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Autore: DarkSide_of_Gemini    12/01/2014    6 recensioni
Terza puntata della serie, lo scenario si sposta dall'assolata Grecia ai ghiacci perenni della mitica Asgard.
Un panorama epico, una corsa contro il tempo, combattimenti mozzafiato, nonché una narratrice dall'impossibile senso della serietà sono gli ingredienti principali del racconto.
Siete pronti per questo nuovo capitolo della raccolta?
Allora cosa aspettate, infilate cappotto, guanti e cappello: Asgard ci aspetta!
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Guida alla Comprensione e Misteri di Saint Seiya'
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Guida alla comprensione  e misteri di Saint Seiya

-Saga di Asgard-

 

6 – Megres, perché la sfiga è roba di famiglia

 

 

Bentornati!

Ed ecco che dopo lo stacco natalizio possiamo tornare all’avvincente (?) storia di Hilda che vuole conquistare il mondo con un esercito di sette persone.

Sette, sette all’inizio, ora si sono decimati, sono rimasti in tre, come i briganti e i somari di Domenico Modugno.

Solo che Hilda è proprio sfortunata, ha solo i tre somari.

 

Eravamo arrivati a parlare di Megres, ve lo ricordate?

Dai, lo ricordate, gente come lui non è facile da rimuovere, riesce a traumatizzare anche i pelouches.

Di Megres avevamo detto che l’aspetto andava rivisitato, magari, ecco, gli diamo solo un primo piano per ricordarcelo proprio bene dato che è il protagonista del capitolo: capelli fucsia, quelli ci sono, occhi verde bile di Hulk radioattiva? Ma certo che ci sono!

Sembra che il ritratto del nostro bel fotomodello brasiliano sia completo.

Ma c’era un piccolo particolare di Megres che dovevamo ricordare, nulla a che vedere con l’aspetto.

Si dice che con l’anno nuovo si migliori: bene, io non sono migliorata né mi va di essere più buona, quindi ho detto e ribadisco che quello è un ubriaco che ride per ogni cavolata gli si presenti alla vista.

Riassumiamo la puntata con un unico discorso di Megres?

Lo facciamo questo esperimento?

Massì, miei baldi lettori, facciamolo:

 

MEGRES: Io sono forte! Ahahahah! … c’è un Cavaliere di Athena, ahahahah! … ho sconfitto il Cavaliere di Athena ahahahah! … c’è un altro Cavaliere di Athena, ahahahah! … ho sconfitto anche questo Cavaliere di Athena, ahahahah! … devo comprare il latte, aha-… ma che?!

 

Comunque, il senso è quello.

Dunque, Megres, credendosi tanto figo figherrimo, imbattibile e qui e lì, chiede ad Hilda di poter sconfiggere da solo i Cavalieri di Athena rimasti.

Hilda gli risponde con una contortissima frase di assenso, riassumibile in “Fai quello che cazzo ti pare”.

Megres, tutto contento, se ne va saltellando –e ridendo, naturalmente- a tendere un’imboscata ai Cavalieri così come gli eschimesi fanno con le pernici bianche.

 

*Intramezzo* Shiryu, ancora nel burrone, alza appena la testa, guarda la pietra azzurra che ha in mano e pensa “Lo zaffiro!” con lo stesso tono con il quale direbbe “Oh, ma ho un tricheco nelle mutande!”*fine intramezzo*.

 

Torniamo al soggetto principale del nostro racconto: Megres è ora in piedi nel bel mezzo di un bosco innevato, a pensare quanto lui sia cattivo e malvagio, a compiacersi di ciò e a ridere da solo come un tiratore esperto di coca.

Fino a quando un’ombra non attira l’attenzione del nostro crudele Cavaliere dagli ancora più crudeli colori.

Decide di partire all’inseguimento, dicendo all’individuo “Non ti farò del male!”.

Certo, allora come fai fino a tre secondi fa poetavi su quanto ti piace sbudellare la gente?

