Guida alla comprensione e
misteri di Saint Seiya
-Saga di Asgard-
6 – Megres, perché la sfiga è roba di famiglia
Bentornati!
Ed ecco
che dopo lo stacco natalizio possiamo tornare all’avvincente (?) storia di
Hilda che vuole conquistare il mondo con un esercito di sette persone.
Sette,
sette all’inizio, ora si sono decimati, sono rimasti in tre, come i briganti e
i somari di Domenico Modugno.
Solo
che Hilda è proprio sfortunata, ha solo i tre somari.
Eravamo
arrivati a parlare di Megres, ve lo ricordate?
Dai, lo
ricordate, gente come lui non è facile da rimuovere, riesce a traumatizzare
anche i pelouches.
Di
Megres avevamo detto che l’aspetto andava rivisitato, magari, ecco, gli diamo
solo un primo piano per ricordarcelo proprio bene dato che è il protagonista
del capitolo: capelli fucsia, quelli ci sono, occhi verde bile di Hulk radioattiva? Ma certo che ci sono!
Sembra
che il ritratto del nostro bel fotomodello brasiliano sia completo.
Ma
c’era un piccolo particolare di Megres che dovevamo ricordare, nulla a che
vedere con l’aspetto.
Si dice
che con l’anno nuovo si migliori: bene, io non sono migliorata né mi va di
essere più buona, quindi ho detto e ribadisco che quello è un ubriaco che ride
per ogni cavolata gli si presenti alla vista.
Riassumiamo
la puntata con un unico discorso di Megres?
Lo
facciamo questo esperimento?
Massì, miei
baldi lettori, facciamolo:
MEGRES:
Io sono forte! Ahahahah! … c’è un Cavaliere di
Athena, ahahahah! … ho sconfitto il Cavaliere di
Athena ahahahah! … c’è un altro Cavaliere di Athena, ahahahah! … ho sconfitto anche questo Cavaliere di Athena, ahahahah! … devo comprare il latte, aha-…
ma che?!
Comunque,
il senso è quello.
Dunque,
Megres, credendosi tanto figo figherrimo,
imbattibile e qui e lì, chiede ad Hilda di poter sconfiggere da solo i
Cavalieri di Athena rimasti.
Hilda
gli risponde con una contortissima frase di assenso, riassumibile in “Fai
quello che cazzo ti pare”.
Megres,
tutto contento, se ne va saltellando –e ridendo, naturalmente- a tendere
un’imboscata ai Cavalieri così come gli eschimesi fanno con le pernici bianche.
*Intramezzo* Shiryu,
ancora nel burrone, alza appena la testa, guarda la pietra azzurra che ha in
mano e pensa “Lo zaffiro!” con lo stesso tono con il quale direbbe “Oh, ma ho
un tricheco nelle mutande!”*fine
intramezzo*.
Torniamo
al soggetto principale del nostro racconto: Megres è ora in piedi nel bel mezzo
di un bosco innevato, a pensare quanto lui sia cattivo e malvagio, a
compiacersi di ciò e a ridere da solo come un tiratore esperto di coca.
Fino a
quando un’ombra non attira l’attenzione del nostro crudele Cavaliere dagli
ancora più crudeli colori.
Decide
di partire all’inseguimento, dicendo all’individuo “Non ti farò del male!”.
Certo,
allora come fai fino a tre secondi fa poetavi su quanto ti piace sbudellare la
gente?
Ma
vediamo un po’ chi è che imita Tarzan facendo acrobazie contro tutte le leggi
della fisica su dei rami congelati: oh, oh! Ma guarda un po’ chi si vede!
Finalmente
notizie dal Grande Tempio!
Infatti
ecco Marin che prende a calci Megres e… e lui che le spacca le costole e la
rinchiude in una bara di caramella gelatinosa al lampone.
Santo
Dio, non solo Kiki, pure Castalia ci dobbiamo sopportare!
