Libri > Le Cronache di Narnia
Segui la storia  |       
Autore: Dhialya    12/01/2014    2 recensioni
Le scoppiò il cuore di felicità, sollievo, di una rinnovata emozione che le invase l'intero corpo, facendole tremare la voce e divenire gli occhi lucidi. Corse loro incontro, gli saltò addosso, assaporò i loro profumi da troppo tempo dimenticati.
Le sembrò di tornare a respirare dopo millenni.

Una creatura che ha atteso nell'ombra di una Narnia dimenticata per milletrecento anni il ritorno della speranza, di coloro che la strapparono alla Strega di Ghiaccio dandole una casa e l'affetto di una famiglia.
Il ritorno dei Pevensie, la guerra contro Miraz, la voglia di riprendersi la propria terra e la propria casa.
Un patto legato dal sangue ed inciso su pelle. Che supera il tempo, che si imprime nei cuori, che domina i ricordi.
-Dove ti sei fatta quella cicatrice?-
-Non è una cicatrice... -
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Caspian, Famiglia Pevensie, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Memorie di contrasti.


Era stato deciso tutto abbastanza in fretta e si erano organizzati per prepararsi ad ogni evenienza.
Al calar del sole dello stesso giorno in cui si erano incontrati i Re era stato scorto un intruso tra le foreste di Narnia, e questo aveva dato via a degli eventi a catena.
Una truppa guidata da Trumpkin, alle prime luci dell'alba, era stata mandata a controllare a che punto fossero i lavori al guado di Beruna; un'altra, raddoppiata di componenti, aveva perlustrato la zona seguendo le tracce del Telmarino della sera prima. Alla casa di Aslan la fabbricazione di armi e la raccolta di viveri necessari era stata velocizzata.
Cosi, alla sera, i maggiori esponenti del gruppo di Narniani che volevano partecipare alla rivolta erano stati chiamati all'interno della stanza di Aslan.





La tensione si sentiva nell'aria.
La sala in cui era presenta la tavola spaccata sembrava, oltre che maestosa e con l'alone di una reverenza magica di un passato lontano, divenuta improvvisamente troppo piccola.
Il calore dei fuochi la rendeva accogliente e dava un lieve tepore ben accetto, ma le presenze che si scrutavano, in attesa di scambiarsi opinioni e pensieri, rendevano l'atmosfera tesa e rigida.
Rendere tutti d'accordo riguardo il modo in cui agire non era mai stato facile, perché ognuno voleva dire la propria, e questo Peter, che aveva già guidato eserciti in passato, lo sapeva bene. Per questo motivo e per la voglia di rivendicarsi aveva deciso di adottare una mano ferma e che non ammettesse repliche.
Il piano che aveva ideato una volta ottenute le informazioni necessarie poteva funzionare, era davvero un buon piano, se tutti avessero seguito alla lettera i suoi ordini. Per questo c'era bisogno di una buona collaborazione e dell'accettazione di tutti delle sue decisioni prese come se avesse riottenuto la corona d'oro e il regno di Narnia.
Mentre spiegava quelle che secondo lui erano varie ragioni e motivazioni sul modo in cui aveva deciso di agire, vedere alcune teste fin troppo conosciute che si muovevano in segno di dissenso lo fece irrigidire e innervosire.
-Non può funzionare- obiettò Caspian, in piedi di fianco a Susan. I due si scambiarono uno sguardo, ed il Principe sembrò cercare una conferma da parte della Regina.
-Potremmo resistere, se restassimo qui- provò quella a dissuadere il fratello cercando un'alternativa.
Attendere era sempre meglio che provare ad andare direttamente in pasto ai Telmarini con un'azione sconsiderata e senza garanzie come quella che aveva ideato Peter.
Dopo alcune considerazioni che dei Narniani avevano avuto il coraggio di fare, intromettendosi nel discorso dei Re, un vociare concitato di voci si era sparso per tutta la camerata alimentato dalle più disparate idee ed emozioni.


Edmund si passò una mano tra i capelli, riflettendo mentre guardava il pavimento di pietre: mettere tutti d'accordo sarebbe stata un'impresa impossibile.
In ogni gruppo c'era sempre qualcuno con idee diverse poco incline ad adattarsi alla maggioranza – se non sotto costrizione.
L'unica era riuscire a capire se davvero il piano di Peter sarebbe stato accolto dai più e, in quel modo, forse anche gli altri poco convinti si sarebbero arresi ad accettarlo.
L'ostacolo più grande, però, era proprio tra di loro: Caspian, che per primo si era tirato i Narniani dalla sua parte dopo tutto quel tempo e godeva della loro fiducia, continuava convinto ad opporsi. Susan non ne era per niente convinta e continuava a scambiarsi occhiate con il Principe e Senelia se ne stava zitta senza far capire le proprie idee, Lucy implorava con lo sguardo di aspettare Aslan che avrebbe sicuramente sistemato le cose.
Chi aveva ragione, chi torto?
Tutto quello non aiutava per la nascita di un'idea generale che poteva andare bene a tutti.


