Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Michellouis    11/01/2014    1 recensioni
avevo solo bisogno di essere salvata.
Genere: Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Erano passati solo tre mesi da quando Liam si era trasferito a Londra. Senza dubbio il periodo più brutto della mia vita.
Liam era il mio migliore amico.
Lo avevo conosciuto tre anni fa, per caso, durante le vacanze di pasqua. Tra di noi era subito nata una complicità unica. Per me era come un fratello, a volte come un padre. Compagno di avventure.. Disastri e tante risate. Nonostante la differenza di età era l'unico che mi capiva, l'unica persona su cui sapevo di poter sempre contare, al cento per cento. Non riuscivo proprio a immaginare una vita senza di lui, ma se ne era andato. Il giorno della partenza non avevo detto una parola fino al momento in cui dovevamo salutarci. Ad ogni passo stringevo più forte la sua mano e le lacrime scendevano rigandomi il viso. Non potevo pensare alle mie future serate senza di lui, dalle sere passate in discoteca, alle uscite che facevamo con la compagnia oppure alle migliori serate, quelle passate abbracciati su un divano a guardare cartoni demenziali davanti ad un pacco di gocciole al cioccolato.

Da quel giorno non ero più me stessa.

Da quel giorno era iniziato il peggior capitolo della mia vita. La scuola non andava, non vedevo una sufficienza dall’inizio di ottobre. Non riuscivo a concentrarmi, studiavo molto ma la mia testa era altrove. Passavo le serate a scrivere, ogni sera una frase. Mi sentivo sola, abbandonata da tutti. Odiavo la maggior parte dei miei compagni di classe, tutti finti, dietro una maschera. Grandissimi infami che ti pugnalavano alle spalle appena potevano. Nessuno in classe voleva parlare con me. Io ero diversa da loro. Dicevano di trovarmi strana, antipatica, costantemente acida con il mondo. Ma la verità era che avevano paura. Nessuno di loro era più abituato alla sincerità. La sincerità richiedeva coraggio. E i coraggiosi erano una razza quasi estinta. Perché tutti mentivano. Era un aspetto fondamentale della vita sociale. Nessuno vorrebbe vivere in un mondo dove vige l’assoluta sincerità. Immagini che conversazioni? “Sei grasso!” “Lo so, ma tu puzzi!” Non poteva funzionare. Così la gente continuava a mentire per omissione. Si diceva solo parte della storia… e per esperienza avevo imparato che la parte tralasciata era spesso la più importante.
Cosa c’era di complicato nella sincerità?
Cosa c’era di oscuro e arcano in una frase come: “no guarda, tendo a preferire l’allontanamento delle persone”.
O nel suo sunto in: “no guarda, preferisco che tu mi lasci stare”.
O ancora meglio in: “smettila di cercarmi”.
Cosa c’era di complicato nel voler definire prima la propria linea di pensiero a protezione di un qualsiasi tipo di rapporto possa venire dopo? Amicizia o amore?
Spiegatemelo. Spiegatemi che problema aveva certa gente con la sincerità, spiegatemi come si poteva essere così ipocriti da non voler accettare una persona sincera e mandarla a cagare o portarla con voi, COSI’ COM’E’.
Cosa c’era di difficile nella verità, nella sincerità, nella limpidezza.
Tutti a sproloquiare su quanto il mondo vada a puttane, e le bugie, e i cuori infranti, e poi ci si trovava davanti una persona sincera e la maggior parte delle volte il rapporto, a qualunque livello sia, anche embrionale, si concludeva con “pensavo fosse diversa”.
Ma pensavi cosa, non accettare una verità e vederla accadere è una cosa “diversa”?
Che concetto aveva certa gente di ‘diverso’, ‘chiarezza’ e ‘rapporto’?
Pensavo quasi di non volerlo sapere, dato lo schifo che temevo di trovare nella risposta.
La sincerità faceva paura in quanto reale e concreto, troppa gente era ormai abituata alla finzione dell’astratto.
Ma io non ci starò MAI.
A volte mi veniva semplicemente voglia di aprire la finestra e urlare: “Sapete perché sono Acida? Sapete perché sono stronza, rispondo male, sono scostante, a volte un po’ cinica?

Perché credo.

