Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |       
Autore: Jo_The Ripper    12/01/2014    9 recensioni
La storia di come è nato e come è andato evolvendosi il rapporto tra Johanna e Finnick, prima e durante i 74esimi Hunger Games, attraverso una raccolta di one shot. Contiene spoiler per chi non avesse ancora letto "Il canto della rivolta".
1. Narciso e l'Amazzone: "In quel momento decise che mai e poi mai un tipo del genere sarebbe potuto diventare suo amico."
2. Imprevedibilità: "Perché lei era Johanna Mason, ed imprevedibilità era il suo secondo nome."
3. Ottone: "Capitol City…quella città era come un ingannevole bagliore dorato, visto da lontano."
4. Lacrime: "Era selvaggia e terribile come una delle dee della vendetta di cui aveva letto in passato."
5. Nome maledetto: "Per lei gli occhi di Finnick non avevano il colore del mare."
6. E se: "Quindi se fossimo venuti dallo stesso Distretto anche noi saremmo stati degli Sfortunati Innamorati?"
7. Il principio delle cose: "Felici Hunger Games, Johanna Mason." - "E possa la fortuna essere sempre a nostro favore, Finnick Odair."
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finnick Odair, Johanna Mason
Note: Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
narciso


La prima volta che l’undicenne Johanna Mason vide Finnick Odair, fu alla tv, durante la sua incoronazione come vincitore degli Hunger Games.
All’epoca Finnick aveva solo 14 anni, ma già si dava arie da uomo vissuto. Johanna assistette alla trasmissione con un sopracciglio inarcato e le braccia conserte.
Quel tizio le suscitava un’antipatia a pelle e gli avrebbe cancellato volentieri quell’espressione compiaciuta dal viso a suon di schiaffi. Se ne stava lì, a sorridere come un idiota e a pavoneggiarsi con quella corona di foglie d’alloro dorato in testa.
In quel momento decise che mai e poi mai un tipo del genere sarebbe potuto diventare suo amico. 

*

La prima volta che Johanna vide Finnick dal vivo, fu durante il suo tour della vittoria. Era arrivato al Distretto 7, armato di belle parole e larghi sorrisi che avevano il potere di incantare quella massa di capre beote che abitavano lì.
Le ragazze si davano colpetti con i gomiti, si sussurravano alle orecchie parole sciocche accompagnate da risolini ridicoli e lo guardavano adoranti. A lei, invece, lo stomaco era stretto in una morsa di ripugnanza e fu tentata dal togliersi una scarpa e tirargliela dritta sul naso. Fu in quel momento, quando Finnick omaggiò con la sua voce calda le “grandi bellezze del Distretto 7” (qualche ragazza ebbe anche il barbaro coraggio di svenire), che il suo sguardo si posò su di lei, su quella ragazzina magra come uno stelo che lo fissava con aria truce.
Johanna assottigliò le labbra in una linea dura e fece in modo che i suoi occhi rivelassero tutto l’astio che provava nei suoi confronti, non potendo farlo con le parole. Sollevò il mento, sdegnata, e ruppe il contatto visivo con lui, come se fosse la persona che le suscitava più ribrezzo in tutta Panem.
Finnick per un attimo ne rimase sorpreso; fino ad allora, nessuno aveva reagito a quel modo alla sua presenza. Stabilì che quella ragazzina aveva un chè di interessante e che non gli sarebbe dispiaciuto fare due chiacchiere con lei.
Peccato che la ragazza in questione non la pensasse allo stesso modo.

