Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Ricorda la storia  |      
Autore: Gio_Snower    12/01/2014    2 recensioni
Levi è l'eroe dell'umanità, un uomo la cui forza si vede lontano un miglio, mentre Eren è quel che è, un ragazzo che non si sa come ha avuto il potere - o la capacità - di trasformarsi in un gigante.
Levi è responsabile di Eren ed Eren fino a poco tempo prima ammirava Levi come l'eroe e non come l'uomo che ha conosciuto, ma adesso, cosa prova Eren nei suoi confronti?
[LevixEren]
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Eren, Jaeger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
DARK HEART
 
Quella persona
Di cui tutti parlano
Ma che nega ancora
Le gesta da lui compiute
Per l’oscurità insita in esso
Ma che in realtà non c’è, ne è mai esistita.
 
L’oscurità è pesante sulle spalle dell’eroe, il peso delle scelte, il peso di vite date, costate per un qualcosa che può sembrar niente agli occhi degli stolti, è trasportata sulle sue forti braccia, sulla sua forte persona, che senza volerlo è consapevole di aver questo peso, ma non d’esser l’eroe.
E combatte spiccando il volo e sguainando una lama argentata pronta ad uccidere per difendere, pronta a liberarsi di creature ignobili e feroci a sprezzo della sua vita.
A occhi umani par un eroe, ad occhi infantili par un Dio, ad altri, semplicemente un uomo.
E come se avesse le ali solca il cielo, perdendosi mentre combatte nella foga dell’azione che sta per compiere.
Era così che l’aveva visto per la prima volta, come un eroe.
Eren fissò Levi, l’eroe dell’umanità.
Alto un metro e qual cosetta in più (di poco), capelli neri e lucidi con una strana frangetta a sbalzi e occhi chiari e gelidi come il ghiaccio.
Quando quegli occhi lo fissavano un brivido gli correva lungo la schiena, elettrizzandolo e spaventandolo allo stesso tempo.
Le piccole labbra, le mani forti e le spalle ampie contraddistinguevano moltissimo la persona che era Levi.
Quand’era piccino di certo non si era aspettato un eroe con una smania per la pulizia ed un carattere consono all’ira fredda, ma divampante.
Ed ora era sotto la sua protezione, anche se, gli inizi non erano stati dei migliori.
Ricordava ancora lo sguardo terrificante che Levi gli aveva rivolto quando s’era svegliato in una cella, legato ad una specie di branda.
Un brivido gli era corso sotto la pelle, come se un piccolo omino stesse correndo sulla sua colonna vertebrale; eppure, allo stesso tempo aveva sentito una specie di scintilla, un’energia che prima non aveva.
Si ricordò il giorno in cui l’aveva visto di ritorno con la Legione Esplorativa, la stessa in cui era lui ora.
 
«Eren, andiamocene.» aveva detto Mikasa fissandolo con i suoi occhi d’ossidiana scura.
«No, Mikasa! Prima dobbiamo vederli!» aveva risposto lui ed era corso verso la via principale , salendo anche su una cassa per veder meglio.
«Perché?» gli chiese Mikasa, sempre al suo fianco.
«Sono degli eroi.» rispose.
 Ed un giorno vorrei essere come loro, aveva pensato.
La sua compagna di giochi, una specie di sorella adottiva, non aveva risposto e l’aveva fissato solamente.
Poi era comparso lui.
Levi, l’eroe.
Lo sguardo fiero e dritto. Non sorrideva come facevano alcuni degli addetti alle Mura, né sembrava propenso a farlo.
Non commentava né salutava la folla che mormorava vedendolo, non batteva ciglio davanti alle madri disperate per il proprio figlio.
Al massimo gli rivolgeva occhiate gentili, anche se solo per un battito di ciglia, un attimo che sembrava non esserci mai stato.
E lì, nella luce del sole, ad Eren era sembrato un Dio.
Aveva visto ali dietro alla sua schiena e non erano quelle stampate sul suo mantello, non erano quelle simbolo della Legione.
L’eroe aveva girato appena la testa e lo sguardo ed Eren aveva provato un brivido d’aspettativa, eppure quello sguardo non si era posato su di lui ed era andato avanti, mancandolo.
 
