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Autore: karter    13/01/2014    2 recensioni
"Questa storia partecipa al contest Missione: Babysitter indetto da Paprika.chan"
-Itachi?- chiamò, infatti, la bambina sedendosi a tavola mentre la rosa le versava un bicchiere di latte.
L’Uchiha sentendosi chiamare in causa distolse lo sguardo dal giornale che stava leggendo e posò i suoi occhi sulla bimba che ora stava mangiucchiando un biscotto al cioccolato.
-Dimmi piccola!- rispose il corvino curioso.
-Perché Sakura si è fatta rossa quando gli hai detto di coprirsi?- chiese dopo aver ingoiato il boccone.
A quella domanda la rosa che stava bevendo un sorso di the per poco non si strozzò, mentre il corvino se la rideva sotto i baffi.
-Perché me lo chiedi?- rispose quello curioso.
-Perché la mia mamma si faceva sempre vedere in biancheria da papà e lui era sempre contento. Perciò perché Sakura doveva coprirsi davanti a te? Tu non sei contento di vederla in biancheria?- chiese ingenuamente la piccola.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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L’INIZIO DI TUTTO
 
 
Una bambina dai lunghi capelli neri e due bellissimi occhi cioccolato era seduta sul divano tra le braccia della sua mamma a guardare un album di vecchie foto.
Le osservava con occhi luccicanti, come se stesse vivendo in prima persona ogni attimo in esse ritratto, era ammaliata da tutti quei colori così belli, e da quei volti così sorridenti e allegri, le piaceva osservarli e immaginare cosa stessero facendo nel momento esatto in cui erano state scattate.
Amava tutte quelle foto, tutti quei sorrisi, quegli occhi luccicanti.
D’un tratto la sua attenzione fu attirata da una foto abbastanza vecchia che rappresentava tre persone, una bambina, una ragazza sui diciassette anni e un ragazzo sui venti.
La bambina aveva dei lunghi capelli color caramello raccolti in due codine e gli occhi cioccolato che osservavano con meraviglia ciò che la circondava, tra le mani stringeva un coniglietto rosa di pezza che mostrava con orgoglio. Dietro di lei la ragazza la stringeva in un tenero abbraccio mentre le lasciava un dolce bacio su una guancia e i corti capelli rosa le ricadevano spettinati sulle spalle, mentre sedeva sulle gambe del ragazzo che con un dolce sorriso sulle labbra le stringeva a sé osservandole dolcemente con i suoi occhi color pece.
La bambina rimase incantata ad osservarla, quella foto le trasmetteva tanto amore e tanta felicità da non riuscire a non smettere di guardare.
La sua mamma osservandola sorrise prima di scompigliarle leggermente i capelli.
-Ti piace questa foto Saku?- chiese la donna sorridendo.
La bimba annuì senza staccarle gli occhi di dosso.
-Chi sono queste persone, mamma?- chiese indicando i tre soggetti della foto.
A quella domanda la donna sorrise nuovamente, ma questa volta fu un sorriso diverso, fatto di dolci ricordi, ma anche qualche rimpianto.
-Quelli eravamo io e i miei genitori, i tuoi nonni- rispose stringendo a se la bimba.
-Erano piccoli!- disse sorpresa la bimba senza staccare gli occhi da quei due ragazzi tanto giovani, quanto innamorati.
A quelle parole alla donna venne da ridere, si aspettava qualsiasi commento, che strane persone, oppure che strani capelli aveva la tua mamma, oppure ancora siete così diversi, invece la sua bambina aveva notato la loro età.
-Mi racconti qualcosa sulla tua infanzia, mammina?- chiese la sua bambina facendo la classica faccia da cerbiatto, la stessa che aveva sempre usato anche lei con la sua mamma e il suo papà quando voleva assolutamente qualcosa, quindi ne conosceva ogni sfaccettatura, ma nonostante ciò resisterle era impossibile anche per lei.
-Che cosa vuoi sapere?- chiese dopo un sospiro sconfitto.
Sentendo quella frase gli occhi della bambina brillarono e tutta felice iniziò a sbattere le manine sedendosi meglio vicino alla sua mamma.
-Tutto!- rispose contenta, mentre la donna iniziava a vagare tra i ricordi alla ricerca delle parole giuste per spiegare la sua situazione.
 
