Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: TheSlayer    13/01/2014    2 recensioni
Kat Moore è nata e vissuta a Los Angeles finché non è arrivato per lei il momento di trasferirsi a Londra per cambiare completamente la propria vita. In Inghilterra incontra nuovi amici e trova l'amore, ma il suo misterioso passato torna a tormentarla influenzando irrimediabilmente il presente. Quella partenza da Los Angeles sarà stata una fuga? Da cosa starà scappando Kat? A cosa andrà incontro?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

(Un)broken - Le Ali della Farfalla

Capitolo 13
 
Dopo aver raccontato tutto a Tommy avevo deciso di fare la stessa cosa anche con Megan. Le avevo chiesto di incontrarmi al parco per spiegarle tutto. In fondo era il mio sponsor, la persona che avrebbe dovuto conoscermi meglio di tutte le altre. Dovevo fidarmi di lei e dovevo essere onesta fino in fondo. Ci eravamo sedute di fronte al laghetto artificiale e avevo cominciato a raccontarle tutto, mentre Juliet guardava i cigni e cercava di salutarli. Avevo parlato a Megan di Derek, del mio passato e di quello che stava succedendo in quel momento e lei mi aveva ascoltata e mi aveva capita: aveva perso il ragazzo che amava quando aveva diciannove anni, sapeva cosa si provava a perdere qualcuno di così importante. Matthew, il suo fidanzato, era morto in un incidente stradale provocato da un trentacinquenne che guidava sotto l’influenza della droga e lei non era riuscita ad accettarlo. Era per quel motivo che aveva cominciato a bere.
 
“Da dove cominciamo?” Domandò Sarah la sera successiva dopo una cena a casa mia a base di pizza. Tommy aveva dormito di nuovo da me – e l’avrebbe fatto anche quel giorno - e il fatto che non fosse ancora scappato urlando mi aveva fatto tornare un po’ di speranza.
“Dobbiamo scoprire chi è questo tizio che ti minaccia.” Rispose il ragazzo, studiando il messaggio sullo schermo del mio telefonino.
“Non ha mai risposto all’e-mail in cui chiedevo cosa avrei potuto fare per non fargli mandare quella foto ai giornalisti.” Dissi, scuotendo la testa lentamente.
“Abita qualcuno di fronte alla casa di Derek? Un vicino che potrebbe aver scattato quella foto?” Intervenne Sarah.
“No, di fronte alla sua villa non c’era nulla.” Replicai. “Solo la strada e qualche albero da cui s’intravedeva il resto di Los Angeles. Abitava in collina.” Risposi, chiudendo gli occhi e cercando di ricordare. No, non c’erano vicini, ne ero sicura. Ma quella sera ero troppo sconvolta per notare qualsiasi cosa. Magari qualche paparazzo si era appostato dietro agli alberi per aspettare qualcosa che facesse notizia. A Los Angeles capitava spesso, soprattutto nelle vicinanze delle case e dei locali frequentati da star che amavano combinare guai: si nascondevano ovunque, dietro le auto, nei cespugli… rimanevano lì per ore, nella speranza di scattare una foto che avrebbero potuto vendere a qualche giornale o a qualche sito per migliaia di dollari.
“Non ci resta che rivolgerci alla polizia.” Disse Sarah.
“Sono d’accordo.”
“Va bene.” Concordai infine. Ormai loro sapevano la mia storia e non avevo più nulla da perdere. Speravo solo che i giornalisti inglesi non scoprissero quello che stava succedendo, perché volevo evitare di averli appostati fuori casa come era successo a Los Angeles. E volevo anche evitare che uscissero articoli su di me.
“Ecco svelata l’identità della misteriosa nuova ragazza di Tommy Parker: si tratta di Kat Moore, meglio conosciuta come Chloe Robson, la ragazza che ha portato alla morte Derek Thompson, celebre cantante di una nota band rock americana. Dopo un’appassionante storia d’amore con Thompson, Robson/Moore è stata fotografata mentre baciava Kyle Newman, il migliore amico e compagno di band del cantante. Questo evento ha portato Thompson a decidere di cominciare a bere e…”
“Ti accompagno.” Propose Tommy, alzandosi dal divano e interrompendo i miei pensieri. Anche Sarah si alzò e raggiungemmo l’auto del ragazzo.
 
