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Autore: piperina    14/01/2014    1 recensioni
«Amici miei, di certo vi starete chiedendo il motivo di questo invito» disse Klaus, apparentemente felice come non mai di avere ospiti a cena e non per cena.
«Spara la proposta.»
Klaus continuò a sogghignare, forse divertito da ciò che stava per dire.
«Un legame.»
Stefan corrugò la fronte.
«Un legame magico, intendo. Certo, se lei avesse un fidanzato umano opterei per la procreazione adolescenziale, ma purtroppo non ho fortuna neanche con questa strada, quindi creerò un legame magico tra me ed Elena.»

Klaus/Katherine; Damon/Elena; Caroline/Tyler - Stefan, Bonnie, Matt, Elijah, Rebekah.
Genere: Angst, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elena Gilbert, Katherine Pierce, Klaus, Originari, Un po' tutti | Coppie: Caroline/Tyler, Damon/Elena
Note: Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Vampire Stories'
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*Act VIII*

Forever

 

 

 

 

Quella mattina era stata indetta una riunione straordinaria a casa Salvatore. Ordine del giorno: liberarsi dei Mikaelson.

Caroline e Tyler arrivarono per ultimi, piuttosto trafelati e già in disordine di primo mattino, cosa che gli fece guadagnare un’occhiata moralizzatrice di coppia da parte di Bonnie.

Damon osservò i presenti. Stefan sedeva accanto a lui; Elena e Bonnie occupavano il divano di fronte a loro, mentre Tyer e Caroline si sistemarono sulla poltrona.

«Ci siamo tutti. Barbie, hai aggiornato il tuo fidanzatino sulla situazione?»

Lei lo guardò male. «Sì» rispose in tono acido.

«Bene» Damon si sfregò le mani tra loro. «Voglio far uscire Katherine dalla villa degli orrori.» Ci fu subito un coro di “Cosa?” e “No!” a quelle parole. Non che lui non l’avesse messo in conto.

«Ho già indagato con la magia» Bonnie fu la prima a parlare. «Questa volta non ci sono scappatoie al soggiogamento che Klaus ha usato su di lei. Si è protetto da ogni evenienza.»

«Un momento… da quando ci interessa di Katherine?» fu la genuina domanda di Tyler. «È stata lei a scatenare la mia maledizione e quella di Mason, ha trasformato Care e… e forse tutti voi la odiate anche più di me.»

Tyler aveva delle ottime ragioni per non voler assolutamente sprecare tempo con lei. A dire il vero, nessuno di loro aveva in simpatia la vampira, che aveva solo portato guai e morte con sé. Inoltre aveva portato Klaus a Mystic Falls.

«Più Katherine è a contatto con Klaus, più è alto il rischio che il legame venga spezzato» spiegò pacatamente Stefan, che comunque era d’accordo con lui. Non voleva saperne nulla della sua egoista e traditrice vecchia fiamma.

Tyler aggrottò le sopracciglia. «Ma per spezzarlo non serve l’amore di entrambi?»

«È così infatti» intervenne Elena, «ma Klaus ha fatto qualcosa a Katherine e crediamo che abbia trovato un modo per velocizzare i tempi.»

«Non si può fingere l’amore e non si può ammaliare qualcuno affinché si innamori» puntualizzò Caroline. «Anche se cinque secoli fa Katherine era innamorata di lui, come può esserlo ora? Dall’oggi al domani?»

Ci fu un attimo di silenzio e Stefan ebbe un’illuminazione. «Può averla costretta a riaccendere l’umanità.»

Elena lo fissò con gli occhi sgranati. «Si può fare? Ordinare a qualcuno di essere di nuovo innamorati? Tipo… riprovare l’umanità vissuta in un determinato periodo?»

«È un azzardo, ma sì» disse Damon. «La Katherine umana amava Klaus. Che lei abbia acceso o spento l’interruttore da vampira è irrilevante, perché a quel tempo era umana.»

«È contro natura» ribatté Bonnie, senza celare il proprio disgusto. «Ad ogni modo, come ho detto prima, noi non possiamo salvarla.»

