Libri > Divergent
Segui la storia  |       
Autore: Defiance    10/01/2014    3 recensioni
Isobel è una ragazza speciale, con una particolare storia alle spalle e un passato poco chiaro; si troverà ad affrontare i rischi della propria Divergenza e molti altri problemi che la porteranno alla scoperta di segreti sulla sua stessa esistenza e alla costruzione di una nuova vita, completamente diversa da quella che credeva avrebbe avuto.
Rischio Spoiler.
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 4
Il Buio

 
 
 
 
Che cosa strana, il vuoto… ci finisci rapidamente e precipiti giù, giù e ancora più giù, senza sapere cosa aspettarti una volta che avrai toccato il fondo.
Quando Quattro mi inietta il siero, faccio appena in tempo ad udire il suo avvertimento: “mi raccomando”, dopo di che, il buio mi assale e precipito nell’oblio.
È tutto scuro attorno a me, tutto ciò che riesco a distinguere è… niente. Ho solo la consapevolezza di avere un pavimento sotto i piedi.
Avverto leggeri brividi di freddo, e mi sfrego le mani lungo le braccia, alla ricerca di calore, ma mi sforzo di evitare di controllare la simulazione modificando lo scenario a mio piacimento: Quattro non può eliminare sempre i miei nastri, desterebbe sospetti e non ho alcuna voglia di sorbirmi un’altra delle sue ramanzine.
Continuo a guardarmi attorno, ma non accade nulla, così decido di fare qualche passo in avanti e subito mi ritrovo appesa a testa in giù, vittima di una trappola, mentre la stanza prende luce.
Là dove prima c’era solo nero, ora riesco a vedere delle figure che mi osservano e mi scherniscono.
Li riconosco tutti: uno, è l’Escluso che ha tentato di abusare di me quand’ero piccola, poi ci sono Luke, Andrew e Martha che gioiscono per l’avermi finalmente catturata, e infine, due figure oscurate, che non hanno un volto ben preciso… i miei genitori, quelli biologici; quelli che mi hanno abbandonata, suppongo.
La rabbia monta incessante dentro di me, mentre i miei nemici si avvicinano armati di coltelli e asce.
Pensa, Isobel, pensa, ordino a me stessa, conscia di aver bisogno di una rapida via d’uscita.
Basterebbe… basterebbe spezzare la corda, ma come, se non posso far comparire un pugnale tra le mie mani, né far crollare la trave su cui è legata la corda?
Comincio a spingermi avanti e indietro, sfregandola sul legno, finchè non avverto l’aria sferzare le mie guance.
“Game Over.” Esclamo, rimettendomi in piedi e impugnando la corda che mi intrappolava, a mo’ di frusta.
Sorrido maliziosamente e ho giusto un secondo per godermi le facce spaventate dei miei aguzzini, prima di ritornare nella sala delle simulazioni.
Quattro mi osserva con un sorrisetto soddisfatto e mi aiuta a rialzarmi.
“Quanto ci ho messo?” domando.
“Cinque minuti. Ottimo lavoro” risponde lanciandomi un’occhiata complice.
Annuisco e sospiro. Ce l’ho fatta.
Mi dirigo verso l’uscita, ma proprio mentre sto per aprire la porta mi blocco, perché una domanda mi balza alla mente e non posso fare a meno di cercare una risposta rivolgendomi all’unica persona di cui mi fidi in questo posto.
“Come posso avere uno scenario se non ho alcuna paura?”
Quattro corruga la fronte.
“Non necessariamente le simulazioni ci mostrano cosa temiamo, ma sappi, che per quanto temeraria tu possa ritenerti, è impossibile che tu non abbia nessuna paura”
“Tu quante ne hai?” chiedo d’istinto, pentendomi subito di avergli posto questo quesito.
“Credo che questo vada al di là del rapporto iniziato-istruttore. Ora và” mi congeda freddamente e non posso far altro che lasciare la sala, un po’ delusa.
 
