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Autore: imanobrain    12/01/2014    8 recensioni
"Una seconda lacrima scese sul suo volto delicato e freddo, una lacrima calda, amara e carica di dolore.
In quel momento si congratuló con se stesso per aver tolto prima le sue lenti a contatto verdi. Le lenti che coprivano il suo vero essere.
I suoi occhi facevano paura alle persone!
Lo considerano diverso.
La sua intera infanzia è stata un vero inferno.
Ricordava ogni singola parola: “Mostro!”. L’affermazione più utilizzata.
E lui però perennemente correva fra le braccia della sua amata madre che lo rassicurava.
“Tu non sei diverso, tesoro. Tu sei speciale! Farai grandi cose nella tua vita, lo so.”
Diceva sempre così, e il suo animo da bambino ci credeva. - Sentiva la mancanza di sua mamma. Odiava non poterla più abbracciare.-
Ora il ragazzo, l’uomo che era diventato non ci credeva più.
Forse era davvero uno dei tanti aiutanti di Lucifero, del Diavolo."
Demoni, Segreti e Ricordi tre elementi che distruggono tutto quello che incontrano nel loro cammino.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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-The Boy Who Loved -
L’aria di quella sera era più fredda del solito.
Il vento era gelido, e piccoli fiocchi di neve atterravano sulla giacca blu scuro del ragazzo che stava beato all’aria fredda a godere della bellezza dell’inverno. 
Lui aveva sempre amato l’inverno. Quella stagione lo rassicurava e lo faceva sentire meno solo. Non era più l’unico a congelare ogni cosa che aveva sotto mano, durante quella stagione. I suoi amici dicevano che era strano- come se non lo fosse già-  quando affermava di amare i temporali o il freddo polare, ma a lui non importava.
Era quella la sua natura! 
Il giovane ragazzo si accese una sigaretta mentre pensava ai suoi diciannove anni passati.
Quella sera iniziava un nuovo ciclo per il castano, si avvicinava sempre di più verso la morte.
 
Il ragazzo iniziò a pensare alle serate passate a guardare vari film comici stravaccato sul divano in compagnia del suo amato fratello minore. -Oh, il suo fratellino. Una piccola lacrima rigò il suo volto.- Pensava a ogni Natale passato con i suoi genitori, quando era piccolo, o a quando sua mamma preparava il tacchino pimpante. Quando lui scartava il secondo regalo, quello per il suo compleanno. 
Pensava a quel periodo felice della sua vita.
In quel momento però il castano non ricordava nemmeno cos’era la felicità. 
Il dolore diventava sempre più grande, e man mano nella sua mente riaffioravano vecchi ricordi.
Quelli che facevano più male.
Dal tetto, del palazzo in cui abitava il ragazzo, riusciva a vedere l’immensa bellezza della città che lo aveva accolto a braccia aperte: la sua amata New York. 
Riusciva a sentire le famiglie che cenavano nelle loro case la sera di Natale. Percepiva la felicità dei bambini, percepiva l’ansia con cui aspettavano Babbo Natale.
Lui non credeva più in Babbo Natale!
Era cresciuto troppo in fretta quel minuscolo e innocente bambino. 
Erano anni che non festeggiava più il natale, tanto meno il suo compleanno.
Ora per lui quel giorno era il peggiore dell’anno.
Non esisteva più nessun spirito natalizio.

Una seconda lacrima scese sul suo volto delicato e freddo, una lacrima calda, amara e carica di dolore. 
In quel momento si congratuló con se stesso per aver tolto prima le sue lenti verdi. Le lenti che coprivano il suo vero essere. 
I suoi occhi facevano paura alle persone! 
Lo considerano diverso. 
La sua intera infanzia è stata un vero inferno. 
Ricordava ogni singola parola: “Mostro!”. L’affermazione più utilizzata.
E lui però perennemente correva fra le braccia della sua amata madre che lo rassicurava. 
“Tu non sei diverso, tesoro. Tu sei speciale! Farai grandi cose nella tua vita, lo so.” 
Diceva sempre così, e il suo animo da bambino ci credeva. - Sentiva la mancanza di sua mamma. Odiava non poterla più abbracciare.- Ora il ragazzo, l’uomo che era diventato, non ci credeva più.
Forse era davvero uno dei tanti aiutanti di Lucifero, del Diavolo. 
A dodici anni iniziò a portare le lenti a contatto verdi, con quelle si sentiva più comune.
Da quel giorno nessuno vide più le iridi del fanciullo.
Un occhio verde: verde primavera, verde speranza.
E l’altro azzurro: azzurre mare, azzurro come il cielo.
Odiava essere diverso, lo odiava con tutto se stesso.
Quando buttò a terra la sigaretta ormai finita guardò per l’ultima volta quella meravigliosa città.
Sapeva che avrebbe sentito la mancanza della sua vita fugace, della confusione o dei clacson delle macchine.
Lì era al sicuro, ma doveva tornare a casa.

Avrebbe preferito in altre condizioni, senza versare ulteriori lacrime ma era inevitabile.
Doveva dare il suo ultimo saluto all’ultima persona che aveva sulla faccia della terra.
Ora era solo!
Holmes Chapel lo aspettava con tanti fazzoletti in tasca.




*Spazio Autrice* 
Eccomi qua, con una nuova storia.
Ero molto combattuta se pubblicarla o meno, però nonostante le mie varie paranoie sono qui. 
-Tutto grazie a -SheIsmine-. Grazie per avermi dato forza.-
Questo è il prologo, e se andrà tutto bene entro domenica prossima aggiornerò. 
Comunque, vi piace? 
Se c'è qualcosa che non va o qualche errore avvisatemi, facendo vari coppia e incolla non riesco più a distinguere la bozza dal capitolo corretto per bene. Per non parlare del fatto che sono le quattro di mattina. 
Spero di non avervi annoiate, è davvero l'unica cosa che desidero. 
Aspetto una vostra recensione, positiva o critica che sia. 
Grazie mille a -lilac_ - per il banner. Alla prossima.
-Fixaheart23-.

 
   
 
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