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Autore: romandreams    11/01/2014    0 recensioni
Ho scritto questo racconto in occasione di un corso di scrittura creativa a cui partecipo. Il tema era la paura, e io l'ho fatta vivere ad un bambino di nome Edoardo. Buona lettura ^^
"Mi rigiro di nuovo. Le molle del letto scricchiolano ad ogni movimento. 
Mi si chiudono gli occhi per un istante un po' più lungo di un battito di ciglia. Appena me ne rendo conto li spalanco all'improvviso. 
Non devo dormire. Non devo assolutamente dormire. 
Mi do un pizzicotto. Ma sento tanto sonno. 
Ma non posso dormire. Penso al nonno."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardo l'orologio sul comodino: sono le 3.04. È quello con la luce e i numeri grandi, così anche se è buio so che ore sono, tra quanto mi devo alzare, quando devo andare a dormire, ecc

Smetto di pensare. 

Vuoto. 

Riguardo l'orologio: le 3.06. Sbuffo. 

Mi rigiro nel letto. 

Magari leggo un libro, o forse potrei andare a vedere che danno alla televisione a quest'ora. No, in realtà non mi va di alzarmi, o di accendere la luce. Ne di leggere, ne di pensare. 

Vuoto. 

Mi rigiro di nuovo. Le molle del letto scricchiolano ad ogni movimento. 

Mi si chiudono gli occhi per un istante un po' più lungo di un battito di ciglia. Appena me ne rendo conto li spalanco all'improvviso. 

Non devo dormire. Non devo assolutamente dormire. 

Mi do un pizzicotto. Ma sento tanto sonno. 

Ma non posso dormire. Penso al nonno. 

Cerco di vederlo qui accanto a me che mi dà la buonanotte come le sere d'estate, quando sto un mese con lui e la nonna in campagna. 

Ha l'odore di pipa addosso, e il maglione che pizzica verde, le scarpe vecchie marroni, quelle che l'anno scorso si sono bruciate nel camino mentre nonno gli dormiva vicino, e i pantaloni da lavoro, quelli che usa per dipingere. Nonna li ha aggiustati un sacco di volte con toppe di marroni diversi, che li rendono un po' brutti, ma sono i suoi pantaloni. 

Poi penso "erano" i suoi pantaloni. Ora sono solo degli ex pantaloni dentro all'armadio, insieme al suo ex maglione, all' ex cappello, all'ex camicia, all'ex pigiama. In un cassetto c'è la sua ex pipa, con il suo ex quaderno, dove scriveva i sogni che faceva e poi me li raccontava. 

Vedo la sera che mi ha dato la buona  notte per l'ultima volta. "Domani andiamo a pesca". Finalmente! Da quando ero lì non ci siamo ancora andati. "Ti vengo a svegliare io" "Mi troverai già sveglio!" "Non ci credo" "Scommettiamo?" Ho quasi vinto io. Sono rimasto sveglio tutta la notte, aspettando che lui arrivasse. All'alba vedo dalla finestra i raggi del sole, ma ho sonno. Tra poco arriverà nonno. Magari chiudo gli occhi per qualche minuto, tanto per far credere al nonno che sto dormendo, per poi quando entra fargli una sorpresa. Chiudo gli occhi due minuti, solo due minuti. 

Sento la voce di mamma che mi chiama. Mi sveglio, ma c'è qualcosa che non va: fuori c'è la luce, ho dormito troppo! Mi alzo di corsa e non vedo che mamma è strana. Le chiedo dove è nonno, se si è alzato, perché non si è alzato?! Dobbiamo andare a pescare! 

Mamma cerca di parlarmi ma sono troppo preso a prepararmi. "Dado, il nonno non si è svegliato" "come non si è svegliato? Mi aveva promesso che saremmo andati a pesca! Vado io a svegliarlo". 

Non sento mamma che mi chiama e mi dice qualcosa, non vedo la nonna seduta in cucina con le mani sulla faccia, non sento il cane Ruf che ulula di fuori. 

Corro in camera dei nonni. "Nonno sveglia! È tardi! Dobbiamo andare a pesca!" Nonno è li che dorme, e non si alza. "Nonno!" Vado vicino a lui, lo tocco delicatamente, lo chiamo, allora lo scuoto "NONNO!" Non capisco che mamma è entrata e mi sta portano via in braccio, capisco solo che nonno non si sveglia, e non si sveglierà più. 

 

Piango, ogni notte piango. E non dormo, non voglio dormire. Ho paura di dormire. Mamma dice che non devo aver paura, nonno se ne è andato tranquillo, nel sonno. Ma se succedesse a me? Non ci pensa? Se mi addormentassi e non mi svegliassi più domani mattina. Ho paura a chiudere gli occhi, e se lo faccio li riapro immediatamente e mi do un pizzicotto fortissimo sul braccio così per un po' sto ancora sveglio. 

Ho paura anche della mia stanza buia, dell'armadio un po' aperto avanti al letto. So che non esistono i mostri e che non si nascondo negli armadi nè sotto al letto, ma quando ci penso non posso fare a meno che nascondermi sotto le coperte e assicurarmi di essere completamente coperto, capelli, braccia, piedi, fianchi. Ovunque, la coperta è un luogo sicuro. E qui sotto, se rimango sveglio, i mostri non mi mangeranno e riuscirò ad arrivare a domani. E posso anche immaginare il nonno, e che domani andremo a pescare. 

