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Autore: Tyara Riddle    30/05/2008    1 recensioni
una serie di racconti introspettivi su personaggi di mia creazione.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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SION DE FOIL

Lo bloccò a pochi centimetri dal suo viso. Per la prima vota dopo tutti quegli anni, aveva trovato la forza d’animo per opporsi dentro di sé.

Non gli avrebbe più permesso di piombare, impietoso sulla sua schiena; ormai coperta da ecchimosi. Lui era divenuto uomo e presto sarebbe stato il suo padrone.

Odiava suo padre.

Per quanto lo avesse pregato di non sfogare la sua rabbia su quel figlio devoto, pareva proprio che Deus Abel non lo avesse mai ascoltato.

Facevano male quelle percosse, ma pensava con tutta l’anima di meritarsele, non era un figlio abbastanza lodevole, forse.

La sua pelle era delicata, bastava un semplice schiaffo per farla diventare cremisi, ma a quell’uomo pareva non essere soddisfatto, mai. Nemmeno quando quegli occhi azzurri lo fissavano pietosi e la voce si mutava in un gemito di dolore. Continuava imperterrito a picchiarlo.

Questo perché non era figlio della donna che amava. Sion era figlio del dovere.

Sua madre, non possedeva (forse non era mai stata parte della sua indole), la forza per opporsi a quel matrimonio combinato e tantomeno di proteggere il frutto nato dall’obbligo. Si limitava come una serva a curare le ferite del corpo, ma quelle dell’anima?

A volte restava a terra sanguinante. Disteso su quel pavimento di pietra scura, il freddo gli penetrava nelle membra torturate, prima che uno dei domestici lo accompagnasse in camera sua.

Solo una volta il legno di quella porta aveva ceduto sotto i calci di un uomo, proprio mentre suo padre lo stava per uccidere.

Sir Gerald Accam insieme a suo figlio era penetrato nell’edificio e lo avevano salvato. Occhi dorati che non mostrarono pietà. Le urla dei due adulti invasero la stanza.

Ora con tutta la rabbia accumulata in quei venticinque anni, aveva stretto il bastone nella morsa delle sue mani, bloccandolo alla base della ghiera, per impedire al suo aguzzino di estrarne la spada contenuta al suo interno. Lo strattonò con ferocia, sbilanciando il padre che cadde a peso morto

 

 

all’indietro, battendo la schiena sulla libreria. L’urto fu così violento che tutti i libri in essa contenuti caddero addosso all’uomo che per anni non aveva fatto altro che dargli il tormento.

Sion con gli occhi di un falco che si precipita sulla sua preda, sfilò la sottile lama dal fodero di legno e la puntò alla gola del vecchio.

Una mano si posò sulla sua spalla, prima che l’affilato rasoio potesse tranciare di netto la giugulare e lui abbassò l’arma.

“Madre.” Bisbigliò prima di lasciare per sempre quel luogo immondo. Aveva battuto il demone che si trovava ora tremante sul freddo pavimento. Per una volta sarebbe stato lui a provare la morsa del gelo implacabile dell’ira.

 

  
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