Ma
perché, perché questa qua gli affaracci suoi non se li sa fare?
Pegasus
è in pericolo, e allora?
Meglio,
ce lo leviamo di torno prima!
Ed ecco
che Megres ha un piano davvero ma davvero malvagio: usare quella creti-… cioè, il Saint dell’Aquila per attirare Pegasus.
Chiaro.
Come
quando metti la trappola con il formaggio per il topo, no?
Attenzione,
però: tutti sanno che Pegasus ama profondamente la sua tutrice, e non
permetterà a niente e nessuno di farle del male!
Già lo
vedo, fiero e nobile, sfrecciare per il bosco innevato pronto a dare la vita
per la sua adorata maestra!
…
Eh, no.
Ragazzi,
proprio no.
Quello
di salvare Castalia non ne ha proprio voglia, trova più costruttivo starsene sbivacato su una roccia a sparare le sue cretinate in
perfetta solitudine.
Nonché
a ripetere “Un ultimo sforzo” quando gli mancano da scalare ancora quaranta
metri di burrone.
Ma ce
la fa, sì, ce la fa, ce la fa perché ha sentito la sua maestra in pericolo e
vuole precipitarsi a salvarla.
Ma,
invece di correre e sfrecciare come il fiero e nobile Cavaliere citato sopra
preferisce strisciare trascinandosi con i gomiti.
Lento,
ma magari è più comodo.
Intanto,
anche Shiryu è risalito dal suo burrone, ed ha un contegno più dignitoso di
quello dell’amico.
Eccolo,
pensoso, in allerta, scrutare il perimetro ombroso del bosco, ogni anfratto dal
quale potrebbe sbucare un potenziale nemico, pronto ad affrontare qualunque
pericolo.
Si gira
verso l’orizzonte mentre il vento gelido gli soffia alle spalle.
“Pegasus,
aspettami!”.
…
Eddai, Shiryu!
Così mi
rovini la descrizione epica!
Tienili
a freno quei pensieri, che nessuno ci tiene a vedere i particolari!
Ed ecco
che il Dragone comincia a correre, proprio mentre Pegasus arriva da Megres.
Costui
ride.
Posso
capirlo, anche a me basta guardare Seiya per ritrovare subito il buon umore.
Ma,
ahimè, dopo un po’ di tira e molla del tipo: “Ti ammazzo!” “No, non puoi sennò
Castalia muore!” “Cazzo, è vero! Ma io ti ammazzo lo stesso!” “Va bene, ma
Castalia muore” “Cazzo, è vero!”, ecco che Pegasus si trova nella stessa
condizione della maestra.
L’hai
allenato bene, Marin, davvero, non riusciva a venir su così scemo se non ti ci
mettevi proprio d’impegno.
Ordunque, con Seiya fuori gioco tutti restano con il fiato sospeso: chi
si inventerà poesie invece di correre ad adempiere al proprio dovere, chi cadrà
nei burroni al suo posto, chi dirà tutte quelle belle fesserie, che a lui
venivano così spontanee da essere ineguagliabili?
Già,
senza il motore principale, come andrà avanti la storia?
Niente
paura, amici, ecco che a risolvere la questione ecco che arriva Hyoga.
Hyoga,
preso da un meteorite in pieno cervello, si mette a parlare con i sassi dentro
i quali sono rinchiusi gli amici.
E
vabbè, è preoccupato, passiamogliela la prima volta.
Ma non
continuare a chiedere chi mai li ha rinchiusi lì dentro quando non ti
rispondono dopo tre domande!
Per
fortuna Megres si mette ad interloquire con lui, che se era per Hyoga era
ancora in questo preciso momento a parlare con un sassolino in mezzo ad una
distesa innevata.
Ed
inizia il combattimento, ma in modo abbastanza strano: per affrontare i nemici,
Megres ha una spada.
Gran
bella cosa, certo, ma non una spada qualunque: ha una spada di ametista.
Spada
di ametista, esatto.
