E fu così che mi accorsi che il suo corpo era sotto il mio, che lo stavo per pestare.
Il movimento fu veloce, scattante. Era li disteso vicino a me e quel dolore che aveva riempito il mio cuore scomparve, perché è questo che succede quando si tiene a una persona e rischi di perderla.
Ti fa male il cuore, un dolore atroce, dentro al petto che non ti lascia e sai, che se perderai quella persona quel dolore al petto rimarrà, in te, per sempre.
E fu così che mi resi conto di amarlo, che per me, Gale non era stato solo un amico, no, era stato molto di più eppure sono stata così idiota da non accorgermene.
Eppure, ora, sono passati anni dall’ultima volta che l’ho visto.
Il distretto due mi aveva chiamato, ed io ero corsa.
Avevo imparato ad amare Peeta, come avevano fatto le persone del mondo antico.
Fino all’800 il matrimonio era a fini politici e che ti piacesse o meno, dovevi imparare ad amare la persona con cui avresti dovuto passare la tua vita. Ed io ero stata obbligata, dal presidente.
Il popolo, la gente, si aspettava il nostro matrimonio e mi ero talmente abituata all’idea di amare una persona che mi era, in un certo senso, stata imposta di amare non mi turbò come avevo pensato.
Dalle due settimane prima, che Gale era scomparso, ho provato una fitta al cuore e volevo mettermi a piangere, ma non potevo.
In quel bosco, tra quelle foglie, cosparso di sangue, vederlo li, dolorante, mi trafisse come una lama.
E ci misi poco, a realizzare, che avrei potuto passare altri mille anni con Peeta, ma non l’avrei amato nel modo in cui amo lui.
Mi chinai e lo svegliai, era solamente svenuto, la fortuna era della nostra parte.
Quando aprì gli occhi rividi quello sguardo che mi era molto mancato, quello sguardo che sapeva dire tutto e niente, quello sguardo aperto e chiuso, quello sguardo che si può passare una vita a guardarlo, ma non capiresti mai il suo vero senso.
Lo aiuta a rialzarsi e quel contatto, con quella pelle liscia, che sapeva di bosco, mi fece dimenticare di Peeta e quasi lo baciai, ma come dimenticarsi completamente del ragazzo del pane? Del ragazzo che mi aveva salvato la vita tante volte e che aveva rischiato di morire per me?
E fu quello il motivo per cui non lo baciai, ma mi limitai a sorridergli.. E quel sorriso, quello dopo il mio, fu il sorriso che più mi mancava e vorrei, che i miei figli avessero avuto quel sorriso e quegli occhi, avrei voluto che al mattino, al mio risveglio, vicino a me, ci fosse stato lui con il suo sguardo che sussurrava due semplici parole “Buongiorno Catnip.” Eppure quello sguardo non c’era, era uno sguardo diverso, dolce, e quello sguardo dolce non sapeva nascondere quello che Gale aveva imparato a nascondere, perché tutti abbiamo bisogno dei nostri piccoli segreti e lo sguardo è il modo più semplice per capirlo.
Non riuscii mai a ricordarmi se furono ore o minuti quelle che passarono prima di arrivare al distretto 2, o quello che una volta era il distretto due, ma quando ci arrivai due cose mi riportarono alla realtà:
1. La ragazza di Gale che gli corse incontro e lo abbracciò.
2. Il mio Peeta che si avvicinò, mi abbraccio e mi chiese se tutto era andato bene.

La realtà, a volte, fa male, ma lui non è più il ragazzo dei boschi, con cui andavo a cacciare, lui non è più il ragazzo per cui mi sono presa una frustata in pieno volto, quello che sono rimasta a guardare disteso sul tavolo della mia cucina, la neve e gli impacchi fatti da mia madre sulla schiena.
Lui era Gale, aveva una ragazza ed una nuova vita.
Io ero Katniss, avevo un marito e due figli.
Noi eravamo passato, ma siamo infinito.