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Autore: Kerplunk    12/01/2014    2 recensioni
Whatsername, She's a rebel, She, Gloria...mille nomi per una sola, speciale ragazza: Amanda.
Ma chi era? Cosa aveva di così speciale da essere rimasta nella mente di Billie per così tanto tempo?
Beh, io l'ho immaginata così:
1988: un gruppo di punk sedicenni che aspirano a diventare qualcuno.
Rodeo: il centro della terra, nel bel mezzo del nulla.
Tra droga, alcol, violenza e musica. Già, musica. La colla della loro amicizia, l'unica via per sfuggire dalle ingiustizie della vita.
Amanda. Una ribelle, una santa.
"Forgetting you, but not the time"
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic She...
She screams in silence
A sullen riot penetrating
through her mind
Waiting for a sign
To smash the silence with
the brick of self-control
 
 
 look polyvore: http://www.polyvore.com/punk_is_not_dead/set?id=94980241
 
Casa vuota, divano, Tv, Simpson e birra gelata.
Era tutto perfetto per godermi un fottuto pomeriggio a riposarmi, finalmente.
Ma a quanto pare il mio cervello non aveva intenzione di contribuire.
C'era qualcosa di troppo che continuava a distrarmi, impedendomi di capire una sola delle stronzate dette da Homer: il telefono, a pochi passi di distanza.
E per quanto io mi imponessi di non pensarci, non c'era niente da fare: l'occhio mi ricadeva comunque su quello schifo di apparecchio.
Dovevo parlare. Con chi? Nessuno in particolare. O almeno questo era quello di cui stavo tentando di convincermi, quando in realtà quel nessuno aveva un nome fottutamente specifico.
L'irritazione cominciò a salirmi. Non ero mai stata tipa da correre dall'amichetto perchè qualcosa non andava. I problemi me li risolvevo da sola, non avevo mai avuto bisogno di qualcuno, io. Persino con Megan non mi sfogavo del tutto.   
E invece no.
A quanto pare ora le cose erano cambiate. Ora c'era lui, Mike. E mi irritai ulteriormente costatando che in soli tre fottuti giorni quel ragazzo mi aveva fatta diventare dipendente da lui, come fosse una droga.
E io, cazzo, non ero mai stata dipendente da nessuno.
Io ero Amanda.
Non una fottuta cacasotto bisognosa di affetto.
Spensi con un gesto secco la Tv e mi alzai imprecando e stiracchiandomi tutta. Erano le otto ed io ero già pronta, pur sapendo che la band avrebbe suonato alle dieci. Doccia, vestiti, borsa, cena...non avevo più scuse per non chiamare, sopratutto dopo averlo mollato senza spiegazioni il giorno prima. Ma poi chiamare per dire cosa?
Niente. Mi basterebbe solo sentire la sua voce.
Risi di me stessa per aver pensato una cosa simile. Patetico.
Buttai la lattina nel cestino, più per allontanarmi dal salotto che per educazione. Jenna non era il massimo nelle faccende domestiche e sicuramente quella birra non avrebbe fatto la differenza nel caos che regnava.
Che poi non la vedevo dall'ora di pranzo. Era uscita per andare non so dove, ancora turbata per la notizia ricevuta. Probabilmente era andata dalla sua amica a sfogarsi, tanto per cambiare.
Doveva essere stato un brutto colpo da ricevere.
Tuttavia prima di andarsene mi aveva ben specificato (senza guardarmi negli occhi) che il problema non ero io, che ero una ragazza fantastica, che le faceva molto piacere avermi con lei; che tutto il casino era suo, che purtroppo era un disastro in questo genere di cose come la scuola, fare il bucato con regolarità (o almeno lavare una maglia giusto per non andare in giro nude), fare quel minimo di pulizie per vivere in un posto decente...insomma, il genere di affari da madre.
Non ci era abituata, tutto qui.
Cazzate.
La conoscevo bene, e non era proprio tipa da farsi questi problemi.
La verità era che in questa nuova situazione io le ricordavo costantemente, fastidiosamente la causa della sua caduta in depressione, parecchi anni prima: era sterile.
E finché passavo due settimanelle in sua compagnia, come sorelle, ci stava. Ma ora mi vedeva come la figlia che non sarebbe mai riuscita ad avere. Ero la rappresentazione in carne ed ossa dei suoi fallimenti.
C'era da meravigliarsi se non mi aveva cacciata a calci dalla porta.
D'altra parte io non potevo far niente per il momento, anche se lei non meritava tutto questo schifo. Forse, più avanti, sarei andata a vivere con Mike.
Eccolo, di nuovo.
Possibile che non potesse togliersi dalla mia testa per due merdosi secondi?
Fanculo, io lo chiamo.
Fissai per qualche secondo il telefono prima di gettarmi a comporre il numero (non ero nemmeno sicura che fosse quello giusto, visto che me lo aveva scritto mentre era completamente strafatto).
Ero quasi giunta al compimento del mio geniale piano (senza inoltre sapere cosa gli avrei detto), quando un rumore fuori dalla finestra socchiusa mi distrasse. Erano sussurri. Ma le voci erano concitatissime, come se i parlanti fossero sul punto di prendersi a botte. Riuscii a captare solamente la frase "i soldi dell'hashish dove sono?".
