Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Kaninchen    11/01/2014    4 recensioni
E se Elsa non fosse l'unica ad avere dei poteri? Se anche Anna possedesse dei poteri di cui nessuno, nemmeno il re e la regina di Arendelle, ne era a conoscenza? E se qualcuno nell'ombra stesse tramando contro le due sorelle per un torto subito?
- In revisione -
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo V

Il tempo scorreva e lui era lì, seduto su quella sedia ad osservare quella donna che sussurrava al vento parole a lui incomprensibili. Quanto tempo era passato da quando era entrato? Erano passate ore o minuti? Non sapeva dirlo con esattezza, la luce in quel luogo era qualcosa di strano, non proveniva dal sole e nemmeno dal paesaggio notturno, una cosa che sarebbe stata quanto meno impossibile considerando che quella topaia puzzolente e decadente era priva di qualsiasi finestra, l'unica via di uscita, quanto meno visibile, era la porta da cui era entrato; una porta che non riusciva nemmeno più a scorgere. Poggiò il gomito sul tavolo lercio e subito dopo la testa sul palmo della mano guantata, continuando ad osservare Madame Bathory danzare da uno scaffale all'altro seguita da quattro piccole fiammelle giallognole, simili a quelle che lo avevano condotto in quel buco, ma che producevano molta più luce.

Madame Bathory smise di sussurrare quelle strane frasi al vento e si voltò verso l'uomo incappucciato, che non poté non tremare riuscendo finalmente a scorgere il volto della donna. Due pozze nere, oscure, che parevano voler risucchiare la luce di quelle piccole fiaccole che l'avvolgevano, erano gli occhi di quella donna; mentre il viso, il viso era un piccolo mosaico squamoso che tappezzava in maniera discontinua da sopra l'occhio sinistro fino alla guancia il volto liscio e apparentemente perfetto di quel mostro.

La donna sorrise divertita dal tremore dell'uomo di fronte a lei.

- Perdonatemi, forse vi ho spaventato... - sorrise con scherno all'uomo incappucciato.

- No! Si figuri, ci vuole ben altro per spaventare uno come me! - rispose con voce tremante.

Madame Bathory rise divertita da quell'affermazione.

- Non ne ho dubbi. - ghignò mostrando un candido canino – Ad ogni modo la preparazione per il rituale è stata completata, possiamo cominciare. Prego si avvicini a me, avrò bisogno anche di un suo contributo. -

- Di che sta parlando esattamente? - chiese avvicinandosi preoccupato alla donna.

- Uh uh, nulla di cui deve temere, ho bisogno di un po' del suo sangue... è solo una piccola precauzione.-

- Precauzione per cosa?- chiese sospettoso l'uomo.

- Per proteggerci nel caso qualcosa andasse storto - “Per proteggermi nel caso accada qualcosa” si corresse mentalmente la donna.

Detto questo la donna prese la mano dell'uomo tra le sue e con un coltello che si trovava sul tavolo gli infierì un piccolo taglio su un dito in modo che uscissero poche gocce di sangue.

- E lei? - chiese il cavaliere.

Per tutta risposta la donna le mostrò le sue mani macchiate di sangue. La cosa parve tranquillizzare l'uomo incappucciato che non sospettava minimamente che il sangue non fosse in realtà di quell'essere.

- Cominciamo! - urlò la donna alzando le braccia verso il soffitto della topaia.

Con quel semplice gesto, Madame Bathory, fece sì che si sollevarono in aria il capello argenteo, consegnato poco prima alla donna dallo stesso uomo, un liquido nero, che si sollevò da un pentolone li vicino, una goccia di sangue dell'uomo, che prese a roteare su se stessa fino ad arrivare alla stessa altezza degli altri oggetti, ed infine un cuore grande quanto una mano aperta, ma la cosa che stupì il cavaliere era la strana luce azzurrognola che sembrava provenire dallo stesso cuore, rendendolo quasi vivo.

Non appena furono allineati, Madame Bathory prese a cantare in una lingua che l'uomo non aveva mai udito in vita sua, mentre gli oggetti cominciarono a roteare intorno alla sua figura insieme alle fiammelle che prima la circondavano.

Quella canzone era strana, antica, e anche se non ne capiva la ragione l'uomo sapeva in cuor su che era anche estremante pericolosa, un canto carico di malvagità e odio.

La donna smise di cantare diversi minuti dopo, e in quello stesso istante gli oggetti presero fuoco cadendo pesantemente sul pavimento polveroso.

Sì, l'uomo sorrise maligno a quella visione, pregustando la sua vendetta che si stava compiendo. Presto Arendelle sarebbe stata messa in ginocchio e quelle due maledette ragazzine l'avrebbero pagata cara per ciò che avevano fatto. I suoi pensieri furono però interrotti da uno degli oggetti usati durante il rito, che attirò la sua attenzione.

- Madame Bathory, perché il capello di quella ragazzina non sta bruciando? - chiese insospettito l'uomo.

- Come dic... - la donna non fece in tempo a rispondere.

Il capello, avvolto dalle fiamme, si illuminò di una tenue luce bianca provocando una forte esplosione all'interno della catapecchia.

 

 

 

Elsa si trovava di fronte alla stanza della sorella, indecisa se bussare o meno a quella porta.

