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Autore: Inilis    14/01/2014    1 recensioni
In una Panem nuova dove un lungo periodo di tranquillità si instaura nell animo dei cittadini, una giovane ragazza cerca di scoprire i fantasmi che tormentano le notti insonni del padre ma nelle sue ricerche cade fra le braccia di uno di essi.
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Tipo buffo il tuo amico- disse Gale una volta rimasto solo con la figlia.
-Non è mio amico- rispose Amy sprezzante.
-Ma lo hai ospitato a casa- insistè lui.
-Glielo dovevo, m'ha aiutata- Amy si alzò dal divano e andò in cucina a prendere una mela, non aveva voglia di parlare di Nick.
-Per quanto rimane? E dove dormirà?- continuò.
-Gli lascio la mia camera, io dormirò sul divano- disse mentre sciacquava la mela.
-E per quanto rimarrà?-
-Spero per poco tempo- sbuffò – mi ha detto che è in viaggio di piacere, quindi deduco che non voglia fermarsi a lungo.- Ritornò in sala dal padre, lui teneva un'aria pensierosa, come se qualcosa lo turbasse.
-Che c'è?- gli chiese mentre si sedeva accanto.
-Nulla- si affrettò a rispondere, il suo volto ritornò sereno e giovale.
-Gale?- disse seriosa.
-No, ero solo preoccupato per la tua ferita. Stavo pensando di tenerlo qui finchè non sarai guarita.-
-Non è un animale domestico- osservò Amy.
-Ovvio, ma a lui che cambia se gli chiediamo di rimanere un po di più?-
-A lui niente, ne sarebbe entusiasta, immagino- fece una smorfia – è a me che cambia..-


Suo padre, da quando Nick era entrato in casa l'atteggiamento di suo padre era cambiato radicalmente, e questo le dava il tormento.
Gale poteva inventarsi le frottole che meglio desiderava, ma lei se ne era accorta, non pensava che lui si potesse sentire a disagio per l'arrivo di un ospite, ne hanno sempre avuti per via del suo lavoro.. no, non era il fatto di avere un ospite in casa che tormentava Gale, c'era dell'altro, e questa volta l'avrebbe scoperto, costi quel costi.
Il sole era sparito oltre la collina da un paio d'ore, Amy si alzò dal divano, diventato il suo letto temporaneo, e uscì di casa, passando dalla finestra che dava sul cortile.
Scavalcò la recinzione e si diresse a grandi passi verso l'unica casa con le finestre ancora illuminate.
Andava a colpo sicuro, era certa che fosse ancora in piedi, vedeva sempre le luci quando fuggiva nel bosco, lui si, l'avrebbe potuta aiutare.
Arrivò davanti alla porta, non era sicura di voler suonare, che gli avrebbe detto? Hei ciao, ho bisogno di te per sapere due cose sul conto di mio padre!
Costeggiò il fianco della casa finchè non trovò una finestra aperta, per lo meno avrebbe avuto il colpo di scena dalla sua e poi qualcosa in mente le sarebbe venuto.
Non era tanto alta, era situata giusto ad un paio di metri dal terreno, si allontanò per prendere la rincorsa. Le sue gambe pomparono al massimo, arrivata a una breve distanza dal muro le gambe si piegarono e la spinsero il più alto possibile. Le braccia si lanciarono oltre la sua testa mentre le mani afferrarono il cornicione della finestra. Si issò, aiutandondosi con i piedi che si puntarono lungo la parete. Ce l'aveva fatta, si sedette sul cornicione per prendere un attimo fiato e pensare al da farsi. Era proprio sicura di voler scoprire cosa suo padre nascondeva? Si, lo era. Se sapeva cosa lo tormentava, lei l'avrebbe potuto aiutare.
-Eilà, prendi una boccata d'aria?- Amy abbassò lo sguardo e vide Nick coi capelli scompigliati che la guardava sorridente.
-E tu che ci fai qui? Mi hai seguita?- chiese lei di rimando.
-Jogging notturno, è una vostra usanza no?-
Amy fece una smorfia, o questo la stava prendendo per i fondelli oppure non c'era proprio.
-No, non è una nostra usanza- disse infine.
-E..Scusa l'impertinenza, ma che ci fai lì sopra?-
-Prendo una boccata d'aria- rispose lei mentre si tuffava nel prato. Atterrò sui piedi e assunse una posa accucciata. “Atterraggio perfetto” pensò.
-Gran bel salto- commentò Nick.
Amy sorrise, era proprio quello che sperava, impressionarlo.
Si allontanò dalla casa, si sarebbe messa a girare tra le vie del paese nella speranza di scrollarselo da dosso.