 
 
Finalmente la guerra era finita.
Era stata devastante ed aveva portato molte perdite, ma alla fine era finita e loro, i ninja delle cinque terre ne erano usciti vittoriosi, un po’ malconci ma vincitori.
I villaggi erano in subbuglio per ricostruire se stessi e il proprio potere.
I ninja, di ritorno dai campi di battaglia, erano stanchi e stremati, chi ferito, chi meno, ma erano felici di poter finalmente tornare a “casa”.
I ninja medici erano in agitazione per poter prestare soccorso a tutti i feriti e squadre di ricerca erano in giro per i confini alla ricerca di morti e feriti.
Tra queste squadre vi era anche un gruppo formato da giovanissimi, ma allo stesso tempo validissimi elementi.
-Riesci a vedere qualcosa da lassù, Sai?- chiese una ragazza dai bizzarri capelli rosa saltando di ramo in ramo.
-A parte foreste distrutte e alberi caduti, no!- rispose con uno strano sorriso un ragazzo dalla pelle chiarissima.
-Che ne dite di fare una pausa?- propose un ragazzo con degli strani segni rossi sulle guance ottenendo l’appoggio dal suo fedele compagno Akamaru.
-Non possiamo e lo sai- rispose lapidaria quella che era l’unica ragazza del gruppo.
-Ma è da ieri sera che viaggiamo e ci siamo fermati solo per prestare un primo soccorso a tre ninja- si lamentò il discendente del clan Inozuka.
-Kiba ha ragione, Sakura- le fece notare l’ex membro della radice scendendo dalla sua creazione e affiancandosi agli altri.
-Cosa ne pensi Itachi?- chiese allora all’unico membro della squadra che non aveva ancora fiatato.
-Hanno ragione- rispose quello osservando la squadra –E poi hai bisogno di riprenderti, hai usato molto chakra per curare i feriti-
Sentendo che erano tutti contro di lei la rosa si arrese e decise di fermarsi a riposare in una piccola radura.
 
-Avevamo proprio bisogno di una pausa, vero Akamaru?- disse il castano sedendosi a terra e ottenendo un cenno di assenso dal suo fedele compagno, mentre gli altri si sedevano al suo fianco per riprendere le forze.
-Avevate ragione- iniziò la rosa stiracchiandosi le braccia –Però non fateci l’abitudine- li ammonì prima che potessero fiatare.
 