«Anche potendo, io non lo farei» ammise Tyler. «Mi dispiace, ma ho già troppi problemi con Klaus per aggiungerne altri alla lista e di certo non rischierei per Katherine.»

«Io sono d’accordo con lui» disse a quel punto Caroline. «Katherine non merita il nostro aiuto e non è il caso di far arrabbiare Klaus ancora di più.»

«Katherine ha salvato Damon!» esclamò allora Elena. «E mi ha messa in guardia su Klaus, seppur a modo suo.»

Caroline scosse il capo. «Ma quanto male ci ha fatto? Pensaci, Elena. Guarda me e Tyler. Ci ha fatti trasformare per barattarci con Klaus in cambio della propria libertà. Stavamo per morire a causa sua.»

Stavolta la giovane Gilbert non rispose. Forse si era lasciata prendere dal suo buon cuore. Vedere la forte e orgogliosa Katherine Pierce in quelle condizioni l’aveva impietosita. Si era lasciata fregare da lei?

«Elena» Bonnie le strinse la mano «qualunque cosa facciamo, Katherine resterà legata a Klaus. Solo loro due possono risolvere questa faccenda e se anche dovessimo farla scappare, lui si vendicherebbe su tutti noi e riuscirebbe a riportarla subito sotto il suo controllo. Sarebbe solo una sofferenza inutile per tutti» spiegò in modo pacato, come una mamma a un bambino piccolo. «Inoltre, intervenire con la magia sarebbe rischioso date le condizioni instabili di Katherine.»

Stefan guardò Elena e desiderò poter fare qualcosa per alleviare il suo dolore e, se possibile, attenuare quel costante e ingestibile senso del dovere che provava nei confronti di chiunque. Anche lui era un po’ preoccupato per Katherine e la cosa era insolita, ma Bonnie aveva ragione e, in ogni modo, lui non voleva fare nulla.

Damon prese di nuovo la parola. «Ok, punto due della riunione scolastica: uccidere gli Antichi

«Cosa?!» l’acuto di Caroline ferì il suo udito.

«Non si possono uccidere» disse Tyler, dubbioso da quella proposta. «Non abbiamo più i mezzi per farlo.»

Il vampiro mostrò la sua migliore espressione malandrine. «Tu forse no, wolf guy, m noi sì: l’insegna del Wickery Bridge.»

«È stata realizzata dalla nostra famiglia con il legno della quercia bianca» spiegò Stefan. «Non chiedetevi come sia possibile, ma lo è.»

«Non ci credo» commentò Bonnie, incredula.

«Possiamo farlo davvero…?» la voce di Elena uscì dalle sue labbra come un mormorio, quasi avesse paura di dirlo a voce alta. Vedeva finalmente la luce in fondo al tunnel. «Ce n’è abbastanza?»

«Basta prendere le misure» Damon le strizzò l’occhio.

«Dobbiamo pensare a un piano, non facciamoci prendere dall’entusiasmo» proseguì Stefan. «Finn è il bersaglio più debole. Sarà facile con lui. Kol ci darà da fare, ma insieme possiamo farcela.»

Tyler annuì e poté già sentire l’adrenalina scorrergli violenta in corpo. Era riuscito a liberarsi dal sirebond e finalmente aveva l’occasione di liberarsi anche di Klaus. Quel demonio gli aveva rovinato la vita e lui non vedeva l’ora di vederlo bruciare a morte.

Solo dopo qualche minuto di pianificazione, Elena si ricordò di Elijah. Il vampiro non avrebbe mai permesso loro di torcere un capello alla sua famiglia, ma Klaus doveva essere ucciso… e anche lui. Ma come poteva lasciar morire Elijah? Era stato il più ragionevole e ben disposto nei loro confronti, aveva cercato di salvarle la vita in tutti i modi, aveva protetto le persone a lei care.

Con che coraggio, si chiese Elena, poteva decidere di voltargli le spalle e condannarlo a morte?

O tutti o nessuno. Questo fu il suo pensiero successivo. Non potevano lasciare in vita nessuno di loro, perché i sopravvissuti avrebbero voluto vendetta.

