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Autore: LoveNotes    13/01/2014    1 recensioni
Pietro e Lia, sono due ragazzi italiani, lui ha 20 anni e lei 19 anni. La loro storia è la più stravagante e strana che ci possa essere, ad iniziare dal loro incontro; la cosa che li accomuna è lo Skateboarding, uno sport al quanto bello, ma bizzarro e pericoloso.
La storia è un insieme di dialoghi fra i due, riguardo il loro passato.
Non sono la migliore scrittrice, lo assicuro, ma la loro è una storia da leggere! (:
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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-Sei stanco? È da quasi due ore che stiamo volando!
-No, sto bene. Invece si vede da un chilometro che tu stai morendo, povera piccola!
-Vero! Cosa ne dici di una pausa e magari ne approfittiamo per riprendere quello che avevamo interrotto.
-Si! Voglio proprio che mi racconti quella storia!
-Ti ricordi che dovevamo fare i babysitter?
-Si, quello fu proprio un bel giorno! Ci siamo divertiti un sacco mi ricordo che quella è stata una delle poche volte in cui abbiamo fatto presto entrambi!
-Oh! È vero! Siamo proprio ritardatari nati!
-Se qualcuno qui è un ritardatario, quella sei tu!
-Ma tu guarda che scemo! Le persone importanti si fanno aspettare!
-E da dove l’hai presa questa stupidata?
-Ma stai zitto, nano!
-Nano a chi?!
-A te, nano!
-Ma non sono nano!
-Se, vabbè… di certo non sei un gigante!
-Ha parlato la gigantessa!
-Si, grazie!
-Sé, vabbè!
-Ma tanto lo so che mi ami!
-Si, ma non sono un nano!
Lia gli rubò un bacio e gli sussurrò dolci parole.
-Ok! Ora basta Lia, voglio la storia!
-E che storia sia:
Erano le 5.30 e sia io che te eravamo già allo skatepark da qualche minuto! Subito iniziammo e tu da bravo e severo maestro subito mi desti degli ordini, senza lasciarmi il tempo di riflettere. Ma io sono sempre stata dura da abbattere e senza lasciarmi scoraggiare iniziai a volare con te al mio fianco che mi sgridavi, mi insegnavi e volavi.
-Mamma mia che barba! Sei troppo poetica… cioè sei troppo ‘Voglio-copiare-i-film-cercando-di-far-sembrare-tutto-bellissimo-ma-così-lo-rendo-solo-squallido!’
-Questa me la ricorderò Mr. ‘Sono-bello-e-migliore-di-voi-poveri-babbani!’
-Anche io! Continua a raccontare nana!
-Alla fine la mezz’ora passò velocemente e noi andammo da mio cugino. Prendemmo la tua macchina e lì dentro ci mettemmo a parlare di tutto! Parlammo dello skate, della scuola, dell’università, delle nostre famiglie! Di tutto!
-Mi ricordo che quando arrivammo lì, tuo cugino ti saltò addosso e guardando me disse ‘Oh! Ancora lui!’
-Ahahahahahahahahah tutto sua cugina quel piccolo!
-Non esagerare! Lo vuoi proprio rovinare così!
-Ah-Ah-Ah! Ma quanto sei simpatico!
-Grazie, grazie! Me lo dicono spesso!
-Dai, Pietro, continua tu, susu!
-Si signor Capitano! Allora dopo aver detto quella cosa il bimbo ci accompagnò dentro casa e dopo che i tuoi zii andarono via, tu e Giò mi mostraste la casa. Era  enorme, con due piani, delle scale che erano al centro della casa; c’era questo enorme divano a destra e di fronte un camino e sopra una TV più grande di me e te messi insieme! A sinistra c’era questo lungo tavolo in legno, che faceva una gran bella figura con sopra un vaso con delle rose blu e bianche! Poi dietro le scale questa cucina tutta moderna e attrezzatissima. La stanza più bella era quella di Giò! Assolutamente! Una fusione di colori era letteralmente buttata sul muro! Poi aveva questo letto a due piazze con delle coperte con delle astronavi e la stanza era piena di giocattoli e cassettiere, che tu guarda contenevano altri giocattoli!
Parlava con gli occhi chiusi, come se stesse entrando in quel momento in quella casa e in quella stanza, come le sensazioni che aveva provato quella sera fossero rinate magicamente quel giorno.
Giò dopo il primo commento cambiò idea su di me. Cosa più che naturale visto che sono io!
-Ma per favore!
-Ignoro questo commento e vado avanti! Dopo il tour in quella fortezza, ci mettemmo sul divano che prima avevamo visto e non accendemmo la TV, ma iniziammo a parlare con Giò:
‘Allora Giò, hai fatto i compiti?’