Trascorsero vari minuti così, parlando del più e del meno finché l’attenzione della rosa non fu catturata da un flebile suono che subito la mise in allarme.
-Kiba, senti qualche odore?- chiese titubante attirando l’attenzione degli altri tre.
A quelle parole l’esponente del clan Uchiha attivò immediatamente la sua attività oculare per controllare la zona circostante, mentre il moro si alzò in volo su uno dei suoi disegni.
-A quanto pare la pausa è finita!- disse l’Inozuka iniziando a fiutare l’aria.
-Percepisco una piccola quantità di chakra da quella parte- disse il corvino indicando un punto non troppo lontano.
-Vado a controllare!- aggiunse Sai avviandosi in volo al suo falco, mentre gli altri lo seguivano da terra.
Corsero per vari minuti fino a raggiungere il ragazzo che li aveva preceduti che con sguardo interrogativo osservava una bambina dai capelli color caramello che si asciugava le lacrime con una mano, mentre con l’altra stringeva un coniglietto di stoffa rosa.
Vedendola gli altri tre ninja rimasero sorpresi. Si aspettavano di tutto, ma non una bambina.
Nonostante lo stupore, il primo a riprendersi fu l’ex nukenin che con passo incerto le si avvicinò.
-Ciao!- disse attirando l’attenzione della bimba che lo guardava intimorita, ma allo stesso tempo curiosa –Il mio nome è Itachi, tu come ti chiami?- aggiunse mentre un dolce sorriso gli ornava il volto.
A quella scena tutti si sorpresero.
Nonostante l’Uchiha fosse tornato, a tutti gli effetti, un ninja del villaggio, nessuno immaginava potesse nascondere un lato tanto tenero.
-…Ni…Niko- rispose la bimba tornando ad asciugarsi una lacrima.
-Perché piangi Niko?- gli chiese il ragazzo sempre con sguardo amorevole. Era incredibile come quegli occhi che erano capaci di uccidere a prima vista potessero diventare tanto dolci.
-Ho perso la mia mamma- disse tornando a piangere sommessamente.
A quella vista tutti si commossero. Era ingiusto che una bimba così piccola si ritrovasse sola per colpa della guerra.
-Su non piangere- le disse il corvino asciugandole una lacrima –Ti va di farti visitare dalla mia amica?- le chiese per cambiare argomento, indicando la rosa alle sue spalle.
La ragazza sentendosi chiamare si avvicinò lentamente. La bambina era già spaventata. Loro dovevano rassicurarla, non terrorizzarla.
-Ciao!- le disse non appena si fu chinata alla sua altezza –Io mi chiamo Sakura- continuò sorridendo attirando l’attenzione della bambina, che la guardò sorpresa e incantata allo stesso tempo –Posso visitarti?- le chiese dolcemente.
Niko alla vista di quei sorrisi e quei modi amichevoli sorrise anche lei e dopo aver annuito lasciò campo libero alla rosa.
 
-Sei stata brava!- le disse prendendola in braccio dopo la visita. Per fortuna non aveva nulla di grave, solo qualche livido e graffio superficiale facilmente curabili.
Tutti rimasero a guardarla.
Era così amorevole con quella bambina, non sembrava la stessa Sakura che fino a pochi attimi prima aveva accettato a malincuore di fermarsi a riposare.
Aveva un’aria serena, quasi materna.
 
-Che facciamo ora?- chiese Kiba senza distogliere lo sguardo dalla ragazza. Nonostante i capelli scompigliati e varie ferite a destra e sinistra era davvero bella. Quanto gli sarebbe piaciuto avere l’opportunità di uscire con lei, peccato che la ragazza lo vedesse solo come un amico e un compagno d’avventura.
-Io direi di tornare al villaggio- propose Sai osservando anche lui la rosa. Aveva notato subito come le si erano illuminati gli occhi quando la bambina si era fidata di lei.
-Sono d’accordo- aggiunse l’Uchiha, osservando anche lui la ragazza dagli occhi smeraldini e la bambina tra le sue braccia. Erano così dolci assieme che sarebbero potute sembrare madre e figlia se non fosse stato per la giovane età della ragazza.
-Avete ragione- acconsentì la rosa osservando poi la bimba che stringeva tra le braccia –Vuoi venire con noi, Niko?-
La diretta interessata la guardò per un attimo esitante, prima di annuire sorridendo.
Così i cinque si misero in viaggio, destinazione Konoha.
 
-Ma quindi nonna Sakura e nonno Itachi non erano i tuoi veri genitori!- disse sorpresa la bambina dopo aver sentito la prima parte della storia.
-Esatto piccolina. Loro mi hanno trovata durante una missione e mi hanno portata con loro al villaggio- annuì la donna con un dolce sorriso sulle labbra rosee.
-E cos’è successo dopo?- chiese curiosa di conoscere come si fossero evolute le cose fra tre persone che non avevano nulla a che fare le une con le altre.
 
Il viaggio fu più lungo del previsto.
Portarsi dietro una bambina equivaleva a dover fare soste frequenti, anche abbastanza lunghe per farle sgranchire le gambe e mangiare qualcosa, ma nessuno se ne lamentò, anzi.
Arrivarono al villaggio due giorni dopo.
 
