Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Peppe_97_Rinaldi    11/01/2014    2 recensioni
L’organizzazione paramilitare del Red Ribbon… e la sua distruzione ad opera di un misero ragazzino.
Quello fu l’inizio di tutto… Quello portò alla nascita di due efferati cyborg…
"Idiota": questo è quello che C-18 pensa di Crilin, inizialmente. Eppure arriveranno a sposarsi, e ad avere anche una famiglia. Come? Perchè? E C-17... cos'è lui per la bella C-18?
Il dottor Gelo li trasformò in cyborg, privandoli della loro umanità: perchè? Su 19 androidi, gli unici due ad avere base umana: qual è la ragione di ciò? In questo stato di robot, ha ancora senso la vita?
E cos'è la vita, l'amore? Dove sono nati? Avevano una famiglia come tutti?
“Dunque quella missiva è stata inviata dal Red Ribbon, o meglio… da uno dei sopravvissuti…”
Il ki… E’ un bene saper controllare questo potere?
Ma il dottor Gelo… fece tutto ciò solo per pura vendetta? Qual era il suo scopo?
“Se lo conoscevo, dici? Ovvio. Era il mio androide numero 13!”
“Mamma… papà… Mi mancate…”
Segreti da svelare, occultate verità, riscoperta dei valori, nuovi personaggi... e soprattutto uno strano ragazzo porteranno questi giovani a scoprire il loro presente, passato e futuro... quali misteri si celano nelle loro figure?
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 17, 18, Dr. Gelo, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: 18/Crilin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Gli spigolosi spifferi del vento ondeggiavano rumoreggiando senza sosta, mentre una gelida aria d’inverno pungolava ininterrottamente C – 17, il quale si guardava intorno, attonito. Era tutto un continuo di macerie: tratti in cui dei blocchi di massi erano ormai incastrati tra loro, permettendo di tanto in tanto a resti di varie apparecchiature elettroniche di emergere timidamente, solo per accaparrarsi grandi quantità di vecchia polvere. Tratti, invece, dove era ancora visibile, seppur non molto, un antico pavimento scavato nella roccia.
Su uno di questi, il cyborg notò resti come di una grande macchina, forse un computer centrale su di un piano rettangolare.
<< Esattamente in questo punto… era qui che giaceva il macchinario che regolava la crescita di Cell >> disse. << Io e mia sorella siamo già stati qui. Se penso che il dottor Gelo ci aveva pure spiegato lo scopo finale di quel mostro… che stupidi arroganti! >>
C – 16 si avvicinò cauto. << L’importante è che tu abbia capito il tuo errore. D’ora in poi non peccherai più di tracotanza. Ma ora dimmi… perché hai deciso di ritornare in questo posto? >>
C – 17 scrutò quello che una volta doveva essere l’imponente computer. << E’ qui che è cominciato tutto: qui la fine della mia umanità, e l’inizio della mia esistenza da futile robot. Se voglio trovare qualche indizio sulla mia vecchia vita, posso iniziare la ricerca soltanto da questo luogo >> .
Passò avanti, analizzando tutto ciò che i suoi occhi incrociavano: purtroppo, però, non c’era niente da fare…
L’androide lo seguì nel silenzio dell’oscurità, quando…
    Click!
C – 16 si voltò di scatto, e nel punto esatto in cui aveva poggiato il piede, laddove un tempo si innalzava il macchinario del dottor Gelo, un  piccolo pulsante cremisi cominciò a vibrare, e la scossa si espanse in maniera concentrica in un piccolo riquadro di pavimento.
<< Attento! >>  urlò, e con un’agilità felina si scansarono.
Appena in tempo. Accadde tutto in pochi istanti. Il pavimento crepò; il misterioso pulsante si elevò rapidamente, scoprendo sotto di esso una strana superficie trasparente, e in breve tempo si ritrovò sulla sommità di una grande teca vetrata.
Le lastre di vetro erano una distesa di polvere e terra che colavano giù come un fiume in piena. Distanziate tra di loro, il che conferiva una certa imponenza alla teca, formavano un’area quadrata, esattamente come la porzione di pavimento vibrante.
Il cyborg deglutì e, non senza timore, si avvicinò, sgranando gli occhi quando vide qualcosa che non aveva ancora notato. Di fronte a lui, fissata nella lastra, vi era… una maniglia. Una grande, pesante maniglia.
<< Quindi… >> e la tirò a sé. L’inquietante costruzione si aprì con un perfido cigolio. Al suo interno notò solamente due pulsanti: una freccia in su, e una in giù.
A un cenno dell’amico, C – 16 si avvicinò. << Sembra… una specie di ascensore >> dichiarò, entrandovi. << Il bottone per attivarlo era posizionato sotto il computer centrale. Impossibile, dunque, poterlo notare, come se… >>
<< …il dottor Gelo volesse nascondere qualcosa >> concluse C – 17.
Si scambiarono uno sguardo, ed entrambi seppero cosa dovevano fare. L’androide si tirò la maniglia di ferro, mentre l’altro premette il pulsante raffigurante una freccia rivolta verso il basso. Un ringhio elettronico pervase l’ambiente. L’ascensore ebbe una scossa, e veloce come una saetta precipitò nel vuoto…