 Credo nell’amore a prima vista, credo nell’Amicizia Vera, credo che certe cose possono avvenire perché ci si è trovati, credo nella sincerità delle persone, credo nelle buone intenzioni, credo nel “ti sto dicendo la verità!”, credo all’amicizia tra uomo e donna, agli amori come nei Disney, al bene incondizionato, credo che se qualche ragazzo mi scriva o mi parli non mi voglia per forza portare a letto, alla gentilezza, credo nel potere delle parole, credo nei gesti, credo ai finali dei film, credo alle lacrime, credo alle mani strette, credo che nessuno possa vivere senza credere in qualcosa e credo.

Io credo.

E vengo sempre, puntualmente, matematicamente disillusa e smontata pezzo per pezzo delle mie convinzioni. Ecco perché sono Acida. Io non sono affettuosa, non abbraccio le persone senza motivo, non dico frasi sdolcinate, non mi faccio sentire, eppure ogni mia parola è piena di sincerità, ogni mio gesto è pieno di significato, ogni piccola cosa per me ha un senso. Non nascondo la verità dietro false parole solo per diventare amica delle ragazze popolari della mia scuola. Non mi vesto in modo volgare solo per attirare l’attenzione dei classici ragazzi bellocci di quinta. Sono la classica ragazza che si nasconde sotto un maglione più grande e si sente insicura. Ma il bello è che, essendo poche le persone per cui nutro affetto, le amo per davvero, senza ambiguità; non come chi vuole bene a tutti e lo fa pure male. ”

“…But I'll sing... Shine on, just shine on… Close your eyes and they'll all be gone..”

Ecco la sveglia. Un’altra giornata, come al solito. Con indosso la mia solita faccia, quella mi porterò avanti per tutta la giornata perché non importa come io mi senta, la vita era come un gioco a volte. Sguazzavo spesso nella negatività, a momenti mi perdevo nella musica tralasciando la realtà. Amavo fino a distruggermi, amavo patologicamente perché la maggior parte delle volte non venivo ricambiata. Mi consideravo un disastro ma pensavo che sbagliare fosse sempre meglio di non fare niente. Era stata la cattiveria della gente a trasformarmi così. Ero una quindicenne che sperava in un mondo migliore, ero quella quindicenne che ascoltava tutte le bands possibili ed immaginabili e che si drogava di serie tv. Credevo ancora nell'amore descritto nei film. Annegavo troppo spesso in un bicchier d'acqua e troppo spesso quella fottuta timidezza s'intrufolava nel mio cervello rovinando qualsiasi cosa. Ero pronta a varcare quella porta. Ad uscire al freddo e incamminarmi verso la fermata del bus. A rivedere tutte quelle brutte facce e risentire i pettegolezzi. Ad arrivare a scuola e rivedere professori insieme ad altre orribili facce. A sopravvivere a cinque ore di ansia e paura. A tornare a casa, mangiare e mettermi a studiare. A ripetere tutto ciò per tanti, innumerevoli altri giorni. No, non ero pronta. Volevo tornare indietro, volevo che domani fosse Natale.

Da quando se ne era andato Liam ogni mattina le mie giornate andavano così. La solita routine quotidiana. Quel giorno nella mia classe sarebbe arrivato un nuovo compagno. Sinceramente non mi importava molto. Sarebbe stato sicuramente come tutti gli altri. Come ogni mattina, come prima cosa, avevo guardato le notifiche nel telefono. I soliti ragazzini immaturi che mi cercavano solo perché erano attratti dalla preda difficile della scuola. Quando scorrendo tra i messaggi lo avevo visto. Mi aveva ricercato. Dopo un anno.

Harry era stato il ragazzo che mi aveva fatta cambiare. Era stato il primo amore. Prima di lui ero diversa, socievole e solare. Tanto che il mio carattere lo aveva conquistato. Lui, il più bel ragazzo di tutta la scuola, il capitano della squadra di football della scuola. Il ragazzo più ambito da tutte le ragazze.
E aveva scelto me.
Mi aveva avvicinato con i suoi falsi sorrisi, con il suo finto carattere. E io c’ero cascata. Si era approfittato di me. Mi aveva rubato una parte di me. Aveva portato via una parte importante della mia adolescenza. Tutto si era consumato in una mezz’oretta scarsa in un vicolo della mia città.