‘Si!’ ti guardava e sorrideva.
‘Hai mangiato?’
‘No!’ ed ecco un altro sorriso.
‘Hai fame?’
‘No! Voglio giocare!’
‘A cosa?’
‘Con le macchinine!’
‘Davvero? Ti piace giocare con le macchinine?’ dissi io per entrare nella conversazione… Mi sentivo escluso!
‘Si, tantissimo!’
‘Sai che io amo quelle della Hot Wheels? Quando ero piccolo Babbo Natale me ne regalò un pacco intero! Se ci organizziamo un giorno vieni a casa mia e ci giochiamo?’
‘Forse le ho già quelle!’ disse prendendomi per mano e trascinandomi nella sua camera.
-E a quel punto ero io l’esclusa, vi vedevo giocare e parlare di cose di cui io non sapevo nulla, così feci la cosa che mi veniva meglio. Vi lasciai lì a giocare e andai a preparare qualcosa di buono da mangiare. La zia mi aveva lasciato carta bianca, ma mi aveva avvertito che aveva parecchie cosa in frigo. Io mi misi all’opera per fare la cosa che mi veniva meglio e che amavo di più: patatine fritte e cotoletta! Anche se non era casa mia non faticai molto nel trovare tutto l’occorrente, così dopo meno di un’ora tornai sopra da voi con un vassoio, più grande di Giò, che conteneva un piatto pieno di cotolette e uno di patatine, tre piatti e tre bicchieri e altre cose di cui necessitavamo per fare questo pic-nic, che di pic-nic aveva ben poco. Stavo per entrare nella cameretta quando vidi Giò, che aveva la sua mano sul tuo braccio, cercando di non perdersi nemmeno una scena delle tue mani che gli mostravano i pezzi della macchina che avevate smontato. Eravate seduti a terra come gli indiani e sembravate così intenti da non sentire me e l’odore di frittura che mi accompagnava. Finché tu non alzasti lo sguardo, sorridendo, ma continuando a parlare con Giò che era sotto il tuo controllo.
‘Brava Lia!’ mi disse il piccolo alludendo al cibo e saltandomi sulle spalle, mentre posavo tutto a terra .
‘Sai cucinare? Non l’avrei mai immaginato!’
‘Cosa vorresti dire con questo?’
‘Che ho paura di morire mangiando questo!’ mi dicesti trattenendo uno risata.
‘Beh, allora se hai paura lascia mangiare tutto a noi!’
‘E se ti dicessi che sono coraggioso e curioso?’
‘Io ti direi che questa è una sfida e che scommetto che non riuscirai a fare a meno di me… delle mie cotolette!’
‘Sfida accettata! Per entrambe!’
Presi i tre piatti e li misi davanti alle gambe di ciascuno, pieni di patatine e cotolette. Poi distribuii forchette coltelli -solo per me e te, perché al piccolo ci pensavo io- e bicchieri. Iniziai a tagliare la cotoletta di Giò, guardando la tua faccia mentre addentavi il primo pezzo di carne.
-Non mangiai mai cotolette più buone in vita mia, ma io sono orgoglioso.
-Oh si! Lo sei!
-Ma l’orgoglio sparì quando mangiai quella bontà!
‘Lia! Questa è la cosa più buona che abbia mai mangiato in vita mia!’ iniziai ad urlare ‘Nemmeno mia nonna le sa fare così!’
‘Hai perso una scommessa!’
‘Già adesso me ne resta solo una!’ dissi facendo un occhiolino!
Ma poi ignorammo questa mia frase e continuammo a mangiare, a scherzare e a ridere, fin quando Giò non si addormentò. E noi andammo giù a lavare tutto quello che avevi sporcato. Che pasticciona!
-Questa te la concedo. Solo questa!
-Dopo ci mettemmo sul divano, sotto un’immensa coperta, a guardare un film alla TV, aspettando i tuoi zii.
-Sai che se ci ripenso, mi dico che i film sono quei momenti che i ragazzi sfruttano per baciare la propria amata. Che siano d’amore, d’horror o d’azione, quando guardi un film, il tuo ragazzo ti prende e ti bacia. Invece, tu no! O eri davvero interessato al film o eri un deficiente!
-Ma io sono Il ragazzo e anche se avevo pensato di baciarti, non volevo farlo.
-Come? Non volevi farlo? Però lo hai fatto dopo! Nel momento più strano e meno aspettato!
-Si fammi prima raccontare. Mentre passavano i titoli di coda del film…
-Ti ricordi il titolo?
-mmm…
Pietro guardava Lia, come se si aspettasse un indizio.