Si fermò un secondo prima di schiantarsi al suolo.
<< Il dottor Gelo era pazzo! >> si lamentò C – 17, mentre avanzava sconvolto.
L’altro, invece, si fece avanti come se niente fosse, guardandosi intorno. Era buio, perciò non si vedeva molto. Erano all’interno di un’immensa caverna, e capì che dovevano essere nel punto più profondo di quella collina.
<< Cosa speri di trovare qui? >> chiese.
<< Non so, ma stiamo attenti, qualsiasi cosa può tornarci utile >> rispose il cyborg.
Però era strano: non c’erano macchinari né computer, ma solo scatole o scaffali immersi nell’oscurità più drammatica, come il buio che regnava nella sua mente… Abbassato lo sguardo, notò il suo foulard ormai ridotto molto male, esprimendo il suo disgusto con una smorfia.
<< Ci tieni proprio tanto al tuo foulard. Ti posso chiedere perché? >> chiese l’androide, notandolo.
Quella domanda lasciò perplesso C – 17: voleva rispondere con naturalezza che teneva molto a qualunque suo capo d’abbigliamento, tuttavia esitò. << Ecco, io… non lo so >> disse, e sbrigativamente cambiò argomento. << Guarda, qui c’è qualcosa >> .
All’interno di uno scatolone lasciato con noncuranza ancora aperto notò un camice bianco. Il cyborg lo esaminò, rivelandolo nella sua lunghezza: era immacolato, come se non fosse mai stato toccato prima di allora.
<< Forse era del dottor Gelo >> ipotizzò. E poi un’altra cosa attirò la sua attenzione: in fondo alla scatola giaceva solitaria una lettera dimenticata, ripiegata su se stessa. << C’è scritto solamente “A una persona veramente speciale” … >> dichiarò. << Oh, e così quel pazzo aveva anche una vita normale! Dev’essere di qualche suo degno conoscente… >>
C – 16 sembrò pensieroso. << Non vedo come questo possa servirci. Eppure… >> ma troncò lì la frase.
Continuarono a indagare, facendosi spazio tra le reti di ragnatele incombenti nella caverna. A ogni passo corrispondeva un sussulto del terreno, inquietantemente scricchiolante. Avrebbero trovato qualcosa? Il ragazzo sperava di scovare indizi, di qualsiasi tipo, d’altronde dove cominciare le ricerche se non lì? Effettivamente, però, non stavano trovando niente, vi erano solo scartoffie…
<< C – 17! >> Il tono di C – 16 sembrava piuttosto urgente.
Il giovane accorse, e quello che vide gli fece spalancare gli occhi.  Un tavolo, una semplicissima tavolata di appoggio, era ricoperto da un’ondata di buste, tutte lettere depositate. Con fare investigativo, il cyborg ne prese frettolosamente alcune, e iniziò a leggere.