Ma vediamo un po’ chi è che imita Tarzan facendo acrobazie contro tutte le leggi della fisica su dei rami congelati: oh, oh! Ma guarda un po’ chi si vede!

Finalmente notizie dal Grande Tempio!

Infatti ecco Marin che prende a calci Megres e… e lui che le spacca le costole e la rinchiude in una bara di caramella gelatinosa al lampone.

Santo Dio, non solo Kiki, pure Castalia ci dobbiamo sopportare!

Ma perché, perché questa qua gli affaracci suoi non se li sa fare?

Pegasus è in pericolo, e allora?

Meglio, ce lo leviamo di torno prima!

Ed ecco che Megres ha un piano davvero ma davvero malvagio: usare quella creti-… cioè, il Saint dell’Aquila per attirare Pegasus.

Chiaro.

Come quando metti la trappola con il formaggio per il topo, no?

Attenzione, però: tutti sanno che Pegasus ama profondamente la sua tutrice, e non permetterà a niente e nessuno di farle del male!

Già lo vedo, fiero e nobile, sfrecciare per il bosco innevato pronto a dare la vita per la sua adorata maestra!

 

Eh, no.

Ragazzi, proprio no.

Quello di salvare Castalia non ne ha proprio voglia, trova più costruttivo starsene sbivacato su una roccia a sparare le sue cretinate in perfetta solitudine.

Nonché a ripetere “Un ultimo sforzo” quando gli mancano da scalare ancora quaranta metri di burrone.

Ma ce la fa, sì, ce la fa, ce la fa perché ha sentito la sua maestra in pericolo e vuole precipitarsi a salvarla.

Ma, invece di correre e sfrecciare come il fiero e nobile Cavaliere citato sopra preferisce strisciare trascinandosi con i gomiti.

Lento, ma magari è più comodo.

Intanto, anche Shiryu è risalito dal suo burrone, ed ha un contegno più dignitoso di quello dell’amico.

Eccolo, pensoso, in allerta, scrutare il perimetro ombroso del bosco, ogni anfratto dal quale potrebbe sbucare un potenziale nemico, pronto ad affrontare qualunque pericolo.

Si gira verso l’orizzonte mentre il vento gelido gli soffia alle spalle.

“Pegasus, aspettami!”.

Eddai, Shiryu!

Così mi rovini la descrizione epica!

Tienili a freno quei pensieri, che nessuno ci tiene a vedere i particolari!

Ed ecco che il Dragone comincia a correre, proprio mentre Pegasus arriva da Megres.

Costui ride.

Posso capirlo, anche a me basta guardare Seiya per ritrovare subito il buon umore.

Ma, ahimè, dopo un po’ di tira e molla del tipo: “Ti ammazzo!” “No, non puoi sennò Castalia muore!” “Cazzo, è vero! Ma io ti ammazzo lo stesso!” “Va bene, ma Castalia muore” “Cazzo, è vero!”, ecco che Pegasus si trova nella stessa condizione della maestra.

L’hai allenato bene, Marin, davvero, non riusciva a venir su così scemo se non ti ci mettevi proprio d’impegno.

 

Ordunque, con Seiya fuori gioco tutti restano con il fiato sospeso: chi si inventerà poesie invece di correre ad adempiere al proprio dovere, chi cadrà nei burroni al suo posto, chi dirà tutte quelle belle fesserie, che a lui venivano così spontanee da essere ineguagliabili?

Già, senza il motore principale, come andrà avanti la storia?

Niente paura, amici, ecco che a risolvere la questione ecco che arriva Hyoga.

Hyoga, preso da un meteorite in pieno cervello, si mette a parlare con i sassi dentro i quali sono rinchiusi gli amici.

E vabbè, è preoccupato, passiamogliela la prima volta.

Ma non continuare a chiedere chi mai li ha rinchiusi lì dentro quando non ti rispondono dopo tre domande!

