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Autore: 365feelings    13/01/2014    1 recensioni
Raccolta di vario genere e vari personaggi da The last Airbender a The legend of Korra, qualche headcanon e una notevole dose di malinconia.
10. È solo una bambina. Sei disposto ad andare fino in fondo? (Zaheer; SPOILER 3x13)
[Avatar Weekly Fest - p0rn fest - prompt di kuruccha]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Aang, Amon, Korra, Quasi tutti | Coppie: Katara/Aang, Suki/Sokka
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: kuma_cla
Pairing: Sokka/Suki
Rating: arancione
Genere: uhm, commedia?, sentimentale
Avvertimenti: flash fic, missing moment
Prompt: grandi risate
Note: ambientata dopo la fine di ATLA, quando Suki con le altre Guerriere è la guardia del corpo di Zuko e Republic City è un progetto ancora da concretizzare.
Lo so, di grandi risate ce ne sono poche. Oltretutto è la prima volta che scrivi di Sokka >____<




06.
Grandi risate



Con Sokka si finisce sempre per ridere ed è uno degli aspetti di lui che più ama. Questa e l'energia che profonde in ogni cosa: dai suoi disegni, all'organizzazione di Republic City, ai giochi che inventa per Bumi.
E il modo in cui la bacia — ama il modo in cui la bacia, come se tutto il resto non importasse più, come se il mondo si fermasse solo per lei.

All'inizio, quando si dava arie da gran uomo di mondo e poi si scopriva che era al suo stesso livello, le risate erano soprattutto imbarazzate; lui era decisamente impacciato e timido nel momento in cui bisognava venire al sodo e non era che lei fosse poi meglio.
La prima volta che hanno provato a fare l'amore, se lo ricorda ancora bene (e non potrebbe mai dimenticarsene; se non l'ha raccontato a Katara è solo perché lei è Sokka sono fratelli), è finita con una tenda in fiamme, una prestazione imbarazzante e un gran dolore. Stesi a letto, su quello che è stato il loro campo di battaglia (quasi più periglioso dello scontro in cielo tra le navi del Signore del Fuoco), sono rimasti a fissare il soffitto con molto interesse. Poi Sokka ha iniziato a parlare, perché stare in silenzio non è da lui neanche in certe occasioni.
«Non è andata male» ha azzardato, probabilmente per non ferirla, perché se lui non si era rivelato così esperto, lei non poteva dire di essere stata più brava.
«No, affatto» gli ha risposto, mordendosi un labbro.
Poi si sono guardati: per un lungo istante hanno atteso che uno di loro dicesse qualcosa e alla fine sono scoppiati a ridere fino alle lacrime.
«Credo sia stata la peggior prima volta di tutta la storia» ammette lei senza troppi giri di parole «Non riuscivi a spogliarmi e poi sei inciampato».
Se non continua è solo perché le manca il fiato.
«Hey» la riprende «Mi hai tirato tante di quelle gomitate che mi resteranno i lividi».
«E le tue candele hanno dato fuoco alla tenda».
«Perché tu, con i tuoi movimenti leggiadri, le hai fatte cadere» le ricorda, la risata in gola «Possiamo sempre ritentare».
«Ma non adesso» gli risponde, terrorizzata, tirando il lenzuolo fin sopra la testa.

«A che pensi?» le chiede, disegnando arabeschi sul suo fianco nudo. Nonostante il lavoro e gli anni, Suki continua ad avere la stessa pelle morbida di quando l'ha accarezzata per la prima volta. Gli viene voglia di fare l'amore di nuovo, anche se quello è solo un ritaglio di tempo che si sono presi a forza, tra un impegno e l'altro, e lei tra poco dovrà rivestirsi per raggiungere le altre guerriere, mentre lui ha delle scartoffie noiosissime da firmare.
«A quando abbiamo perso la verginità» ammette candidamente, l'ombra di un sorriso nel ricordare quella notte.
«Ne ho fatta di strada da allora» commenta, baciandole la spalla e spostando la mano calda tra le gambe, accarezzandola «Ne abbiamo fatta».
Suki annuisce distrattamente, ricambiando un bacio che si interrompe per scendere sul collo e proseguire sul suo seno. Sotto il tocco dell'uomo, geme e inarca la schiena; ormai sa come muoversi — niente più gesti bruschi e gomitate, solo i loro corpi che sembrano nati per combaciare tra di loro. È un incastro di bocche e braccia, di gambe che si allacciano intorno la schiena dell'uomo, di mani che si perdono tra i capelli, mentre l'orgasmo arriva per entrambi e li lascia ansimanti tra le lenzuola sfatte di un letto che non è nemmeno il loro.
A distanza di anni stanno ancora fissando il soffitto, ma questa volta non c'è alcun imbarazzo, solo un piacevole torpore.
«Credi che Zuko sappia cosa facciamo?» 

   
 
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