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Autore: kymyit    11/01/2014    8 recensioni
Perché, nonostante gli diano del demone-assassino-perfido-spaventoso-rubacuori (letteralmente), Law in fondo è un bravo ragazzo e come tale ogni tanto si concede il lusso di fare regali di compleanno al suo Capitano. A modo suo.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Poteva mancare il mio regalo a quello stupido e fighissimo Capitano? u.u Attenzione, forse un tantino zuccherata, ma ogni tanto ci vuole ^_- E poi, l'idea che Law sia più grande di Kidd in qualche modo fa divampare il mio lato fluff. Pericolosamente u.u







Solo un piccolo pensiero, Capitano







-Capitano, oh mio Capitano… - iniziò Law con l’aria melodrammatica di una svenevole Giulietta.
-Chiudi il becco, Law.-
Il Chirurgo della Morte concesse il proprio silenzio, ma solo per godersi col sorriso fra le labbra lo sguardo tremendamente imbarazzato di Kidd.
-Che vuoi?!- protestò ancora quello.
-Ti guardo, Kidd.- gli rispose sdraiato su di lui, col viso fra le mani -Diventi così suscettibile in questo giorno.-
-E’ che non capisco che cos’abbia di speciale. E’ un giorno come un altro!-
-Mettiamola così:- iniziò Law -in questo giorno come un altro, la signora Eustass e il signor Eustass hanno avuto un bel bambino col naso storto e i capelli rossi. Se non l’avessero avuto, io starei nella mia cabina ad annoiarmi seriamente.-
-Mentre ora stai qui a scassare la minchia a me, giusto?-
-Esattamente, lo trovo estremamente divertente. Comunque, se ti do fastidio,- disse quasi serio alzandosi da lui e recuperando la felpa -allora me ne vado, Capitano.-
Prontamente, il rosso gli afferrò il polso.
E Law sogghignò non visto.
-In bagno, Kidd, andavo in bagno.- gli disse come esasperato, guardandolo come si fa con un bimbo piagnucoloso. -Non puoi proprio stare lontano da me.-
E quello ricambiò l’occhiata, perché Law era sempre così rompi che non valeva manco la pena rispondergli.
-Vado a prendere il tuo regalo.- disse d’un tratto il dottore, e al Capitano si rizzarono le orecchie.
Regalo. In bagno.
Un regalo in bagno…
-Puoi spogliarti qui, se vuoi!- gli gridò di rimando, per poi vedersi comparire il medio dell’altro sull’uscio.
Law tornò quasi subito, nudo come mamma l’aveva fatto, solo con uno stramaledetto pacco a coprirgli l’inguine. E quel pacco era dorato con un fiocco rosso. Era chiaro che fosse un regalo, che fosse per lui e che la cosa lo lusingava di certo, però…
-Ti prego, dimmi che non è quel che penso… - gli disse, premendosi il setto nasale fra le dita, sconsolato, ma anche divertito per l’inventiva di quello là. Una ne pensava e cento ne faceva, non cambiava proprio mai. E poi aveva ancora il coraggio di dire che erano i pirati di Cappello di Paglia i mostri. La cosa divertente di lui era che se la sua capacità di sopportazione dell’idiozia altrui si potesse paragonare alla capacità di incassare i colpi, avrebbe potuto chiamarlo “mascella di vetro”: bravo a darli ma a riceverli proprio no.
Il Chirurgo della Morte scosse il capo e si risedette sul letto.
-Il tuo problema, Kidd, è che pensi troppo e con risultati catastrofici. Ad ogni modo, buon compleanno! E non dire che non ti voglio bene, poi.- asserì con aria bonaria, ma al tempo stesso così rompi. Benché fosse irritante, il Capitano amava vedere come quello tirasse sempre fuori risposte ad hoc.