Sì, qua sotto non mi succederà niente. Chiudo un attimo gli occhi, ora li riapro. 

 

Li riapro. Mi rigiro. Sposto le coperte e guardo l'orologio. Le 5.27! Accidenti mi sono addormentato! Se metto la testa sotto la coperta mi rilasso e mi addormento. Non può risuccedere. 

Decido di rimanere con la testa fuori dalle coperte. 

Mi accorgo solo ora che tremo. Morirò, sta notte morirò. Un mostro viscido uscirà da sotto al letto e mi soffocherà e la mamma domani mattina verrà e dirà che infondo non ho sentito male perché dormivo. Basta. 

 

Mi alzo nel buio, metto le pantofole, corro fuori dalla stanza cercando di uscire il più velocemente possibile, prima che i mostri se ne accorgano,e vado da nonna, che da quando nonno non si è più svegliato, vive da noi.

 La sveglio.

 "Non dormo." 

Nonna sospira. Mi fa salire sul suo letto. È scomodo perché è quello che da poltrona diventa un letto con un materasso sottile sottile. Non è il massimo per il suo mal di schiena. Le chiedo se vuole fare scambio di letto, perché tanto io non dormo. 

Pensa, ma non alla mia proposta. "Perché non dormi?" "Non voglio"

"E da quanto non vuoi?" Da quella sera, ma non glielo dico. "Boh, da sta sera." 

 

Restiamo un po' in silenzio. 

"Sai che tuo nonno, quando eravamo appena sposati, andò in guerra?" Si, lo sapevo. "Raccontava sempre che quando stava lì in trincea..." "Cos'è una trincea?" "Delle buche dove il nonno e i suoi compagni si nascondevano per scappare dagli spari dei nemici" "Capito. Vai avanti" " il nonno raccontava che per sopravvivere a quell'orrore, l'unica cosa che poteva fare era dormire. Non importa quanto. Un'ora, mezz'ora, sotto la pioggia e sotto gli spari non faceva differenza. Perché quando dormiva sognava, e sognava di tornare a casa e di riabbracciarmi, di dipingere, di passeggiare tra i campi, andare in paese, al mercato. Sognava e si sentiva vivo, e in mezzo al pericolo della morte, quello lo ha salvato." "Ma non aveva paura di morire?" "Certo che ne aveva! Vedeva morti ogni giorno, compagni con cui un'ora prima rideva, immobili nel fango della trincea. E caspita se aveva paura! Ma non poteva rimanere fermo, doveva andare avanti per poter tornare da qui, alla vita vera, e sognarla era l'unico modo per non dimenticarla." "Ma nonno è morto proprio mette dormiva, e stava bene la sera prima, e dovevamo andare a pescare, e non è giusto, perché gli voglio bene, ed era il mio migliore amico e mi manca. E ho paura che se mi addormento non mi sveglierò più, e non potrò essere svegliato la mattina da mamma, giocare in piazza con i miei amici, diventare uno scienziato,prendere il gelato la domenica con papà. Ho paura di dimenticarmi del nonno, del suo odore, del suo modo di tenere la pipa, di raccontami dei suoi sogni, di lui da giovane, perché già non mi ricordo come era il suo naso quando rideva, o in che modo aggrottava la fronte se non mangiavo la verdura. Non voglio dormire. Voglio rimanere sveglio e pensare che tra poco mi verrà a svegliare, entrerà in camera mia e andremo a pescare e tutto sarà come sempre!"

"Se non lo vuoi dimenticare, chiudi gli occhi e sognalo, e il giorno dopo scrivi quello che hai sognato, così anche quando arriverai alla sua età non dimenticherai e non avrai più paura. Provaci. Se vuoi, ho portato qui con me il suo diario dei sogni. Lo vuoi leggere?" Senza rendermene conto faccio di sì con la testa. 

 

Nonna lo prende, mi accompagna in camera, mi dà un bacio ed esce. 

Io inizio a leggere. Ci sono tantissimi sogni, alcuni assurdi, altri sulla guerra, in altri ci sono io, in altri ancora mamma da piccola o lui al lavoro, in altri dipinge quadri che poi ho visto appesi nella casa in campagna. 

Chiudo gli occhi per un instante più del necessario e lo sogno, rivedo tanti e tanti momenti, a Natale, al mio compleanno, con i fiori per la recita di fine anno, nell'orto. Ed è qui, lo vedo, lo sento. E sono felice. Perché mi sorride e stiamo andando a pescare e non vedo l'ora. 

 

Mi sveglia la mamma. Ho addosso una strana serenità. Mi guardo intorno e addosso ho il quaderno del nonno. Mi sembra di sentire nell'aria il suo odore. E mi viene da sorridere, perché ho dormito e sono sopravvissuto, perché ho sognato e ora non ho più paura.

 

 

 

 

 

 

FINE. Beh che dire... spero vi sia piaciuta! Mi raccomando: RECENSITE RECENSITE RECENSITE ;D

  
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