Quindi… no, neanche Elijah poteva sopravvivere. Era pur sempre un antico e il sangue non tradisce mai davvero il proprio sangue.




***


 

Finn era al Grill con Sage. Sorrideva, scherzava, le stringeva la mano: sembrava una persona del tutto diversa rispetto a quando si era risvegliato. I suoi occhi brillavano, i suoi sorrisi erano sinceri, perfino la sua voce aveva un tono più allegro.

Per la prima volta fin dalla prima trasformazione, mille anni orsono, era felice. Sage era con lui e non desiderava altro dalla vita.

«Voglio vivere insieme a te» disse la vampira. «In una casa solo nostra, lontano da qui.»

Lui sorrise. «Mi piacerebbe molto.»

In quei pochi giorni insieme a lei, Finn aveva riscoperto le gioie della vita e dell’amore. I pensieri negativi non l’avevano ancora abbandonato del tutto: a volte non sopportava ciò che era e desiderava farla finita. Era stato colpito da forti attacchi di panico e crisi nervose.

Si era disperato, colpevolizzato, condannato per la sua terribile natura.

Poi c’era Sage, che condivideva il suo stesso, triste destino e l’aveva accettato. Lei, che con un sorriso era in grado di scaldare quel cuore gelido di secoli; lei, che gli stringeva dolcemente la mano, con estrema delicatezza; lei, che faceva progetti per il futuo.

«Vado a incipriarmi il naso» ridacchiò la vampira, alzandosi dalla panca di legno.

«Ti aspetto fuori.»

Si scambiarono un bacio, lei gli sussurrò “Ti amo” sulle labbra e si separarono.

Finn uscì dal Grill e respirò l’aria fresca della sera. Non c’erano nubi, il cielo era limpido. Chiuse gli occhi e vide il volto di Sage.

L’amava così tanto…

Forse, pensò tra sé, forse lei l’avrebbe davvero salvato. Il suo sorriso sincero e i suoi sogni di una vita insieme sarebbero riusciti a guarire il suo cuore e la sua anima. Un giorno il dolore per la colpa di essere un vampiro l’avrebbe abbandonato per non tornare mai più.

Iniziò a crederci davvero.

Finn Mikaelson voleva il perdono di Dio, ma doveva prima riuscire a perdonarsi da solo, accettarsi e convivere con se stesso. Alzò la testa e osservò le stelle brillare nel cielo nero.

Sorrise. Era felice.

Poi, tutto cambiò. Successe in fretta, ebbe appena il tempo di rendersene conto. Il suo unico pensiero fu lei.

Venne attaccato e immobilizzato. Qualcuno lo trafisse alle spalle con un paletto di quercia bianca e lui si sentì bruciare dall’interno. Era un dolore lancinante, pungente, insopportabile. Avvertiva chiaramente il fuoco iniziare a corrodere i suoi organi e la sua pelle.

Udì l’urlo disperato di Sage squarciare la notte e gli si strinse il cuore per lei.

“Mi dispiace” pensò, crollando a terra senza forze, mentre la morte si impadroniva di lui. “Ti lascio sola un’altra volta.”


 

Sage era una furia. Non aveva più il controllo delle proprie facoltà mentali. Tutto ciò a cui pensava era la vendetta. Bagno di sangue. Corpi smembrati. Rabbia, dolore, oh, un dolore così forte che avrebbe potuto morirne se si fosse fermata solo un momento.

Marciò a passo di carica verso la villa dei Salvatore scortata dalla sua unica progenie. Spalancò la porta incrinandone i cardini e attaccò la prima cosa che vide.

«Caroline!» esclamò spaventata Elena, colta alla sprovvista. Damon si parò immediatamente davanti a lei per proteggerla, mentre la vampira bionda riuscì a sfuggire alla follia omicida della Giulietta immortale.

Con un gesto rapido Damon allontanò Elena e scattò addosso alla vampira. Rotolarono sul parquet un paio di volte, mentre Caroline si occupava di contenere dall’attacco del secondino.

