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Autore: Lilu_wolf    12/01/2014    4 recensioni
una ragazza che sta lottando.
una famiglia che la sostiene.
una malattia che divora tutto ciò che incontra. anche la tua anima
una ribellione
una battaglia
una morte
una vincitrice
una storia da raccontare.
Genere: Generale, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Storia realmente esistente. Riferimenti a  Fatti persone e luoghi NON sono puramente casuali. La storia che sto per raccontarti è realmente esistita. Esiste tutt'ora. La pubblico per mio dovere di giornalista, e perchè spero che possa servire a molte persone. A coloro che non hanno ancora iniziato, ma ci pensano. A coloro che ci sono dentro, ma stanno tentando di uscire. E a coloro che ne sono fuori, e che ancora non sono riusciti a confidarsi con qualcuno.
 
Le nostre impronte non svaniscono dalle vite che tocchiamo.
Ogni battaglia.
Finisce con un spravvissuto.
non con un vincitore.
Il sopravvissuto resta in vita.
Il perdente muore.
Non si tratta di morire.
Ma di vivere.
Chi sopravvivrà?


Lily aveva otto anni.
Lily aveva capelli cortissimi, castano luminosi, sottili e fragili, che le si fermavano sulla nuca. A volte la mamma, per farla sembrare più femminile, le metteva un fiocchetto nei capelli.
Lily aveva grandi occhi verdi. Occhi curiosi, di una bambina. Occhi che si chiedono il perchè delle cose.
 Sua sorella le diceva che aveva gli occhi dello stesso colore di Lily Evans. a otto anni capì chi era Lily Evans, e le piaque parecchio essere paragonata ad una strega.
Sua sorella le diceva anche che lei aveva gli occhi come un kiwii: il bordo vede scuro e luminoso, l'interno verde chiaro e brillante.
La mamma le aveva detto che sua sorella un tempo le aveva voluto molto bene. Gliene voleva ancora.
Lily non le credeva.
Si ricordava che un tempo lontano, sua sorella le parlava. Faceva i compiti con lei. Ridevano insieme. Si facevano scherzi.
Ora non più.
Lily si chiede perchè.
Nessuno tiene in considerazione le domande di Lily.
Ora, La sorella di Lily, è sempre chiusa da qualche parte. E' molto spesso triste. Non ride più
Lily vuole capire perchè sua sorella non ride più.
Prima non se ne accorgeva nessuno.
Solo Lily,
Poi l'hanno capito anche gli adulti.
Le chiedevano "Cos'hai?" "Tutto bene?" " A noi puoi parlare, lo sai"
Allora lei non divenne solo triste. Ma anche furiosa. Iniziò a rispondere male. A scappare.
Durò poco, Poi cambiò di nuovo.
Non litigava più.
Quando gli adulti le facevano le domande, lei si limitava a guardare gli adulti.
Uno per uno.
Con i suoi occhi castani, tanto diversi da quelli di Lily.
Occhi stanchi.
Occhi grandi.
Occhi di fuoco.
Occhi di ribellione.
E poi se ne andava.
Si chiudeva in camera per lunghi periodi. Quando gli adulti si arrabbiavano, lei diceva che stava studiando.
Ma anche i voti iniziarono a calare.
E lei continuava a dire che stava bene.
Ma non stava bene.
Lily lo sapeva.
quando passava davanti a quella porta chiusa, sentiva tanti singhiozzi.
E urla soffocate.
Come se sua sorella volesse urlare.
Urlava aiuto.
Ma nessuno la sentiva.
Solo Lily.
Passarono le settimane.
Sua sorella cambiò anche fisicamente. Gli abiti cominciarono a scenderle. Lily era sempre stata la più piccola in famiglia. era sotto il quinto percentile, quindi era abituata a vedere LEI con vestiti più grandi. Non sua sorella. Poi sua sorella mangiava tanto. Ma non poteva dimagrire.
Perchè sua sorella era grande.
E i grandi devono crescere,
non possono tornare bambini
I vestiti chie prima le andavano stretti, e lei aveva messo via, furono ricacciati. Ma le andavano troppo corti.
Sua sorella iniziò a girare con due occhiaie viola. Come se non dormisse.
Poi iniziò a tremare.
La prima volta che Lily se ne accorse, nessuno le diede retta. come al solito.
ma lei lo aveva visto .
La mano che impugnava la forchetta, che tremolava.
Prima piano.
Dopo sempre più forte.
Poi fu tutto il braccio.
E poi tutto il corpo.
Lily la trovò a tremare, sul divano.
Batteva i denti. Tremava senza controllo
"Hai freddo?" le domandò Lily. Ma lei non rispose.
Allora Lily prese la sua mano tra le sue, piccole e calde.
Sua sorella era gelida.
Diventava sempre più fredda.
Non sorrideva più.
Poi un giorno Lily capì.
Erano sole in casa.
Sentì dei passi frettolosi, una porta che sbatteva.
E un cigolio.
Segno che qualcuno non l'aveva chiusa.
Lily strisciò verso il bagno, senza sapere perchè. Sua sorella si era dimenticata di lei, e non aveva chiuso la porta. Ma era brutta educazione lasciare il bagno aperto. Così decise di chiuderlo.
Accostò la porta girevole.
E la vide.
Accasciata, rannicchiata di fronte al gabinetto.
La tazza bianca di porcellana era poco più bianca di Lei.
Lei. Che era stata scura come un'africana, solo qualche anno prima.
Lily osservò come sembrasse in sintonia con il gabinetto.
Era vicina. Si incastrava alla perfezione con le curve della tazza bianca.
Stava vomitando.
Ma c'era qualcosa che non andava.
Lily non lo capii subito.
Piangeva.
E vomitava.
Lily voleva piangere con lei.
Poi gridò
-Victoria stai male?-
-Và via, Lily! Va via!-
Sua sorella singhiozzava come un animale ferito a morte.
Come una lupa, colpita dalla balestra di un cacciatore.
Come un fuscello, la cui vita può essere spezzata da un momento all'altro.
-Và via!- rantolò sua sorella.
Lily corse in camera.
Ma aveva capito.
Se sua sorella vomitava, voleva dire che era molto malata.
E se era malata da tanto tempo, voleva forse dire che alla sua malattia non c'era cura?
Lily era curiosa.
Ma a volte, certe cose, è meglio non scoprirle. 
Una di queste cose è Mia.
BuliMia.
Lily non sapeva di cosa era malata sua sorella.
Ma aveva capito prima di lei.
Ci sarebbe stato un sopravvissuto.
E un caduto
.
   
 
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