Roba
che nemmeno i PowerRangers.
Neanche
a Mago Merlino sarebbe venuta in mente una diavoleria simile.
Ma
forse ho capito tutto, ragazzi.
Bisogna
fare un salto nel passato, per capire la provenienza di quell’oggetto
misterioso.
Tutto
cominciò quando si decise che Frodo doveva andare a distruggere l’anello
maligno.
Quando
un uomo, un elfo ed un nano decisero di accompagnarlo.
L’uomo
si fece avanti con decisione, pronto ad andare avanti fino alla fine.
ARAGORN:
Hai la mia spada!
MEGRES:
Non è vero, ce l’ho io! Ahahahah!
Fregò
la spada e si dileguò.
Poi,
siccome era una spada qualunque e lui doveva distinguersi, la ricoprì di
ametista, tanto ad Asgard non aveva niente da fare.
Bene,
adesso è tutto chiaro.
Hyoga
-sorpresa!- non è scemo come l’amico ronzino, e pensa che, per vincere, deve
distrarre il nemico.
Ovvio,
non c’è cosa più semplice!
Basta
indicare un punto alle sue spalle e dire “Ooh,
guarda: le banane!”, così quello si gira e tu lo stendi, no?
No.
Si
affrontano, Hyoga sanguina, Megres ride, qualcuno perde gli incisivi ma questo
non è importante, e, proprio così come ha cominciato, Megres si ferma per narrare
il suo folle piano.
A
quanto pare lui vuole recuperare gli zaffiri per togliere l’anello a Hilda,
ucciderla e poter conquistare il mondo.
Mica
male.
A
questo tizio non solo servono un parrucchiere ed un hobby, anche qualcuno che
gli rifaccia il guardaroba; perché, durante il racconto, c’è lui che esulta con
la spada di Odino in mano e con indosso la vestaglia della fatina di Pinocchio
coperta da un grembiule da cucina di Benedetta Parodi.
“E
tutti mi temeranno e staranno ai miei comandi! Ahahahah!”
termina il Cavaliere senza pietà.
Ci
credo: anche a me uno vestito in quel modo farebbe morire di paura.
Ora, ci
sono due cose da dire: una è un riferimento letterario serio, l’altra è una
cavolata.
Inizierei
con la letteratura così poi c’è più spazio per la cavolata: sarà che io sono un
po’ fissata con il mio amico William, ma Megres mi sa del Macbeth di
Shakespeare, sapete, oh oho oh, sarò re! Conquisterò
il regno, sono invincibile, ambizione e cose varie.
Bene,
ora la cavolata: è arrivato il momento del mio sclero erotico, sapete che in
ogni capitolo ce n’è uno; di solito cerco di evitare, ma questo me lo
strappano.
Dunque,
discussione tra Megres e Hyoga: Megres dice che Pegasus lo zaffiro glielo ha
consegnato.
HYOGA:
No, non è vero!
MEGRES:
E’ vero, me l’ha dato!
HYOGA:
No! Pegasus è fedele ad Athena! (triangolo amoroso stile Beautiful ?)
MEGRES:
Me l’ha dato, invece, ed ho anche ricevuto quello di Thor.
HYOGA:
Non te l’avrebbe mai dato!
E stop,
fermatemi o degenero.
Bene,
riprendono il pestamento prima di fraintendersi ancora di più, e questo è il
turno di Hyoga di fare la cavolata della puntata: attacca Megres, e come?
Invece
di bloccargli i polsi con i quali attacca, ci mette tanto ma proprio tanto
impegno nel congelargli i piedi.
Spiegatemi
il motivo, sarò io che non ci arrivo.
Proprio
per questo motivo il Cigno perde colpi, o meglio li prende, in testa, nello
stomaco, in faccia, gli viene massacrato persino l’ombelico.
Ma!
C’è un
ma, ma proprio quando anche il papero sta per finire sotto sciroppo come le
fettine di ananas ecco che arriva qualcuno a salvarlo dal suo destino crudele.