All’improvviso, Sage divenne bianca come uno straccio e faticò a muoversi. Si accasciò per terra, annaspando, contorcendosi in modo innaturale e la stessa cosa successe all’uomo che era venuto con lei.

Non aveva più forze, si sentiva svenire. Cosa stava succedendo? Cosa le avevano fatto? Come?

Udì Damon Salvatore dire qualcosa, ma i suoi sensi sovrannaturali sembravano non funzionare più. Iniziò a provare un freddo pungente nelle ossa e sulla pelle. Il suo corpo la stava abbandonando.

Stava morendo.

“Oh, ho capito” pensò, vedendo tutto sfocato. “Finn mi sta chiamando a sé”.

Chiuse gli occhi e si abbandonò con un sorriso all’abbraccio della morte.

“Da adesso staremo insieme per sempre”.

 

 

 ***

 

 

«Non ci credo.»

Bonnie fissava le sue amiche con gli occhi fuori dalle orbite per la sorpresa. Elena e Caroline le avevano appena raccontato cos’era successo a casa Salvatore.

«Damon sta pulendo tutto» Elena strinse un cuscino al petto, ancora scossa per l’accaduto.

Quella sera aveva visto morire tre persone. Erano vampiri, Sage era pericolosa oltre che molto forte, ma iniziava a non poterne più. Intorno a lei continuava a morire troppa gente e la maggior parte per proteggerla. Si sentiva in colpa.

Anche i cattivi erano stati coinvolti in quella spirale sena ritorno a causa sua: che fosse per attaccarla o per difenderla, lei ne era la ragione.

Bonnie scosse la testa, demoralizzata. «Questo significa che se un membro della famiglia originaria muore, la sua progenie muore con lui. È assurdo.»

«Tutto ciò che riguarda quella famiglia lo è» rispose Elena, riscuotendosi dal suo momento di autocommiserazione interiore. «Ma è così. È vero.»

«Dobbiamo scoprire da chi discendiamo» disse Caroline, la preoccupazione dipinta sul suo bel viso.

«Posso cercare tra i miei grimari» propose Bonnie. «Forse c’è un incantesimo che può aiutarci.»

«E se non è Klaus il vostro sire, possiamo ucciderlo.»

Elena era determinata come non mai: odiava Klaus, quell’essere le aveva portato via tutto, era la personificazione del male e della crudeltà, più di chiunque altro meritava la morte.

«Oh…»

Lei e Bonnie si voltarono verso Caroline, che era scesa dal letto e si stava mettendo le mani tra i capelli.

«Che c’è?»

«Oh, no. No, no no» sembrava sconvolta. «Non possiamo uccidere Klaus. Tra noi c’è qualcuno che discende sicuramente da lui.»

Bonnie spalancò la bocca, ma non ne uscì alcun suono. Elena iniziò a vederci doppio.

«Tyler» sussurrò, incredula. «Klaus ha trasformato Tyler.»

Gli occhi di Caroline si riempirono di lacrime. «Se lo uccidiamo, Tyler morirà.» La vampira crollò e si sedette di nuovo sul letto. Le sue amiche la consolarono, cercando di farla calmare e abbracciandola.

La determinazione di Elena era svanita in un soffio, come se non ci fosse mai stata. Tyler aveva già subito la trasformazione in lupo mannaro prima e in ibrido poi a causa sua. Non avrebbe mai acconsentito a ucciderlo.

Era suo amico, era il ragazzo di Caroline, era un innocente. Nessun altro doveva morire ancora per lei, per il suo maledetto sangue di doppelganger.

Alzò gli occhi e vide Damon sulla porta della camera da letto. Si alzò, affidando Caroline a Bonnie, e gli fece segno di andare a parlare in giardino.

Lui la seguì, un’espressione di estrema noia già presente sul suo viso. «Ho sentito tutto. So cosa vuoi dirmi.»

Elena sospirò. L’aria della sera era fresca. Le piaceva. «Non possiamo farlo.»

«Perché no?» chiese lui. «Ne sacrifichiamo uno per salvarli… tutti!»