“Il prossimo passo sarà difficile, Kat, ma puoi farcela.” Disse Tommy mentre eravamo in auto. Avevo dato tutte le informazioni che avevo ai poliziotti inglesi e speravo che potessero aiutarmi a risolvere il caso.
“Qual è?” Domandai, un po’ nervosa.
Il ragazzo scambiò un’occhiata con Sarah, che annuì come se sapesse già quello che stava per succedere, poi mi guardò negli occhi.
“Devi riuscire a dirgli addio.” Replicò lui. Eravamo parcheggiati in una via laterale poco distante da dove abitavamo Tommy e il cielo stava cominciando a diventare buio. La strada era illuminata dai lampioni e i ristoranti intorno a noi erano pieni di persone. Guardai fuori dal finestrino e sentii un brivido risalire la mia schiena. Sapevo cosa intendeva Tommy e aveva ragione. Non ero riuscita ad andare al funerale di Derek e non avevo mai accettato il fatto che se ne fosse andato.
Avevo pensato parecchio a quella situazione, ma non ero mai riuscita a prendere la decisione giusta perché pensavo di essere completamente da sola e sapevo di non avere la forza necessaria per farlo.
“Ho qualche settimana libera, se vuoi posso venire con te a Los Angeles.” Disse Tommy dopo qualche minuto.
“Lo faresti davvero?” Domandai, incredula. Lui annuì ed io lo abbracciai stretto.
“Sono sicura che ce la farai, Kat. Siamo tutti qui con te.” Disse Sarah, offrendomi un sorriso dallo specchietto retrovisore. “Beh, io non potrò esserci fisicamente, ma lo sarò con il pensiero.” Aggiunse. Sorrisi anch’io e mi voltai verso di lei per prenderle una mano e stringerla leggermente. Volevo farle capire quanto fosse importante per me senza usare le parole, perché ero sicura che avrei cominciato a piangere se avessi provato ad esprimere quei sentimenti a voce.
Era assurdo come tutto succedesse in fretta nella vita. Pochi giorni prima ero da sola e avevo rischiato di ricadere nel vizio che mi aveva quasi distrutta e in quel momento ero in auto con quella che consideravo la mia migliore amica e il mio ragazzo – non ero decisamente abituata a dire quelle parole, era davvero strano -  libera dai segreti che mi avevano tormentata per tanto tempo e pronta ad intraprendere un viaggio per riuscire finalmente ad andare avanti con la mia vita.
 
Dopo aver salutato Sarah, fatto velocemente le valigie e una notte passata a coccolarci, a parlare tanto e a dormire poco, un volo di più di undici ore portò Tommy e me all’aeroporto di Los Angeles. Avremmo dormito nella casa che mi aveva lasciato mia nonna e sarei riuscita a fare tutto quello che dovevo per superare quello che era successo nel mio passato. O almeno quello era ciò che speravo.
“Questa casa è bellissima.” Commentò Tommy quando arrivammo alla villa di Beverly Hills.
“Mia nonna ha sempre avuto un gran gusto in tutto, soprattutto nell’arredamento.” Dissi.
Ritrovarsi in quella casa, dopo tutto quel tempo, fu stranissimo. L’avevo vista per l’ultima volta il giorno della mia partenza, quando ero andata a recuperare pochi abiti e qualche foto ricordo di nonna CeCe da portare con me a Londra, dopo che ero rimasta per tre mesi nella clinica di riabilitazione.
Osservai tutti i quadri appesi alle pareti, l’arredamento, le palme che si vedevano dalla finestra… mi sembrava tutto così familiare, ma nello stesso tempo estraneo. Com’era possibile?
Mia madre aveva sistemato tutto quello che avevo lasciato in giro prima di andare in clinica. Avevo notato che non c’era più una sola bottiglia di birra o di qualsiasi altro alcolico da nessuna parte. Dal salotto potevo vedere la cucina e nel mobile portabottiglie, di solito pieno, non c’era più nulla.
“Va tutto bene?” Mi domandò Tommy, appoggiando la sua valigia sul pavimento. Il leggero tonfo mi riportò subito alla realtà, al presente.
“Sì, stavo solo pensando a nonna CeCe.” Accarezzai con la punta delle dita il contorno del viso della donna in una foto incorniciata e appoggiata sulla mensola sopra il caminetto del soggiorno. Una ragazzina dodicenne sorrideva insieme a CeCe alla macchina fotografica. Mi sembrava quasi di guardare un’estranea, anche se ricordavo ancora con precisione il giorno in cui Scarlett, la migliore amica di mia nonna, l’aveva scattata.
“Sei tu?” Mi chiese Tommy, notando la foto che stavo guardando.
“Sì, quando ero piccola. Eravamo al Griffith Observatory per festeggiare il compleanno di mia nonna e improvvisamente le è venuto in mente che non avevamo mai posato per una foto ricordo insieme. Così ne abbiamo fatta una da incorniciare.” Risposi con un sorriso. Da allora tutti gli anni, il giorno del suo compleanno, andavamo all’osservatorio e ci facevamo scattare una foto insieme. Guardai le cornici di fianco a quella che avevo appena toccato e guardai le foto di quando avevo tredici, quattordici e quindici anni. Erano passati più di quattro anni da quando era scomparsa, ma mi mancava ancora tantissimo.
“Sei mai andata a trovarla?” Mi chiese il ragazzo.
“Poche volte, i primi mesi. Poi ho smesso.” Replicai.
In realtà quando avevo cominciato a uscire con Derek mi ero sentita in colpa, perché ero sicura che nonna CeCe non avrebbe approvato il mio nuovo stile di vita e non avevo più avuto il coraggio di andare a portarle i fiori al cimitero.
Quando passavo il pomeriggio a casa sua mi raccontava le storie della sua gioventù e parlavamo anche dei miei sogni, di quello che avrei voluto fare da grande. Ero sicura che se avesse potuto vedermi in quel momento non sarebbe stata tanto orgogliosa di me.
Mia nonna aveva sognato di diventare una modella fin da bambina e aveva sempre lavorato sodo per riuscire ad ottenere quel risultato. Non si era fermata quando le avevano detto che era un po’ troppo bassa per fare le sfilate. Era diventata una fotomodella e aveva posato per riviste e pubblicità di ogni tipo.
Sorrisi davanti a quei ricordi e pensai alla frase che mi diceva sempre: “Se vuoi qualcosa e ci tieni abbastanza, non fermarti mai. Non farti scoraggiare da nessun ‘no’ e da nessuna porta in faccia. In un modo o nell’altro riuscirai a realizzare il tuo sogno se ti impegni abbastanza.” Quanto mi mancava!
“Perché non vai mentre siamo qui?”
“Stavo pensando alla stessa cosa.” Ammisi. “Ma prima andiamo a letto, perché il jet lag si sta facendo sentire.” Aggiunsi.
 