Potrebbe
essere Camus, perché no, lui è l’unico che non arriva
a ricordare all’allievo il grado di pirlaggine, aveva
capito che era un caso perso; no, non è Aquarius, bensì Shiryu arrivato
miracolosamente a salvare l’amichetto.
Bene,
adesso si danno il cambio come i cassieri del supermercato, Hyoga rimane a terra
a riposare un po’ come l’impasto per le pagnotte mentre Shiryu inizia a
combattere contro Megres.
Adesso
arriviamo alla fatidica questione d’onore: pare che il vecchio maestro di
Shiryu, che all’epoca non era tanto vecchio e somigliava a Jackie Chan, abbia
sconfitto il padre di Megres, ed ora il figlio lo deve vendicare, come al
solito.
Tale
padre tale figlio.
Infatti
anche il padre di Megres si chiamava Megres.
Ed è
possibile che, dato che di solito il figlio eredita il nome del nonno, anche il
nonno del padre di Megres si chiamasse Megres, e che anche il padre del nonno
di Megres si chiamasse Megres.
D’altronde,
anche la loro casata si chiamava Megres.
Anche
il cane si chiamava Megres.
E, sul
tappeto d’entrata, al posto di “Welcome” c’era scritto “Megres”.
Anche
la sveglia di Megres invece di dire “Sono le otto e dieci minuti” faceva “Sono
le Megres e Megres minuti”.
Sarà
per questo che Megres non conosceva l’orologio, e quindi in piena notte se ne
andava in biblioteca a leggere, trovando così la leggenda secondo la quale un
Megres avrebbe governato Asgard.
Ma chi
te l’ha detto che sei tu?
Se
avete tutti lo stesso nome, chi ti dice che il regno non andrà in eredità al
tuo topo bianco?
E
mentre Megres ride, gioioso e giubilante come l’oca giuliva, a Shiryu viene in
soccorso il maestro.
DOKO:
Non devi evitare gli attacchi del nemico ma devi trovare la pace con esse!
Il che
mi ricorda tanto John Lennon, o Pocahontas.
O anche
i poeti romantici, sapete, quelli tutti attaccati alla natura, roba tipo Wordsworth o Blake del periodo romantico inglese.
Va
bene, quindi, si attaccano, Shiryu riesce a trovare la pace interiore aiutato
dal maestro Shifu e, taaa-dan,
gli attacchi di Megres risultano inefficaci.
Ma il
ragazzo ha la testaccia dura e non si arrende, e così chiede aiuto nientedimeno
che agli Ent, che guidati da Barbalberoecco
che stritolano il Dragone in centinaia di radici.
Ed ecco
la seconda parte del discorso perverso:
MEGRES:
Adesso anche tu me lo darai! (lo zaffiro, precisiamo - ma perché il soggetto è
un optional?)
SHIRYU:
No, non lo avrai mai!
Ora,
dico, un minimo di coerenza: quelli non sono zaffiri, è viagra.
Comunque,
andando avanti Shiryu riesce a liberarsi, e da sfogo a tutta la sua rabbia
offendendo a morte l’avversario.
Una
cosa proprio brutta, se non ce lo faceva notare lui non ce ne saremmo mai
accorti.
SHIRYU:
La tua mente è malata!
Ma no,
non c’eri arrivato?
E poi,
sempre prendendo la piega perversa, Shiryu si spoglia dall’armatura, e Megres
pare piuttosto contento.
MEGRES:
Ahahahah! Ti sei deciso ad arrenderti e darmelo!
(vedete che non sono io?)
Shiryu,
invece, lo attacca e lo sconfigge.
Poi,
felice della sua vittoria, si butta per terra dando una facciata epica alla
neve fresca.
Nel
frattempo, Shun corre.
Corre,
corre, dalla fretta che ha sembra che debba trovare urgentemente il bagno.