-Ragazzi, andate a casa a riposare per oggi- iniziò la rosa varcate le porte di ciò che restava del loro villaggio –Sicuramente domani dovremo ripartire, quindi vi conviene andare a riposare. Noi, invece- aggiunse scompigliando in modo affettuoso i capelli alla bambina –Andremo a fare rapporto dall’Hokage, va bene?-
A quelle parole la bambina annuì. Non sapeva chi fosse la persona dalla quale stavano andando, ma era curiosa di conoscerla.
Così le due si avviarono, ma non fecero neanche tre metri che l’ex nukenin le raggiunse sorridendo.
-Vi accompagno- si limitò a dire, mentre tutti e tre raggiungevano il nuovo palazzo degli Hokage.
 
***
 
Un uomo dai capelli argentei osservava stancamente, con il suo unico occhio scoperto, i numerosi fogli posti sulla scrivania, sospirando sommessamente.
Sapeva che la vita da Hokage sarebbe stata faticosa, ma non pensava tanto noiosa. Era da meno di una settimana che era stato nominato capo villaggio e già rimpiangeva i tempi in cui era libero di girare per il villaggio con il suo fedele “Paradiso della pomiciata” in mano, o le numerose missioni che doveva affrontare assieme ai suoi compagni e a quei tre scavezzacollo dei suoi allievi. Quanto gli mancavano quei momenti.
D’un tratto un lieve bussare alla porta lo distrasse dai suoi pensieri.
-Salve Kakashi-sensai- disse una ragazza dai capelli rosa varcando la soglia della stanza assieme ai suoi due “accompagnatori”.
-Sakura! Itachi!- li chiamò il ninja-copia sorpreso di trovarseli già nel suo ufficio.
-Siamo tornati prima del previsto- disse sorridendo lievemente la rosa.
-Vedo!- concordò l’argenteo guardando interrogativamente i due –E lei chi è?- chiese poi notando la piccola figura aggrappata alla gamba della sua allieva.
-La ragione per cui siamo tornati- rispose l’Uchiha inserendosi nella discussione tra allieva e maestro.
-Non aver paura piccola- disse invece la rosa alla bambina accarezzandole i capelli color del caramello –Quest’uomo con la maschera è un amico mio e di Itachi-kun-
Il neo Hokage guardava sorpreso la scena.
La sua allieva era cresciuta davvero tanto ed era diventata un punto di riferimento per molti: era il miglior medic ninja in circolazione, unica allieva della quinto Hokage possedeva la sua stessa forza, durante la guerra era diventata un ninja leggendario assieme ai suoi due compagni di team (eh si, il team sette era tornato a combattere fianco a fianco), ed ora una bambina sconosciuta pendeva dalle sue labbra. Era davvero diventata una donna.
-Ciao piccola, il mio nome è Kakashi- le disse chinandosi alla sua altezza e sorridendo sotto la maschera –Tu come ti chiami?-
La bimba lo osservò curiosa prima di avvicinarsi titubante all’uomo e accarezzargli il volto sorridendo. Le piaceva la sua maschera.
-Niko- rispose continuando a giocare con le sue manine sul volto dell’uomo.
I due ninja si osservarono curiosi. Era strano vedere il figlio di Zanna bianca così amorevole.
-Voi vorreste chiedermi se può rimanere al villaggio, giusto?- domandò l’uomo allontanandosi lievemente dalla bambina e tornando al suo posto.
I due annuirono mentre la bimba li prese per mano contenta.
-Sapete che il villaggio è in ricostruzione e quindi non saprei dove farla stare?- continuò a domandare l’uomo osservando fuori dalla finestra.
A quelle parole Sakura sorrise e prese coraggio.
-Potrebbe stare con me. So di essere un valido medic ninja, ma non posso abbandonarla a se stessa, e poi invece di andare in missione potrei lavorare in ospedale- disse la ragazza esponendo l’idea che le balenava in testa già da un po’.
L’uomo sospirò. Si aspettava una simile proposta dalla sua allieva.
-Sai che prendere una bambina in casa comporterà molte responsabilità, vero Sakura?-
La ragazza annuì cosciente della sua decisione.
-Certo. So ciò a cui vado incontro, ma non l’abbandonerò mai a se stessa- ribadì convinta.
-Potrei darle una mano anch’io- aggiunse l’Uchiha –Casa mia è grande, e poi Niko ha legato molto con noi, vero piccola?-
La bambina sentendosi chiamare in causa annuì sorridendo. Le piaceva la compagnia di quei due ragazzi, tanto dolci e diversi.
Sentendo le parole del moro gli altri due si sorpresero molto, ma ne furono entrambi felici.
-Bene, allora è deciso, Niko resterà al villaggio e ve ne prenderete la responsabilità voi due- disse l’uomo nascondendo quella vena di orgoglio che nutriva verso quei due giovani tanto determinati e coraggiosi.
-Grazie mille- risposero i due con un lieve inchino lasciando la stanza.
Rimasto solo Kakashi si voltò a osservare il cielo. Il sole stava tramontando sulla città, ma là fuori una nuova “famiglia” era appena nata.
 