Ancora oggi se sento parlare di “violenza” mi viene da piangere.
Avevo cancellato tutto di quei giorni. Ma era cambiato tutto. Mi aveva fatto crescere. Diventare donna troppo presto. E io ero cresciuta. Nonostante tutto questo io ero ancora triste. Ero delusa. Lui era stato per molto tempo tutto quello che potevo desiderare dall’amore. Mi fidavo di lui, e lui mi ha tradita. Si era preso gioco di tutte le parole dolci, quelle sussurrate a pochi, parole sincere… Provenienti da cuore. E ora era tornato.

Alla vista di quel messaggio un brivido mi percorse tutta la schiena. Dopo tanto tempo i ricordi mi stavano tornando alla mente. Ricordi che speravo di aver rimosso per sempre. Cosa voleva da me? perché mi ricercava dopo tutto quello che ho passato a causa sua? Nessuno sapeva quello che era successo tra di noi. Nemmeno Liam. Avevo provato a confidarlo alla mia ex migliore amica, ma non mi aveva creduto. Avevo perso completamente la capacità di confidarmi con qualcuno, ogni volta che stavo per lasciar uscire i miei segreti dalle labbra sentivo lo stomaco contorcersi, come se stessi facendo qualcosa di molto sbagliato. Forse avevo solo avuto troppe delusioni per fidarmi ancora di qualcuno. Quella dote dolce ed infantile che mi rendeva ingenua. Tutti pensavano semplicemente che il ragazzo popolare si era stancato della sfigatella della scuola.
Dopo questa storia ero conosciuta a scuola come la sfigata che non aveva saputo soddisfare il capitano. E dietro tutti i commenti della gente sentivo su di me sempre i suoi occhi divertiti, carichi di cattiveria e superiorità. Davanti al suo sguardo mi sentivo completamente nuda anche sotto un maglione. Come quel pomeriggio.
Ed ora era li. Lo schermo rigato del mio iPhone era illuminato da quel messaggio.

« so che tornerai, è solo questione di tempo. »

Non ci potevo credere. Avevo cancellato subito il messaggio come per far finta di niente, come se nulla fosse successo. Dopo tanto tempo la barriera che mi ero costruita si stava distruggendo. Avevo paura, di nuovo.

Ed ero sola.

Dopo una doccia mi ero truccata leggermente, per nascondere le occhiaie portate dalla solita notte insonne. Quel giorno avevo deciso di indossare un paio di jeans chiari, un vecchio maglione blu, con le vans abbinate. Non avevo molta voglia di asciugarmi i capelli quindi raccolsi la mia chioma bionda in una morbida treccia. Cercavo sempre di non essere appariscente. Mi piaceva scomparire sotto lo sguardo della gente dietro vestiti anonimi. Tutte le ragazze della mia scuola si ispiravano alle celebrità. Erano sempre alla ricerca degli accessori giusti, dello smalto abbinato, e del rossetto che più s’intonava con il loro incarnato. Io volevo semplicemente essere carina. Mi ispiravo alle ragazze di tumblr. A nessuna ragazza piaceva il mio stile. Mi vedevano come quella alternativa, la strana, l’associale. Ma d'altronde era quello che volevo. La peggior cosa che poteva capitarmi era essere uguale a quel branco di pecore della mia scuola. Almeno avevo una testa e sapevo usarla.

Quella mattina ero particolarmente in ritardo. Ero ancora un po’ scossa dal messaggio di Harry. Mi ero incamminata così verso la scuola, visto che la corriera ormai era passata da un pezzo. Nelle mie orecchie le solite cuffiette. Solo la musica riusciva a zittire le voci nella mia testa, tutti i pensieri e le preoccupazioni.

“…Tell me with your mind, body and spirit
I can make your tears fall down like the showers that are British
Whether we’re together or apart
We can both remove the masks and admit we regret it from the start…”

Amavo questa canzone. La musica in questo periodo mi stava aiutando tantissimo. Mi mancava liam nonostante lo sentissi tutte le sere. E avevo bisogno di qualcuno che mi stesse vicino.

Senza rendermene conto, avvolta nei miei pensieri, ero arrivata davanti all’ingresso della mia scuola. Nonostante il ritardo si potevano ancora notare il gruppo delle cheerleader a spettegolare e qualche ragazzo insignificante come me, in ritardo e senza alcuna intenzione di correre per arrivare puntuale.

