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Autore: Margaret24    11/01/2014    4 recensioni
Quel giorno il suo stupido vecchio gufo continuava a tornare indietro come un boomerang ogni volta che provava a spedire una lettera a Remus. Suo figlio era maledettamente bravo quando non voleva farsi rintracciare.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lyall Lupin, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di J.K. Rowling. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

 

"[...]Se muore lei, per me tutta questa messinscena del mondo che gira... possono pure smontare e portare via... possono schiodare tutto... arrotolare tutto il cielo... caricarlo su un camion col rimorchio...possono 'spengere' questa luce bellissima del sole che mi piace tanto, tanto...[...]Portar via tutto questo tappeto, queste colonne, questo palazzo... la sabbia, il vento, le rane, i cocomeri maturi...la grandine, le sette del pomeriggio, maggio, giugno, luglio, il basilico, le api, il mare, le zucchine..."

Roberto Benigni – La Tigre e la Neve

 

 

Crash
L'ennesima tazza distrutta. Lyall Lupin prese la bacchetta e la riparò con un semplice incantesimo. In fondo, gli oggetti potevano aggiustarsi. Fosse stato così anche con le persone...
La guerra contro Lord Voldemort era finalmente finita. Il giornale del mattino era ancora lì sul tavolo, la prima pagina che strillava a caratteri cubitali la meravigliosa notizia. Lyall avrebbe dovuto esserne felice, e lo era, davvero, però... No, sicuramente la fastidiosa morsa che avvertiva in fondo allo stomaco era dovuta al fatto che non vedeva l'ora di riabbracciare suo figlio. Non lo vedeva da un anno. Quando aveva saputo della morte definitiva di Voldemort la sua mente era scattata in avanti come un Giratempo. Già fantasticava la vita diversa che avrebbero avuto entrambi: si sarebbero visti più spesso, si era promesso, sicuramente la società avrebbe cambiato opinione quando lui avrebbe spifferato ai quattro venti che un Licantropo aveva ostacolato il mago più oscuro di tutti i tempi a fianco dell'Ordine della Fenice. E Remus avrebbe abbandonato la sua ostinata convinzione di essere un peso per gli altri, di rovinare l'esistenza a chiunque gli fosse vicino. Sì, già immaginava di conoscere la nuova famiglia Lupin e il suo nipotino, e i consuoceri, Merlino, cosa avrebbe detto ai consuoceri?
Benché si vedessero sporadicamente, era davvero orgoglioso di lui. Era arrivato dove pochi nella sua condizione sarebbero riusciti ad arrivare, e non pensava solo alla cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure o alla famiglia che era riuscito a costruirsi. Lyall non avrebbe mai perdonato se stesso per quello che era capitato a suo figlio, ma aveva fatto il possibile perché egli si sentisse fiero di chi era piuttosto che vergognarsi di cosa era, e questo gli bastava.
Quel giorno il suo stupido vecchio gufo continuava a tornare indietro come un boomerang ogni volta che provava a spedire una lettera a Remus. Suo figlio era maledettamente bravo quando non voleva farsi rintracciare. Anche durante il primo dopoguerra Lyall aveva provato a scrivergli, e puntualmente l'animaletto bussava alla sua finestra con la stessa lettera con cui era partito. Il padre aveva imparato a gestire l'ansia e la preoccupazione, che erano cresciute come l'edera dopo la perdita di Hope. Quel giorno, però, non era proprio riuscito a tenerle a bada, e aveva optato per una tazza di tè. Di nuovo pensò a suo figlio, a come lui fosse capace di mantenere la calma e la lucidità nelle situazioni di panico generale, o avesse perlomeno imparato a mascherare la paura sin da ragazzino...
Lanciò una fugace occhiata al giornale, per poi tornare a sorseggiare la calda bevanda. L'intero numero della Gazzetta parlava della fine della guerra, dei tormenti, del terrore e delle sofferenze. A pagina sei c'era l'elenco dei caduti della Battaglia di Hogwarts. Lyall si era rifiutato di leggerlo, sebbene una parte di lui bramasse di sapere. E quella parte sembrava scalpitare sotto la pelle, desiderosa di placare l'angoscia che la assillava. Perché quel frammento della sua coscienza conosceva le sue paure più profonde, e sapeva cosa voleva. Ma Lyall non voleva dargli retta. Suo figlio stava bene, ne era certo. Perché non avrebbe dovuto? Aveva una moglie e un figlio appena nato, e Lyall aveva già perso sua moglie anni prima. Automaticamente pensò che il destino non poteva averlo lasciato solo. Era inconcepibile. No, non avrebbe letto quell'elenco. Gli sembrava un tradimento.
Eppure le sue mani cominciarono a non rispondere più ai comandi. Da sole posarono lentamente la tazza di tè sul tavolo e presero il giornale. Una lotta interiore, ma fu breve. Vinsero le mani, alleate degli occhi, ancora più avidi. Eccolo, l'elenco, pagina sei... Lettera A... C... Saltò a piè pari la lettera L, non sapeva se l'avesse fatto volontariamente. Ma gli occhi vinsero ancora. N... M...

