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Autore: Matycchi    12/01/2014    3 recensioni
E’ Marzo, i fiori stanno cominciando a sbocciare. Mi ricordo di quanto amavi le rose color pesca che fioriscono tutt’oggi in questo piccolo paesino. Il nostro paese Natale.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piove. Sento le gocce fredde cadermi addosso. Non le distinguo dalle lacrime. Cosa ci faccio ancora qui? Perché sono tornata in questo posto? Il posto in cui ti ho perso. E’ successo tutto così in fretta. Il momento prima stavamo ballando in piazza per festeggiare l’anno nuovo, e l’attimo dopo eri tra le mie braccia col sangue che ci sporcava i vestiti. I telegiornali hanno parlato di quella sera. L’hanno chiamato “attacco terroristico”. Tante persone hanno perso la vita quella notte. Perché allora io e quelle altre tre persone siamo stati risparmiati? Mentre ci portavano via li ho visti, ho visto i loro occhi perdere ogni voglia di vivere, occhi colmi di lacrime, occhi di persone che hanno perso la cosa più importante per loro. Quegli uomini dal viso celato da un casco nero hanno ucciso più di cinquanta persone. Perché non hanno ucciso anche noi? E’ colpa mia se sei morto, non avrei dovuto insistere per andare a festeggiare in Piazza tutti insieme. Non so quanto tempo sia passato da quando ha iniziato a piovere. So solo che sembra che il cielo pianga all’unisono con me. Mi fanno male le ginocchia. E’ Marzo, i fiori stanno cominciando a sbocciare. Mi ricordo di quanto amavi le rose color pesca che fioriscono tutt’oggi in questo piccolo paesino. Il nostro paese Natale. Trovo la forza di alzarmi. Trascino i piedi fino a quelle rose. Tendo la mano verso la più bella, le sue spine mi tagliano il dito indice, ma non mi rassegno. La colgo. Ne inspiro il profumo. Mi ricorda l’odore del tuo shampoo. Mi trascino fino al cimitero, l’unico del paese. Cerco tra i tanti il tuo nome. Lo trovo. I fiori che ti avevo portato ieri sono appassiti. Li sposto. Poggio la rosa sulla tua tomba. La poggio con la mano sinistra. L’inevitabile accade. Guardo la mia mano, vedo l’anello. Mi torna in mente il giorno di Natale di quell’anno. In cui mi avevi chiesto di sposarti. Una piccola scatolina con un fiocco rosso. Mi dissi di aprirla. Lo feci. Al suo interno due anelli sottili d’oro bianco, all’interno erano incisi i nostri nomi. Prendi quello con su scritto il tuo nome. Mi prendi la mano. Mi chiedi “vuoi sposarmi?” guardandomi negli occhi con un leggero rossore sulle goti. “Si” rispondo con le lacrime a rigarmi le guance. Mi feci indossare l’anello. Da quel giorno non l’ho mai tolto. Anche se sono passati due anni e tre mesi. Da quella notte la mia vita ha un buco. Incolmabile. Eri tu l’unico in grado di colmarlo. Non riesco a fermare le lacrime. Il mio singhiozzare è incessante. In quel momento sento qualcosa sfiorarmi i capelli. Sembra la tua mano. E’ grande come la tua, ma è fredda. Alzo lo sguardo e ti vedo. Sei quasi trasparente. Mi sorridi e mi dici “Non piangere, voglio vederti sorridere. Io amo il tuo sorriso”. Mi asciughi le lacrime. Sei freddo. Dannatamente freddo. Smetto di piangere. La tua voce mi ha sempre fatto questo effetto. Mi sforzo di sorridere. Mi abbracci e mi sussurri “Purtroppo questa è l’ultima volta”. Non capisco. Te lo chiedo e abbassando il capo rispondi “L’ultima volta che ti posso abbracciare”. Mi agito. E’ la prima volta dopo due anni che mi abbracci. Non puoi sparire di nuovo. Soprattutto non per sempre. Con un sorriso malinconico mi dici le uniche parole che non avrei mai voluto sentirti dire: “Grazie per avermi amato come io ho amato te. Però ora basta farti male. Trova qualcuno da amare. Se il mio ricordo ti renderà triste cancellalo. Io voglio che tu sia felice. Mi dispiace non poter essere felici assieme”. Mi sembra di sprofondare. Le lacrime fanno nuovamente la loro comparsa. Nego. Nego che il tuo ricordo mi faccia essere triste. Mi rifiuto di amare qualcun’altro che non sia tu. Ti avvicini. Sento sulle mie labbra qualcosa di freddo. Sono le tue labbra. Mi guardi, mi accarezzi il viso e poi scompari sussurrandomi “Grazie di tutto. Ti amo” solo allora capisco. Quello era un bacio d’addio. 


Note dell'autore:
'Sera a tutti <3 Eccomi qui con un altra storia strappalacrime

   
 
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