Sbuffai, sbattendo al suo posto quel coso infernale. 
Ma a Rodeo c'era davvero gente così stupida, ma così stupida, da mettersi a spacciare sotto la finestra in zona abitata?
A quanto pare sì, ma la mia pazienza aveva già raggiunto e superato il limite.
Ora mi avrebbero sentito.
Spalancai improvvisamente la porta, colta da un moto di rabbia.
Ma fui costretta a fermarmi quando misi a fuoco i proprietari delle rispettive voci.
In piedi, a pochi metri da me, c'era una specie di armadio, capelli neri e sparati ovunque, coperto da capo ai piedi da piercing e tatuaggi. Con una mano aveva afferrato per la maglietta quel cretino di Billie, che aveva stampato in faccia il più arrogante dei suoi sorrisi.
Si stavano fulminando.
Ma il particolare più importante era il pugno del ragazzo-armadio proteso, pronto a spiaccicarsi con poca grazia su quegli occhi verdi.
E lui sorrideva.
Dio, che idiota.
Ma prima che io potessi solamente pensare di fare qualcosa, la mano scattò. E in pochi secondi Billie fu scaraventato al suolo, accompagnando la caduta con schizzi di sangue.  
Cazzo. 
-Fermati, stronzo.-
Scattai in avanti, spinta dall'adrenalina e da un insolita sensazione di disagio. Proprio quando stava per colpirlo di nuovo, si voltò. Gli angoli della bocca gli si piegarono in un sorriso.
Anche io avrei riso, al posto suo: quel coso era il doppio di me.
-Sentito, dolcezza? La tua ragazza è venuta a salvarti quel muso da cane. -
Gli passai avanti con finto menefreghismo e provai a spostare le mani che Billie si teneva spasmodicamente sul viso: tra le dita scorreva copiosamente il sangue.
Non sorrideva più.
Provai a fare un veloce calcolo delle possibilità che avevo di prenderlo in braccio e correre con lui in spalla prima che il facocero sarebbe riuscito a prenderci.
Probabilmente sarebbe stato più probabile veder passare il Papa nudo che ballava la samba.
Ma non potevo lasciare lì quel piccolo pezzo di schifo, per quanto lui se lo meritasse.
-Ragazzina togliti, oppure dovrò fare il culo anche a te. Fammi insegnare a quel bambino le buone maniere e torna a giocare con le bambole-
Mi mise una mano sulla spalla, strattonandomi.
Oh, c'era un limite a tutto.
Chi cazzo era quel tizio per darmi della ragazzina?  
Io ero Amanda, Cristo. Ne avevo le palle piene della gente che mi sottovalutava.  
Tolsi la sua mano con un gesto secco e lo strattonai via.
La rabbia gli deformò il viso, ma prima che potesse aprire bocca, cominciai ad urlare.
-Si può sapere che cazzo vuoi tu? Soldi? Eh? Eccoli i tuoi soldi.-
Gli tirai tutti i miei miseri risparmi che, fortunatamente, avevo in tasca e poi aggiunsi, avvicinandomi.
-Facile prendersela con i ragazzini, vero? Sfortunatamente per te però ero una spacciatrice anche io, e conosco le regole. Fatti trovare di nuovo in giro e giuro che passerai il resto dei giorni in una cella.-
Sembrava sul punto di uccidermi, ma io non ero da meno.
Ci fissammo per un tempo interminabile, l'uno a pochi centimetri dall'altra.
Puzzava di alcol e droga.
Alla fine sorrise, apparentemente rilassato, e si voltò verso Billie.
-Sentito, dolcezza? Questa bellezza ha più palle di te. Per questa volta ti salvi il culo, ma la prossima giuro che faccio nero te e le ragazzine che ti porti dietro, capito?-
Mi guardò un'ultima volta e si voltò, scomparendo dietro l'angolo.
Se prima avevo creduto che Billie fosse un idiota, ora ne ero certa. Come diavolo gli era venuto in mente di non restituire i soldi a un fornitore? Era da folli.
Sbuffai e mi avvicinai a lui, che nel frattempo si era messo a sedere e aveva scoperto quella maschera di sangue che aveva al posto della faccia. Spuntavano solo gli occhi verdi. Forse si era rotto qualche altro dente, tanto per cambiare. Gli porsi una mano per aiutarlo ad alzarsi, ma in risposta ricevetti solamente un'occhiataccia:
-Lasciami stare, cazzo. Non ho bisogno del tuo aiuto. Levati dalle palle.-
Forse quel pugno gli aveva mandato in tilt gli ultimi due neuroni rimasti.
-Fottuto cretino. Lo vedo come te la cavi bene senza il mio aiuto. Come ti viene in mente di non restituire i soldi? Poi ti cacci nei casini proprio la sera del Gilman? Ma ci pensi anche a Mike e alla band, o esisti solo tu? Dai, muoviti. Devi sciacquarti quello schifo. -
 -Non sono cazzi tuoi. -
Si alzò barcollando, fregandosene del mio aiuto.
Non credevo esistesse un essere così irritante.
-Facciamo che la prossima volta, visto che non sono cazzi miei, me ne sbatto di salvarti le chiappe e mi godo lo spettacolo del tuo bel faccino ridotto ad un ammasso di sangue, d'accordo?-
Mi investì con il suo sguardo verde incazzato, prima di aprirsi inaspettatamente in un sorriso.
-Lo so che sono bello, grazie tante.-
Alzai gli occhi al cielo e mi limitai ad aprire la porta, con lui al seguito.
Se non altro adesso avevo una distrazione per non pensare a Mike.
 