***
 
Dopo aver lasciato il palazzo, i tre si erano separati. L’Uchiha e la bambina si erano diretti a casa del primo, mentre la rosa era tornata nella sua tenda per raccogliere ciò che restava della sua roba.
 
-Fronte spaziosa!?- urlò una ragazza dalla lunga coda bionda vedendo la sua amica rientrare prima del previsto dalla missione.
-Non urlare Ino-pig!- replicò la rosa con uno strano sorriso sul volto abbracciandola dopo tanto tempo.
-Come mai già a casa?- chiese la ragazza dagli occhi color del cielo.
-Diciamo che mi è stata affidata una nuova missione, un po’ particolare…- rispose con aria misteriosa la medic ninja incuriosendo l’amica.
-Cioè? E dove stai andando con la tua roba?-
-Mi trasferisco- commentò la rosa alzando le spalle.
-Prego?- la guardò stranita l’amica.
-Vieni con me, dai…- la invitò la ragazza dagli occhi smeraldini avviandosi verso la sua destinazione seguita da una Ino alquanto stranita.
 
***
 
-Itachi?- chiamò la bambina stropicciandosi gli occhietti, assonnata, portando a spasso il suo coniglietto rosa.
-Dimmi piccola!- rispose il ragazzo abbassandosi all’altezza della bambina.
-Dov’è Sakura?- chiese sbadigliando.
-Sta per arrivare, è andata a prendere delle cose a casa sua.- replicò il corvino prendendo in braccio la bambina. Era così strano avere una creatura così fragile ed indifesa in giro per casa, ma allo stesso tempo sembrava la cosa più normale del mondo. Possibile che Niko l’avesse già addolcito a questo modo?
A quelle parole la bimba sorrise dolcemente appoggiando delicatamente il capo alla spalla del ragazzo e chiudendo stancamente gli occhi.
-Dormi Niko!- le disse l’Uchiha adagiandola sul suo letto e coprendola delicatamente prima di posarle un bacio tra i capelli e uscire dalla stanza.
 