Quando Grace le aveva riferito che Anna, non appena era rientrata a palazzo era corsa nelle sue stanze chiudendosi dentro, si era incamminata immediatamente verso la camera della sorella immaginandosi il motivo di tale comportamento e anche di chi fosse il responsabile.

Olaf le aveva riferito che lui e Kristoff sarebbero partiti e che sarebbero tornati tra diverse lune.

La regina di Arendelle sospirò sconsolata, il suo desiderio era stato quello di entrare e consolare la sorella in qualche modo ma... ora si trovava lì, di fronte a quella porta, senza sapere cosa fare, senza sapere se la sorella le avrebbe voluto parlare e senza sapere cosa dire quando e se la sorella le avesse aperto.

“Non posso crederci, questa situazione è ridicola! Mi sembra di tornare indietro di qualche mese in cui era Anna che voleva entrare e io che la respingevo! Oh, Anna...”

Elsa appoggio la mano sulla porta, guardandola tristemente. Basta, aveva deciso! Guardò seria la stanza e respirando profondamente si decise a bussare a quella porta.

- Anna, sono io... apri la porta per favore... -

Anna sentendo la voce della sorella si sciolse dalla sua posizione fetale e guardò la porta.

“Oh, Elsa... sei venuta... sei venuta da me... per me...”

La principessa guardava quella porta con le lacrime agli occhi, indecisa se aprire o meno alla sorella. Non voleva che la vedesse in quello stato, ma allo tempo stesso non ce la faceva a stare da sola, non più, non ora che si erano ricongiunte, non ora che lei rappresentava la sua unica ancora di salvezza dalla solitudine... aveva bisogno della sorella, dalla sua saggezza e del suo conforto.

Scese dal letto con l'intento di andarla ad aprire, ma appena mise il piede sul freddo marmo della stanza, accadde qualcosa che mai si sarebbe aspettata.

 

 

 

L'uomo si ridestò dolorante, mettendoci un po' a capire cosa fosse accaduto, e rialzandosi un po' traballante.

- State bene, Edwin Duca di Weselton? - chiese Madame Bathory all'uomo di fronte a lei porgendogli gli occhiali caduti in seguito all'esplosione.

- Duca di Weselton... - borbottò l'uomo – sarebbe più corretto dire ex duca di Weselton o duca decaduto di Weselton... a causa di quelle due dannate ragazzine io... - ringhiò l'ex duca afferrando malamente gli occhiali che gli porgeva la donna.

- Cosa diavolo è accaduto qui? - chiese puntatole il dito contro.

Madame Bathory si guardò intorno pensandoci un po' su, mentre delle fiammelle blu le fluttuavano intorno illuminando totalmente la sua figura, che lasciò l'oramai ex duca di Weselton a bocca aperta. La donna di fronte a lui non aveva più quelle sembianze mostruose, ma piuttosto appariva come una donna alta giovane e snella dai lunghi capelli neri, ma quello che stupì Edwin era il suo volto, totalmente liscio senza alcuna presenza di squame e gli occhi di uno strano colore rossastro come le sue labbra rosse e carnose.

- Uhm, è difficile risponderle esattamente così su due piedi, ma possiamo rimediare... - rispose la donna guardando furbamente l'uomo.

Edwin guardò la donna borbottare strane parole al vento e muovere le mani formando strani cerchi nell'aria. In breve tempo la topaia in cui si trovavano tornò al suo stato precedente all'esplosione, con l'unica differenza di essere ancora più sporca ed impolverata di prima.

Madame Bathory si avvicinò alla credenza afferrando delle boccette di medie dimensioni per poi, sempre sotto lo sguardo vigile del duca, gettarle interamente in un pentolone lì vicino, che sprigionò un vapore rossastro.

- Dunque... oh, bene... uhm, bene... decisamente interessante non c'è che dire... - cominciò la donna sghignazzando vistosamente.

Sì, la situazione era fin troppo interessante dal suo punto di vista. Forse dopo tutti quei secoli per lei c'era ancora una possibilità. Sorrise sinistramente, mentre accarezzava il bordo del suo pentolone, osservando ciò che stava avvenendo all'interno del palazzo di Arendelle.

 

Note d'Autore:
Adesso ditemi... in quanti avevano capito chi era il vendicatore ò-ò??
Pensavate tutti che era il principe ammettetelo!! xD
Va beh, spero che vi abbia almeno un po' sorpreso se non pensavate fosse lui... <.<"
Il seguito è in via di realizzazione per la vostra felicità ù.ù
Ditemi secondo voi cosa hanno combinato Madame Bathory e Edwin (nome puramente inventato...) ò-ò?? Io di mio lo sò già, ma sarei curiosa di sapere che idea vi state facendo XD
Lo so che è un po' corto... ma pensate che il prossimo sarà più lungo su e.e
E per un ulteriore felicità... no.. non posso dirvelo rischio di dirvi qualcosa di troppo >.<

Ringrazio come sempre chi recensisce, aggiunge la storia tra i preferiti e le seguite.
Ringrazio in particolare AngelVidel14, per il suo consiglio e per avermi fatto notare degli errori presenti nel capitolo 4 sistemato e aggiornato, sebbene non ho potuto fare molto per la questione dialogo... Mi impegnerò a sistemare quel tallone in qualche modo ò^ò.
Ringrazio inoltre anche chi legge solamente :D
Alla prossima ;3
  
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