Serie TV > Hélène e i suoi amici
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Autore: Magica Emy    11/01/2014    1 recensioni
Già, il mio Cri Cri adorato odia i cambiamenti, lo hanno sempre spaventato un po’, e poi…si, devo ammetterlo, adoro quella sua aria da cucciolo smarrito mentre si aggira per casa chiedendosi cosa abbia fatto di male per meritarsi tutto questo…il solito esagerato. Ma che posso farci? È fatto così, ed è anche per questo che sono pazza di lui...
Seguito di "Une nouvelle vie"
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Speravo che con il passare del tempo le cose tra me e Laly sarebbero mgliorate almeno un po’, ma evidentemente mi sbagliavo. È sempre così fredda, così distante e non mi rivolge mai la parola se non per questioni strettamente lavorative, e a quel punto sembra avere un’aria così ostile e seccata che mi si stringe lo stomaco. Non so cosa pensa né cosa prova, e questo rende la situazione ancora più difficile da comprendere perché, per quanti sforzi faccia, non riesco proprio ad avvicinarla in alcun modo. È lontana anni luce da me, ci siamo perse, e io non riesco a sopportarlo. Non c’è mai stata tanta distanza fra noi due come in questo momento, e so che devo darle il tempo di riprendersi, ma…è difficile, non so cosa fare. Passo il resto della mattinata in ufficio, e fortunatamente abbiamo così tanto lavoro da sbrigare che non ho proprio il tempo di arrovellarmi su questa cosa, ma quando torno a casa per il pranzo non posso fare a meno di pensare a Christian e al fatto che ieri non abbia risposto alle mie chiamate. Non vuole parlare con me, e la cosa non ha assolutamente senso. Sospiro, frustrata, poi colta da un’ispirazione improvvisa recupero il cellulare dalla tasca della mia giacca e provo di nuovo a comporre il suo numero, riattaccando però in fretta quando sento la segreteria. Non ho voglia di lasciargli un messaggio, non saprei nemmeno cosa dirgli. Desidero soltanto sentire la sua voce, sapere come si sente, e…se va tutto bene. E se così non fosse? Maledizione Johanna, devi smetterla di essere sempre così negativa! Ma che cosa mi prende? Non sembro nemmeno più io…che razza di aiuto potrei dargli se non faccio che lambiccarmi il cervello tirando in ballo le peggiori ipotesi possibili? Immersa in questi strani e tristi pensieri non mi accorgo di aver lasciato aperta la porta d’ingresso e sussulto vistosamente non appena mi ritrovo Charles in casa, che sollevando subito le mani a mezz’aria, mi rassicura con un mezzo sorriso.

- Ehy non volevo certo spaventarti, mi dispiace. Stavo per suonare il campanello ma mi sono accorto che la porta era aperta, così sono entrato. Ma… forse ho fatto male.

Si affretta a dire, spaventato persino più di me dalla mia prima reazione ma io scuoto la testa divertita, rassicurandolo a mia volta e invitandolo a seguirmi in cucina.

- Non ti preoccupare, la colpa non è certo tua! Sono io che ho sempre la testa fra le nuvole in questo periodo, e questo mi fa dimenticare anche le cose più ovvie. Ma dimmi, cosa posso fare per te?

- Bè – esita – sei in buona compagnia, a quanto pare! Se questo ti può consolare io ho dimenticato di comprare il sale oggi, perciò ero venuto a chiederti se ne hai un po’ da darmi…

- Ma certo – lo interrompo con un sorriso – te lo prendo subito.

Vado verso la dispensa e tiro fuori un barattolo di terracotta piuttosto capiente, ma proprio quando sto per consegnarglielo mi viene un’idea.

- Senti…che ne diresti di fermarti qui a pranzo? Grace e Logan resteranno a scuola almeno fino alle sei, e io non…

non ho proprio voglia di rimanere sola, oggi” Sta per sfuggirmi dalle labbra dischiuse, ma mi trattengo appena in tempo. È vero, non riuscirei proprio a rimanere sola coi miei pensieri, specie in questo momento. Charles sembra un po’ sorpreso dalla mia richiesta ma è solo un attimo, perché poi accetta l’invito senza ulteriori indugi. Il pranzo in sua compagnia è piacevole e divertente, e per la prima volta dopo tanto tempo sento di essere tranquilla e rilassata. Anche se non dura molto. L’argomento infatti scivola ben presto su Christian e sulla sua permanenza alla comunità di recupero, e a quel punto Charles sembra subito notare il mio improvviso cambiamento d’umore.

- Ti prego di scusarmi – dice, mentre si rialza in piedi per aiutarmi a sparecchiare – non volevo turbarti con le mie domande. So che si tratta di un argomento delicato, e…

- Non importa – lo incalzo subito, sollevando una mano e impedendogli così di finire la frase – davvero, è solo che è…difficile, e da un po’ di tempo mi sembra che le cose mi stiano sfuggendo di mano.

Mi fissa con aria interrogativa.

- Perché dici così, è per caso successo qualcosa?

Domanda, riponendo l’ultimo piatto nel lavandino. Scuoto la testa e mi passo nervosamente le mani tra i capelli, come per raccogliere le idee.

- È proprio questo il punto – rispondo poi – non lo so. Non ho idea se sia successo qualcosa o meno, l’unica cosa che so è che Christian è completamente cambiato nei miei confronti da un po’ di tempo a questa parte, e sembra così distante, così assente che…io non so più cosa pensare.

Improvvisamente mi accorgo che la mia voce trema e che sono quasi sul punto di piangere, ma so che ormai è troppo tardi per fermare le lacrime, così lascio che mi scorrano sul viso e solo vagamente mi accorgo che il mio amico si sta avvicinando lentamente, guardandomi con espressione preoccupata.

- Oh no Johanna, ti prego, non piangere. Mi dispiace così tanto per quello che stai passando, non lo meriti di certo, ma…non farlo, non permettere alla tristezza di prendere il sopravvento e rovinare così il tuo bellissimo viso.

Mi sussurra, ormai a pochi centimetri da me, sfiorandomi una guancia per asciugare una lacrima solitaria e il suo tocco è così gentile e delicato che non me la sento proprio di opporre resistenza quando mi prende fra le braccia, così lo lascio fare perché, forse, è proprio questo ciò di cui ho bisogno. La sua vicinanza mi fa sentire protetta e al sicuro e sembra cancellare d’un tratto tutta la mia pena quando sento le sue dita scivolare sui miei fianchi, percorrendoli in una tenera carezza e provocandomi un brivido lungo la schiena mentre le sue labbra sfiorano piano le mie. A quel punto, senza nemmeno sapere perché, mi ritrovo ben presto a rispondere al suo bacio…

   
 
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