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Autore: Enges_Pi19    12/01/2014    0 recensioni
Anne, timida e insicura, arriva a Mullingar, cittadina dove si traferisce con la famiglia dopo una dolorosa perdita. Qui conosce cinque ragazzi che nascondono un segreto di cui lei non sa di farne parte...
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Recensite :P
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pov Narratore I giorni successivi passarono velocemente. Si susseguivano come in un film dove accadeva sempre la solita routine, la solita vita, i soliti sentimenti. Ora Anne era molto legata con i ragazzi e anche con Liam. Si sentivano sempre, uscivano molto spesso e molte feste avevano come protagonisti sei ragazzi, ognuno diverso dall’altro ma tutti legati ad un piccolo segreto. Il loro piccolo segreto. Quella dolce routine venne spezzata da un giorno piovoso, pieno di lampi e tuoni. Anne era chiusa in camera sua, in casa non c’era nessuno solamente lei. Era stesa nel suo letto illuminata dallo schermo del computer e da qualche lampo che squarciava il cielo seguito da un forte tuono. Si stava rovinando gli occhi, lo sapeva benissimo, ma comunque non le importava. Liam non era raggiungibile sul cellulare come tutti gli altri ragazzi. Il suo umore non poteva essere più basso di quello. Spense il computer. Si tolse le coperte di dosso e affondò i piedi nel soffice tappeto. Si stiracchiò. Scese le scale di malavoglia, viaggiava per casa senza una meta. Oltrepassò lo studio del padre nel momento stesso in qui un lampo illuminò la porta di esso. Fece due passi indietro, si girò, appoggiò la sua mano calda sul pomello freddo della porta. La aprì. Le si presentò davanti, in lontananza, una scrivania, nell’angolo a destra una libreria e in fondo a sinistra uno scaffale con sopra alcuni vasetti con dentro ragni o altri insetti velenosi e non. Pov Anne Camminai in avanti facendo scricchiolare, sotto il suo passo scalzo, il pavimento in legno. Andai dritta verso lo scaffale. Un lampo lo illuminò e in quello stesso momento incrociai lo sguardo con uno di quei ragni: aveva gli occhi dorati, come se in essi ci fosse disegnata una mappa, aveva il pelo rizzato verso l’alto. Aprì la bocca mostrando i suoi denti posti lateralmente ad essa. La richiuse subito dopo. Non voleva colpirmi. I ragni per poter allontanare, spaventare ma soprattutto immobilizzare le loro prede li ricoprivano con uno strano liquido, ma quel ragno non lo fece. In qualsiasi caso ero coperta dal contenitore in cui era esso. Ma non credo che si fosse bloccato per quell’ostacolo davanti ai suoi occhi, era per un altro motivo che non capii. Passai tutto il pomeriggio in quello studio ad osservare quegli esemplari e leggere gli appunti e le riflessioni che mio padre fece su di essi. A metà pomeriggio il sole illuminò la finestra e attraverso uno spiraglio capii che il temporale era passato e che potevo uscire con Liam per potergli raccontare quello che era accaduto in quello strano pomeriggio. Pov Anne Mi preparai semplicemente. Scesi dalla mia camera, avvisai mia madre, appena tornata con mio padre, le diedi un bacio sulla guancia ed uscii. Ritrovai Liam seduto su un muretto con le gambe a penzoloni che fissava le sue scarpe. Appena sentì la porta chiudersi alzò lo sguardo e mi sorrise. Io ricambiai. Attraversai la strada. Lui scese dal muretto e mi abbracciò. Mi sentivo al sicuro tra le sue braccia. Poco dopo ci allontanammo ma mantenemmo comunque un contatto unendo le nostre mani. Ci dirigemmo verso uno di quei bar verso il centro, intanto raccontavo al ragazzo al mio fianco la parte più superficiale di quello che era successo. La parte