«È Tyler!» esclamò lei, non volendo credere che fosse davvero serio.

«Lui mi ucciderebbe senza battere ciglio» sembrava arrabbiato. «Barbie e la strega anche. Sai bene che non avrebbero il minimo dubbio se si trattasse di me.»

«Damon…» Elena non aveva una risposta pronta per contraddirlo, perché sapeva che era la verità. «Non glielo permetterei… e neanche Stefan.»

Il vampiro le puntò un dito contro. «Klaus è troppo pericoloso per lasciarci sfuggire la minima occasione. Se non discendiamo da lui, il lupo è morto.»

Elena stava per ribattere, quando la voce di Caroline giunse dalla porta di ingresso.

«E poi ti chiedi perché tutti ti odiano.»

Damon sembrava annoiato, lei fuori di testa per la disperazione e la rabbia.

«Care, non diceva sul serio» intervenne subito Elena.

«Smettila di difenderlo!» esclamò la bionda. «È marcio, lo è sempre stato e sempre lo sarà. Quando ti deciderai a capirlo?»

La ragazza rimase a bocca aperta. Non perché non sapesse come difendere Damon, ma per la cattiveria di Caroline.

Sentì una mano posarsi sulla sua spalla. «Va bene così. Non litigare per me.»

C’era un velo di tristezza e rassegnazione davanti ai suoi occhi, lei lo vedeva chiaramente. Nonostante avesse salvato la vita di Caroline più volte, lei sembrava intenzionata a non smettere mai di odiarlo.

«Ci sentiamo.»

Non fece in tempo a dire altro, perché Damon era già sparito. Scosse la testa. «Care, sei ingiusta.»

«Io ingiusta?!» scattò la vampira, indignata. «Il tuo amichetto vuole uccidere Tyler!»

Bonnie non disse nulla. Sapeva che Elena aveva in parte ragione, ma Damon era un vampiro e per la sua natura di strega questo era già sufficiente. Inoltre, il buon vecchio Salvatore non si faceva certo benvolere dalla gente.

«Damon non vuole uccidere Tyler» replicò Elena. «Vuole ciò che vogliamo tutti, liberarsi di Klaus.»

Caroline la guardò dall’alto in basso. Scosse la testa e se ne andò. “Perfetto”, pensò Elena. Ora aveva da discutere sia con lei che con Damon.

«Dalle tempo» disse Bonnie. «Tyler è appena tornato e già abbiamo scoperto che per tenere in vita lui non possiamo toccare Klaus. È un brutto colpo.»

«Prendersela con Damon non è la soluzione» rispose lei, osservando il punto in cui era sparito il vampiro.

Bonnie osservò l’amica. Non capiva perché per lei fosse così importante prendere sempre le difese di Damon con gli altri. A volte si arrabbiava più di lui, come se le offese fossero dirette a lei.

Si chiese come si sentisse Stefan nel sapere che c’era qualcosa tra la sua ragazza e suo fratello. Di nuovo.

«Damon starà bene e Caroline avrà dimenticato tutto entro domani.»

 




***

 

 

Finn era sparito ormai da tre giorni. Anche Sage non si vedeva più in giro. A Klaus non importava molto della loro sorte, anzi… non gliene importava proprio nulla.

Tutto ciò di cui Finn era in grado di parlare era la morte. Come compagnia non era un granché. Cosa ci aveva visto in lui una donna forte ed energica come Sage? Bah… contenta lei.

L’importante era che non fosse più in mezzo ai piedi, con quel muso lungo e le sue paturnie deprimenti su quanto peccaminosa fosse la loro sola esistenza.

Klaus ce l’aveva davanti agli occhi qualcosa di peccaminoso e non vedeva l’ora di assaggiarla. Katherine era nel salottino moderno, intenta a fissare le colonne di dvd con il telecomando del lettore in mano.

Indossava una canottiera e degli shorts molto shorts, con un paio di stivali dal tacco troppo alto per essere usati in casa. Guardandola, Klaus pensò due cose: la prima, che Katerina fosse bellissima; la seconda, che addosso a lei ci fossero circa $1200.