 
 
Poche ore dopo:
 
 
 
Sudore.
Salti.
Urla.
Ero svuotata da tutti i problemi, le emozioni, le preoccupazioni.
La mia vita faceva schifo? Amen.
Non avevo più una madre? Tanto meglio.
Avevo perso Erica, Maggie e Tré in mezzo alla folla? Ciao.
Riuscivo solo a pensare al fatto che dovevo saltare e che potevo, anzi avevo l'obbligo, di fregarmene ulteriormente di tutto, perchè ne valeva la pena di avere la testa svuotata per pochi secondi.
La Musica, quella musica, portava via le sensazioni che non riuscivo a reggere più. Era come un'iniezione di novocaina, anzi, meglio.
Green Day. Avevano appena guadagnato un biglietto di sola entrata tra il gruppo delle mie band preferite.
Gilman. Felicità.
E poco importava che stavo pogando a fianco di punk sconosciuti e  rabbiosi sulle note di "Dry Ice".
Poco importava se avevo Mike a pochi metri di distanza.
C'ero solo io, e i Green Day.
 
Oh I love her
Keep dreaming of her
Will I understand
If she wants to be my friend?
 
Era quel genere di musica che ti entrava sottopelle, quel genere di musica che quando inizi ad ascoltarlo, non puoi smettere. Quel genere di musica che ti fa sentire Dio sceso in terra.
E l'adrenalina che mi scorreva in circolo non era dovuta tanto alla musicalità delle loro canzoni (che era già di sé molto coinvolgente), quanto al loro atteggiamento sul palco: Billie...senza parole; era come se la musica scorresse nelle sue vene. Non avrei saputo spiegare a parole la passione che ci metteva. Trapelava da ogni, singola parola; da ogni, singola nota.
La musica distruggeva la maschera. 
 Saltava, urlava, esortava tutti a fare di più, a scatenarsi di più insieme a Mike. E poi c'era Al, che batteva quelle bacchette con tanta energia da rendere il tutto ancora più coinvolgente.
E sopratutto ci mettevano passione, era la loro forza.
Non era un fottuto sogno, quella band sarebbe diventata qualcosa.
Qualcosa di davvero, davvero grosso.
 
 
 
E' già la terza modifica eh. Forse ce la farò. 
Ho provato con le immagini a inizio capitolo...ma i codici HTML sono da esaurimento quindi fa parecchio schifo.
Comuuunque..ciao bellissime :D
Vi è piaciuto un pochino? C'è azione finalmente ò.ò
Non so se avete notato, ma ci sono alcuni riferimenti alle loro canzoni, Give me Novacaine, Longview (lei sul divano), e altre che al momento non ricordo :')
Volevo solo dirvi che ho intenzione di strutturare così la storia, cioè collegandola con le canzoni. 
Per il resto...boh...niente mi pare.


Lettori silenziosi, se ci siete, recensite!
Per le ragazze che mi hanno recensito, G-R-A-Z-I-E!

R&L
  
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