più interessante e le mille domande che volevo fargli erano anche la parte più difficile da raccontare e glielo avrei detto più tardi con calma. Entrammo in un locale molto carino e seguendo le regole del galateo Liam entrò per primo per poi farmi accomodare. “Cosa vorresti, Anne?”, chiese gentilmente, io sorrisi e risposi con altrettanta gentilezza “Un the alla vaniglia, grazie”. Andò ad ordinare ed io intanto posi lo sguardo fuori dalla finestra, su una coppia di bambini che si tenevano per mano e si sorridevano a vicenda, erano davvero carini. Sorrisi a quella scena. Liam si sedette davanti a me e mi sfiorò le mani facendo una carezza. “Cosa volevi dirmi oltre alla storia dei ragni e al resto?” Qual è il punto?”, era preoccupato, lo si vedeva nei suoi occhi. Sospirai ed incominciai a raccontare “Quando eravamo piccole io e Marianne ricevevamo lezioni sul mondo degli insetti da mio padre. Sapevamo ogni piccolo particolare. Io e Marianne poi scegliemmo quello giusto per noi. Nostro padre diceva che ogni persona è legata ad un’animale e noi due scegliemmo due ragni. Quello che avevo visto questo pomeriggio era proprio quello di Marianne ed era lo stesso che non mi attaccò. Poi mi venne in mente un giorno, sì, il giorno prima che Marianne morisse. Nostro padre in quel giorno ci confidò un piccolo segreto: ognuno di noi è legato ad una persona cara attraverso un filo, un sottile filo come quelli che producono i ragni. Io e Marianne allora pensammo che saremmo rimaste insieme per sempre legate da quel filo, da quel magico e sottile filo”. Riuscii per poco a trattenere i singhiozzi, ma già alcune lacrime scesero sulle mie guance. Liam tenne stretto con una mano le mie e con il pollice dell’altra asciugò le mie piccole lacrime. Poco dopo ripresi a parlare “Quando ero venuta con voi nella casetta notai quei disegni e seppi darvene uno per uno”, Liam sorrise “ma uno non capii a chi fosse destinato: era una ragnatela”, quel ragazzo divenne improvvisamente serio. “Anne, tu hai diciassette anni, giusto?”, annuii “E li compirai tra qualche giorno, giusto?”, annuii ancora. Aspetta cosa voleva dire? “Dici che potrei essere io il sesto elemento?”, lui annuì. Gli lasciai le mani e le misi davanti alla mia bocca. Ero molto spaventata, non volevo trasformarmi e rimanere così per sempre! “Liam io… io non voglio diventare come voi, non mii fraintendere ma…”, “No Anne, ho capito tutto”, disse tristamente e con una nota di rabbia. “Non vuoi diventare un mostro come noi”, proseguì, “No Liam, no, non siete dei mostri, siete solo diversi…”. Era ancora più arrabbiato, mi faceva paura “Bene, ok, a presto Anne!”, si alzò, andò a pagare il suo caffè e uscì da quel locale, lasciandomi da sola con il mio the alla vaniglia tra le mani e le lacrime che chiedevano di uscire. Terminai con fatica quella bevanda, la pagai e mi incamminai verso casa. Pensavo sempre a Liam e a quello che gli avevo detto, cosa mi era preso? Volevo risolvere tutto ma pensavo di averlo perso. Mi chiusi in camera, mi sedetti sul letto e feci uscire le lacrime. Ero a terra. Asciugandomi le lacrime versate alzai lo sguardo e vidi il peluche che Liam mi aveva comprato. Ricominciai presto a piangere. Rimasi in camera mia per tutta la sera. Solo quelle mura dipinte di bianco sapevano quante lacrime avevo versato. Mi addormentai con ancora i vestiti che indossavo quel pomeriggio, senza cenare. La mattina seguente mi alzai. Mi girava la testa, diedi la colpa al piando di ieri. Mi diressi in bagno, passai davanti alla mia scrivania e notai il calendario che avevo li vicino: quella sera ci sarebbe stata la luna piena.
  
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