-Tu non ti stai preoccupando del fatto che potresti spaventare qualcuno, vero?- disse Nick sarcasticamente.
No, a quanto pare non se ne sarebbe andato tanto facilmente.
-Spaventare?- chiese lei strabuzzando gli occhi. Non ci aveva pensato, in fondo era Amy, come si sarebbero potuto spaventare di lei?.
-No sai, entri in casa da una finestra e non dalla porta..Bhè, io mi spaventerei.. Però magari qui le usanze sono diverse- le sorrise, e lei di rimando alzò un angolo della bocca schernendolo.
Camminarono per un'altra ora, come unica compagnia avevano il rumore dei loro passi, i canti dei gufi, e i suoni sordi degli insetti.
Amy si stancò di continuare a girovagare a vuoto con lui appresso, le pareva di avere un cagnolino che la seguiva ovunque andasse.
-Si può sapere che vuoi?- chiese dopo aver superato il suo limite di sopportazione.
-Nulla, volevo solo fare una passeggiata- le sorrise -e dato che non conosco il luogo seguire te mi sembrava la cosa più sensata-.
-Magari potevo essere un Killer, e avrei potuto ammazzarti- disse lei cercando di spaventarlo.
-Avrei corso il rischio- rispose tranquillo.
Erano arrivati al limite del bosco, Amy non aveva voglia di entrarci, quindi scelse un albero e andò a sedersi, poggiando la schiena contro la corteccia.
Nick le si sedette accanto, anche lui con la schiena contro al tronco.
Guardarono il cielo per un tempo che Amy non seppe quantificare, pensò che Nick si fosse addormentato, non parlava da un bel pezzo e il suo respiro si era fatto regolare. Decise di lasciarsi andare davanti a quel Nick incosciente, in fondo, anche lei aveva bisogno di sfogarsi ogni tanto, e non c'era persona migliore che un essere umano dormiente, non avrebbe detto nulla, non l'avrebbe criticata, sarebbe stata lei ad avere ragione, ma soprattutto, il giorno seguente, non si sarebbe ricordato nulla.
-Cercavo di entrare in quella casa per sapere che fantasmi tormentano i sonni di mio padre. Sai? Dorme poco, lavora troppo, praticamente è un robot in versione umana. Li vedo i suoi sguardi, vedo i suoi occhi appannarsi di tristezza quando lui pensa che io non lo veda. Quando gli chiedo che ha, lui finisce sempre con l'inventare scuse, la maggior parte sono “Sono preoccupato per la testa”, “Sono preoccupato perchè sta notte non sei tornata presto” “Oh nulla, il lavoro, sai com'è..”. E invece vorrei dirgli che no, non so com'è il lavoro, che no, non credo alle sue preoccupazioni, ma poi..quando cerco di chiederglielo non trovo le parole, anzi..più che non trovare non mi escono, la mia gola si chiude come se volessi privarmi della conoscenza, come se avesse paura di quello che potrebbe sentire successivamente.. Probabilmente ho paura di ferire mio padre con la mia curiosità, non fa bene aprire ferite che sono in via di guarigione. E' per questo che voglio sapere, voglio sapere perchè ho paura a chiedere a lui, voglio sapere perchè così saprò come meglio comportarmi, voglio sapere perchè lui è mio padre, e si è preso cura di me fino ad ora, donandomi tutto se stesso, e adesso, tocca a me ricambiare il suo amore.- inspirò a fondo, mentre l'aria scendeva lungo al petto sentì andare in frantumi un grumo che portava da non sa quanto tempo. Ora era più leggera, e forse anche più forte.. se prima era incerta, ora aveva la sicurezza sotto i suoi piedi, e da lì che avrebbe rincominciato nelle sue ricerche, dalla sua sicurezza nel difendere il padre.
-Se vuoi sapere qualcosa su tuo padre dovresti andare ad Everdeen, li hanno il cervellone centrale su tutta la popolazione di Panem- la voce di Nick la fece trasalire, affondò le mani nel terreno, sentì l'erba staccarsi sotto la morsa della sua presa. Nuda, ecco come percepiva se stessa, nuda. Lui non stava dormendo, lui ha sentito tutto. Si fece piccola, debole e la sicurezza presa poco fa svanì del tutto. Annaspava nel tentativo di tenerne un poco con se, ma ella se ne andò alla stessa velocità di come era comparsa.
Cercò di trovare le parole per rispondere, doveva ritornare coraggiosa, ricostruire il muro attorno al suo cuore, e no, non avrebbe ceduto più a nessuna debolezza. Questa era una lezione da apprendere: mai, e pensò mai più, si sarebbe confidata con qualcuno. Mai più si voleva sentire debole come se il terreno sotto di sé dovesse crollare da un momento all'altro, mai più, era una promessa.
