CAPITOLO
6: PREPARATIVI
La
sera precedente Anna era andata in camera di Elsa per
recuperare la sua dolce ricompensa. Avevano trascorso il dopocena tra
mille
risate e chiacchiere innocue tra ragazze; dopo quello che era successo
nel
pomeriggio, Elsa si era “sciolta” un po’,
lasciando intravedere un lato di sé
che Anna non si sarebbe mai aspettata.
-“Oh
ma allora sai ridere… pensavo avessi dimenticato come
si fa!”- Anna l’aveva spinta giù con una
cuscinata e poi si era lasciata cadere
sul letto, mentre rideva a crepapelle per l’espressione
disorientata di Elsa,
tenendosi la pancia con le mani.
-“Dovresti
essere un po’ più rispettosa nei confronti della
tua regina.”- Elsa l’aveva guardata con uno sguardo
serio e un’espressione
distaccata.
-“Dici
sul serio?”- Anna non poteva crederci, ma Elsa non
diede l’impressione di voler cedere
–“oh-oh, d’accordo.”- Anna era
scesa dal
letto e aveva abbassato il capo mortificata.
Elsa
aveva osservato per alcuni secondi Anna, impassibile.
Poi era scoppiata in una fragorosa risata. Anna aveva alzato la testa
di
scatto, presa alla sprovvista.
-“Dovresti
vedere la tua faccia…ma davvero credi sarei
capace di trattarti in questo modo?”-
-“Beh…”-
Anna pensò che la sorella l’aveva fatto per
più di
un decennio, quindi si, credeva ancora che potesse farlo; ma non le
sembrava il
momento adatto per rinfacciarglielo quindi rispose-“
no!”
Poi,
dopo aver parlato ancora
per qualche ora, le due ragazze si erano addormentate, vinte dal sonno
e dalle
troppe emozioni, felici di quel momento di intimità tra
sorella.
Quando
Anna aprì gli occhi la mattina seguente, non
riconobbe il posto dove si trovava: in fondo era solo la seconda volta
che
entrava in camera di Elsa, per lei era come entrare in un altro regno.
Si
alzò a sedere sul letto e trovò la
metà nella quale aveva
dormito la sorella, perfettamente in ordine. ‘Tipico di
Elsa’ pensò tra sé.
Nonostante
non si trovasse nella sua stanza, Grace la venne
a scovare anche lì: “Vostra Altezza, è
ora di svegliarsi. Il Sole è alto nel
cielo da un bel pezzo!”
Anna
sbuffò contrariata: aveva pensato che per quel giorno
avrebbe potuto dormire qualche minuto in più, invece Grace
l’aveva tirata su
alla solita ora.
-“Grace,
non potremmo fare un’eccezione per oggi? Su, solo
dieci minuti in più! Ti preeeegoooo!”- la
principessa sbatté le lunghe ciglia,
rivolta alla donna che si affaccendava nella stanza.
Ma
Grace non mollò la presa; la guardò storto
portandosi le
mani sui fianchi, pronta per una delle sue ramanzine, aprì
bocca, ma prima di
poter dire anche una sola sillaba, Anna scese sconfitta dal letto.
-“Non
c’è bisogno che tu aggiunga altro, ho
capito!”- la
principessa la sorpassò e uscì dalla stanza della
regina, diretta nella sua.
Grace
la seguì a ruota: “Su, su. Oggi dove cominciare a
prepararsi per il viaggio verso Corona. Ha già deciso cosa
porterà con sé e che
abito indosserà alla cerimonia?”- la donna
l’aiutò a togliersi i vestiti con
cui si era addormentata, ormai tutti stropicciati, e poi la fece sedere
come
ogni mattina alla specchiera, per districare l’inestricabile
matassa rossa che
erano i suoi capelli.
-“Non
ancora…”- sbadigliò ancora assonnata
–“non ho la più
pallida idea di cosa potrebbe servirmi: non sono mai stata ad un
matrimonio ed
inoltre non so che tempo faccia da quelle parti…oh e cosa
davvero molto
importante: non sono mai uscita da Arendelle!”
-“Una
volta ho accompagnato sua madre nel regno della
sorella, Corona per l’appunto. Mi sembra proprio in occasione
della nascita
della principessa Rapunzel, se non ricordo male.”- Grace si
perse un attimo nei
suoi pensieri, seguitando ad acconciare i capelli di Anna in una
complicata
pettinatura.
