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Autore: BlueFlame    11/01/2014    2 recensioni
Dal testo:
"Ho sempre saputo che c'erano cose che il mio amico Sherlock Holmes non mi diceva. Fatti riguardanti la sua vita e la sua infanzia, ma non avrei mai sospettato che il mio amico nascondesse un segreto così grande, fino a quando non la incontrammo, quel giorno scoprii il suo segreto più grande."
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3

 
Era giunto sabato sera, il giorno del ricevimento a casa di un ufficiale dell'esercito britannico, dove, sia Watson con la sua fidanzata, sia Holmes, erano costretti ad andare. Il primo, essendo stato medico dell'esercito, aveva conosciuto quell'ufficiale, quindi era ben lieto di andare, il secondo era stato costretto dal fratello. Oltre a loro, c'era anche una terza persona costretta dalla sorella maggiore, a partecipare a quel ricevimento, per fare un po' di vita mondana.
Sherlock, appena notato John, si era subito avvicinato all'amico, salutando la fidanzata del dottore con cortesia. Subito si misero a chiacchierare di come avevano passato questi giorni, dall'ultima visita di Watson, ma poi, come suo solito, Holmes si era messo ad osservare le persone presenti in sala, facendo il punto della situazione all'amico.
Dall'altra parte della sala, nascosta dalla vista dell'investigatore, una giovane donna stava sbuffando per la noia.
-Smettila di sbuffare, sorellina, non sta bene, comportati più educatamente.
-Sapevi benissimo come mi sarei comportata, non avresti dovuto portarmi.- rispose la giovane donna alla sorella.
Le due sorelle nn si assomigliavano molto, a parte la carnagione chiara, non avevano altro in comune. La maggiore era bionda, occhi verdi, sguardo severo. La minore aveva capelli neri e occhi neri, e il suo sguardo era più dolce.
-Devi fare un po' di vita mondana, partecipare a qualche festa, trovare un buon partito per sposarti, non vorrai rimanere zitella a vita. Inoltre, non puoi passare la maggior parte del tempo a vagare nei bassifondi dell'East End, non si addice ad una ragazza del tuo rango, uno in famiglia basta e avanza.
La sorella minore si guardò attorno, stavolta senza rispondere alla sorella maggiore. Ad un tratto, il suo sguardo si rivolse sopra ad un uomo dall'altra parte della sala. Quell'uomo era Sherlock Holmes, e la giovane donna rimase sorpresa di vederlo lì. Per sua fortuna, sembrava che lui non l'avesse vista, anzi, era intento in una movimentata conversazione con un altro uomo, più alto di lui, capelli castani e corti, e aveva i baffi. Quindi, ignorando la sorella che si era messa a conversare con altri partecipanti al ricevimento, si mise in un luogo più appartato ad osservare Sherlock Holmes.
Passata circa un'ora, Sherlock Holmes e John Watson se n'erano andati dalla sala principale.
Mary, annoiata perché Holmes aveva preso il suo fidanzato, si era messa a chiacchierare un po' con le persone presenti nella sala, fino a quando, la giovane donna che lei aveva conosciuto di recente, non le si era avvicinata.
-Buonasera Mary, come mai sei sola?- domandò la nuova venuta.
-Buonasera Lili. Diciamo che il mio fidanzato è stato prelevato dal suo amico Sherlock Holmes. Sono usciti da dieci minuti dicendo che tornavano subito e non sono ancora tornati- rispose Mary un po' seccata.
-Se posso esserti d'aiuto, possiamo andare a cercarli- suggerì la giovane.
-Mi sembra un'ottima idea. Ho visto che si avviavano fuori quella porta, assieme ad un signore- disse Mary
Le due donne si avviarono verso la porta indicata da Mary, venendo più volte interrotte da degli uomini di alta società intenti a voler conversare con loro. Lili, tutte le volte, aveva gentilmente rifiutato l'invito, mostrando quanto fosse abituata a parlare con persone di quel rango sociale.