-Ma io non voglio andare ad Everdeen- sputò velenosa, cercando di acquisire sicurezza. Inoltre era ripugnata dal fatto di doversi trovare anche solamente vicina alla città col nome di Katniss, mai ci sarebbe andata, avrebbe condotto le sue ricerche per conto suo, e soprattutto lontano da quel pandemonio.
-Ti fa talmente tanto ribrezzo?- chiese Nick quasi rattristato.
-Non immagini nemmeno quanto..- rispose lei secca.
-E tu non ti fai ribrezzo?- chiese lui con un tono di ironia.
-No perchè?- domandò stizzita.
-Probabilmente, se lei non si fosse sacrificata per Panem tu ora non ti troveresti qui a cercare di entrare in una casa di sconosciuti per sapere qualcosa sul conto di tuo padre, che, con ogni probabilità, non ha nulla da nascondere.. o se lo nasconde è perchè riguarda la ribellione- prese un paio di respiri e poi continuò -perchè quello che hanno visto, non deve essere stato...gradevole..e ogni notte, si farà vivo nei suoi sogni come era vivo nel momento in cui l'ha vissuto!- Nick era paonazzo in volto, si sentiva il bruciore del sangue sulla pelle ed Amy se ne accorse.
-Non sono sconosciuti- disse sbiascicando. Non aveva parole, non sapeva che dire, si era accorta che lui era stato turbato da quel discorso, ma non volle aggiungere nulla, per rispetto a lui, o per lo meno, così si giustificò con la sua coscienza.


-Ma..com'è?..Everdeen intendo..- chiese Amy per spezzare il silenzio imbarazzato. Le era costato davvero tanto fare quella domanda, ma Nick le era dispiaciuto, in fondo non doveva essere poi così male ma questo, non glielo avrebbe mai detto.
Nick non rispose, Amy si preoccupò d'averlo offeso, magari pensava che quella domanda era un tranello, magari per schernire la capitale.
-Bhè è..- aggiunse il ragazzo – nuova!- disse gettando fuori aria mentre sorrideva.
-Oh- sfuggì ad Amy insieme ad una risata.
-Sorpresa vero?- chiese lui sorridendole.
-E come non esserlo- rispose lei continuando a ridere.
-Secondo te quante città possono avere l'onore di considerarsi nuove?- chiese lui.
-Secondo me 12 su 13- rispose Amy -Le talpe vivono da anni sotto questa terra- strappò dell'erba e gliela lanciò addosso.
Lui ne prese un po' e la masticò.
-Buona..Questi sali minerali gioveranno alla mia pelle-
-Oppure diventerai tutto verde per via della clorofilla- suggerì Amy con un sorriso.
-Sarò un uomo albero!- disse trasognato.
-L'uomoerba! E non sarebbe un male sai?-
-Una brava ragazza come te?- disse lui quasi sbalordito.
-E chi almeno una volta nella vita non l'ha fatto?- chiese lei maliziosa.
-Vuoi? Ne ho un barattolo..-
-Ma sei un venditore ambulante di barattoli?-
-La vuoi o no sta erba?- chiese lui ignorando la domanda.
-E lo domandi pure?.-
Nick aprì la giacca delle felpa, c'era ricamanta all'interno una tasca, Amy non era sicura, ma le sembrava ci fosse scritta una lettera, ma c'era buio e non vedeva bene.
Estrasse un pacchetto trasparente e glielo porse.
-Su prendine una, sono già fatte-
-Preparato!- constatò Amy.
Fumarono in tranquillità, la percezione del mondo si ammorbidì, Amy sentì ogni poro delle sua pelle aprirsi e accettare la natura che la circondava. Stanca della durezza del tronco, decise di appoggiarsi al petto di Nick, il quale la strinse a sé accarezzandole le braccia.
-Ommiodio..era da un pezzo che non mi capitava di stare così tranquilla-
-Non dirlo a me- rispose Nick.
Amy alzò lo sguardo verso di lui, i capelli biondi avevano assunto una tonalità argentea con la luce lunare, i suoi occhi neri brillavano nell'oscurità, le sue labbra carnose la invogliavano a morderle. Un istinto dentro di lei la spinse, voleva provare la morbidezza di quella labbra, voleva sentire che effetto avrebbero fatto su di sé.
Si alzò quel tanto che bastava per avere il suo viso all'altezza di quello di Nick. Lui la guardava, nei suoi occhi c'era nascosta quella voglia di sentirla sua, di prenderla e di proteggerla. Amy si lasciò andare, prese il suo viso fra le mani e si avvicinò a lui. Nick stringendola per i fianchi chiuse quella breve distanza e l'avvolse in un bacio senza dimensione e tempo.
  
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