Ridi, folle, quando la cella si apre.

Ridi, folle, quando senti il custode ringhiare: “Black, feccia, ritorna da dove sei venuto”

Ridi, ancora di più, quando vedi Sirius scaraventato con poca grazie, vicino a te.

Ridi, ma non ti muovi, lo fissi mentre tenta di alzarsi, invano.

È distrutto – e non dall'opinione pubblica – e tu ridi, ancora più forte, per questo.

Ridi, Bellatrix, perché sarai tu a distruggerlo definitivamente.

***

Ti alzi, sempre ridendo, e lo fissi mentre si appoggia al muro della cella;

si copre la testa con le mani.

Ridi, mentre t'ignora – come ha sempre fatto.

Ridi, perché per tutto quel tempo eri stata tu a sforzarti di convincerti che lui non esisteva.

Ma lui esiste.

È lì, con te.

Ed è questa la prova, è questo l'importante.

***

Quanto tempo è passato, da quando lo hanno rinchiuso con te?

Qualche giorno, o forse mesi, non lo sai...

lui continua ad ignorarti e tu continui a ridere, perché il mondo è fatto così.

Prima o poi si ribalta sempre.

Ridi, ridi e aspetti, Bellatrix, come ti ha insegnato il tuo Padrone, perché saper attendere è la dote più importante per un Mangiamorte.

Per una Mangiamorte come te.

Tu sai attendere, Bella, ed è anche questo che è l'importante.

La vendetta è per chi sa attendere, lo sai.

***

Sirius cade, distrutto dalla furia dei Dissennatori.

Tu sei in piedi, la testa rovesciata all'indietro, la risata roca che gli invade la mente.

Prepotente.

Lo sei sempre stata, lo sei anche adesso.

E ridi, ridi, perché non passa giorno in cui non vedi Sirius morire.

Lo distruggete, te e i Dissennatori, le zaffate di profumo velenoso che arriva direttamente dal passato.

Ridi, perché sei tu a distruggerlo ed è giusto così.

Lo guardi, un sorriso perfido sulle labbra scure, sporche di sangue.

È sul pavimento, i pugni stretti, talmente forte che le nocchie si sbiancano.

È ricurvo sulla pietra sudicia, stravolto da un dolore che non puoi capire.

Distrutto, sciocco.

Vulnerabile.

Lo guardi e lo disprezzi, ma dalle tue labbra si cancella il ghigno, mentre constati che – nonostante tutto – lo ami ancora.

***

Solleva la testa, stanco, senza più voglia di combattere e lo vedi, bello in una maniera assurda, gli occhi socchiusi da cui si intravede quell'azzurro scuro, un po' cupo; quell'azzurro Black che tu non hai mai avuto.

Lo invidi, perché era lui. Era lui, quello che aveva tutto.

Avrebbe ereditato il nome, la casa, il potere.

Portava addosso, indelebili, i segni dei Black – come nessun altro fra i cinque cugini.

Avrebbe avuto tutto, se avesse giocato bene le sue carte.

Ma la vita è come un gioco e lui aveva deciso di adattare una strategia pericolosa – e, in definitiva, concludi, sbagliata.

È sempre stato così, in fondo, mentre negli occhi ti si accende un fuoco rabbioso, che si impossessa di te e che non riesci a scacciare.

Coraggioso, direbbero molti.

Imprudente, sciocco e traditore, sibili tu.

E forse non hai neppure tutti torti, aspetta che lui te lo dica, mentre gli ringhi contro, ma stai immobile, non reagisce.

È questo che ti manda in bestia.

Ed è per questo, più di tutto, che lo aggredisci.

Ma lui non fa niente per difendersi, non si copre neanche la testa con le mani.

Rammollito, vorresti urlargli, Grifondoro.

Ma non ne sei sicura. Non sei sicura che sia poi così diverso da te.

***

Urli di rabbia, mentre lo prendi a calci coi piedi nudi nel ventre – indurito prima dal Quiddicht, poi dall'addestramento Auror – e lui non fa nulla.

Soffi, inferocita, mentre lo graffi con le unghie mal curate e sporche – e lui non reagisce.

Ringhi, avvicinandoti al suo viso. Ringhi mentre lo baci con rabbia, un ginocchio piantato nello stomaco, l'altro sul pavimento freddo.

Ringhi, mentre gli mordi il labbro – e 'sta volta ringhia anche lui, scacciandoti e schiacciandoti sulla pietra.

Si allontana, barcollante, schifato.

Tutti gli eroi dei romanzi hanno un difetto, per renderli più umani o per poterli odiare quando sono troppo veri, te l'aveva mormorato una volta Andromeda, con l'aria di una che svela il più grande segreto del modo, nel buio della vostra stanza.

E tu, dall'alto dei tuoi diciotto anni avevi riso, sprezzante. Ti saresti sposata da lì a poco, con un Mangiamorte, avresti giurato fedeltà al tuo idolo – un assassino – non esistevano eroi romantici, non sarebbero mai esistiti per te.

Eppure ora capisci cosa intendeva, mentre Sirius sputa a terra, schifato, e si allontana tremando di rabbia.

Ti avvicini, leccandoti le labbra, e sorridi perché Sirius è il tuo eroe.

Quello che dovresti odiare perché è vero. È reale.

Quello di cui ami tutto, perfino quell'unico difetto che sembra essersi rafforzato ancora di più – nella Casa rivale per antonomasia. Orgoglio.

Non so come mi sia venuto in mente, ma ce l'avevo in testa, questa mattina, appena sveglia, e ho dovuto scriverlo.

Le Bella/Sirius sono delicate.

Non voglio scadere nell'OOC. Eppure questi due cugini – così simili, così uguali, così diversi – mi ispirano davvero troppo.

bhé, questo è tutto davvero, questo orrore che mi è uscito quando ero ancora troppo fusa per tenere gli occhi del tutto aperti.

Vi piace? No perché è la prima “Sirsbella” che scrivo e...

bhè, a me un commentino – anche piccino picciò, un messaggio primato – fa sempre piacere.

Anche perché sul serio in questa nuovo “campo” ho bisogno di consigli :)
-Nox