*

La prima volta che Johanna e Finnick si incontrarono faccia a faccia fu durante il tour della vittoria della ragazza, sei anni dopo. Johanna aveva appena tenuto il suo discorso, ringraziando il Presidente per la possibilità che aveva avuto di farsi largo tra le file dei tributi a suon di colpi d’ascia. O meglio ringraziò e basta, poiché l’ultima parte fu troncata da un improvviso cortocircuito dei microfoni.
Dopo essersi presa una lavata di capo con i controfiocchi da parte del suo staff, che la invitò nuovamente ad attenersi ai discorsi preparati, andò a fiondarsi con poca grazia sul buffet.
Finnick la adocchiò e, armato delle sue doti migliori, il sorriso e la galanteria, si diresse verso di lei.
“Ciao.” Esordì amichevole.
Johanna sollevò un sopracciglio, dando a stento segno di averlo notato. Non riuscì a trattenere un ghigno ironico quando vide la semplice tunica bianca dai bordi dorati che indossava, studiata appositamente per far risaltare la sua abbronzatura.
“Tu sei il damerino, quel pavone impagliato che ha vinto i 65esimi giochi.” Fece lei, senza filtri.
“E tu sei stata la migliore finta tonta che mi sia mai capitato di incontrare. Un’ottima performance, se accetti un complimento sincero.” Rispose lui senza mai perdere il sorriso.
Johanna posò il piatto ricolmo di pietanze con malagrazia sul tavolo, si puntellò i fianchi con le mani e si impose di mettere le cose in chiaro con quello lì.
“Senti un po’, manichino imbellettato. Io non ho bisogno né dei compimenti tuoi né di quelli della marmaglia di Capitol City, sono stata chiara? Ora, se non ti dispiace, vorrei finire il pranzo, addio.” Affettò un inchino e gli diede le spalle.
Finnick non seppe trattenersi e scoppiò in una risata talmente vivace e calda, di quelle che fanno voltare le persone in pubblico, che Johanna si girò a fissarlo, quasi inorridita.
“Sei proprio un bel tipo! Marmaglia…sì, hai perfettamente ragione!” continuò a ridere.
Lei lo guardò senza capire, ma sentì il bisogno di afferrargli la testa ed annegarlo nel punch.
“Che hai da ridere?”
“Scusami, è che sei così…buffa!”
Johanna sgranò gli occhi.
“Buffa?!” esclamò con la voce di un’ottava superiore.
“Sì, in senso buono, ovviamente. Non ho mai conosciuto un’altra come te, davvero.” Ammise asciugandosi una lacrima dall’occhio.
La ragazza gli afferrò il colletto della tunica, tutt’altro che contenta di quell’affermazione, e lo strattonò.
“Forse non mi sono spiegata, Narciso dei miei stivali: io con te non voglio avere niente a che fare. Ce la fai a capirlo da solo o devo farti un disegno?” sbottò acida. 
Lui le prese i polsi e con forza, ma senza farle male, allentò la presa.
“D’accordo, calma, ho capito.” Si allontanò da lei con i palmi alzati in segno di resa. “Posso farti solo un’ultima domanda?”
Lei sbuffò. “Dopo te ne andrai?”
“Sparirò come un’ombra.”
Johanna a malincuore annuì.
“Cosa ti fa credere che io sia Narciso?”
La ragazza sollevò le braccia al cielo.
“Dio, non puoi essere veramente così stupido!” lo derise. “Non ci sei arrivato da solo? Narciso era un tipo superbo al quale importava soltanto di se stesso e della sua bellezza. Ora non venirmi a dire che non è la tua copia sputata, Odair.” Spiegò sferzante.
Il ragazzo si ravviò i capelli ramati con un movimento fluido ed elegante.
“Potrei dire che ti sbagli, ma non penso che tu abbia voglia di ascoltare. Comunque, se io sono Narciso, tu sei decisamente un’amazzone. Arrivederci.”
Con l’ultima frase sparì nella sala, che man mano si era riempita di persone, lasciandola bloccata sul posto senza parole.

Quando rientrò nel suo distretto, Johanna andò dritta filata a cercare quel nome che le aveva acceso una lampadina nella memoria. I libri sulla mitologia antica delle terre al di là dell’oceano erano stati banditi dal governo, ma la sua famiglia era entrata in possesso di alcune preziose copie che custodivano gelosamente.
Sfogliò velocemente uno dei volumi e trovò ciò che cercava.
“Le Amazzoni erano un popolo di donne guerriere, le cui armi principali erano l'arco, l'ascia bipenne ed uno scudo particolare, piccolo ed a forma di mezzaluna, chiamato pelta.”
Johanna si ritrovò a sorridere debolmente a quel paragone.
Forse, se era a conoscenza di quelle cose, quel Finnick Odair non doveva essere poi così male.

***
Salve a tutti! Questa è la mia prima storia in questo fandom e devo dire che sono molto emozionata ed in preda all'ansia da prestazione, visto quante belle storie ci sono. Dunque, prima di tutto vorrei ringraziare Darkronin per aver betato questo capitolo e, insieme aCrystaldrop, avermi spronato a pubblicare l'ennesimo parto di una mente provata. Poi, sentivo la necessità di scrivere qualcosa su questi due personaggi, perchè diciamocelo, sono veramente adorabili e dopo aver visto il film la mia passione per loro due si è riaccesa come paglia accostata al fuoco.
Confido che mi capiate e che la raccolta non si riveli un totale scempio XD
Ai lettori l'ardua sentenza!
  
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Jo_The Ripper