E,
mentre all’orizzonte si staglia il palazzo di Hilda, Andromeda, colpito nel
profondo dalla meraviglia del paesaggio, si mette su esempio del fratello a
pensare in versi pure lui, deliziandoci con una rivisitazione della canzone di
Cocciante “Io non posso/ stare fermo….”.
Bè, che
dire: Shun e Mima avrebbero potuto mettere su uno spettacolino di Cabaret
niente male.
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Bentornati, bei fanciulli!
Che dire, dopo le vacanze non è che con la visione di Megres si parta proprio bene, ma vabbè…
Sapete cosa ho pensato?
Facciamo una piccola donazione: ormai che l’albero non ci serve
più ognuno di noi porta una pallina, un fiocco di neve o un filo di luci e ci
addobbiamo Saori, almeno da un po’ di vivacità alla
scena x)
Lovecraft Kane: Heilà J Sai, per quanto riguarda i burroni ogni tanto cerco di capire
il perché Pegasus ci trovi tanto entusiasmo a
buttarcisi dentro, ma poi ci rinuncio <.<
Per quanto riguarda Ikki… bah,
sciogliere la neve non era una scelta saggia, poi si allagava il pianeta, ma vabbè, tanto lui, preso com’è appresso a quella tarma di
suo fratello, non ne avrebbe avuto neanche il tempo ._.
Povero Phoenix, ha tutto il mio appoggio.
Bè, dai, la smetto di parlare male
di Shun e ti do appuntamento al prossimo capitolo xD ^^
La Fe_10: Ciao ^^ Mi dispiace tanto di averti distrutto Shun L però… è che non posso farci niente,
lo strangolerei!
Sai di non essere forte, e cavolo, vai a fare il gelataio, non
ti ficcare in guerre Sante e poi dirci “Ah, ma io non sono fatto per combattere”
<_<
Humm, da un lato Mime sembra un filino più dignitoso, almeno lui i nemici li
picchia…
E stendiamo un velo pietoso su Ikki,
povero caro xD
Ci si sente al prossimo aggiornamento ;)
Creamy_Lisa: Ma shiao J No, ti prego, le strategie di Shun non possono essere giustificate! xD
ha sconfitto un Gold Saint?
Bè, capirai, uno con il rossetto e
la permanente che lancia fiorellini, questo sì che è un punto in suo favore xD
Oddio, davvero Orfeo è più maschietto di Mime
(per quanto possa esserlo uno che alla prima inquadratura sembra una ragazza)
ma poi si capisce been che è un uomo.
Bucarsi i timpani? Shun non sa neanche
cosa sono, i timpani! xD
Non ho risparmiato neanche Megres, non
mi fa alcuna pietà xD
Alla prossima ^^
Rinoa Hearthilly
Vengeance: Ciao J Tesoro, nell’odiare lo scontro
tra Mime e Shun siamo in
due! C’ero io che pensavo ogni due e tre “Muori! E muori così finisce! E schiatta,
per l’anima del tuo criceto!” ma non è servito a nulla <.<
Athena mi fa tanta pena, reincarnata in Saori,
povera L
Ma che possiamo farci, questa ci è capitata e questa dobbiamo
tenerci.
Al prossimo capitolo J
Dro: Wheilà! I misteri della popolazione
di Asgard dovrebbero essere indagati a fondi dallo
staff di Mistero <.<
Mi spiace di parlare male di Shun,
cara, ma ho l’allergia a quello lì xD
Tra Shuun e Seiya
non so chi è peggio: se quello che non combatte eprchè
è cretino o quello che non lo fa perché è sempre infognato sotto metri e metri
di terra, proprio non lo so!
Ma forse arriveremo a scoprirlo!
Grazie per la recensione ;)
E, come sempre, grazie a chi continua a seguire la storia, a chi
l’ha inserita tra preferiti, seguiti o storie da ricordare ed anche a chi legge ^^
Alla prossima,
Rory_Chan