Riuscirono a raggiungere la porta e lasciare la sala principale. La porta conduceva ad un ampio corridoio, probabilmente quello principale della casa. Vi era qualche persona qua e la, intenta a chiacchierare, molto probabilmente parlavano di affari, ma non vi era traccia ne del detective, ne del dottore.
-Probabilmente si sono inoltrati di più nella casa, oppure sono entrati in qualche stanza- disse Lili dopo aver attraversato metà corridoio e non vedendo traccia dei due.
-Probabile-rispose Mary. Quel silenzio la metteva in imbarazzo, così cercò di conversare un po' durante la ricerca-Come mai sei venuta a questo ricevimento? Conosci forse l'ufficiale?
-Più o meno, in verità sono stata costretta a venire qui da mia sorella maggiore. Crede che io abbia bisogno di fare un po' di più di vita sociale, di conoscere un uomo, di fidanzarmi, un giorno di sposarmi e avere figli- rispose tutto d'un getto Lili.
-Ho visto che prima hai rifiutato garbatamente quei gentiluomini, ho notato che ci sai fare con gli aristocratici, sei per caso ...- Mary non fece in tempo a finire la frase che Lili la zittì, poi si avvicinò alla finestra leggermente aperta che c'era alla sua destra.
-Sento delle voci provenire dall'alto- e si mise a guardare fuori dalla finestra sporgendosi verso l'alto.
Vide una figura che stava per cadere, come se qualcuno stesse cercando di buttarlo giù. Improvvisamente, vide quella figura precipitare, così, senza nemmeno riflettere, con la mano destra afferrò un anello di ferro inchiodato al muro che serviva per legare le tende, mentre la mano sinistra riuscì ad allungarla fuori dalla finestra appena in tempo per afferrare il polso dell'uomo che stava precipitando, che a sua volta strinse il polso della persona che l'aveva afferrato.
-Mary, presto, dammi una mano, non so ancora per quanto tempo riuscirò a reggerlo- le disse Lili con tono ordinatorio.
Mary si avvicinò di corsa alla finestra, e quando vide l’uomo, lo riconobbe subito, si trattava di Sherlock Holmes.
-Signor Holmes, afferri la mia mano, così in due dovremmo riuscire a tirarlo su.
Sherlock afferrò anche la mano di Mary, e in due tentarono di tirarlo su. Purtroppo, facevano fatica, anche se Mary utilizzava entrambe le mani, Lili aveva ancora la mano destra che teneva ben salda all'anello.
Ad un certo punto, però, qualcuno afferrò il braccio di Holmes, quello che teneva Lili, e quello era Watson, così riuscirono finalmente a tirare su l'investigatore.
Watson aveva il fiatone per la corsa fatta per aiutare il suo amico, mentre le due donne erano affaticate per lo sforzo appena fatto. Lili si era appoggiata al muro, piegata lievemente in avanti, con le mani appoggiate alle gambe.
-Si può essere così idioti da farsi buttare giù da un balcone durante un ricevimento? E per cosa poi, per aver fatto qualche commento non gradito- disse poi Lili, parlando più con se stessa che con il diretto interessato.
-Ho solo detto a Watson che quel signore, che è un avvocato, tradiva la moglie con un'attricetta di poco conto, che si trovava qui alla festa, pensando a come potesse comportarsi normalmente sapendo che le due donne si trovavano nella stessa stanza. L'avvocato mi ha sentito e mi ha chiesto di seguirlo, abbiamo avuto una discussione e mi ha spinto giù. Questo è tutto- disse calmo il detective.
-Questo è tutto? Avete solo questo da dire Holmes? Io direi che era un'accesa discussione, quell'uomo era molto arrabbiato con voi-Watson era arrabbiato e anche preoccupato-sareste potuto morire se non ci fossero state Mary e questa giovane donna.
-Sherlock Holmes è fatto così, si butta senza pensare alle conseguenze-disse Lili.
-Giovane donna, Watson?-disse calmo Holmes-Ma se ha la mia età-concluse pacato senza lasciarlo parlare.