Anna
si schiarì la voce e la donna sussultò:
“Perdonatemi,
ero persa nei ricordi. Comunque dicevo, Corona gode di un ottimo clima,
anche
ora che l’autunno è alle porte, sono quasi sicura
che la temperatura sia
gradevole, non rigida come da queste parti.”
-“Oh
beh questo restringe le mie scelte…meno della
metà del
mio guardaroba contiene abiti adatti ad un tale clima. Dovrò
mettere sotto
pressione il sarto reale per farmi confezionare degli abiti adatti in
quattro
giorni.”-
-“Credo
che dietro una ‘calda’ raccomandazione da parte
della regina, il sarto sarà felice di accontentare ogni sua
richiesta.”- Grace
accompagnò quelle parole con un occhiolino. Anna
ridacchiò, divertita da quella
battuta.
-“A
proposito, chi vi accompagnerà in questa avventura fuori
dai confini del regno?”-
-“Beh,
l’ho chiesto a Kristoff, ricordi? Il ‘mastro
consegnatore del ghiaccio’.”- Anna
arrossì impercettibilmente: anche solo
nominare il suo nome le mandava lo stomaco sottosopra.
Grace
annuì, sorridendo fra sé per
l’innocenza quasi puerile
della principessa.
-“Ha
accettato volentieri di accompagnarmi. Spero vada tutto
bene.”- sospirò.
-“Vostra
altezza, non vorrei essere scortese, ma avrei da
chiederle una cosa: il ragazzo del ghiaccio sarà a suo agio
tra tutta quella
gente, tra tutti quei nobili accorsi per festeggiare? Insomma,
avrà capito cosa
intendo.”- Grace finì l’acconciatura di
Anna e si allontanò per osservarla, orgogliosa
dell’ottimo lavoro che aveva fatto.
-“Oh…non
ci avevo pensato. Anzi, ora che mi ci fai pensare,
credo che nemmeno Kristoff abbia i vestiti giusti per venire ad un
matrimonio.
Credo che a parte i suoi abiti da lavoro non abbia molto altro nel suo
armadio…sempre
ammesso che ce l’abbia un armadio, conoscendolo. A quanto
pare il sarto dovrà
lavorare il doppio!”- ponderò su
quell’ultima affermazione e poi rispose alla
domanda della donna –“Comunque credo starà bene, non
lo lascerò certo solo…ci
faremo coraggio a vicenda. Ricorda che nemmeno io sono abituata ad
avere tanta
gente attorno.”
Grace
l’aiuto a vestirsi e poi
augurandole buona giornata la lasciò alle sue faccende da
sbrigare.
Dopo
quella chiacchierata con Grace, Anna corse da Elsa per
farle presente la faccenda degli abiti per il viaggio e la regina
promise alla
principessa che avrebbe parlato quella mattina stessa con il sarto.
Poi
Anna uscì dal castello, alla ricerca di Kristoff.
Arrivò
nella piazza centrale di Arendelle, la piazza dove si teneva ogni
giorno il
mercato e cominciò a cercarlo con lo sguardo, tra la folla
di avventori e
commercianti.
I
profumi dei fiori e della frutta esposta, le pizzicavano
piacevolmente il naso, facendole venire un certo languorino: ora che ci
pensava, non aveva nemmeno fatto colazione quella mattina, troppo presa
dal
resto.
Camminò
ancora alcuni minuti tra i banchetti pieni di merci
colorate, rapita dalla vitalità della folla: poche persone
l’avevano
riconosciuta e questo la rallegrò; le piaceva passare
inosservata tra la gente
senza essere fermata ogni due secondi per inchini e complimenti.
Infine,
da lontano, nello spiraglio tra due tendoni di
stoffe, intravide la chioma bionda che cercava. Gli corse incontro e
prima che
Kristoff potesse voltarsi, gli coprì gli occhi con le mani:
“Chi sono?”- gli
chiese con la voce camuffata ma inconfondibilmente acuta e divertita.
-“Di
sicuro qualcuno che non conosco…”- il ragazzo la
punzecchiò.
-“Su,su.
Non è difficile! Sono A..”- Anna cominciava a
spazientirsi.
-“Oh
Annika, quanto tempo è passato!”- Kristoff era
sicuro
che l’avrebbe fatta infuriare.
-“Che
cosa!? Chi sarebbe questa Annika? Pensavo di essere la
tua prima ragazza…anzi il tuo primo contatto
umano!”- Anna gli restituì la
vista, infastidita da quell’affermazione, rilanciandogli la
frecciatina.