Ed ora Levi era un uomo, un uomo testardo e che sembrava prendere su di sé le colpe del mondo intero.
«Eren Jaeger, vieni.» disse lui, sbucando da chissà dove.
Eren sussultò e lo seguì.
«Dove andiamo?» chiese.
Levi sbuffò, come per rispondergli “Perché fai domande così idiote?” eppure gli rispose: «A pulire.»
Lo seguì, un po’ infastidito.
Odiava davvero prendere ordini ed anche se si fosse ribellato Levi l’avrebbe preso a calci – come aveva già fatto – pur di farsi obbedire.
«Eccoci.» disse Levi, indicando la stanza ampia e polverosa.
Prese gli stracci e si mise una pezzuola bianca e pulita sui capelli ed una legata sulla testa per coprirsi la bocca. Poi gli porse un secchio e una scopa, prese la brocca d’acqua sopra il tavolo e la riversò nel secchio.
«Puliamo.» disse. E si mise a lavoro.
Eren iniziò a pulire per terra, sbuffando un po’ ogni volta che sollevava la polvere ed essa gli andava negli occhi, facendoglieli bruciare.
Il silenzio, interrotto solo dallo spazzare o dal leggero suono di una pezzuola su una superficie, era opprimente per Eren abituato alla confusione, al parlare.
«Eren.» lo chiamò Levi, sorprendendolo.
«Sì?» chiese.
«Non fraintendere le mie azioni.» disse con parole dure, degne di lui.
«Non le ho mai fraintese.» disse Eren avvicinandosi. «Lo ha fatto per proteggermi, tutte le volte.» disse fissandolo negli occhi.
«Sì.» rispose semplicemente Levi con una smorfia.
Era strana a vederla, tanto che assomigliava quasi ad un sorriso represso, ma non poteva essere.
«Certo che però è difficile proteggere una testa calda come te.» commentò inaspettatamente.
«Lo so. Mia madre…» la voce gli si ruppe. «…lei diceva sempre che ero testardo come un mulo.» finì la frase con un groppo in gola.
Inaspettatamente una mano si appoggiò sulla sua testa, era grande ed il suo tocco era gentile.
Levi gli accarezzò i capelli con le dita snelle ed in un battito di cuore il respiro gli si mozzò.
Un rantolo rauco uscì dalla bocca di Eren, inaspettato.
Alzò lo sguardò e si ritrovò due occhi color del ghiaccio fissi nei suoi, qualcosa splendeva, bruciava, in essi, rendendoli ardenti e vogliosi.
La mano gli si spostò dietro la nuca e lo spinse verso di lui, verso Levi.
Le labbra sottili di Levi toccarono le sue, con impeto e passione e lui ricambiò.
Levi era un uomo che rispettava ampiamente e per cui, forse, provava qualcosa in più.
Eren gli morse il labbro fino a farlo sanguinare per via dell’eccitazione. Levi si staccò, un rivolo di sangue che gli colava dal labbro, lo leccò e poi  tornò con lo sguardo su Eren.
Gli occhi ardenti, il ghiaccio che divampava calore.
Lo spinse sul letto vicino, sulle lenzuola pulite appena messe, e lo baciò sprofondando, esigendo, esplorandogli con la lingua la bocca.
Eren mugolò di piacere, imbarazzato e completamente rosso in viso, eppure audace.
La sua fame, quella di cui s’era accorto poco prima, era ricambiata ed insaziabile come quella di Levi.
«L’hai mai fatto?» chiese brusco Levi.
Eren scosse la testa.
Levi sorrise, per la prima volta.
Un ghigno di desiderio, possesso e soddisfazione.
E poi gli insegnò tutto.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: Gio_Snower