ciò che di buono c'è.
che alcune volte non so chi sei
Quando Tachimukai pensa
ad Endou sente la pelle tirare, sorride, sorride così tanto che ha paura che i
muscoli del viso si frantumino.
Yuuki si immedesima un po' in quelle ragazzine che amano
blaterare su quanto amino i loro cantanti, attori o quello che sono, preferiti,
quelli che loro amano chiamare idoli.
Cos'abbia di tanto speciale qualcuno da essere
definito così, lui non lo sa con certezza: sa solo che quando pensa quella
parola pensa al capitano, pensa a Mamoru. E gli piace.
Che poi, e a Tachimukai
sembra stupido non averci riflettuto un po' di più, è tutto quello che Endou
fa, e forse senza rendersene conto, no? Ti fa affezionare a lui con
quell'insulso sorriso che va da orecchio a orecchio, ti è così vicino che
riesci a sentirlo, anche se non lo vedi e fisicamente non c'è, e con lui cresci
e impari a camminare da solo.
Mamoru è
l'appiglio dell'anima quando senti il corpo tremare.
E rimpiange tutte le volte in cui ha desiderato
essere come lui, essere lui, perché le responsabilità, le aspettative che ha
sulle magre spalle sono tante, troppe per uno come Tachimukai,
che ha ancora molto da imparare.
Perché se quello che dicono è vero, che l'idolo è
colui che salva le persone, se Endou salva Yuuki e
gli altri, lui, chi lo salva?
Quando Gouenji pensa ad Endou sente sollievo e
rabbia nascere contemporaneamente dentro di sé; quale dei due sentimenti sia
più forte, questo non saprebbe dirlo.
Sollievo perché, e non lo nega, aver conosciuto
qualcuno come il capitano è un enorme sollievo; probabilmente, anzi
sicuramente, se non fosse stato per la testardaggine e la tenacia, che fa quasi tenerezza, di Mamoru lui
avrebbe fatto alcune scelte sbagliate, delle quali se ne sarebbe pentito
amaramente ogni giorno.
E rabbia, tanta rabbia, perché quel suo prendere
alla leggera qualsiasi cosa -come se niente fosse così importante o motivo di
preoccupazione, che non sia il calcio gli fa venire voglia di rompere la rete
della porta a furia di pallonate.
La verità è che forse lo invidia perché lui non
ha quel senso di colpa che Shuuya sente all'altezza dello stomaco e quel nodo
alla gola; lo invidia da morire perché non è la sorellina di Endou ad essere in
coma e lui può permettersi il lusso della spensieratezza, mentre Gouenji no.
Per Hiroto, pensare ad Endou significa pensare
agli anni trascorsi al Sun Garden, gli anni in
assoluto più felici della sua vita, prima di unirsi al capitano.
Gli è sembrato un tipo interessante, Mamoru, la
prima volta che si sono incontrati, tanto interessante quanto strambo. E a
Kiyama viene da sorridere, perché quando si tratta di prime impressioni lui non
sbaglia mai.
Attraverso gli occhi sempre allegri e la voce
squillante di quel ragazzo, il rosso rivive la sua infanzia, sente quella
cascata di ricordi luminosi e fugaci investirlo, si sente a casa finalmente.
Forse è più malinconia che felicità, ma Hiroto si
sente leggero, sta bene.
Shirou, come Kogure, quando
pensa ad Endou si rende conto che in lui, nel suo parlare con la bocca piena di
polpette di riso, nelle sue risate chiassose e nelle sue pacche sulla schiena,
ha trovato il calore di una famiglia, di quella che gli mancava.
E sa che non ha più nulla da temere, perché
"io credo in te" gli dice
Mamoru, sincero.
Tenma invece, Endou, non l'ha mai visto prima; sa
chi è e cosa ha fatto, perché, cavolo,
lui è Endou Mamoru! e chiunque abbia a cuore il calcio lo sa, e perché Aki
gliene ha parlato più di una volta.
Quando pensa a lui, che ormai sarà diventato un
uomo, se lo immagina alto, possente, con lo sguardo fiero e sicuro di sé,
orgoglioso, e forse un po' egocentrico -si
sa che tutte le persone importanti lo sono.
E si chiede se mai un giorno, anche lontano, non
c'è fretta, anche lui verrà considerato un eroe da qualcuno, se mai lo
guarderanno con gli stessi occhi pieni di ammirazione con cui lui guarda quel
uomo.
Poi però si rende conto che non ha importanza se
è basso o grasso, biondo o non ha capelli, insopportabile, perché ciò che conta
è che Endou Mamoru ama il calcio, di questo il ragazzo ne è certo, il resto non
importa, e va bene così.
nda.
prima
di tutto, voglio fare gli auguri ad un coglione che amo tantissimo, nonostante
non sia più una grande fan dei oned. e sto parlando
di zayn malik, sì. auguri kebby<33
detto
questo, che non era poi così importante ma ci tenevo, ciao ggggente
~
questa
mini shot -745 parole- l’avevo scritta un paio di
giorni fa, in uno dei miei momenti di riflessione profonda (?), e la pubblico
solo ora perché per me scrivere con il mio computer è un parto: quella puttana
mi cancella le ff, me le salva in diverse cartelle e a volte non me le apre
nemmeno.
anyway, sono dei semplici
punti di vista su mamoru, su quello che io adoro da
morire –tanto per farvi capire che non è un idiota con manie ossessive verso
il sakka èwè
ah,
prima che me ne dimentichi, ribadisco che non si tratta di pair:
i personaggi sono stati presi a caso –vabbè un po’ ci ho pensato, ma si tratta
solo di friendship.
non
è nulla di che ma ci tenevo a pubblicarla, quindi sono contenta di averlo
fatto.
spero
che qualcuno la possa apprezzare, e magari dirmi il suo parere<33
grazie,
simo.