Sia Mary, sia John, rimasero sorpresi dalle frasi dette da entrambi, e stavano per dire qualcosa, quando qualcuno richiamò la loro attenzione, o almeno una in particolare.
-Buonasera zia Lili, mai non eravate insieme alla zia Francis?
A parlare fu un ragazzo di 13anni, non molto alto, capelli corti grigio blu, carnagione chiara, vestito sul blu e una benda sull'occhio destro. Il ragazzo era accompagnato da un uomo affascinante, il suo maggiordomo, molto più alto del suo padrone, capelli neri e scalati sul davanti, occhi rossi e uno strano sorriso quasi maligno. Fece un inchino e salutò cortesemente Lili.
-Buonasera milady.
-Buonasera Ciel, buonasera Sebastian ... mi stavo annoiando assieme a mia sorella, queste feste non fanno proprio per me. Tu invece stai tornando a casa?- domandò la zia.
-Si, sono stanco. Volete un passaggio per tornare casa? O preferite che vi accompagni all'ospedale? Il vostro amico sembra ferito.
Lili si mise finalmente a guardare Sherlock Holmes, il quale, in effetti, aveva parecchie ferite, causa la presa per non farlo cadere, si era scontrato col muro.
-Non c'è problema, sono un medico, posso pensarci io al mio amico- rispose John al posto di Lili.
-Allora potete fermarvi a casa mia, non è molto distante. Prima lo medicate, meglio è, no?- domandò sorridente il piccolo.
-Non c'è problema, puoi accompagnarli a casa, avrà sicuramente gli attrezzi migliori per curarlo- rispose Lili in tutta fretta.
-Volentieri, grazie, non penso che Watson abbia bisogno dei suoi strumenti, basterà del disinfettante e qualche benda. Accettiamo volentieri la vostra proposta, anche perché le ferite iniziano a farmi male- rispose Sherlock ignorando quello che Lili aveva detto e ricevendo un'occhiataccia da quest'ultima.
-Perfetto, allora seguitemi, o, ma scusate, non mi sono ancora presentato, io sono il conte Ciel Phantomhive, mentre lui è il mio maggiordomo Sebastian- si presentò Ciel, indicando poi il suo maggiordomo.
-Conte? Quindi anche voi siete una contessa, Lili?- domandò Mary stupita mentre iniziarono a dirigersi verso l'uscita, seguendo il piccolo conte.
-Si, ma non darmi del voi, continua a darmi del tu- rispose Lili sospirando.
Giunsero alla carrozza di Ciel e salirono tutti, facendo prima salire il piccolo conte, poi le donne e infine gli uomini.
Appena iniziato il viaggio.
-Scusate ancora, prima non vi ho chiesto il vostro nome- disse Ciel rivolto ai suoi ospiti.
-No, scusate voi, siamo noi a non esserci presentati. Io sono John Watson, mentre lei è- indicando la donna alla sua destra-la mia fidanzata, Mary Morstan, mentre il mio amico qui a fianco è ...- venne interrotto dall'uomo seduto alla sua sinistra.
-Io sono Sherlock Holmes, piacere piccolo.
-Sherlock Holmes ... ho sentito parlare di voi- disse sorridendo Ciel.
-Immagino già da chi- disse Holmes dando un'occhiata a Lili, prima di girarsi verso il finestrino e guardare fuori.
Il tragitto durò appena quindici minuti, poi arrivarono ad una grande villa di città, dove percorsero una breve stradina prima di arrivare all'entrata.
 
"La prima impressione che ebbi di Lili Phantomhive fu quella di una persona sicura di se proprio come il mio amico Sherlock Holmes, ma anche molto dolce e sensibile, che comunque non ha problemi a tenergli testa. Non sapevo cosa mi aspettava quella sera, non avrei mai immaginato di conoscere il più grande segreto del mio amico, ciò che mi aveva tenuto nascosto in tutti quegli anni di conoscenza. Un segreto che non riguardava solo lui, ma anche la famiglia Phantomhive ... e tutta l’Inghilterra. E così, inconsapevole di ciò che mi attendeva, entrammo nella dimora del diavolo."
  
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