«Non ricordavo di aver sposato un guardone» Katherine si voltò, mostrando quanto profonda fosse la scollatura della canottiera.

«Non ricordavo che ti piacesse andare in giro nuda.»

Lei non fece una piega. Gli voltò nuovamente le spalle e proseguì nella ricerca di un bel film da guardare.

Non era stato facile, ma in quei giorni si era ripresa dallo scombussolamento provocato dall’ordine di riaccendere l’umanità. Dopo la fase iniziale di mutismo, aveva riacquistato il controllo delle proprie facoltà mentali.

Riusciva a fingere di essere la stronza insensibile di sempre, ma in realtà la sola presenza di Klaus nella stessa stanza l’agitava pericolosamente.

Evitava di guardarlo e avrebbe volentieri evitato di sentirlo parlare, peccato che non fosse possibile. Tra l’altro, quel maledetto accento inglese e la voce appena sussurrata le provocavano reazioni imbarazzanti.

«Vuoi vedere un film con me?» Katherine esaminò due dvd, decise che non erano di suo gusto e li ripose nello scaffale. Scorse l’indice sui titoli, quando sentì il respiro caldo di Klaus sui capelli e la sua presenza alle spalle.

L’ibrido annusò il suo profumo e lei desiderò che il pavimento la inghiottisse in una voragine profonda chilometri. «Menta e cioccolato» mormorò lui.

«Sei un maniaco.» Cercò di allontanarsi, ma le mani di Klaus scattarono rapide sui suoi fianchi, immobilizzandola contro di sé.

La vampira avvertì il petto di Klaus aderire alla sua schiena e si sentì avvampare. Non erano stati così vicini da secoli e quell’intimità la metteva a disagio.

Klaus fece scorrere la mano lungo il fianco e il suo profilo, sfiorandola con la punta delle dita. Si fermò sulla spalla e si mosse appena per spostare i lunghi riccioli di lato, scoprendo così il collo.

Oh, era così invitante… avrebbe tanto voluto mangiarsela, si chinò con studiata lentezza per baciare la sua pelle, ma Katerina si allontanò all’istante.

«Ok, questo è troppo» perché era senza fiato?

Lui voltò il capo e accennò a un sorriso che non coinvolse gli occhi. «Troppo? Non ho neanche iniziato.»

Katherine sembrava sconvolta. Accidenti a tutti quei pensieri umani che le confondevano la testa!

«Sai che ho bisogno della tua collaborazione per rompere il legame.»

«Questo non significa che io debba diventare la tua… concubina!» sputò lei con rabbia, indignata da quel comportamento. «Non lo ero in passato, non lo sarò di certo ora.»

Sul volto dell’ibrido si dipinse un’espressione indecifrabile. Sapendo che era un sociopatico bipolare, la vampira immaginò che potesse scoppiare a ridere. O saltarle alla gola. O saltarle alla gola mentre rideva di lei.

«Hai ragione, love» si passò la punta della lingua sulle labbra. «Eri mia moglie e lo sei ancora.»

Quelle parole suonarono come una minaccia alle orecchie di Katherine. Sensuali, sì, ma minacciose.

«Mi è passata la voglia di vedere il film»

Uscì rapidamente da quella stanza, aveva un disperato bisogno di allontanarsi da quell’essere diabolico e ripugnante.

Lo odiava con tutta se stessa, eppure ne era attratta. Lo aveva sposato per amore, aveva condiviso con lui il letto e l’intimità. Klaus conosceva il suo vero sorriso. Aveva visto la gioia e l’innocenza nei suoi occhi da ragazzina. L’aveva sentita ridere con spontaneità.

Molti uomini avevano visto il suo corpo nudo, solo uno aveva visto la sua anima e questo la spaventava a morte.

In quel momento era sola e vulnerabile e lui conosceva i punti deboli del suo cuore.

Era in trappola e sapeva che ne sarebbe uscita emotivamente a pezzi. Era solo una questione di tempo.

 

 

 

 

 

   
 
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