“Isobel!”
Una voce chiara e distinta giunge alle mie orecchie da non molto lontano.
Mi volto e noto che Mike sta correndo verso di me.
“Mike” lo saluto, senza entusiasmo.
“Com’è andata?” domanda.
“Hai buttato via un polmone solo per chiedermi se me la sono cavata in una stupida simulazione? Comincio a capire perché tu non abbia scelto gli Eruditi” lo canzono, cercando di sviare il discorso facendogli capire che non sono dell’umore di avere attorno nessuno, ma la sua espressione non fa altro che scatenare un attacco di risate e in quell’attimo, in quel piccolo istante in cui allento la presa su di me, mi sento di nuovo la ragazzina che passava ore a giocare con lui e Christina, quella bambina senza pensieri che aveva una cotta segreta per il suo migliore amico.
“Oh Iz, sei sempre così gentile” mi ringrazia ridacchiando.
Non appena la ridarella cessa, domando cos’aveva davvero intenzione di chiedermi.
“Solo proporti una cosa” confessa entusiasta.
“E cioè?” lo incalzo io, con impazienza... Mike è pur sempre una delle poche persone che conosco da tutta la vita, è normale che mi interessi a lui e a ciò che vuole da me, giusto?
“Che ne dici di fare un tatuaggio?”
Scoppio di nuovo a ridere.
“Un tatuaggio, seriamente?”
“Tutti gli Intrepidi ne hanno uno!” esclama in sua difesa, arrossendo leggermente.
“E cosa vorresti farti disegnare? Un coniglietto rosa per rivelare la tua vera, tenera essenza?” continuo a sfotterlo, e lui sta al gioco.
“Magari una volpe, sai, le volpi sono furbe” mi corregge, sogghignando.
“Io propongo di procurarci una fetta di Dauntless Cake” ribatto, decisa.
“Certo, ma dopo che avremo uno stupendo tatuaggio!” concede, restando impuntato su quello che è probabilmente il primo capriccio della sua vita, dopo il buco all’orecchio.
“Se proprio insisti…”
 
Cinque minuti dopo, siamo già allo studio, che risulta essere pressoché vuoto.
“Hai visto? Non c’è nessuno, Mike. È un segno!” esordisco, cercando di far leva sul suo buon senso, ma proprio nel momento in cui lui apre la bocca per dar voce alla sua risposta, udiamo la voce di una donna provenire da dietro una porta ai lati del bancone.
“Arrivo subito ragazzi!”
Dannazione; con il piercing al naso e quello all’orecchio, mi ci manca solo il tatuaggio per sembrare una delinquente!
Beh, questo è quello che direbbe la mia madre adottiva, almeno.
A me i tatuaggi piacciono.
“Salve ragazzi!” esclama la donna, sembra molto giovane.
Ha lunghi capelli neri e corvini e il viso segnato che hanno le persone che si portano grandi sofferenze sulle spalle.
“Io sono Tori” si presenta e noi facciamo altrettanto, stringendole la mano.
“Isobel”
“Mike”
“Bene. Tatuaggio o piercing?” domanda.
L’ultima volta che sono stata qui, lei non c’era… chissà che fine ha fatto Greg, il ragazzo che mi ha fatto i piercing.
Magari è in vacanza.
“Tatuaggio!” strepita Mike, esibendo uno dei più entusiasti sorrisi che abbia mai visto dipinto sul volto.
“Entrambi?”
Si volta a guardarmi… avverto il luccichio nei miei occhi come se potessi specchiarmi nelle pupille di Mike.
“Entrambi.” Conferma lui, capendomi al volo.
Mentre Tori è impegnata a tatuare la schiena del mio amico di infanzia, cerco di schiarirmi la mente e delineare il mio, di tatuaggio.
Decido di abbandonarmi, di lasciare che la matita tracci da sola il suo disegno e, una volta ultimato glielo porgo e intimo a Mike di non sbirciare: abbiamo deciso di mostrarceli solo dopo aver superato l’iniziazione.
“Perfetto, a lavoro allora!” esclama Tori, invitandomi con un gesto della mano a prendere posto sulla sedia dove fino a pochi minuti prima sedeva Mike.
“Dove lo facciamo?” mi domanda e ho bisogno solo di un secondo per prendere la mia decisione. 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Divergent / Vai alla pagina dell'autore: Defiance