“Piove.”
“M-mh”
“Odio la pioggia.”
“M-mh.”
“La detesto.”
“Si, Malfoy. Lo hai già detto. Odi la pioggia. Ma non credo che ripetendo che odi la pioggia, essa cesserà di cadere.”
“Resta il fatto che io odio la pioggia.”
“Odi la pioggia o odi lei?”
“Lei chi? Sentiamo..”
“Lei,la fonte della tua continua e incessante distruzione.”
“Perché dovrei riferirmi a lei ogni volta?”
“Non so Malfoy, questo me lo devi dire tu..”
Due ragazzini erano distesi sui loro letti a fissare il soffitto mentre il dolce suono della pioggia che scorreva faceva da rilassante sottofondo.
“Al, odio la pioggia, non lei.”
“Senti amico, lei è mia cugina. E tu sei il mio migliore amico. E non vi parlate da settimane perché tu sei un cazzone. E lei adora la pioggia. E tu, ultimamente, odi la pioggia. E..”
“Piantala con tutte queste E!! Mi fai impazzire. Si, lei è tua cugina, io sono il tuo migliore amico, noi non ci parliamo da settimane e non perché io sono un cazzone ma perché lei è una bambina, lei adora la pioggia e io la detesto. PUNTO. BASTA. Non c’è più niente da dire.”
Un dei due ragazzi ghigna. Sa che l’altro sta mentendo, che non vuole ammettere di essersi comportato male, che fa di tutto per togliersi dalla mente una ragazza, quella ragazza, la ragazza che ama ma con cui si è comportato davvero male.
“Lo sai che basterebbe davvero poco per far innamorare Rose di te? Lei è già cotta di te, per questo ogni volta che cambi ragazza lei mette il muso, fa l’offesa e ci rimane male. Tu non immagini neanche quante di quelle ragazze, che tu hai scaricato, vorrebbero essere al posto di Rose solo per stare vicino a te oltre una settimana, e tu non immagini neanche quanto Rose darebbe per essere al posto di quelle ragazze che, dopo solo una settimana, molli per poter stare con un’altra.”
“Lo sai Al che sei un vero bastardo. Amico, tu?! Un corno. Sei capaci di farmi sentire peggio di come mi sento ora, cioè peggio di ‘uno schifo..’ cosa c’è peggio di sentirsi da schifo? Niente! Ecco. M sento niente. Vuoto. Questo per colpa tua, delle tue ‘sagge parole’, di tua cugina, delle sue scenate di gelosia, del fatto che oggi sono ben tre settimane che non le parlo dopo che mi ha letteralmente urlato contro di amarmi, dopo che io me la sono lasciata sfuggire, dopo che non si è fatta più vedere, neanche per caso..”
“Sai, credo che sia tu quello che l’ha evitata, e non lei.”
“Senti, ma tu da che parte stai? Lo so che è tua cugina ma, Merlino!, per una volta fingi almeno di essere dalla mia parte!”
Una risata gutturale si alzò dal letto dove era disteso un ragazzo con i capelli neri, un po’ lunghi e sparati un po’ ovunque.  L’altro ragazzo, biondo con gli occhi grigi, sorrise e, preso un cuscino, lo lanciò contro l’altro ragazzo.
“Comunque non capisco perché odi la pioggia. È la cosa migliore che possa esistere: fredda, silenziosa, sottile, ti penetra nei vestiti e ti bagna tutto, non hai modo di sfuggirle, perché in un modo o nell’altro ti colpisce.”
“Per le tue stesse ragioni la odio: fredda, silenziosa, sottile, ti penetra nei vestiti e ti bagna tutto, non hai modo di sfuggirle, perché in un modo o nell’altro ti colpisce. E poi, mi ricorda Rose: fredda, soprattutto quando si arrabbia, silenziosa quasi mai, eppure, quando lo è bisogna preoccuparsi, penetrante, con i suoi occhi blu, e più che bagnarti, ti ghiaccia con quelle sue occhiatacce, ma soprattutto non hai modo di sfuggire al suo sguardo, che sia accusatore, gentile, carico di gratitudine o pieno di delusione. Non hai modo di sfuggirle. Non ho modo di sfuggirle. Per questo odio la pioggia. Perché non riuscendo ad odiare Rose,  mi vedo costretto ad odiare la cosa che più le assomiglia. E, bè, Rose ricorda la pioggia più di un qualsiasi temporale.”