Per fortuna Megres si mette ad interloquire con lui, che se era per Hyoga era ancora in questo preciso momento a parlare con un sassolino in mezzo ad una distesa innevata.

Ed inizia il combattimento, ma in modo abbastanza strano: per affrontare i nemici, Megres ha una spada.

Gran bella cosa, certo, ma non una spada qualunque: ha una spada di ametista.

Spada di ametista, esatto.

Roba che nemmeno i PowerRangers.

Neanche a Mago Merlino sarebbe venuta in mente una diavoleria simile.

Ma forse ho capito tutto, ragazzi.

Bisogna fare un salto nel passato, per capire la provenienza di quell’oggetto misterioso.

Tutto cominciò quando si decise che Frodo doveva andare a distruggere l’anello maligno.

Quando un uomo, un elfo ed un nano decisero di accompagnarlo.

L’uomo si fece avanti con decisione, pronto ad andare avanti fino alla fine.

 

ARAGORN: Hai la mia spada!

 

MEGRES: Non è vero, ce l’ho io! Ahahahah!

 

Fregò la spada e si dileguò.

Poi, siccome era una spada qualunque e lui doveva distinguersi, la ricoprì di ametista, tanto ad Asgard non aveva niente da fare.

Bene, adesso è tutto chiaro.

Hyoga -sorpresa!- non è scemo come l’amico ronzino, e pensa che, per vincere, deve distrarre il nemico.

Ovvio, non c’è cosa più semplice!

Basta indicare un punto alle sue spalle e dire “Ooh, guarda: le banane!”, così quello si gira e tu lo stendi, no?

No.

Si affrontano, Hyoga sanguina, Megres ride, qualcuno perde gli incisivi ma questo non è importante, e, proprio così come ha cominciato, Megres si ferma per narrare il suo folle piano.

A quanto pare lui vuole recuperare gli zaffiri per togliere l’anello a Hilda, ucciderla e poter conquistare il mondo.

Mica male.

A questo tizio non solo servono un parrucchiere ed un hobby, anche qualcuno che gli rifaccia il guardaroba; perché, durante il racconto, c’è lui che esulta con la spada di Odino in mano e con indosso la vestaglia della fatina di Pinocchio coperta da un grembiule da cucina di Benedetta Parodi.

“E tutti mi temeranno e staranno ai miei comandi! Ahahahah!” termina il Cavaliere senza pietà.

Ci credo: anche a me uno vestito in quel modo farebbe morire di paura.

Ora, ci sono due cose da dire: una è un riferimento letterario serio, l’altra è una cavolata.

Inizierei con la letteratura così poi c’è più spazio per la cavolata: sarà che io sono un po’ fissata con il mio amico William, ma Megres mi sa del Macbeth di Shakespeare, sapete, oh oho oh, sarò re! Conquisterò il regno, sono invincibile, ambizione e cose varie.

Bene, ora la cavolata: è arrivato il momento del mio sclero erotico, sapete che in ogni capitolo ce n’è uno; di solito cerco di evitare, ma questo me lo strappano.

Dunque, discussione tra Megres e Hyoga: Megres dice che Pegasus lo zaffiro glielo ha consegnato.

 

HYOGA: No, non è vero!

 

MEGRES: E’ vero, me l’ha dato!

 

HYOGA: No! Pegasus è fedele ad Athena! (triangolo amoroso stile Beautiful ?)

 

MEGRES: Me l’ha dato, invece, ed ho anche ricevuto quello di Thor.

 

HYOGA: Non te l’avrebbe mai dato!

 

E stop, fermatemi o degenero.

Bene, riprendono il pestamento prima di fraintendersi ancora di più, e questo è il turno di Hyoga di fare la cavolata della puntata: attacca Megres, e come?

Invece di bloccargli i polsi con i quali attacca, ci mette tanto ma proprio tanto impegno nel congelargli i piedi.

Spiegatemi il motivo, sarò io che non ci arrivo.