Fu con sua somma delusione che il Chirurgo della Morte gli porse il pacchetto. Perché lui si aspettava davvero che fosse… beh, che dentro il pacchetto ci fosse “quello”, il che era imbarazzante, perché era esattamente ciò che Law voleva che lui credesse che ci fosse. E se prima aveva pensato che adorava i suoi modi di fare, si rimangiò tutto all’istante, perché odiava profondamente sentirsi così a disagio con lui. Inferiore, stupido, prevedibile… cos’altro poi?
-Dai, aprilo.- fece quello.
Kidd obbedì.
Sicuramente era un qualche strano aggeggio preso da un sexy shop.
Scartando il regalo, comunque, il Capitano sentì una certa aspettativa nascere in lui. In genere schifava il proprio compleanno, perché nessuno si era mai degnato di festeggiarlo. Negli ultimi tempi c’era Killer che gli regalava qualche bottiglia di liquore o cose simili. Pensieri utili insomma. Law invece gli aveva addirittura comprato un regalo e si era preso la briga di incartarglielo.
Quasi gli fece paura l’idea.
Lo guardò in volto per scorgere in lui la sua tipica espressione da diavolo in attesa, la stessa che metteva su quando gli faceva qualche scherzo e aspettava che ci cascasse al culmine della goduria. Ma niente, quello sorrideva e… giocherellava nervosamente con gli orecchini?!
Scartò più velocemente il pacco, ormai, pericoloso o meno, voleva sapere cosa contenesse. Via la carta dorata, strappata e gettata impietosamente sul pavimento insieme al fiocco, via il coperchio della scatola nera e…
-No… - rimase senza parole.
Guardò Law, che alzò le spalle accennando un sorriso.
-Ma questo… è… -
-Quando sei ubriaco vaneggi un sacco.- disse il medico, leggermente imbarazzato. Perché Kidd pareva sul punto di piangergli addosso, aveva anche le lacrime agli occhi!! Era uno spettacolo davvero unico, ma non di meno pericoloso. Infatti, come aveva temuto, l’altro lo abbracciò. Forse un po’ troppo calorosamente.
-Trafalgaaaaarrrrrr… - ringhiò tentando di stritolarlo -Sei un idiota, come hai potutooooo?-
Dire che trovava la scena inquietante era dir poco. Kidd lo stringeva, ringhiava, gliene cantava di tutti i colori come se gli avesse fatto un torto, ma in realtà, era davvero felice. O almeno così sembrava.
-Maledettoooooo… -
Oh, eccome se lo era.
Meglio così. Ci aveva messo molto a ritrovare quel piccolo robot, un gioiello del collezionismo a bassa tiratura, per di più piuttosto vecchio. Una copia identica di quello che un più piccolo Eustass Kidd aveva desiderato tanto, ma che i suoi genitori non avevano potuto regalargli. L’aveva immaginato, ascoltando i suoi deliranti racconti da sbronzo, mentre piccolo e magrolino si fermava a guardare quell’oggetto con quel suo nasino storto schiacciato sulla vetrina di un negozio, sotto la pioggia e sotto il sole, speranzoso, per poi scartare ansiosamente i suoi regali e scoprire con grande delusione che anche per quell’anno non avrebbe avuto ciò che voleva.
E poi l’avevano tolto dal commercio.
Aveva dovuto rinunciare a diverse migliaia di Berry per accaparrarsene uno a un’asta al mercato nero, ma a quanto pare erano stati soldi ben spesi. Kidd si strinse a lui con più forza, tirando su col naso.
-Non dovevi.- protestò.
-Come si dice?- fece, elargendogli qualche pacca sulla schiena e sulla testa. Il Capitano esitò qualche secondo.
-Sei un idiota.- rispose, poi aggiunse -Però grazie.-
A quel punto, Law si concesse una risata e gli scompigliò i capelli.
-Prego. Buon compleanno, Kidd.-
Law era davvero un cretino, fu il pensiero di Kidd. E lui lo era ancora di più, perché, cazzo, lo amava davvero troppo.

   
 
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