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Autore: Elly J    13/01/2014    1 recensioni
“L’aveva usata, solo usata. L’aveva plasmata, trasformata in una vera e propria macchina da guerra, un’assassina. Ma per chi uccideva? Per chi toglieva la vita? Uccideva per conto di quell’uomo che le aveva tolto la libertà, la felicità, il sorriso. Le aveva tolto tutto. Ma soprattutto le aveva tolto lui, il suo unico e vero amore, l’unico che l’avesse mai amata veramente. Senza di lui, cos’era lei? Cos’era diventata? Era diventata una spietata assassina, l’assassina. Ma non un’assassina qualunque. Era diventata fredda, calcolatrice, piena d’odio. Era stata addestrata per diventare l’assassina dei Templari. Era diventata una Templare.”
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Achille Davenport, Charles Lee, Connor Kenway, Haytham Kenway, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 - Salvataggio

La guancia le bruciava da morire e le ferite sulle braccia e sulle gambe pure. Scarlet riusciva a malapena a stare in piedi.
L'uomo che l'aveva sorretta per la vita l'aveva fatta sedere a terra e le aveva ripetuto più volte di stare tranquilla. Scarlet capiva a malapena dove si trovava e non riusciva bene a mettere a fuoco colui che l'aveva salvata. Di certo il buio della notte non l'aiutava. Rimase per un tempo che sembrò interminabile con lo sguardo fisso a terra, senza dire nulla. L'uomo si era seduto poco distante da lei e scrutava in silenzio il paesaggio circostante. Probabilmente stava tenendo d'occhio che non sopraggiungesse qualcuno lungo la strada.
Ad un certo punto Scarlet ricordò il lungo nitrito di Hidalgo e come spinta da una forza invisibile si alzò. Il dolore la percorse da capo a piedi e la costrinse ad inginocchiarsi nuovamente a terra.
L'uomo si girò verso di lei.
- Devi stare calma ancora per un po', sei molto debole. - gli disse con voce calma.
- Calma? - Scarlet pronunciò quella parola quasi con cattiveria. Poi alzò la testa verso l'uomo che l'aveva salvata. Un cappuccio bianco gli nascondeva gran parte del viso e lei non riuscì a guardarlo negli occhi.
- Qualcuno ha appena cercato di ammazzarmi e tu mi dici di stare calma?!
Scarlet riuscì ad alzarsi in piedi e senza dire altro si mise a correre. Le lacrime ricominciarono a scendergli dolorose lungo le guance ferite e ad ogni falcata tutto il suo corpo urlava di dolore.
- Hidalgo! Hidalgo!
La sua voce squarciò il silenzio della notte quasi con violenza. Gli stivali continuavano ad impigliarsi nel terreno rallentando la sua corsa e la terra si alzava al suo passaggio sporcandogli i vestiti. Non riusciva a pensare a nulla. Il dolore offuscava ogni sensazione, ogni emozione, ogni azione. Le lacrime stavano scendendo senza che lei nemmeno se ne accorgesse e non riusciva a controllare il suo corpo non avendo la minima consapevolezza di dove stesse correndo.
Un'ultima falcata e il piede destro si incastrò in una radice che fuoriusciva dal terreno. Sassi e terra raggiunsero il viso di Scarlet quando cadde violentemente a terra dopo quella corsa folle e senza senso.
- Hidalgo.. - sussurrò.
Decise di lasciarsi andare e di non reagire. Tutto divenne vacuo, tutti i rumori e le sensazioni vennero risucchiate all'unisono in un grande buco nero.
Poi più nulla.
 
 
 
***
 
 
 
- Capitano?
L'uomo non rispose subito. Quel cadavere, riverso a terra con il viso contro il terreno, lo aveva molto turbato. Era uno dei suoi migliori uomini e ora era lì, inerte. Morto. Uno dei suoi migliori uomini, il quale vantava un addestramento duro e che preparava a tutto, era morto. Morto per mano di qualcuno migliore di lui. Ma chi poteva essere migliore dei suoi uomini, addestrati per diventare macchine da guerra infallibili?
- Capitano? - ripeté la voce.
Il Capitano si riscosse. - Novità? - rispose freddamente.
Il giovane cadetto si schiarì la voce e un ombra di tensione apparve sul suo volto.
- Qui attorno ci sono segni di lotta, molto violenta si direbbe. C'è molto sangue a terra. - il giovane fece una piccola pausa per ascoltare eventuali commenti del Capitano, ma quest'ultimo non disse niente. - A giudicare dalle ferite, chi l'ha ucciso ha usato armi da taglio di diverso tipo e soprattutto è molto ben addestrato. - concluse quindi il cadetto.
- Tracce della ragazza? - chiese il Capitano con voce dura, quasi non avesse ascoltato la spiegazione che gli era appena stata fornita.
- Nessuna, supponiamo che qualcuno l'abbia protetta. Di certo non è stata lei ad uccidere il nostro uomo. - rispose il giovane.
Il Capitano si abbassò a terra per vedere meglio il cadavere riverso tra l'erba del campo. Le ferite mortali dell'uomo erano certamente quelle al collo, decise e molto profonde. Chi aveva ridotto il suo uomo in quelle condizioni sapeva uccidere.
Il Capitano si rialzò e, senza staccare gli occhi dal cadavere, si rivolse al cadetto.
- Va a chiamare Charles. Dobbiamo ritrovare la ragazza. - disse con la sua solita voce estremamente fredda.
- Subito, Capitano. - il giovane fece il saluto militare e si girò per andare a svolgere il suo compito.
Il Capitano non riusciva a staccare gli occhi da quel cadavere orrendamente ucciso. Aveva riconosciuto lo stile, tagli netti e profondi, nessun rimorso. Tutto pur di salvare la ragazza.
Ne era certo. Non poteva essere altro che lui.
  
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