 

Lee, Scott Samuel

Lloyd, Riley

Lupin, Remus John


E quel nome parve gridare nella sua testa. I fogli di carta tremarono tra le sue mani gelide, e Lyall si sentì mancare. Provò a respirare, ma sembrava che l'aria non riuscisse ad entrare nei polmoni. Sentiva il cuore battergli talmente forte da fargli male. Troppo male. Sarebbe morto di quel dolore atroce. Ci sperava.
Non suo figlio, questo no. Doveva esserci un errore. Magari era qualcun'altro. Il figlio di qualcun'altro, il padre, il marito di qualcun'altro. Strappò un pezzo di carta dal giornale, afferrò la penna d'oca sullo scrittoio, la intinse nell'inchiostro e scarabocchiò in fretta tre parole. Si rivolse al gufo appollaiato sul trespolo vicino alla finestra e gli urlò contro:
"Portalo a Remus, capito? A Remus Lupin! Hai capito bestiaccia?! Portalo a Remus, a Remus..."
Si accorse a malapena delle lacrime che avevano cominciato a scorrergli sulle guance. Il gufo lo fissò con sguardo truce, ma non si mosse. Sapeva benissimo chi era Remus, e allora perché se ne restava lì sul suo dannatissimo trespolo? Suo figlio non poteva essere stato talmente folle da combattere i Mangiamorte, così timido, riservato, gracile, non era da lui...
Con rabbia si asciugò il viso, e in quel momento bussarono alla porta. Lyall andò ad aprire, senza curarsi di domandare chi fosse. Si ritrovò di fronte un uomo di colore e una donna dai capelli neri.
"Buonasera, Lei è il signor Lupin?" chiese uno di loro con voce grave.
Lyall annuì, la bocca leggermente aperta. Non riusciva ad emettere un suono. Si aggrappò forte alla porta.
"Io sono Hestia Jones, e lui è Kingsley Shacklebolt. Signor Lupin, mi duole profondamente comunicarLe una terribile notizia..."
Ma Lyall non udì le parole che seguirono. Fu all'improvviso consapevole che quel gesto era proprio dal suo Remus. E sapeva cosa l'aveva spinto a farlo: era la stessa ragione per cui non aveva mai voluto disturbare la vita del padre. La stessa per cui non aveva mai mostrato le sue preoccupazioni alla madre. Era sempre stato così, faceva grandi cose in silenzio, per amore degli altri. Lyall lesse il breve messaggio che avrebbe voluto recapitargli: Torna a casa. Ma suo figlio non sarebbe tornato a casa, mai più. E non appena fu conscio di questo pensiero, Lyall cadde in ginocchio, le viscere in fiamme e il cuore a pezzi.
I giornali parlavano della fine della guerra, dei tormenti, del terrore e delle sofferenze. Per lui tutto questo era appena iniziato.

 

 

 

  
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