         Egregio dottor Gelo…

<< Ma allora queste lettere… >> e proseguì.  

         Non le parlo in qualità di killer, alleato o quant’altro, ma come membro della gloriosissima armata del Reb Ribbon. Perché è questo ciò che noi siamo, e trovo dovuto il compito di continuare a mantenere in vita la nostra organizzazione. Mi scuso per il, seppur leggero, ritardo nella risposta, ma vede… ho avuto piccoli contrattempi a causa del marmocchio che, tra l'altro, mi crede morto!
Come dicevo… ebbene, so che inizialmente ero solo un sicario, ma cominciavo a intravedere nel Red Ribbon una possibilità di carriera, ma adesso, almeno per le notizie a noi pervenuteci, siamo gli unici due sopravvissuti. Sì, esatto, è andato tutto come temeva. Il Reb Ribbon non esiste più; ed è tutta colpa di quel… maledetto moccioso, quel… Goku.
Confesso che la sua proposta è molto allettante, e pertanto sono concorde alle sue idee. Ora che il mondo non saprà più della sua esistenza, interromperemo rigorosamente ogni forma di comunicazione. E poiché tale lettera sarà l’ultima, non intendo farle domande che non avrebbero risposta, anche se immagino che la sua personale situazione sia già stata risolta…
Bene, concludo qui. Confido nel suo operato, e ovviamente quando sarà pronto per ucciderlo verrò da lei avvistato, e in quel momento… nulla potrà sconfiggerci!
Sa, non vedo l’ora di vedere tutti i suoi futuri androidi, ma soprattutto… i due cyborg di cui mi ha parlato, all’azione.
Non vedo l’ora.
Le auguro brillanti studi, e una grande fortuna. Per il momento, addio.
                                                                                                                                                                                
                                                                                                                                                               Tao Pai Pai

 

C – 17 stinse forte la lettera, serrò la bocca, le braccia tremarono…
Addirittura C – 16 sembrava spaventato; rilesse più volte nella sua mente quelle parole.
      Red Ribbon, il mondo non saprà più della sua esistenza, suo operato, futuri androidi, due cyborg...
<< C – 17! >>
<< C – 16! >> Fu nello stesso attimo, ma il moro prese la parola, in profonda agitazione. << Ma questo è… >> e lo lesse.
<< Orange Town, Kori Street, numero 20 >> . Prese un respiro tremante, ed esclamò: << E’ l’indirizzo del dottor Gelo! >>
“ Cosa, Orange Town… Ma è qui vicino! “ pensò l’androide, ma con le parole espresse il suo ragionamento. << Ma certo! Questo posto… qui il dottor Gelo ha depositato tutte le sue cose, tutti gli oggetti della vita personale! >> annunciò, guardandosi in torno come a osservare le conferme. << Tutti questi oggetti – vesti, scaffali, scatoloni – li ha di proposito eliminati dalla sua vita: per questo ha chiuso l’entrata di questa caverna con il computer di progettazione di Cell. Voleva dimenticarli… >> e guardò il camice mai utilizzato…
<< o nasconderli! >> intuì il corvino, fissando le strane lettere.
C – 16 annuì. << Dunque quella missiva è stata inviata dal Red Ribbon, o meglio… da uno dei sopravvissuti, questo serial killer Tao Pai Pai… non lo conosco… Inoltre, sapeva quindi che il dottor Gelo volesse farsi considerare morto in tutto il mondo >> .
<< E così già sapevano di noi >> ringhiò C – 17. << Mentre io magari ero ancora una persona normale! >>
Poi fissò nuovamente l’indirizzo scritto, con gli occhi colmi d’ira.

       Orange Town Kori Street, numero 20.