***
 
-Saku, che ci facciamo qui?- chiese la bionda guardando stranamente il quartiere Uchiha, uno dei pochi rimasti intatti dopo la guerra.
-Smettila di fare domande e seguimi!- le rispose esasperata la rosa, era incredibile quante domande riuscisse a fare quella ragazza in pochi minuti.
A quella risposta la bionda si zittì totalmente e silenziosamente seguì l’amica tra quelle case ormai disabitate da anni.
Percorsero vari metri in silenzio fino ad arrivare davanti ad una grande villa.
-Ma questa è casa di Sasuke!- affermò la bionda riconoscendo quelle mura che da bambina spiava sperando di vedervi uscire il piccolo discendente del clan Uchiha.
-Esatto, ma ora lui è in ospedale e quando uscirà si trasferirà da Naruto per qualche mese- disse la rosa bussando alla porta.
-Ma…- ma prima che la Yamanka potesse replicare la porta si aprì mostrando una figura maschile dai lunghi capelli corvini sciolti, un fisico scolpito e un volto niveo con due segni su di esso, con indosso solo un paio di pantaloni neri che gli ricadevano morbidi sui fianchi.
-Ciao Sakura!- disse il ragazzo sulla soglia.
-Itachi-kun, ma ti sembra il modo di aprire la porta?!- gli urlò contro in evidente imbarazzo, mentre la bionda osservava curiosa la scena.
-Non urlare, Niko si è appena addormentata!- replicò lui spostandosi dalla soglia per farla entrare e andandosi ad infilare una maglietta.
-Povera piccola, sarà stata esausta dopo oggi!- rispose la rosa ora con un dolce sorriso sul volto posando la sua roba in salotto.
I due parlavano tranquillamente ignorando la presenza della bionda che li osservava senza capire, sempre più stranita man mano che la discussione andava avanti.
-Dov’è ora?- chiese d’un tratto la rosa curiosa.
-In camera mia, sta riposando- rispose dolcemente il corvino facendo strada alla ragazza.
-Ino, che fai? Resti lì?- la richiamò l’amica facendola uscire dal tunnel immaginario nel quale si era immersa.
Le due seguirono silenziosamente l’Uchiha maggiore fino ad arrivare davanti ad una stanza con la porta socchiusa.
La rosa l’aprì lentamente rimanendo incantata nella visione di quella bambina tanto bella quanto fragile e indifesa, rintanata sotto un’enorme coperta azzurra, mentre stringeva a se il suo piccolo coniglietto rosa, con un dolce sorriso ad ornarle le labbra. Silenziosamente le si avvicinò e dopo averle posato un delicato bacio sul capo uscì dalla stanza richiudendosi la porta alle spalle.
La bionda al contrario rimase a bocca aperta.
Prima vedeva la sua migliore amica rientrare in anticipo da una missione, poi scopriva che si trasferiva, niente di meno che a casa del suo primo amore, che però doveva dividere con il fratello più grande, alias quel gran pezzo di ragazzo di Itachi Uchiha e poi veniva a sapere di una bambina che viveva assieme a loro.
Cosa può esserci di più normale?
La ragazza era talmente sorpresa che non sapeva cosa dire, non faceva altro che alternare il suo sguardo tra l’Haruno, l’Uchiha e la porta appena chiusa.
-Questa è la “missione” che ci è stata affidata Ino!- le disse la rosa spezzando quel silenzio che si stava creando nella casa.
La bionda non rispose, rimase a meditare su quelle parole.
I due la guardarono senza aggiungere nulla, speravano in una sua reazione, non pensavano potesse rimanere tanto sconvolta.
D’un tratto, però, la bionda sorrise furbamente.
-Vi ci vedo bene come mamma e papà- disse sorridendo prima di uscire di casa lasciando i due a bocca aperta a riflettere su quelle parole.
 
 
-E poi mamma? Come continua la storia?- chiese curiosa la bambina sbadigliando assonnata ma ancora curiosa.
La donna vedendola sorrise dolcemente.
-A nanna ora!- replicò prendendola in braccio e portandola nella sua cameretta.
-Ma io voglio sapere come va a finire!- protesto la bambina stancamente.
-Ora è tardi, te la racconterò domani!- le rispose la mamma rimboccandole dolcemente le coperte e posandole un bacio tra i capelli –Buona notte angelo!-
-Notte mamma!- rispose la bimba prima di chiudere gli occhi e cadere tra le braccia Morfeo.
 
 
  
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