“Sei sicura che non vuoi che ti accompagno?” Mi domandò Tommy il giorno seguente. Annuii, convinta.
“E’ una cosa che devo fare da sola.” Risposi.
Chiamai un taxi, perché dopo tutto quel tempo la mia auto non ne voleva più sapere di partire, e mi diressi verso l’Hollywood Forever Cemetery, il luogo in cui erano sepolti Derek e mia nonna. Acquistai due mazzi di fiori, uno di crisantemi e uno di rose bianche e mi avviai verso la lapide di mia nonna. Cecilia Moore.
Mi abbassai e appoggiai il mazzo di rose bianche sul terreno. Erano sempre stati i suoi fiori preferiti. Accarezzai il marmo freddo con le dita e sospirai.
“Mi manchi, nonna.” Mormorai. Sapevo che non poteva sentirmi, ma parlarle mi faceva stare meglio. “So di averti delusa in questi anni e mi dispiace. Non sai nemmeno quanto. Mi sono persa e ho fatto delle scelte sbagliate e ho smesso di seguire i miei sogni. Sto facendo di tutto per rimediare, ma non sono ancora sicura di quello che devo fare.” Aggiunsi. “Che cosa devo fare?” Domandai a bassa voce, alzando gli occhi verso il cielo. Chiusi gli occhi e cercai di vedere il viso della donna nella mia mente. Ricordavo ancora perfettamente il colore dei suoi occhi, ma altri particolari, come il suo profumo e la sua voce, stavano cominciando a sparire. Strinsi la presa sul marmo, cercando di aggrapparmi a quelle immagini. Non volevo che se ne andassero. Erano tutto ciò che mi era rimasto di lei. “Ti voglio bene, nonna.”
Mi rialzai lentamente e sospirai di nuovo. Sapevo che era arrivato il momento di andare a dire addio a Derek. Probabilmente non sarei mai stata pronta, ma dovevo farlo.
Quando raggiunsi la lapide di Derek sentii un nodo in gola e gli occhi gonfi di lacrime. Sul terreno c’erano fiori, foto e lettere dei fan. Appoggiai il mazzo di crisantemi bianchi davanti alla sua foto e mi accovacciai. Derek Thompson – rock and roll forever.
“Mi dispiace. Mi dispiace per tutto.” Mormorai scoppiando a piangere. Qualcuno aveva lasciato un peluche di un orsacchiotto con un gilet di pelle sul terreno. I fiori erano tutti freschi e di fianco alla foto di Derek bruciavano alcune candele. I suoi familiari e i suoi fan gli facevano visita tutti i giorni. Guardai l’immagine davanti a me e mi si annebbiò di nuovo la vista. Sorrideva in quella foto. Era felice e sano. Era il Derek di cui mi ero innamorata in quel locale.
“Non hai idea di quanto mi senta in colpa per quello che è successo.” Mormorai di nuovo. Non avevo idea di quanto tempo fossi rimasta in quella posizione, davanti a quella lapide, continuando a fissare la foto davanti a me le date incise sul marmo, scuotendo la testa.

19 settembre 1991 – 8 gennaio 2012
 
“Non è stata colpa tua, Chloe.” Sentii una voce alle mie spalle. Mi girai di scatto e trovai Kyle, con in mano un mazzo di fiori, dietro di me.
 


Ecco il nuovo capitolo! Questo è stato uno dei più difficili da scrivere per me, perché ha riportato a galla tante emozioni che pensavo di aver seppellito da qualche parte.
Tornando alla storia, Kat ha finalmente deciso (grazie all'aiuto di Tommy, Sarah e Megan) di dire addio a Derek. E' l'unico modo per riuscire ad andare avanti con la sua vita, ma riuscirà? Alla fine del capitolo compare Kyle, il migliore amico di Derek. Cosa succederà?
Giovedì posterò il nuovo capitolo! Grazie per aver letto e spero che vi sia piaciuto :)
Alla prossima!

 

Blog | Pagina Facebook | Account personale Facebook | Twitter | Tumblr

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: TheSlayer