
Il Dottore le sistemò una grossa parrucca riccia e castana sulla nuca calva e porosa, poi corse verso l'uscita del Tardis e, col sorriso di un bambino stampato in volto, aprì le porte e..
“Cos'è questo profumo? È..un incanto!” chiese Anna, inspirando profondamente.
Poteva sentire nettamente il profumo dolce dei fiori di primavera, l'odore del Sole di un caldo pomeriggio, il lieve ronzio delle api in festa... Era talmente affascinata da tutto ciò che le stava di fronte, che quasi si dimenticò di respirare.
“Questa è Parigi!” esclamò lui, voltandosi.
“Parigi?”
“Parigi” le rispose.
“Parigi..”
“Sì, ma diventerà notte se continui a ripeterlo” scherzò, poi le fece l'occhiolino e la invitò ad uscire.
Mentre lei era intenta ad assaporare con gli occhi tutto ciò che la circondava, il Dottore chiuse bene le porte del Tardis. Erano in una via buia e la strada era ricoperta di cartacce, segno che non vi passava nessuno da molto tempo: la cabina sarebbe stata al sicuro fino al loro ritorno.
“Allora, Anna, com'è stato viaggiare col Tardis?”
Anna passeggiava al fianco del Dottore, imitando il suo passo leggero e disinvolto. “Molto meglio che nuotare in mezzo agli squali..”
“Ah! Non ho dubbi! Sono alquanto arroganti..”
Anna si fermò di colpo. “Tu..” Lo squadrò da capo a piedi. “Tu hai nuotato con gli squali?!”


Lo scricciolo rimase ad ascoltare attentamente ogni singola parola del Dottore, e sembrava perfino capirlo. Chinava il piccolo capo una volta a destra e una a sinistra e ogni tanto apriva le ali o emetteva un versetto come per dare la sua approvazione a ciò che gli diceva.
Ma sembrava anche dirgli qualcos'altro..
“Dottore! Dottore!” gli urlò, cinguettando, lo scricciolo. “Dottore! Voltati!”
Ma lui era talmente impegnato a scrivere di Anna, che non si accorse né dell'avvertimento del suo piccolo amico né della ragazza che lo stava spiando a pochi metri di distanza da dove era seduto.


Lui sorrise guardando a terra e continuò a camminare per uscire dalla via.
Anna rimase a metà tra un sorriso di meraviglia e un'espressione attonita mentre lo vedeva arrivare in fondo alla via isolata, girarsi e voltare l'angolo. Rimase qualche istante a pensare a ciò che poteva fare quell'individuo: i racconti giunti fino alle sue orecchie, parlavano di uno strano vagabondo che viaggiava nell'essenza della storia dell'Universo, con volti e compagni ogni volta diversi.
Fino a poche ore prima erano solo leggende, mentre ora si trovava parte integrante di qualcosa di talmente grande che si chiese se stesse sognando. Esattamente come farebbe una bambina, si pizzicò il braccio sinistro. “Ahi!” sussurrò, ma ne fu sollevata. Ricominciò a camminare e quando, anche lei, svoltò l'angolo, si ritrovò in una meravigliosa piazza governata da eleganti carrozze nere trainate da splendidi cavalli bianchi come le nuvole. Rimase a bocca aperta nel vedere così tanti esseri umani riuniti in un unico luogo, sotto le piante a leggere un libro o a piccoli gruppetti per chiacchierare.
Raggiunse il Dottore e, solo quando fu lui a indicarglielo con un ampio gesto della mano, notò il teatro che troneggiava alto e maestoso su tutta la piazza: l'Opéra National de Paris.
Anna si gustò ogni singolo istante di quella giornata: vide una rappresentazione che la fece commuovere talmente tanto che, per un attimo, non capì che cosa le stesse scendendo dagli occhi.
Quando lo spettacolo terminò in un fragoroso applauso, Anna e il Dottore uscirono dal teatro – protetto da uno strato di cielo blu notte – più emozionati di prima, perché sapevano che li attendeva una nuova avventura.
Rientrarono in fretta nel Tardis e si cambiarono nuovamente d'abito. Anna stava guardando con ammirazione il suo Dottore, che correva tutt'intorno alla consolle, quando improvvisamente vennero entrambi catapultati a terra, sulla griglia gelida.
“Che cosa succede?” chiese Anna quasi urlando per sovrastare il rumore assordante del Tardis messosi in moto.
“Stiamo..partendo!” le rispose a denti stretti, per poi riderci su dicendo: “Con la mezzanotte, non è più domenica e, da qualche parte, c'è bisogno di me!”
Anna non riusciva nemmeno a stare in pedi da quanto il Tardis barcollasse nel tentativo di atterrare su suolo sicuro. La testa le vorticava furiosamente e senza tregua mentre gli ultimi scossoni parlavano chiaro: erano arrivati.
Sì, ma dove?
Anna voleva conoscere un re; forse il Tardis l'aveva accontentata.

   
 
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