SION
DE FOIL
Lo
bloccò a pochi
centimetri dal suo viso. Per la prima vota dopo tutti quegli anni,
aveva
trovato la forza d’animo per opporsi dentro di sé.
Non
gli avrebbe più
permesso di piombare, impietoso sulla sua schiena; ormai coperta da
ecchimosi.
Lui era divenuto uomo e presto sarebbe stato il suo padrone.
Odiava
suo padre.
Per
quanto lo avesse
pregato di non sfogare la sua rabbia su quel figlio devoto, pareva
proprio che
Deus Abel non lo avesse mai ascoltato.
Facevano
male quelle
percosse, ma pensava con tutta l’anima di meritarsele, non
era un figlio
abbastanza lodevole, forse.
La
sua pelle era
delicata, bastava un semplice schiaffo per farla diventare cremisi, ma
a
quell’uomo pareva non essere soddisfatto, mai. Nemmeno quando
quegli occhi
azzurri lo fissavano pietosi e la voce si mutava in un gemito di
dolore.
Continuava imperterrito a picchiarlo.
Questo
perché non era
figlio della donna che amava. Sion era figlio del dovere.
Sua
madre, non
possedeva (forse non era mai stata parte della sua indole), la forza
per
opporsi a quel matrimonio combinato e tantomeno di proteggere il frutto
nato
dall’obbligo. Si limitava come una serva a curare le ferite
del corpo, ma
quelle dell’anima?
A
volte restava a terra
sanguinante. Disteso su quel pavimento di pietra scura, il freddo gli
penetrava
nelle membra torturate, prima che uno dei domestici lo accompagnasse in
camera
sua.
Solo
una volta il legno
di quella porta aveva ceduto sotto i calci di un uomo, proprio mentre
suo padre
lo stava per uccidere.
Sir
Gerald Accam
insieme a suo figlio era penetrato nell’edificio e lo avevano
salvato. Occhi
dorati che non mostrarono pietà. Le urla dei due adulti
invasero la stanza.
Ora
con tutta la rabbia
accumulata in quei venticinque anni, aveva stretto il bastone nella
morsa delle
sue mani, bloccandolo alla base della ghiera, per impedire al suo
aguzzino di
estrarne la spada contenuta al suo interno. Lo strattonò con
ferocia, sbilanciando
il padre che cadde a peso morto
all’indietro,
battendo
la schiena sulla libreria. L’urto fu così violento
che tutti i libri in essa
contenuti caddero addosso all’uomo che per anni non aveva
fatto altro che
dargli il tormento.
Sion
con gli occhi di
un falco che si precipita sulla sua preda, sfilò la sottile
lama dal fodero di
legno e la puntò alla gola del vecchio.
Una
mano si posò sulla
sua spalla, prima che l’affilato rasoio potesse tranciare di
netto la giugulare
e lui abbassò l’arma.
“Madre.”
Bisbigliò
prima di lasciare per sempre quel luogo immondo. Aveva battuto il
demone che si
trovava ora tremante sul freddo pavimento. Per una volta sarebbe stato
lui a
provare la morsa del gelo implacabile dell’ira.