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Autore: StAkuro    01/06/2008    5 recensioni
E guardarla ed odiarla e continuare ad osservarla, sempre da lontano, sembrava il suo destino.
[NejixHinata]
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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.::ICARUS::.

# touch the sun and burn in flames








E si ritrovò, in un istante che era durato quanto un battito d'ali, piegato in due su se stesso, boccheggiante. Il Marchio Maledetto s'era attivato.

Per un secondo infinitesimale pensò di stare andando a fuoco. Gli sembrava quasi di sentirlo, il ruggire delle fiamme nel dolore che gli attraversava il corpo e le vene, il cuore. Poi la ragione si fece largo nella sua mente sconvolta e capì quello che era successo.


"Non toccare le cose al di fuori della tua portata."

maimaimaimaimai


Davanti a lui c'era Hiashi, dritto in tutta la sua dignità di giudice e re. Lo stava guardando. E Neji non s'era mai sentito più umiliato ad essere inginocchiato di fronte ad una persona.

Mani nodose che avevano combattuto troppo spesso e composto infinità jutsu nel corso della loro esistenza si mossero così velocemente che non riuscì a distinguere bene le figure familiari che disegnavano.

Cavallo. Tigre. Bue. Tigre. Cane...poi?

Il dolore si affievolì e tanto sembrò bastare come risposta.

Un singhiozzo sordo gli giunse alle orecchie, forse attutito da una mano portata alla bocca.

"Non riprovarci." Una frase dal tono assoluto.

Un'altro singhiozzo.


"Potresti rimanere bruciato."


Ora che la vista si faceva più chiara, Neji riuscì ad intravedere dietro la schiena del padre la figura di Hinata fasciata dal kimono bianco (che così poco si addiceva ad una casata come la loro).

Sentì di odiarla per mille e più di motivi (si mangiava le parole, cedeva il passo persino alla feccia, il suo sguardo era perennemente abbassato, lo guardava con compassione, la...).

La odiava con tutto il rancore dei suoi sedici anni passati in gabbia, con catene alle mani e una ancora gravosa che gli pesava sulla fronte.

E guardarla ed odiarla e continuare ad osservarla, sempre da lontano, sembrava il suo destino.

S'era avvicinato un po' di più, alla distanza di un respiro, di un battito di ciglia, di due dita sul mento. Della sensazione della sua bocca.


"E le tue ali di cera si scioglierebbe, facendoti morire sulla terra che tanto odi."














NdA: Una sola cosa: ma da dove è saltata fuori? °_°

(Ah, il titolo e il riferimento col mito di Icaro sono più belli di tutta la flashfic u.ù)

  
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