Kristoff
si voltò giusto in tempo per vedere la sua
espressione contrariata: “Oh sei tu… come mai da
queste parti?”- non riusciva a
trattenersi, Anna aveva la faccia rossa e le labbra arricciate.
-“Spero
tu stia scherzando!”- la principessa cominciò a
battere il piede in terra, irritata.
Kristoff
le sorrise complice, ma non le rispose. Invece si
abbassò all’altezza di Anna e le disse in un
orecchio: “Sai che quando ti
arrabbi sei più carina? Dovrei farlo più spesso,
intendo farti uscire dai
gangheri.”
Anna
lo fissò per un momento negli occhi scuri, con il fiato
mozzato e il cuore lanciato al galoppo.
-“N-non
osare…”- le uscì in un sussurro; non
seppe dirgli
null’altro, troppo presa dalla vicinanza tra loro.
Kristoff
tornò al suo posto, tornando a spaccare i grossi
blocchi di ghiaccio sulla slitta in pezzi più piccoli,
lasciandola così
immobile da sembrare anch’essa una statua di ghiaccio.
Sven
le leccò una guancia per salutarla e la fece rinvenire
dal suo stato catatonico: “Oh ciao Sven, non ti avevo
notato.”
La
renna le lanciò un’occhiata divertita: “Me n’ero accorto!”-
Kristoff lesse nei
pensieri dell’amico come al solito, facendo sobbalzare Anna
che gli dava le
spalle.
-“È
da brivido questa cosa.”- la ragazza si voltò a
guardarlo,
mentre lui continuava ad essere divertito dalle sfumature cangianti
della
faccia della principessa.
-“Me
l’hai già detto e io ti ho già ribadito
che non posso
farne a meno, è più forte di me! Allora
perché sei qui?”-
-
“Per parlarti del viaggio che ci apprestiamo a compiere
”-
incrociò le braccia al petto-“ ma a quanto vedo,
forse non è più il caso che tu
venga con me…forse hai altro da fare con Annika!”-
sottolineò con voce velenosa
quel nome.
-“Cos’è
quella nota negativa che sento nella tua voce? Sarà
forse gelosia?”- era più forte di lui, non lo
faceva apposta, lo divertiva
vederla in quello stato di totale abbandono all’ira.
-“Mpf,
io gelosa? Ma fammi il piacere. E poi, giusto per
sapere, chi sarebbe questa altra ragazza con cui ti vedi?”-
-“Anna…dici
sul serio? Non esiste nessuna Annika, ti sto
prendendo in giro. Come mi hai fatto giustamente notare, tu sei la
prima,
nonché unica, per ora, ‘conoscenza
umana’.”- dall’alto della su statura le
pose
una mano sul capo, picchiettando leggermente –“Ora
puoi ammetterlo, sei un po’
gelosa del sottoscritto…ti si legge in faccia!”
-
“Non essere sciocco!”- lo guardò con
aria di sufficienza,
sottraendosi al suo tocco - “Comunque, sei ancora interessato
ad
accompagnarmi?”
-“Certo
che sì. Perché non dovrei esserlo?”- si
voltò
interrogativo verso Anna.
-“Ah
non saprei.”- la principessa scrollò le spalle,
ancora
arrabbiata, però poi tornò seria
–“Insomma, sarai a tuo agio tra tutta quella
gente?”-
-“Credo
di sì.”-
-“Bene,
anzi benissimo. Hai ancora molto da fare qui?”-
chiese tutto d’un tratto eccitatissima.
-“Non
molto, perché?”- Kristoff temeva la scintilla che
accendeva gli occhi di Anna.
Anna
non rispose, ma lo prese per mano e cominciò a
sgusciare tra la gente, trascinandosi dietro uno stupito Kristoff.
-“Ma
Sven…”- tentò di ribattere il ragazzo.
-“Non
preoccuparti, starà benone.”- Anna
continuò a correre
alla volta del palazzo. -“Dobbiamo prendere le misure per gli
abiti, altrimenti
il sarto reale non farà in tempo!”-
Arrivati
al portone principale del castello, Kristoff si
fermò trattenendola: “Il sarto? Gli abiti? Ma che
vai blaterando?”
-“E
sentiamo, come avresti intenzione di presentarti alle
nozze? Con i tuoi vestiti da lavoro?”-
-“No,
e chi ti dice che io non abbia altri abiti a parte
questi?”- disse indicandosi da capo a piedi.
-“Ne
hai altri?”- chiese scettica.
Kristoff
tentennò per alcuni secondi, poi arrossendo
aggiunse: “No.”
-“Beh
allora dobbiamo sbrigarci…siamo nella stessa situazione.