<< C – 16! >> lo fissò.
<< Andiamo! >> rispose l’altro. Partirono come razzi; le tenebre erano fitte, il gelo penetrante, ma una volta fuori da quell’inferno il tutto migliorò. L’oscurità era ora meno intensa, più soffice, ma comunque tale, e la luce della speranza illuminava il sentiero…

  C – 18 giaceva nel letto, in una coltre di comode coperte. “ Crilin…” pensava. Era incredibile come in quel giorno il giovane fosse diventato un suo punto di riferimento. Però aveva ancora molto da fare. Quella volta stava combattendo per un giusto fine, diversamente da sempre, e questo era già un sollievo. Alzò gli occhi al cielo: la notte era stupenda, e le nacquero degli interrogativi. Non smetteva mai di pensare a una certa persona: vi era un ragazzo che occupava un posto importante nella sua mente, così come nel suo cuore…

C – 17 era ora disteso sul soffice terreno, con gli occhi rivolti all’infinita volta del cielo. Lo sguardo si posava curiosamente ora su stella, poi su di un’altra. << E’ bellissimo >> commentò.
C – 16 gli si sedette affianco. << Ora siamo ancora vicini al laboratorio. Domani ci aspetta una grande giornata, riposati >> e, detto questo, appoggiò la schiena a un albero e chiuse gli occhi.
Il cyborg rimase in silenzio a fissare le stelle. “Dove sei sorellina?” si chiese. “Domani scoprirò tutta la nostra storia, com’eravamo da umani” . Poi rifletté. Umani. “Sai sorellina, credo che non sia proprio brutto essere un cyborg. Insomma, in fondo non ci sono molte differenze, e ho sempre una mia vita. Però… provi quel magone che ti fa sentire un estraneo alla natura. Allora, cosa si proverà ad essere un umano? Ma poi, mi chiedo, soprattutto…”

“Fratellone, dove sei?” si chiedeva C – 18. “Ho bisogno di te, del tuo appoggio, proprio come se fossi – e sorrise all’idea – un’umana. Sai, sto chiedendo aiuto a Chichi, è simpaticissima, dovresti conoscerla. Magari riesco… chissà, potrei diventare amica di Crilin. Oh… mi manchi. Mi sento così stupida, ho bisogno di te… Eppure, credo che è così che si comportino gli umani, aiutandosi gli uni gli altri, senza esitazioni. Ma noi non siamo come loro… purtroppo. Ecco, mi chiedo spesso: ma quindi, che vuol dire essere umano? E poi, che significa…”
“che vuol dire…” si domandò C – 17.
essere cyborg?” si chiesero a una sola anima.




Mille interrogativi, bisogno di risposte: chi, che cosa, ma... perchè? I misteri si infittiscono...
Quali decisioni prenderenno C - 17 e C - 16 a questo punto? E C - 18, come si comporterà?
Appuntamento al prossimo capitolo: "Kori Steet" !!!!


Allora... che dire? Anzitutto...  buonasera!! ^^ Nella mia storia ho cercato di aggiungere molti elementi che la rendessero il più appassionante possibile, quindi anche la presenza di misteri...
Come potete immaginare, bè, ecco spiegato il titolo!!! ^____^ E ora diamo una spiegazione più completa: il titolo è da intendere sia come contrapposizione ad "essere umano", nel semplice senso di umano, quindi come se fosse "cyborg", potermmo dire. Ma da un piccolo punto di vista. Il significato vero e proprio è dunque quello che ho finalmente spiegato, diciamo xD, col capitolo.
Ora... mi fa piacere sapere che la mia fiction sta piacendo, e poi è bellissima la sensazione di quando scrivo questa parte "finale", cioè il mio "angolo autore" ^__^ E' estremamente rilassante e confortante xD xD
Detto ciò... so che ho pubblicato il capitolo tardi (fra poco finisce la giornata ^^" ), ma devo dire che dopo una prima... emh, orribile settimana di ritorno a scuola è stata una liberazione riuscire a pubblicare questo quinto capitolo :D :D :D
Bene, ora vi saluto, spero che il testo sia piaciuto!!! Vi auguro ogni bene :3 Jane!!!!!!!!!!!!!! ^_^
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Peppe_97_Rinaldi