Proprio per questo motivo il Cigno perde colpi, o meglio li prende, in testa, nello stomaco, in faccia, gli viene massacrato persino l’ombelico.

Ma!

C’è un ma, ma proprio quando anche il papero sta per finire sotto sciroppo come le fettine di ananas ecco che arriva qualcuno a salvarlo dal suo destino crudele.

Potrebbe essere Camus, perché no, lui è l’unico che non arriva a ricordare all’allievo il grado di pirlaggine, aveva capito che era un caso perso; no, non è Aquarius, bensì Shiryu arrivato miracolosamente a salvare l’amichetto.

Bene, adesso si danno il cambio come i cassieri del supermercato, Hyoga rimane a terra a riposare un po’ come l’impasto per le pagnotte mentre Shiryu inizia a combattere contro Megres.

Adesso arriviamo alla fatidica questione d’onore: pare che il vecchio maestro di Shiryu, che all’epoca non era tanto vecchio e somigliava a Jackie Chan, abbia sconfitto il padre di Megres, ed ora il figlio lo deve vendicare, come al solito.

Tale padre tale figlio.

Infatti anche il padre di Megres si chiamava Megres.

Ed è possibile che, dato che di solito il figlio eredita il nome del nonno, anche il nonno del padre di Megres si chiamasse Megres, e che anche il padre del nonno di Megres si chiamasse Megres.

D’altronde, anche la loro casata si chiamava Megres.

Anche il cane si chiamava Megres.

E, sul tappeto d’entrata, al posto di “Welcome” c’era scritto “Megres”.

Anche la sveglia di Megres invece di dire “Sono le otto e dieci minuti” faceva “Sono le Megres e Megres minuti”.

Sarà per questo che Megres non conosceva l’orologio, e quindi in piena notte se ne andava in biblioteca a leggere, trovando così la leggenda secondo la quale un Megres avrebbe governato Asgard.

Ma chi te l’ha detto che sei tu?

Se avete tutti lo stesso nome, chi ti dice che il regno non andrà in eredità al tuo topo bianco?

E mentre Megres ride, gioioso e giubilante come l’oca giuliva, a Shiryu viene in soccorso il maestro.

 

DOKO: Non devi evitare gli attacchi del nemico ma devi trovare la pace con esse!

 

Il che mi ricorda tanto John Lennon, o Pocahontas.

O anche i poeti romantici, sapete, quelli tutti attaccati alla natura, roba tipo Wordsworth o Blake del periodo romantico inglese.

Va bene, quindi, si attaccano, Shiryu riesce a trovare la pace interiore aiutato dal maestro Shifu e, taaa-dan, gli attacchi di Megres risultano inefficaci.

Ma il ragazzo ha la testaccia dura e non si arrende, e così chiede aiuto nientedimeno che agli Ent, che guidati da Barbalberoecco che stritolano il Dragone in centinaia di radici.

Ed ecco la seconda parte del discorso perverso:

 

MEGRES: Adesso anche tu me lo darai! (lo zaffiro, precisiamo - ma perché il soggetto è un optional?)

 

SHIRYU: No, non lo avrai mai!

 

Ora, dico, un minimo di coerenza: quelli non sono zaffiri, è viagra.

Comunque, andando avanti Shiryu riesce a liberarsi, e da sfogo a tutta la sua rabbia offendendo a morte l’avversario.

Una cosa proprio brutta, se non ce lo faceva notare lui non ce ne saremmo mai accorti.

 

SHIRYU: La tua mente è malata!

 

Ma no, non c’eri arrivato?

E poi, sempre prendendo la piega perversa, Shiryu si spoglia dall’armatura, e Megres pare piuttosto contento.

 

MEGRES: Ahahahah! Ti sei deciso ad arrenderti e darmelo! (vedete che non sono io?)

 

Shiryu, invece, lo attacca e lo sconfigge.

Poi, felice della sua vittoria, si butta per terra dando una facciata epica alla neve fresca.

 

Nel frattempo, Shun corre.