Ci servono al più presto questi abiti. Forza su!”
Anna
lo condusse in una stanzetta al pian terreno del palazzo,
accanto alla sala da pranzo e alla biblioteca: era una camera minuscola
se confrontata
con l’enorme sala da ballo o con la sala delle udienze, ma
era arredata di
tutto punto, con divanetti e poltrone. C’era persino un
manichino con decine di
spilline appuntate sulle spalle.
-“Questa
è la sala dove io e Elsa prendiamo le misure per i
nostri abiti. Il sarto starà arrivando a
quest’ora.” la principessa lo fece
accomodare- “Aspetta qui, vado a controllare, torno
subito!”
Poi
Anna si chiuse la porta alle spalle e lo lasciò da solo
con i suoi pensieri: aveva fatto bene ad accettare di accompagnarla? E
se le
avesse fatto fare brutta figura? Oddio non c’era nemmeno Sven
per parlarne con
qualcuno! E se ne avesse parlato con la diretta interessata? No, era
fuori
discussione, avrebbe fatto solo la figura dell’idiota e
poi…
Il
suo flusso inesauribile di pensieri venne, per fortuna,
interrotto dalla porta che si apriva e da Anna che ne entrava raggiante
con un
uomo mingherlino dietro.
-“Kristoff,
questo è Fredrik, il nostro fidato sarto di
corte. Ti lascio nelle sue mani esperte, sa già cosa deve
fare…”- gli sorrise e
poi uscì di nuovo, lasciandolo con quell’omuncolo
sconosciuto.
Kristoff
si tolse il berretto e lo salutò con un inchino appena
accennato, mentre Fredrik cominciava a girargli attorno come un
cacciatore fa
con la preda, lisciandosi i sottili baffetti biondi.
-“Mmm”-
si lamentò- “abbiamo parecchio lavoro da
fare.”- si
allontanò da Kristoff avvicinandosi ad una piccola pedana al
centro della stanza,
nella parte più illuminata.
-“Ragazzo
non abbiamo tutta la giornata. Salga qui e si
tolga la casacca.”- un ordine perentorio, al quale non
avrebbe certo disobbedito.
Il
ragazzo fece come ordinatogli e rimase immobile a fissare
il sarto che lo analizzava con sguardo critico. Poi l’uomo
tirò fuori da una
tasca un metro e cominciò a misurargli braccia, gambe e
spalle.
Kristoff
si muoveva come una marionetta, rigido come un
ciocco di legno, mentre l’uomo misurava e appuntava su una
strisciolina di
carta dei numeri.
Rimase
chiuso in quella stanza per un tempo infinito, i
minuti passavano come ore, prolungando il suo supplizio. Alla fine lo
fece
rivestire e fece entrare Anna.
-“Allora,
ha qualche idea per i suoi abiti?”- chiese la
principessa squadrando Kristoff e avvicinandosi al sarto.
-“Vostra
Altezza, lasciate fare a me, non ve ne pentirete.”-
le sorrise con rispetto.
Poi
per un minuto buono nessuno disse niente, fin quando
Anna non si schiarì la voce:
“Ehm…Kristoff, sarebbe il mio turno. Potresti
accomodarti fuori?”-
Kristoff
annuì imbarazzato e uscì subito; una volta fuori
si
appoggiò alla porta chiusa, sbuffando: “Sono
davvero un idiota…”- si voltò per
andarsene,
ma qualcosa lo fermò e gli fece accelerare i battiti del
cuore.
-“Non
è carino? Si non parla molto ma è
così, così…perfetto!”-
Anna lo disse con un tono così squillante che anche Kristoff
che era chiuso
fuori dalla porta la sentì.
AngoloAutrice:
salve gente! Come va? So che vi ho fatto
aspettare tanto per il nuovo aggiornamento, ma spero che
l’attesa sia ben ripagata
Non
ho nulla da ridire su qst chap, anzi dico
solo che è un capitolo di passaggio… il prossimo,
ispirazione permettendo,
parlerà del viaggio verso Corona: come se la caveranno i
nostri beniamini
chiusi in uno spazio angusto in mezzo al mare?
Ok allora aspetto i
vostri sempre graditi commenti e
ringrazio come sempre tutti quelli che hanno inserito la storia tra le
seguite
o le preferite o le ricordate (siete così tanti che sarebbe
troppo lungo dover
scrivere tutti i vostri nomi!) e grazie anche a quelli che amo definire
lettori
silenziosi! ;) al prossimo aggiornamento***