Prologo
Sogno. Ognuno di noi ha un sogno nel cassetto: c'è chi lo custodisce gelosamente, chi non vede l'ora di poterlo tirare fuori e goderselo quanto più può e chi, invece, che lo lascia in quel cassetto nel dimenticatoio e cerca di non pensarci più.
Io facevo parte di quella categoria di persone che i propri sogni decidevano di lasciarli li a consumarsi: sognavo sin da bambina di fare l'avvocato; adoravo seguire mio padre in giro per i tribunali, ascoltare i vari interrogatori e le arringhe finali. Tutte quelle leggi, quelle prassi complicate e quelle persone che si affidavano completamente a lui mi affascinavano tantissimo. Crescendo, però, l'arroganza ed il menefreghismo divennero le due “qualità” che predominavano nel mio carattere; ero diventata ingestibile senza nemmeno rendermene conto, una mina vagante pronta a scoppiare da un momento all'altro. In quarto superiore, quando comunicai ai miei che avrei voluto seguire le orme di mio padre mi dissero “finiresti per farti sbattere fuori dall'aula dopo dieci minuti dall'inizio del processo, rovineresti te ed il tuo studio legale. Farai il notaio, siederai dietro una scrivania, dove non farai danni” ed il mio sogno si sgretolò.
Non piansi e non obbiettai, auto convincendomi che era la scelta giusta per me. Gli studi procedevano bene, ed ero l'orgoglio dei miei genitori.
Mi ero rassegnata al futuro che era già stato deciso per me, finché, l'altro ieri, il rettore del mio ateneo non mi ha chiamato nel suo ufficio per farmi un'offerta che, come dicono i grandi boss nei film mafiosi, “non potevo rifiutare”.
“C'è uno studio legale londinese che ti tiene d'occhio da mesi e ora, in vista dei tirocini imminenti, ha fatto un'offerta per te: un anno di tirocinio nel loro studio, stipendiato, e se sarà soddisfacente, ti assumeranno” mi ha detto dopo che mi ha fatto accomodare davanti a lui. Credo che in quel momento il mio cuore si sia fermato e poi abbia ripreso a battere all'impazzata e che l'espressione che avevo messo su era talmente tanto comica che se l'avessero ripresa l'intera nazione avrebbe riso di me. Era davvero un'offerta che non potevo rifiutare, così, senza pensarci su ho accettato ed ora eccomi qui, all'aereporto di Malpensa, carica di valigie e promesse, pronta per realizzare il mio sogno.
O forse due..
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Eccoci qui, dopo tanti tentennamenti, alla pubblicazione del prologo della mia fanfiction qui. Spero che vi incuriosisca abbastanza da aspettare i primi capitoli per vedere la storia come prende forma.
Ah, ovviamente grazie alla mia Ila, che con tanta pazienza sta sopportando i miei scleri per i primi capitoli e che mi supporta (cosa mooolto importante per me lol)
E niente.. vi saluto! Un bacione e alla prossima (si spera ahahahah)
-Sha.