Corre, corre, dalla fretta che ha sembra che debba trovare urgentemente il bagno.

E, mentre all’orizzonte si staglia il palazzo di Hilda, Andromeda, colpito nel profondo dalla meraviglia del paesaggio, si mette su esempio del fratello a pensare in versi pure lui, deliziandoci con una rivisitazione della canzone di Cocciante “Io non posso/ stare fermo….”.

Bè, che dire: Shun e Mima avrebbero potuto mettere su uno spettacolino di Cabaret niente male.

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Bentornati, bei fanciulli!

Che dire, dopo le vacanze non è che con la visione di Megres si parta proprio bene, ma vabbè…

Sapete cosa ho pensato?

Facciamo una piccola donazione: ormai che l’albero non ci serve più ognuno di noi porta una pallina, un fiocco di neve o un filo di luci e ci addobbiamo Saori, almeno da un po’ di vivacità alla scena x)

 

Lovecraft Kane: Heilà J Sai, per quanto riguarda i burroni ogni tanto cerco di capire il perché Pegasus ci trovi tanto entusiasmo a buttarcisi dentro, ma poi ci rinuncio <.<

Per quanto riguarda Ikki… bah, sciogliere la neve non era una scelta saggia, poi si allagava il pianeta, ma vabbè, tanto lui, preso com’è appresso a quella tarma di suo fratello, non ne avrebbe avuto neanche il tempo ._.

Povero Phoenix, ha tutto il mio appoggio.

, dai, la smetto di parlare male di Shun e ti do appuntamento al prossimo capitolo xD ^^

 

La Fe_10: Ciao ^^ Mi dispiace tanto di averti distrutto Shun L però… è che non posso farci niente, lo strangolerei!

Sai di non essere forte, e cavolo, vai a fare il gelataio, non ti ficcare in guerre Sante e poi dirci “Ah, ma io non sono fatto per combattere” <_<

Humm, da un lato Mime sembra un filino più dignitoso, almeno lui i nemici li picchia…

E stendiamo un velo pietoso su Ikki, povero caro xD

Ci si sente al prossimo aggiornamento ;)

 

Creamy_Lisa: Ma shiao J No, ti prego, le strategie di Shun non possono essere giustificate! xD ha sconfitto un Gold Saint?

, capirai, uno con il rossetto e la permanente che lancia fiorellini, questo sì che è un punto in suo favore xD

Oddio, davvero Orfeo è più maschietto di Mime (per quanto possa esserlo uno che alla prima inquadratura sembra una ragazza) ma poi si capisce been che è un uomo.

Bucarsi i timpani? Shun non sa neanche cosa sono, i timpani! xD

Non ho risparmiato neanche Megres, non mi fa alcuna pietà xD

Alla prossima ^^

 

Rinoa Hearthilly Vengeance: Ciao J Tesoro, nell’odiare lo scontro tra Mime e Shun siamo in due! C’ero io che pensavo ogni due e tre “Muori! E muori così finisce! E schiatta, per l’anima del tuo criceto!” ma non è servito a nulla <.<

Athena mi fa tanta pena, reincarnata in Saori, povera L

Ma che possiamo farci, questa ci è capitata e questa dobbiamo tenerci.

Al prossimo capitolo J

 

Dro: Wheilà! I misteri della popolazione di Asgard dovrebbero essere indagati a fondi dallo staff di Mistero <.<

Mi spiace di parlare male di Shun, cara, ma ho l’allergia a quello lì xD

Tra Shuun e Seiya non so chi è peggio: se quello che non combatte eprchè è cretino o quello che non lo fa perché è sempre infognato sotto metri e metri di terra, proprio non lo so!

Ma forse arriveremo a scoprirlo!

Grazie per la recensione ;)

 

E, come sempre, grazie a chi continua a seguire la storia, a chi l’ha inserita tra preferiti, seguiti o storie da ricordare ed anche a chi legge ^^

Alla prossima,

 

Rory_Chan

 

 

  
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