-Ssss…
-S…E…
Gli occhi di lei dicevano no.
-S…U…
Gli occhi dicevano no.
-S…O…
Sbagliato ancora.
-Eccooo! C’è! Si chiama Salt!!
-Pietro, non ci credo, hai indovinato solo alla terza volta! Sono fiera di te!
-Mi serviva solo quel piccolo indizio. Comunque, ritorniamo alla scena di prima: Il film era finito, il bimbo era a letto e tu mi chiedesti la cosa più stupida che ti venisse in mente.
‘Perché sei qui? Cioè hai sprecato un tuo pomeriggio a volare e a fare da babysitter con me, una sconosciuta! Perché lo fai?’
‘Non lo so… mi diverto a stare con te e poi come farei a stare lontano da un bimbo come quello di là?’
‘Ma tu non mi conosci per nulla! Sono solo una sconosciuta!’
‘Tu sei una a cui piace cucinare, mangiare, divertirti. Ti piacciono i bambini. Vai bene a scuola. L’unica cosa che ci accomuna è lo skate… Qual è la tua scusa, PERCHÈ PERDI IL TUO POMERIGGIO CON UNO SCONOSCIUTO?’
 ‘Perché…’ cercavi una scusa da usare, ma non c’era una scusa! Eppure non riuscivi a stare zitta e a non dirmi quello che ti passava per la testa e a stupirmi con la tua risposta ‘Perché no?’
-Mi ricordo che iniziasti a guardarmi fisso negli occhi e un sorriso con molta calma spuntò sul tuo viso, facendomi sentire leggera come una piuma. Però il momento fu spezzato dalle lacrime di una peste che, con il suo bel pigiamino e la mano che stringeva un orsacchiotto, ci chiamava -in un certo senso- dall’alto delle scale.
-Al suo pianto tu iniziasti a correre sulle scale, fino a stringerlo a te e a riportarlo nel letto, al caldo. Io piano e senza fartene accorgere vi seguii sopra e guardai, da fuori la stanza, la scena di te mentre lo coccolavi e gli raccontavi una storia. Se qualcuno mi chiedesse di che storia si trattasse, non saprei cosa rispondere, perché non ascoltai le tue parole. Ero troppo attento ai movimenti del tuo viso… dei tuoi occhi che sorridevano e che andavano avanti e indietro leggendo la storia, alle tue guance che erano rosate e che accompagnavano la tua bocca in quella danza di parole e di smorfie per calmare e far divertire il piccolo.
-Ma dai? Non ci credo che tu hai appena detto queste cose!
-Perché?
-Non me le avevi mai dette queste cose… Non pensavo che i ragazzi, quelli veri, quelli che con i film e i libri non hanno nulla a che vedere, pensassero davvero certe cose!
-Non parlo per gli altri, io parlo per me e ti ricordo ancora una volta che io sono IL ragazzo!
-Dai continua mi fai sentire felice e leggera!
-Ahahah! Va bene! Dopo un po’ il piccolo si addormentò e dopo esserti riuscita a divincolare dalla sua manina che ti stringeva il pollice, uscisti dalla porta della sua stanza e di sorpresa io afferrai il tuo viso con entrambe le mani e ti baciai. Un bacio dolce e soffice, che si trasformò in poco in qualcosa di intenso e bello. Non che prima non lo fosse, ma ricordo soprattutto la bellezza di quel bacio.
Pietro guardava dritto davanti a sé mentre raccontava del bacio, un po’ per l’imbarazzo, un po’ perché guardava gli altri volare, non si girava mai verso Lia che aveva gli occhi puntati su di lui. Dopo qualche minuto di silenzio, Lia spazientita, prende il mento del suo lui e lo gira nella sua direzione, in modo da avvicinarsi e da lasciargli un bacio che durò il tempo giusto.

 Spazio Autrice: 
Salve a tutti, alle lettrici anonime e a quelle che lasciano recensioni. Mi scuso per l'enorme ritardo che avete atteso per leggere questa piccola storiella. Sono soddisfatta di questo capitolo, mi piace molto che Pietro pur essendo molto duro esternamente, cerca comunque di accaparrassi il bene di quello gnomo di Giò! Poi Lia che li osserva fuori dalla camera... credo che sia quella la parte più bella! Il bacio, il loro primo bacio è improvviso ma dolce e una cosa che solo loro riescono a sentire nel modo giusto! Credo che sia il primo capitolo in cui non scherzano tanto, ma io l'ho voluto così che si raccontasse meglio la storia.
Sono proprio curiosa di conoscere la vostra opinione sulla storia e su questo capitolo. 
Scrivetemi presto.
XOXO Tsue98
  
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