-Non abbiamo speranza se rimaniamo qui- Spiegò Peter a Caspian, sedando con uno sguardo lo scambio di battute tra i Narniani che si era acceso poco prima.
-Quel castello è una fortezza, non riuscirai ad entrare- Il Principe si sporse verso il ragazzo, cercando di fargli capire la situazione da un altro punto di vista rispetto al suo e quello del suo piano.
Era un discorso che non riusciva a cambiare direzione, continuando a cozzare contro le stesse obiezioni e gli stessi propositi.






Alla fine, dopo ore di conversazione che iniziavano a pesare, l'aveva spuntata Peter, facendo leva sul giuramento di fedeltà che i centauri avevano fatto a lui e i suoi fratelli millenni prima.
A Senelia dispiacque per Caspian e i suoi sforzi andati vani, quando lo vide abbassare il volto sconfitto e Susan che gli passava una mano sulla spalla per confortarlo.
Avevano anche provato a chiedere un suo parere, in nome del ruolo che aveva ricoperto e che le era tornato con l'arrivo dei vecchi Re, ma si era limitata a dire che non aveva idee e non voleva influenzare l'atmosfera frizzante che già c'era per la stanza.
Eppure, per quanto avesse provato a rimanerne il più possibile fuori, dei pensieri le si erano affacciati alla mente.
Aveva fiducia in Peter, quella stessa fiducia che probabilmente nel giro di milletrecento anni non si era mai spenta, quello stesso ardore che l'aveva spinta ad aiutarli in battaglia e passare dalla loro parte.
Aveva fiducia, ma non credeva che quella volta sarebbe stata ben riposta, perché le parole di Caspian rimbombavano ancora nella sua testa e sapeva, avendo visitato talvolta Telmar, che era come una trappola per topi.
Sarebbero andati nella bocca del nemico, e niente e nessuno garantiva che sarebbero tornati vivi o, ancora meglio, usciti vincitori.

-Senelia- era stata richiamata, e si era costretta a fissare lo sguardo su Peter, mentre i Narniani la scrutavano in silenzio.
-Si?- fece, schioccando una mano per svegliarla dal torpore in cui stava cadendo. Tutta quell'attesa iniziava ad essere quasi snervante.
-Cosa ne pensi?- le domandò Caspian, prendendo il posto di Peter e attirando la sua attenzione.
-Beh, io... - aveva iniziato, per poi bloccarsi. Si era resa conto in quel momento che a lei, in realtà, non interessava così tanto quale piano sarebbe stato scelto.
Non sapeva il motivo, probabilmente la colpa era di tutto il passato andato a male che gravava sulla situazione presente, ma l'idea di una possibile vittoria – con tutte le sconfitte che si portava dietro – non riusciva ad esaltarla abbastanza.
-Non ho preferenze-.


O forse semplicemente era il periodo un po' così, la tensione che inconsciamente si ritrovava ad accumulare e che sentiva provenire anche dagli altri.
-Senelia- la richiamò Susan, facendola voltare.
La ragazza era uscita dopo che le decisioni erano state prese, per ragionare all'aperto e da sola riguardo gli eventi di poco prima.
Peter aveva deciso che la sera dopo avrebbero attaccato, e che le preparazioni sarebbero iniziate l'indomani all'alba per essere tutti pronti. Secondo lui, prima si agiva e più possibilità si avevano di cogliere i nemici di sorpresa.
-Così si torna a combattere insieme, eh?- cercò di sdrammatizzare Susan, guardando però il terreno, in imbarazzo.
-Già- asserì l'altra, mimando un sorriso ed avvicinandosi alla Regina.
La Pevensie la osservò, ricambiata, come se si stessero studiando e tra di loro ci fosse un muro da abbattere, per poi stringerla in un abbraccio che ebbe il potere di cancellare tutto il resto per l'istante che durò.
-Mi siete mancati- si sentì dire, affondando il viso nei capelli di Susan.
Era vero.
Le erano mancati tanto, tanto che, anche ad averli di nuovo li, ogni volta che ci ripensava non poteva impedirsi di provare dolore e un senso di abbandono.
 Susan si staccò, e Senelia notò gli occhi grigi lievemente lucidi.
-Non volevamo, davvero. Ci dispiace- giustificò se e i suoi fratelli.
Non era passato un solo giorno senza che non si fossero sentiti in colpa per averli lasciati, perdendo tutto ciò che di più caro erano riusciti ad ottenere.
-Lo so-.





































































Mi chiedo perché la vita debba essere così incasinata. A volte davvero non me lo spiego. ._.
Capitolo transitorio riguardante il piano per attaccare il Castello di Miraz, nel prossimo ci sarà lo scontro vero e proprio.
Grazie dell'attenzione e di quelle persone che seguono o hanno commentato.
Dhi.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Le Cronache di Narnia / Vai alla pagina dell'autore: Dhialya