«ehi Michelle, anche oggi il buon gusto lo hai lasciato a casa? Non mi stupisco che non hai amici, ti sei vista?»

Il suo commento era come un antibiotico.

Lei era Samantha, il capo delle cheerleader. Tanto bella quanto oca. Sempre circondata dai ragazzi, piena di amiche. O almeno, definirle amiche era un parolone. Io lo chiamavo “il gregge”. Solo ragazzine montate, che ricercavano la popolarità seguendo quella finta bionda. Erano semplicemente persone vuote, senza principi. La maggior parte di quelle ragazze si vantava di essere andate a letto con tutta la squadra di football. E ne andavano fiere. In quel gruppo nessuno era amico di nessuno. Quelle persone erano solo legate da un sentito bisogno di popolarità e protagonismo che potevano avere solo frequentando persone come Samantha.

« Sempre più simpatica Samantha, ogni giorno di più. Mi stupisci ogni mattina con i tuoi complimenti, buona giornata anche a te»

Ridevano di me, come ogni mattina. Mi fingevo forte ma dentro stavo di merda. In fondo volevo solo qualcuno con cui parlare. Anche io ero una persona come loro.
Il silenzio del corridoio ormai vuoto mi metteva tranquillità. Solo io e il rumore dei miei passi sulle piastrelle lucide. Ma in un secondo questo stato di calma si era distrutto, facendomi crollare come se ci fosse un violento terremoto.

« Ciao tesoro, non mi hai risposto stamattina, attendo la tua conferma »

Riconoscevo quella voce. Quella voce che avrei voluto non sentire più.

« Cosa vuoi da me Harry? »

Cercavo di apparire calma, controllata. Ma dentro di me tremavo. Avevo come un uragano che mi stava uccidendo da dentro.

« Riprendermi quello che è mio, sai, mi stavo annoiando ed ho ripensato al tuo bel faccino. È un po’ che non giochiamo insieme»

Appoggiato all’armadietto mi stava guardando con un sorrisetto malizioso. Lo stesso di quel giorno.

Solo io sapevo quanto schifo mi faceva quel ragazzo. Non riuscivo manco a guardarlo negli occhi. Sapevo che se lo avessi fatto ci sarei ricascata. Nonostante tutto era sempre ricucito a farmi sentire in colpa a me, inadeguata. Mi faceva sentire sbagliata. Mi faceva pensare che quello che era successo era normale, giusto. Colpa mia.
Non sapevo cosa fare. Mi sentivo un insetto in una ragnatela appiccicosa, che divincolandosi non fa che rimanerci ancora più avviluppato.

« Cosa c’è Michelle, hai forse paura? Io sono il capitano e io comando il gioco. Non puoi scapparmi. Sei la mia palla, sei mia. La partita è già vinta e l’ho vinta io »

Lo sapevo bene. Non potevo fuggire. Non per sempre. Ma per ora era l’unica soluzione. Dovevo chiarirmi le idee. Avevo bisogno di correre in bagno e sciacquarmi la faccia. Così corsi via. Non sapevo dove avevo trovato la forza per muovermi. Le gambe erano pesanti e le lacrime scendevano e mi rigavano le guance. Lo aveva detto pure lui, io ero solo una palla nelle sue mani. Di me poteva farne ciò che voleva. Correvo, correvo come se non ci fosse un domani. Era come se corressi da una vita , scappavo dai problemi, dalle mie insicurezze.  Fuggivo dalle mie paure, da una continua malinconia, da una specie di depressione. Fuggivo da lui. Con gli occhi offuscati dalle lacrime non mi ero accorta della presenza di una altra persona nel corridoio e, senza rendermene conto, ero caduta sopra di lui.

Non so cosa avevo visto. Forse una luce, una speranza, una via di fuga. So solo che, anche solo in un secondo, avevo visto in quegli occhi un rifugio. Erano senza dubbio gli occhi più belli che avessi mai visto.

Mi sentivo stupida, ma dopo tanto tempo, tra le braccia di quel tipo, mi sentivo a casa.


SPAZIO AUTRICE
Ciao belli! oggi mi mentre mangiavo mi è venuta in mente una storia e ho pensato di iniziarla.. non sono molto esperta, è la prima fanfiction che scrivo :) mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate! accetto critiche costruttive :) cercherò di aggiornare presto, un bacione!

Michelle c:
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Michellouis